Quartiere Prenestino-Labicano


Il Quartiere Prenestino-Labicano nasce, come il primo nucleo degli altri quartieri più vecchi, nel 1911, ed è ufficialmente istituito nel 1921. 
Sorge lungo il primo tratto delle Via Prenestina e Casilina, quest'ultima, per molto tempo, chiamata anche Labicana, nome oggi ricordato dalla Via che dal Colosseo conduce a Viale Manzoni, poichè inizialmente conduceva all'antica Labicum, e questo fece sì che il quartiere prese nome di Prenestino-Labicano.
Nell'Antica Roma sorsero in questa zona monumenti piuttosto importanti: la Villa dei Gordiani, il Mausoleo di Sant'Elena, quest'ultimo adiacente alle Catacombe dei Santi Pietro e Marcellino, nei pressi delle quali, nel XVIII Secolo, fu costruita la Chiesa dei Santi Pietro e Marcellino Ad Duos Lauros. Il toponimo Ad duos lauros, che in Latino significa "ai due allori", era l'antico nome della zona, dovuto ad una grande residenza Imperiale sita intorno al terzo miglio della Via Labicana.
Per secoli, l'area del Quartiere Prenestino-Labicano fu un'area di campagna, solcata anche dal Vicolo del Pigneto. Nel 1856, la realizzazione della linea ferroviaria Roma-Frascati, portò molti cambiamenti nella zona: subito fuori Porta Maggiore, fu costruita una stazione provvisoria, e la ferrovia costeggiava la Via Casilina fino all'attuale Largo Galeazzo Alessi. 
Nel 1890 fu costruito sempre in questa zona lo Stabilimento Omnibus e Tramways, più tardi divenuto deposito Atac, ed iniziarono a sorgere anche i primi mulini del complesso Pantanella. 

Il Quartiere nel 1931

Il piano regolatore del 1909 prevedeva un'urbanizzazione piuttosto ridotta nella zona, in un'area compresa tra la Casilina e Via L'Aquila, ma gli anni successivi portarono ad uno sviluppo urbanistico ben più ampio, tanto che il piano regolatore del 1931 mise in previsione la totale urbanizzazione del Quartiere.
Il 1921 la Compagnia Termini per i Ferrovieri iniziò la costruzione di un quartiere a villini nell'area di Villa Serventi. 
Nel 1930 nacque la Borgata Gordiani, oggi non più esistente.

Via Prenestina e la Chiesa di San Leone Magno prima della costruzione della tangenziale sopraelevata

Nel 1951, il Quartiere perse parte del suo territorio in favore dell'allora Suburbio Tiburtino e del Quartiere Tiburtino.

Un tram a Porta Maggiore

Oggi il Quartiere presenta varie aree al suo interno: l'area del Pigneto, luogo alternativo, da un lato luogo della movida di Roma, area pedonale, frequentato da studenti Universitari, artisti ed intellettuali ed in parte soggetto a gentrification, ma dall'altra luogo in cui ancora persiste un degrado. Il resto è un quartiere di origine popolare-residenziale, che con il passare degli anni ha avuto grande sviluppo. In questo quartiere è prevista l'apertura (ci piacerebbe dire anche con certezza quando, ma l'estenuante lentezza della realizzazione dell'opera non può fornirci dati a riguardo...) di alcune stazioni della Metro C.

Chiese:
San Barnaba
Sant'Elena
San Gerardo Maiella
San Leone I
San Luca Evangelista
Santi Marcellino e Pietro Ad Duos Lauros
Santa Maria Madre della Misericordia
Santa Maria Mediatrice
Santissimo Sacramento a Tor de' Schiavi


Fermate Metropolitana e Ferrovia:
Pigneto (in costruzione, Metro C)
Malatesta (in costruzione, Metro C)
Teano (in costruzione, Metro C)
Gardenie (in costruzione, Metro C)
Porta Maggiore (Roma-Giardinetti)
Ponte Casilino (Roma-Giardinetti)
Sant'Elena (Roma-Giardinetti)
Villini (Roma-Giardinetti)
Filarete (Roma-Giardinetti)
Balzani (Roma-Giardinetti)

Siti Archeologici:
Basilica sotterranea di Porta Maggiore
Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro
Colombario di Largo Preneste
Mausoleo di Sant'Elena
Porta Maggiore
Sepolcro di Eurisace
Villa Gordiani

Strade:

Ville:
Villa De Santis
Villa Serventi

Parchi:
Parco ex SNIA Viscosa

Zone, località e altri toponimi:
Ad Duos Lauros
Casilino
Marranella
Pigneto
Tor Pignattara

Quartiere Tiburtino


Il Quartiere Tiburtino sorge nell'area compresa tra il primo tratto della Via Tiburtina, da cui prende il nome, e quello della Via Prenestina. 
Se scorgiamo la mappa di questo Quartiere, noteremo subito come, di fatto, sia diviso in due dal Cimitero del Verano: ad Ovest di esso si trova l'area di San Lorenzo, con la Città Universitaria, mentre ad Est è l'area di Portonaccio e Casal Bertone.
Dal IV Secolo in quest'area sorge la Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, che da nome al quartiere limitrofo. 
Perchè ci sia un'urbanizzazione nel territorio del Quartiere Tiburtino, però, bisogna aspettare il 1837, quando Papa Gregorio XVI decise di unificare i diversi cimiteri che erano a Roma nell'area del Verano. Passarono pochi decenni, che nel 1865 il crescente traffico della Stazione Termini fece sì che venisse costruito lo Scalo di San Lorenzo.

L'area del Quartiere San Lorenzo intorno al 1860

Queste sono le basi che portarono, dopo l'Unità d'Italia, alla costruzione del nuovo quartiere di San Lorenzo, il cui primo nucleo venne edificato tra il 1884 ed il 1888. Erano gli anni della febbre edilizia, ed anche gli anni in cui a Roma nacque una nuova povertà urbana, fatta principalmente dai tanti che si erano recati nella Capitale del nuovo Stato Italiano cercando fortuna, senza trovarne. San Lorenzo, in quegli anni, era un quartiere poverissimo, forse il più povero di Roma. Nei decenni successivi, non mancarono opere di solidarietà che ne migliorarono notevolmente la condizione, come quella dell'educatrice Maria Montessori nei primi anni del XX Secolo. 

Il Quartiere nel 1888

Negli anni Trenta del XX Secolo, proprio di fianco all'area di San Lorenzo, venne edificata la Città Universitaria. 
Nel 1943, il 19 Luglio, il quartiere San Lorenzo fu quello principalmente colpito dal bombardamento degli Alleati su Roma: solo nella zona in questione morirono 1500 dei 3000 morti totali causati dal raid aereo. Al termine del bombardamento, il Papa Pio XII si recò nel quartiere San Lorenzo, benedicendo le vittime sul Piazzale del Verano.

L'interno della scuola di Via dei Sabelli nel 1927

Se andiamo a vedere la zona del Quartiere Tiburtino ad Est del Verano, vediamo che l'urbanizzazione è più recente: non è un caso che sia stata aggregata solo successivamente al Quartiere stesso, scorporandola dal Suburbio Tiburtino. Questa zona fino agli anni Venerdi era del tutto campestre, vi esisteva una via chiamata Vicolo Malabarba, nome derivato da una Mola, la Mola di Santa Barbara, che doveva il suo nome probabilmente ad un Oratorio. Proprio in questo vicolo, negli anni, nascerà il Borghetto Malabarba. Come detto, però, si aspetteranno gli anni Venti per assistere ad un'urbanizzazione della zona, nonostante la Via di Portonaccio sia stata tracciata nel Piano Regolatore del 1883 come via Militare nell'ambito del sistema di difesa della Città, quando vi furono edificate le prime case dei ferrovieri.
Oggi il Quartiere Tiburtino è in forte connessione con l'Università della Sapienza, e per questo è una delle zone per eccellenza abitate e frequentate dagli studenti universitari. La zona di San Lorenzo, in particolare, è uno dei punti di riferimento della "movida" di Roma. Sempre il quartiere San Lorenzo, continua a mantenere una forte identità culturale, ed al tempo stesso ha subito un fenomeno di gentrification.

Borghetti:
Borghetto Malabarba
Borghetto di Via dei Lucani

Chiese:
San Lorenzo fuori le Mura
Santa Maria Consolatrice
Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchmans
Divina Sapienza
San Tommaso Moro

Chiese di altre Confessioni:
Cappella dei Miracoli (Evangelica)

Cimiteri:
Verano


Edifici Civili:
Ex Vetreria Sciarra


Fontane non più esistenti:
Fontana Tiburtina

Siti Archeologici:
Porta Tiburtina o Porta San Lorenzo
Torrione Prenestino



Statue e monumenti:

Università e Ricerca:
CNR
Istituto Regina Elena
Istituto Superiore di Sanità
Università "La Sapienza"

Zone, località e altri toponimi:
Casal Bertone
Portonaccio
San Lorenzo

Quartiere Nomentano


Il Quartiere Nomentano sorge nell'area compresa tra la Via Nomentana, da cui prende nome, e la ferrovia Roma-Firenze. 
Fino all'Unità d'Italia in questa zona sorgevano numerosi orti e Ville, tra cui la più famosa è Villa Torlonia, alcune delle quali ancora oggi sopravvissute, come Villa Massimo, altre distrutte: una su tutte Villa Patrizi, lottizzata a villini a fine Ottocento e abbattuta per fare spazio al Ministero dei Trasporti ed a quello dei Lavori Pubblici.

Le ville del Nomentano nel 1870

Molte ville furono costruite lungo la Via Nomentana dopo l'unità d'Italia, come Villa Mirafiori, per la Contessa di Mirafiori, Villa Blanc e Villa Crespi.
Alla fine dell'Ottocento fu edificato, in quest'area, il Policlinico Umberto I, voluto dal Ministro Guido Baccelli e tuttora attivo. 
La lottizzazione di Villa Patrizi comportò l'edificazione di importanti villini, come quelli che sorgono sulla via chiamata appunto Via dei Villini, che, all'epoca, riscossero un grande successo immobiliare. 
In Piazza Galeno Ettore Ximens costruì la propria casa-studio, presto venne imitato da altri artisti, come Giovanni Nicolini e Guido Cirilli.
Tra i maggiori esempi di architettura eclettica possono essere ricordati Villa Berlingieri, i villini Ruffo, Cavalsassi, Durante, Santini e Franknoi. Ai primi del secolo furono realizzati anche degli esempi di architetture Liberty, come il Villino Aletti e la distrutta Villa Schiffi.

Il Quartiere Nomentano nel 1930

Successivamente vennero lottizzate parte di Villa Massimo, lungo l'odierna Via Spallanzani e di Villa Mirafiori, nelle Vie Bosio, Guattani e Fea.
Intanto fu tracciato parte del lungo Viale XXI Aprile, che partiva dalla Nomentana, su cui fu edificata la Caserma Piave di Arnaldo Foschini.
Gli anni Trenta comportarono la lottizzazione dei resti di Villa Massimo, a palazzine, e delle vie radiali di Piazza Bologna, a palazzine e intensivi. Lungo la piazza, la più grande del Quartiere, venne realizzato il grande Ufficio Postale di Mario Ridolfi, in stile razionalista.


Viale Ippocrate negli anni Cinquanta

Man mano che fu edificato il quartiere, una parte delle sue strade prese il nome dalle Città Italiane, cosa che fa sì che il quartiere sia noto anche come "Nomentano Italia" o "Quartiere Italia".
Nel quartiere, soprattutto nella zona di Piazza Bologna, è presente una numerosa comunità di Ebrei Tripolini, la maggior parte dei quali è giunta a Roma dopo il 1967, anno in cui il regime Libico di Mouammar Gheddafi li allontanò dalla Libia. E', infatti, presente anche una Sinagoga in Via Padova.
Oggi il Nomentano è un quartiere molto vivace: ospita molti servizi, e la vicinanza con l'Università "La Sapienza" lo rende frequentato da numerosi giovani, oltre che abitato da moltissimi studenti fuorisede.

Piazza Bologna negli anni Cinquanta

Architetture civili:

Caserme:

Chiese:
Sant'Angela Merici
Santa Brigida
Corpus Domini
Santa Francesca Cabrini
San Giuseppe a Via Nomentana
Sant'Ippolito
Nostra Signora del Santissimo Sacramento e dei Santi Martiri Canadesi
Sant'Orsola
Santi Sette Fondatori

Luoghi di Culto di altre Religioni:
Tempio Beth-El

Fontane:

Statue e Monumenti
:

Musei:
Museo Parigino a Roma

Strade:

Strade scomparse:

Ville:

Villini:

Zone, località e altri toponimi:
Quartiere Italia

Quartiere Salario


Il Quartiere Salario sorge nell'area posta tra l'inizio della Via Salaria, da cui prende il nome, e l'inizio della Via Nomentana. 
Come molte altre strade, anche queste, durante l'Antica Roma, erano fiancheggiate da sepolcri, come dimostra il mausoleo di Lucilio Peto, posto all'inizio della Via Salaria, mentre la zona che si trova in mezzo alle due vie era un luogo paludoso, occupato da una depressione del terreno, che, oggi, risulta essersi ripianata con l'aumento del livello del suolo.
Durante il Medioevo, fino all'Ottocento, la zona risulta adibita ad orti e Ville, la più importante delle quali è probabilmente la Settecentesca Villa Albani, voluta dal Cardinale Alessandro Albani, nipote di Papa Clemente XI, e progettata da Carlo Marchionni.
Il 20 settembre 1870 fu proprio sulle mura tra Porta Salaria e Porta Pia che venne aperta la famosa Breccia, che consentì ai Bersaglieri di entrare a Roma.
Lungo le mura si decise di aprire un grande viale alberato, chiamato Corso d'Italia, inaugurato nel 1887. 

Il Quartiere Salario nel 1888

A Nord di Corso d'Italia cominciò, nel 1885, fuori PRG, l'edificazione da parte della Banca Tiberina di edifici d'abitazione, attorno a Piazza Principe di Napoli, oggi Piazza Alessandria e fino a Viale della Regina. La stessa banca cominciò a costruire alcuni palazzi verso la Via Salaria, lungo l'odierna Via Po.
Il PRG del 1908 previde la lottizzazione di parte dei terreni di Villa Albani, con la creazione delle attuali Via Savoia e Via di Villa Albani, costruite a palazzi signorili e villini, come Villa Palmieri, nonchè l'Istituto Crandon, di Marcello Piacentini.
Nel 1911 fu delineato il nuovo quartiere Salario, all'epoca più grande, visto che il Quartiere Savoia, oggi Trieste, venne da esso scorporato nel 1926.
Oggi è un elegante quartiere residenziale, ospita molti uffici ma anche attività culturali, come il MACRO, situato in Via Nizza, che è stato ultimato nel 2010.

Archeologia industriale:

Chiese:
Santa Maria della Mercede e Sant'Adriano

Musei:
MACRO

Palazzi:

Palazzine:

Siti Archeologici:
Catacombe di Santa Felicita

Statue e monumenti:

Strade:

Strade scomparse:

Targhe:

Ville:
Villa Albani
Villa Lancellotti (demolita)

Villini:
Villa Palmieri

Quartiere Pinciano




Il Quartiere Pinciano sorge tra la Via Flaminia e la Via Salaria, nel primo tratto delle due arterie, ed è in parte occupato da Villa Borghese
Deve il suo nome alla Porta Pinciana e alla Via Pinciana, che dalle Mura Aureliane costeggia Villa Borghese, anche se, nel 1911 era nato con il nome di Quartiere Vittorio Emanuele III, ed i Romani già lo chiamavano Quartiere dei Fiumi, per via della toponomastica di alcune strade, dedicate per l'appunto a fiumi Italiani.
L'area settentrionale del Quartiere, invece, quasi sconfina nei Monti Parioli: una buona parte di esso, infatti, è nella toponomastica comune dei Romani parte dei Parioli, per quanto formalmente sia Quartiere Pinciano. 
Il Quartiere è da sempre stato occupato da vigne e ville, a Villa Borghese e Villa Giulia, le più antiche, si aggiunsero presto Villa Sacchetti, Villa Balestra, Villa Pallavicini e Villa Caetani.
La prima lottizzazione del quartiere iniziò con la creazione di Via Po, nel 1907, costruita a villini signorili, tra cui i più importanti erano Villa Mascagni e Villa Cavaglieri, mentre rimane ancora oggi, fortunatamente, Villa Marignoli.

Il quartiere Pinciano nel 1911

L'edificazione dell'area dei Monti Parioli cominciò invece dopo il 1908, il PRG lo destinava a ville signorili, le prime ad essere costruite furono quelle nell'attuale Via Carlo Dolci, nella lottizzazione Fossati, Villa Titta Ruffo, Villa Bazzani, Villa Serena e Villa Castellani. Nei terreni di Villa Balestra fu realizzata invece Villa Carrega di Lucedio.


Nel 1911 vennero realizzati, per l'Esposizione Universale, il Viale delle Belle Arti, che conduceva al Giardino Zoologico e alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, nonchè all'Esposizione Internazionale di Vigna Cartoni. Da quel momento nella zona sorsero varie Accademie Straniere, la prima delle quali fu l'Accademia Britannica.

Veduta dall'area dell'Esposizione di Belle Arti verso i Parioli nel 1915, da sinistra: Villa Giulia, Villa Carrega di Lucedio, Villa Balestra e Villa Titta Ruffo

A partire dal 1912 l'ingegner Adolfo Sebastiani cominciò la lottizzazione sui terreni di Via Paisilello a villini, che prese il nome di Quartiere Sebastiani, detto anche Quartiere dei Musicisti, a causa delle vie dedicate a celebri compositori. A Nord, verso Viale Liegi, si aprì Piazza Verdi, occupata dal grande edificio dell'Istituto Poligrafico della Zecca di Stato.
Negli anni Venti iniziarono ad essere costruite alcune aree a villini, come quelli della Cooperativa del Bono, in Via Mercati, inoltre alcuni antichi casali furono restaurati da importanti architetti come Carlo Busiri Vici, che ristrutturò Villa Taverna, Villa Elia e Villa Pisa, mentre Tullio Passarelli si occupò di Villa Tre Orologi, e progettò anche Villa Caetani Grenier. Guido Fiorini invece costruì la grande Villa Centurini in Via Rubens.
Successivamente in Via Francesco Siacci furono edificate le case della Cooperativa del Ministero del Tesoro, della cooperativa Mutilati e Invalidi, mentre in Via delle Tre Madonne quelle della Cooperativa Esteri. Su Via Bertoloni e Via Barnaba Oriani comparvero villini e palazzine di lusso.

Il Pinciano in una mappa del 1930

Con gli anni Trenta iniziarono ad essere costruite prevalentemente palazzine, venne anche tracciata Viale dei Martiri Fascisti, oggi Viale Bruno Buozzi, che da Piazza Pitagora conduce a Viale delle Belle Arti. L'unica villa di questo periodo è Villa Marziale, in Via Barnaba Oriani.
Durante gli anni Quaranta e Cinquanta il tessuto edilizio venne saldato completamente con palazzine, tra cui la più famosa è la Palazzina Girasole di Luigi Moretti.
Negli anni Sessanta molti villini e ville furono abbattuti per costruire delle palazzine, le perdite maggiori sono avvenute nelle aree di Via Po, Via Linneo e Via Bertoloni.

Accademie e istituti culturali:




Fontane:

Musei:
Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Museo Pietro Canonica
Museo Nazionale di Villa Giulia

Palazzine:
Palazzina Girasole, Viale Bruno Buozzi





Quartiere Parioli


Il Quartiere Parioli deve il suo nome ai Monti Parioli, ovvero la zona collinare di quest'area che deve il suo nome, probabilmente, alle numerose coltivazioni di peri che qui erano presenti, da cui peraioli e, quindi, l'odierno Parioli.
Nella zona dove oggi sorge il moderno quartiere esisteva, di preciso sull'attuale Monte Antenne, l'antica città di Antemnae, di origine greco-sabina. Di essa non resta quasi nulla perché i pochi resti sono stati in gran parte abbattuti per la realizzazione tra il 1877 e il 1891 del Forte Antenne. 
Sotto l'odierna Villa Ada si trovano inoltre le Catacombe dei Giordani e le Catacombe di Sant'Ilaria, mentre nell'area di Villa Glori è presente l'Ipogeo di Villa Glori.

L'area dei Monti Parioli in una mappa del 1870

Sempre nella zona era presente una villa del Collegio Irlandese, passata nel XVIII Secolo ai Pallavicini, che nel 1872 fu acquistata dalla famiglia Savoia divenendo dunque la villa della Casa Regnante Italiana, nota per questo all'epoca col nome di Villa Savoia ma anche con quello attuale di Villa Ada, che dal 1957 è un parco pubblico.
L'attuale quartiere si è sviluppato, grossomodo, dagli anni Venti agli anni Cinquanta, costruito in buona parte per ospitare i gerarchi del regime Fascista. In una elegante palazzina in Via Angelo Secchi n. 9, progettata dall'architetto Pietro Aschieri, risiedeva, ad esempio, Galeazzo Ciano e la moglie Edda Mussolini. 
La maggior parte del quartiere si sviluppa ad Est di Viale dei Parioli, che lo divide dal vicino Quartiere Pinciano. Quì furono costruiti, verso Piazza delle Muse, alcuni villini negli anni Venti, sostituiti da lussuose palazzine negli anni Trenta.

Il Quartiere Parioli nel 1930

L'area dell'ex Villa de Heritz fu lottizzata dalla Società Generale Immobiliare, negli anni Trenta, costruendo eleganti palazzine in Via Bruxelles, Via Panama e Via Lima.
Durante il Regime in Viale Romania fu inoltre inaugurata, nel 1936, la Caserma della Milizia, segno tangibile del potere fascista.

Piazza Ungheria

Punto nevralgico del quartiere è Piazza Ungheria, su cui si affaccia la Chiesa di San Roberto Bellarmino.
Il lusso con cui è stato costruito lo ha reso un quartiere dell'elite, popolato prevalentemente dall'alta borghesia Romana: ciò ha creato, a Roma, una vera e propria categoria, quella dei "Pariolini". I Pariolini sono i giovani, di ricca famiglia dei Parioli, attenti sempre a vestirsi di marca, per ridurre ai minimi termini la definizione, anche se probabilmente nessuno meglio dei Vanzina in molti loro film hanno saputo dare forma a questa tendenza.

Il Quartiere nel 1943

Dal 1938 è inoltre attivo nel quartiere il Teatro Parioli, in Via Giosuè Borsi, che rappresenta uno dei principali luoghi culturali della zona e in cui dal 1982 sono ospitate le riprese del popolare talk televisivo Maurizio Costanzo Show, condotto dal noto giornalista.
Sempre nel quartiere Parioli, in una parte molto vicina alla via Flaminia, fu costruito il Villaggio Olimpico, in occasione delle Olimpiadi del 1960. Infatti, l'area del Villaggio Olimpico, seppur decisamente più legata al quartiere Flaminio, fa formalmente parte del Quartiere Parioli. Già alla fine del XIX secolo venne realizzato in questa zona l'Ippodromo di Villa Glori, poi nel 1911 fu inaugurato lo Stadio Nazionale, sostituito nel 1960 dallo Stadio Flaminio.
Tra il 1984 e il 1995 è stata edificata in questa zona la Moschea di Roma, progettata dall'architetto Paolo Portoghesi.
Oggi i Parioli sono una zona estremamente signorile, considerata uno dei "quartieri alti" di Roma per eccellenza: ospita molti luoghi esclusivi, da locali e ristoranti a Circoli, frequentati principalmente dalla "Roma bene".

Nel 2018 è uscita sulla piattaforma streaming Netflix la serie tv Baby, ambientata in gran parte ai Parioli e liberamente tratta dallo scandalo delle baby squillo emerso nel 2014. Il "Collodi", l'immaginaria scuola privata frequentata dalle protagoniste della serie, in realtà è la facoltà di Ingegneria dell'Università Tor Vergata.

Chiese:
San Luigi Gonzaga
San Roberto Bellarmino
San Valentino

Cliniche:
Clinica Quisisana

Conventi:
Istituto delle Suore dei Sacri Cuori e dell'Adorazione, oggi Liceo Azzarita
Istituto San Gabriele

Luoghi di Culto di altre Religioni:
Moschea di Roma

Musei:
Museo degli strumenti dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Palazzi:

Palazzine:

Strade:


Strutture e impianti sportivi:

Targhe:

Ville:
Villa Ada, Via Salaria
Villa de Heritz, oggi sede della LUISS, Viale Romania 
Villa Glori, Viale dei Parioli 
Villa Grazioli, Via Salaria
Villa Nobili, Viale Liegi (demolita)

Villini:

Zone, località e altri toponimi:
Monte Antenne
Villaggio Olimpico

Quartiere Flaminio



Il Quartiere Flaminio sorge lungo il primo tratto della Via Flaminia, quello che da Porta del Popolo giunge fino a Ponte Milvio. 
Quest'area, estremamente vicina al fiume Tevere e molto pianeggiante, era esposta facilmente ad inondazioni, ed anche per questo non vi furono, per secoli, particolari insediamenti.
Sappiamo però, chedurante il periodo dell'Antica Roma, lungo la Via Flaminia sorgevano numerosi sepolcri: uno, ad esempio, detto "meta" o "trullo", era di poco dentro Porta Flaminia ed aveva la forma piramidale, proprio come la Piramide Cestia; sappiamo poi dell'esistenza di un sepolcro circolare, che compare anche nella mappa di Roma del Bufalini, rinvenuto in alcuni scavi del 1911, ed altri frammenti di sepolcri sono stati rinvenuti negli anni presso Porta del Popolo.
Intorno alla metà del Cinquecento, vi furono alcune importanti innovazioni in questo tratto della Via Flaminia: Papa Giulio III fece costruire la Villa Giulia, che si trova però nel Quartiere Pinciano, e, come parte del complesso, venne eretta dal Vignola la Chiesa di Sant'Andrea. 
Nella seconda metà del XVII Secolo, Papa Clemente X cercò di risolvere il problema delle inondazioni, incaricando l'Ingegnere Olandese Cornelius Meyer uno sbarramento detto "passonata", che tuttavia non riuscì a risolvere a pieno il problema.
Nella grande ansa convessa del Tevere sorsero, comunque alcune ville e vigne, come le Ville Casali, Frediani e Massani.
Successivamente a questo periodo di sviluppo, bisogna aspettare la fine del XIX Secolo per attendere una prima urbanizzazione della zona. 
Già poco dopo l'unità d'Italia, in aree in decadenza di alcune ville, nacquero le prime concerie e laboratori industriali, ma anche studi di artisti, come Mariano Fortuny, nell'area del Borghetto Flaminio. 
Nel 1871, venne installato il Gazometro Flaminio, il secondo di Roma dopo quello del Circo Massimo.

Parte del Flaminio nel PRG del 1883

Il primo progetto dei terreni ad Ovest di Via Flaminia risale al PRG del 1883, in cui l'area fu divisa in lotti quadrangolari, da edificare a palazzi d'affitto.
Ai primi del Novecento alcuni lotti lungo il Tevere vennero costruiti lussuosi villini, come Villa Ravà, Villa Carrega Odescalchi e Villa Almagià.

Progetto dell'Officina di Automobili in Via Flaminia, del 1906 (ASC)

Nel 1906, la Società Automobili Roma individuò nella grande ansa del Tevere, il sito adatto per la costruzione di una Officina di Automobili, essa venne realizzata accanto a Villa Massani, divenuta Villa Oblieght. A questa seguirono una Carrozzeria e un'Acciaieria, sempre in Vicolo dei Casali, l'odierna Via Guido Reni.
Nell'anno successivo, l'architetto Quadrio Pirani iniziò a realizzare in questa zona il complesso ICP Flaminio I, demolito (e, paradossalmente, l'unica parte rimasta ricade per pochi metri nel vicino Quartiere Pinciano). Lo stesso Pirani, insieme a Cerruti, realizzò poco più a Nord un altra serie di abitazioni note come Piccola Londra, perché richiamano la tipologia edilizia di numerosi quartieri della capitale britannica.

Il Quartiere Flaminio nel PRG del 1908

Il PRG del 1908 previde il grande tridente da realizzare nell'ansa del Tevere, con partenza da Piazza Gentile da Fabriano, da edificare a intensivi, e la Passeggiata Flaminia, un'area verde lungo la consolare fino a Ponte Milvio, l'unica villa superstite sarebbe stata Villa Obleight, poi diventata Villa Flaminia.
Il 1911 fu realizzato il Ponte del Risorgimento, per collegare l'area di Piazza d'Armi con l'Esposizione Internazionale di Valle Giulia.

Pianta degli impianti industriali del Flaminio nel 1915

Ma la vera svolta arriva con la Prima Guerra Mondiale, quando tutte le industrie di Via dei Settanta furono trasformate nella Reale Fabbrica d'Armi, un enorme complesso industriale posto lungo l'attuale Via Guido Reni.
Nel primo tratto del quartiere vennero costruiti eleganti palazzi, e un posto particolare spetta al nuovo Ministero della Marina, di Giulio Magni.
Il 1919 furono costruite le abitazioni della Cooperativa Vincenzo Riccio in Viale del Vignola. Nel 1927, accanto al comprensorio della Cooperativa, venne realizzato un nuovo interessante complesso di case popolari, il Flaminio II, opera di Mario De Renzi, Limongelli, Wittinch e Bruner.

Piazzale Flaminio negli anni '50

Con le Olimpiadi del 1960 avvennero molti cambiamenti vicino al quartiere: si costruisce il Villaggio Olimpico proprio a due passi dalla Via Flaminia, anche se nel Quartiere Parioli, e vengono realizzate strutture come il Palazzetto dello Sport.
L'inaugurazione nei primi anni 2000 dell'Auditorium, opera di Renzo Piano, e del MAXXI, opera di Zaha Adid, rinvigoriscono la zona come polo d'attrazione per la cultura contemporanea, e la costruzione nel 2011 del nuovo Ponte della Musica, di fatto, contribuisce all'unificazione della suddetta zona con quella del Foro Italico, contribuendo alla creazione di un unico grande polo sportivo-culturale.


Architetture Civili:
Case della Cooperativa Vincenzo Riccio

Chiese:
Sant'Andrea a Ponte Milvio
Sant'Andrea a Via Flaminia
Santa Croce a Via Flaminia

Edicole Sacre:

Ministeri:
Ministero della Marina

Monumenti:

Musei:
Museo Hendirck Christian Andersen
MAXXI

Palazzi:
Palazzo per la Società la Casa Familiare

Palazzine:

Piazze:
Piazzale delle Belle Arti
Piazza della Marina

Ponti:
Ponte Duca d'Aosta
Ponte Giacomo Matteotti
Ponte Milvio
Ponte della Musica

Porte:
Porta Flaminia

Strade:

Strade scomparse:

Targhe:

Teatri:
Teatro Olimpico

Zone, località e altri toponimi:
Borghetto Flaminio

Rione Prati



Il Rione Prati è l'unico dei 22 Rioni di Roma a sorgere al di fuori della cinta muraria. La zona, fino all'Unità d'Italia, non era mai stata urbanizzata: nell'Antica Roma sappiamo che faceva parte della proprietà di Domizia, moglie di Domiziano (erano infatti detti Horti Domitii), e più tardi presero il nome di Prata Neronis. Dal Medioevo in poi, si susseguirono molti nomi per questa zona: Prata Sancti Petri, Pianella di Prati, Prati di Castello o Pianella d'Oltretevere, tutti nomi che ci lasciano intendere come la zona fosse adibita prevalentemente a pascoli o coltivazioni. Erano pochi i Casali qui presenti, ma tra le poche costruzioni merita menzione la non più esistente Villa Altoviti, situata più o meno presso l'attuale Via Vittoria Colonna.

Il Rione Prati nel PRG del 1883

Dopo l'Unità d'Italia e le nuove necessità abitative di Roma, ha inizio la pianificazione e l'urbanizzazione del Rione Prati di Castello, che ha inizio nel 1883 con l'approvazione del PRG, anche se già il piano regolatore del 1873 prevedeva nuove costruzioni in quest'area.
Grande promotore della realizzazione di questo Rione fu Monsignor De Merode, il quale, nonostante le delusioni politiche dovute alla presa di Roma da parte dell'esercito Sabaudo, non aveva mai messo fine al suo sogno di rinnovamento urbanistico di Roma: tuttavia, la morte, che lo colse nel 1874, non gli permise di vedere che gli albori del suo disegno, tra cui la costruzione, da lui fortemente voluta, di un ponte di ferro provvisorio, dismesso con la costruzione del Ponte Cavour, che collegava l'area del Porto di Ripetta ai Prati di Castello.

La passerella di Ripetta che collegava il Porto di Ripetta all'area dei Prati di Castello in una fotografia del 1887

L'impianto urbanistico, piuttosto ampio e fondato intorno ad alcuni luoghi come la nuova Piazza Cavour, fu progettato con vie molto lineari, ed è fortemente influenzato dal clima anticlericale del Governo Sabaudo dell'epoca: le strade furono infatti pensate in modo che nessuna di esse avesse come sfondo la Cupola di San Pietro, molte vie furono dedicate a personaggi del Risorgimento, periodo storico al quale fu dedicata un'altra importante Piazza del Rione, addossata proprio alla Città del Vaticano. Non solo: a quei tempi, era uso delle amministrazioni filo Sabaude, costruire le Chiese non nelle Piazze principali, ma in strade meno in vista: ne è prova la Chiesa di San Gioacchino in Prati, situata non sulla limitrofa Piazza dei Quiriti, ma in una via laterale.

Piazza Cavour con il monumento a Cavour intorno al 1900

Non è un caso che anche Piazza del Risorgimento e Piazza Cavour non ospitino Chiese Cattoliche. Probabilmente per contrappasso verso questa dura politica anticlericale, oggi il Rione è strettamente legato alla vicina Città del Vaticano, nonchè, come era inevitabile, luogo di passaggio di molti pellegrini e turisti.
Oltre a ciò, importante è la presenza di edifici legati all'amministrazione della Giustizia in questo territorio, a partire dal Palazzaccio, oggi sede della Corte di Cassazione, così definito dai Romani perchè considerato eccessivamente pomposo e, nel contesto, non soddisfacente.
Prati rappresenta, indubbiamente, uno dei quartieri della Roma Umbertina di Roma, raccoglie al suo interno notevoli testimonianze dell'Eclettismo e del Liberty di fine Ottocento ed inizio Novecento. In qualche modo, dal punto di vista architettonico, fa da pendant all'Esquilino, altro quartiere Umbertino per eccellenza, ma più marcatamente Piemontese, se non Torinese nell'architettura, mentre Prati è, da questo punto di vista, molto più Romano.
Oggi Prati è un elegante zona residenziale di Roma, ricca anche di uffici, soprattutto di Avvocati per via dei numerosi Tribunali presenti in zona. E' inoltre estremamente vicino alla Città del Vaticano, cosa che fa sì siano presenti molti servizi legati al turismo.

Chiese:
Sacro Cuore del Suffragio
San Gioacchino in Prati
San Giuseppe Calasanzio in Prati
Cappella dell'Immacolata Concezione di Maria presso l'Istituto Nazareth
Cappella di Santa Maria Assunta dell'Istituto delle Suore di San Giovanni Battista
Santa Maria del Rosario in Prati
Beata Vergine Maria del Carmine

Chiese scomparse:

Chiese di altre Confessioni:
Chiesa Cristiana Avventista
Chiesa Evangelica Valdese in Prati

Conventi e Monasteri

Statue e monumenti:

Musei:
Museo delle Anime del Purgatorio
Museo degli Orrori di Dario Argento
Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri

Palazzi:

Piazze:
Piazza Cavour
Piazza Cola di Rienzo
Piazza della Libertà
Piazza dei Quiriti
Piazza del Risorgimento

Scuole:
Istituto Marcantonio Colonna
Istituto Nazareth

Edicole Sacre:
Edicola Mariana di Via Lucrezio Caro

Strade:

Teatri:
Teatro Adriano

Villini:

Rione San Saba



Il Rione San Saba è situato sul così detto "Piccolo Aventino", fin dall'epoca della Roma Arcaica si tramanda che su questo colle vi fosse stato sepolto Remo, nel luogo definito Remoria, nei pressi dell'odierna Piazza Remuria.
In questa zona in epoca Imperiale sorsero varie ville, come la Privata Hadriani e la Domus Cilonis. 
Nel 216 vi sorse il grande complesso delle Terme di Caracalla, costruito in parte tagliando la collina. 

Il complesso delle Terme di Caracalla occupa una grande parte del rione

Nel Medioevo, invece, nacque, inizialmente su iniziativa di alcuni Eremiti, poi sostituiti da alcuni Monaci Orientali, il Monastero di San Saba, da cui il Rione prende il nome. 
Il Rione rimase non urbanizzato fino all'inizio del Novecento, quando il Sindaco Ernesto Nathan, a capo di una coalizione di Repubblicani, Socialisti e Radicali, fece realizzare un quartiere di edilizia Popolare suddiviso in 10 lotti, creando quindi un piccolo "paese" in questa zona intorno alla nuova Piazza Bernini, tra il 1907 e il 1914.

Le prime case popolari di San Saba, nel 1911

Nel 1917 fu inaugurata la Passeggiata Archeologica, voluta dal Ministro Guido Baccelli alla fine dell'Ottocento, per tutelare le rovine archeologiche del primo miglio della Via Appia.
Negli anni Venti il quartiere è stato costruito a villini, i primi dei quali sorsero tra Piazza Remuria e Via Aventina, mentre dagli anni trenta vennero introdotte le palazzine.
Oggi il Rione, appartato dal traffico, ha subito un parziale processo di gentrification e, complice la suggestiva posizione, è considerato un luogo esclusivo.

Il Rione nel 1925


Chiese:
Santa Balbina
San Cesareo de Appia
Santi Nereo e Achilleo
San Saba

Conventi:
Ex Asilo Macchi di Cellere
Pontificio Collegio Olandese

Edicole Sacre:

Impianti Sportivi:
Stadio delle Terme di Caracalla

Istituzioni:
FAO
World Food Program

Palazzi:
Casina del Cardinal Bessarione
Palazzo della FAO

Siti Archeologici:


Rione Testaccio



Il Rione Testaccio sorge nella zona pianeggiante compresa tra il Colle Aventino, Il Tevere e le Mura Aureliane, intorno al Monte Testaccio. 
Al tempo dell'Antica Roma sorgeva lungo il Tevere, in questo territorio, l'Emporium, ovvero il porto fluviale che, nel II Secolo a.C., andò a sostituire il Foro Boario, ormai insufficiente per i crescenti commerci della Città di Roma. La costruzione dell'Emporium cambiò radicalmente questa zona: con esso sorsero nuove costruzioni, come il Porticus Aemilia, e pian piano, i vari cocci (testae in Latino) delle anfore provenienti dalle navi commerciali, vennero gettate in un punto del Rione. 
Negli anni, queste testae accumulate furono, secondo alcuni, oltre 25 milioni, e formarono un vero e proprio Monte artificiale, il Mons Testaceus, ovvero il Monte Testaccio, o Monte dei Cocci. I marmi che venivano trasportati dall'Emporium, invece, dettero il nome alla Via Marmorata.
Con la fine dell'Impero Romano, l'Emporium fu abbandonato e, con esso, il territorio di Testaccio. Sappiamo che nel Medioevo in questo territorio veniva fatto un palio, cose che fece rinominare il Monte, per un certo periodo, Mons de Palio.
Per Secoli quest'area fu campestre, e prospicenti al Monte sorgevano i Prati di Testaccio, di fatto un antenato degli attuali parchi pubblici.

Il Monte Testaccio in un'immagine del XIX Secolo

Dopo l'unità d'Italia, la zona iniziò a cambiare: nella parte compresa tra Testaccio e l'inizio della Via Ostiense, nacque un'area industriale, il PRG del 1883 previde l'edificazione del rione con grandi palazzi, su una rete viaria a scacchiera, i primi edifici sorsero su Via Marmorata e Piazza Testaccio.

Testaccio nel 1888

A Testaccio, nel 1888, venne costruito il nuovo Mattatoio, inaugurato nel 1891, che rimarrà attivo fino al 1975. Nel 1909 iniziarono le prime costruzioni di quello che sarà un caso di edilizia popolare pianificata, con le case dell'ICP, progettate da Giulio Magni sul Lungotevere. 
Nacque così il Rione Testaccio, un Rione popolare dalla forte identità e custode della verace romanità. 
Nel 1928 venne costruito, in questa zona, il Campo Testaccio, ovvero lo Stadio di Calcio in cui la Roma disputò le partite casalinghe dal 1929 al 1940, anno della sua demolizione. Il campo è stato, negli ultimi anni, ricostruito, anche se di dimensioni inferiori.
Sempre negli ultimi anni, il Rione ha visto una parziale riqualificazione, con la costruzione del nuovo Mercato, e l'installazione nel Mattatoio di una sezione del MACRO e della Facoltà di Architettura di Roma Tre, fattori che hanno portato ad una parziale gentrification del Rione.
Oggi il Rione conserva una forte identità, ed è considerato una delle zone Romane per eccellenza: si possono trovare, infatti, negozi e ristoranti che sanno conservare in questo modo la propria Romanità. Parallelamente, come detto, è avvenuta una parziale gentrification che si può notare con il parallelo sviluppo di locali più "di tendenza". 
L'area immediatamente sotto il Monte Testaccio, molto suggestiva, è una delle zone principali della Movida di Roma, ed è particolarmente ricca di locali e discoteche.

Chiese:
Santa Maria della Divina Provvidenza
Santa Maria Liberatrice

Cimiteri:
Cimitero Acattolico

Edicole Sacre:

Monti:
Monte Testacccio (Monte de' Cocci)

Musei:
MACRO
Museo della Via Ostiense

Palazzi:

Siti Archeologici:



Rione Celio



Il Rione Celio è situato sull'omonimo Colle, uno dei Sette del primo nucleo di Roma. Deve il suo nome a Celio Vibenna, condottiero Etrusco che viveva su questo Colle nel VI Secolo a.C.
Nel periodo di Roma Antica sorsero in questo territorio molti edifici, come il Ninfeo di Nerone e l'acquedotto Claudio, così come, non certo ultimo, il Colosseo, uno dei simboli di Roma, di fatto punto di confine tra gli attuali Rioni Celio e Monti.
A partire dal Medioevo, nella zona, che non fu interessata da una particolare urbanizzazione, sorsero numerose Chiese e Monasteri, come San Clemente, Santi Quattro Coronati e Santo Stefano Rotondo.

Villa Mattei in un'incisione di Giovan Battista Falda

Nel '500 la famiglia Mattei costruì, su questo Colle, la propria Villa, oggi nota come Villa Celimontana ed aperta al pubblico.
Dopo l'Unità d'Italia, arrivò rapidamente l'urbanizzazione della zona, che ebbe come fulcro il nuovo Ospedale Militare, terminato nel 1891 ed ancora oggi in attività.
Nel 1968 un piccolo complesso popolare situato nel Rione fu demolito, e sostituito, nel 2003, con un nuovo Parco.
Oggi il Celio è una tranquilla zona residenziale, che sa mantenere la propria quiete nonostante la vicinanza con importanti attrazioni turistiche come il Colosseo o San Giovanni in Laterano o zone di ampio scorrimento come Via dell'Amba Aradam e Via Labicana.
Da alcuni anni a questa parte, nel Rione Celio, più precisamente nella parte di Via San Giovanni in Laterano più vicina al Colosseo, sono sorti diversi locali gay che hanno fatto sì che quel breve tratto di strada sia detto, da molti, gay street.

Chiese:
Sant'Andrea
Santa Barbara
Santa Barbara al Celio
San Cesareo de Appia (San Cesareo in Palatio)
San Giovanni a Porta Latina
Santi Giovanni e Paolo
San Giovanni in Oleo
San Gregorio al Celio
Santa Maria della Pietà al Colosseo
Santa Maria in Domnica (Santa Maria della Navicella)
Santa Maria in Tempulo
Santi Quattro Coronati
Sette Dormienti
San Silvestro
Santa Silvia
San Sisto Vecchio
San Tommaso in Formis

Ospedali:
Ospedale Militare del Celio

Palazzi:
Palazzo Cappi

Parchi e giardini:
Parco di Porta Capena
Parco degli Scipioni

Porte:
Porta Latina
Porta Metronia
Porta San Sebastiano

Siti Archeologici:

Strade:

Targhe commemorative:

Ville:
Villa Casali (demolita)
Villa Celimontana

Rione Castro Pretorio



Il Rione Castro Pretorio prende il nome dai Castra Praetoria, le caserme costruite dall'Imperatore Tiberio per ospitare i soldati. In questa zona, che era esterna alle Mura Serviane, inizialmente aveva sede il Campus Sceleratus, ovvero il luogo ove venivano sepolte le Vestali che venivano meno al loro voto di castità.
Sempre in quest'area, l'Imperatore Diocleziano eresse il suo complesso termale, il più grande dell'Antica Roma.
Abbandonata nel Medioevo, la zona vide un parziale rinnovamento solo sotto Papa Pio IV, che diede a Michelangelo l'incarico di costruire, sulle rovine delle Terme di Diocleziano, la Basilica di Santa Maria degli Angeli, e che successivamente fece tracciare la Strada Pia, oggi Via Venti Settembre, e fece erigere, sempre su disegno del Buonarroti, Porta Pia.
Il rinnovamento proseguì sotto Sisto V, che fece aprire la Via Felice con la quale collegò Trinità dei Monti a Santa Croce in Gerusalemme, facendola passare proprio nel territorio del Rione, all'epoca ancora parte del Rione Monti, dove già prima di divenire Papa aveva fatto costruire la propria villa, Villa Peretti Montalto. E' sempre Sisto V che, in questa zona, fece costruire con la Fontana del Mosè la mostra del suo nuovo acquedotto, l'Acqua Felice.

L'area del Rione Castro Pretorio nella pianta del Nolli del 1748

Nel XVII Secolo si stabilirono quì alcuni Gesuiti, i quali riservarono la villa al Noviziato dei Gesuiti, che all'epoca erano destinati alle missioni in Oriente, in un luogo che fu, per questo, chiamato Macao.
Per una nuova urbanizzazione bisogna aspettare il XIX Secolo, quando Papa Pio IX fece costruire proprio in questa zona, sul luogo dell'attuale confine con il Rione Esquilino, la nuova Stazione di Roma, la Stazione Termini, ponendo la zona al centro di un nuovo sviluppo.

L'area del Rione Castro Pretorio appena urbanizzata alla fine del XIX Secolo

La prosecuzione dello sviluppo urbanistico, però, fu opera dei Piemontesi che qui, dopo l'Unità d'Italia, diedero inizio alla costruzione del nuovo Rione intorno alla nuova Piazza Indipendenza, in quello che fu chiamato Quartiere Macao.
Parallelamente a questo, venne scelta dal Ministro Quintino Sella la vecchia Strada Pia, ribattezzata Via Venti Settembre, come direttrice lungo la quale costruire i nuovi Ministeri: infatti vengono qui costruiti il Ministero del Tesoro e della Difesa.

Alberghi:
Hotel Giglio dell'Opera, Via Principe Amedeo 
Grand HotelVia Vittorio Emanuele Orlando
Grand Hotel Continental, Piazza dei Cinquecento angolo Via Cavour (Non più esistente)
NH Hotel Palazzo Cinquecento, Piazza dei Cinquecento
Hotel Palazzo Montemartini, Largo Giovanni Montemartini
Hotel Quirinale, Via Nazionale 

Chiese:
San Bernardo alle Terme
Sacro Cuore di Gesù
Santa Maria degli Angeli
Santissimo Rosario di Pompei

Chiese non più esistenti:
San Caio a Termini
Sacra Famiglia in Via Sommacampagna
Sant'Isidoro alle Terme

Chiese di altre Confessioni:
Saint Paul within Walls (Episcopale)
Chiesa Evangelica Metodista (Metodista)

Fermate della Metropolitana:
Castro Pretorio (Metro B)
Repubblica (Metro A)
Termini (Metro B, Metro A)

Fontane: 
Fontana del Mosè
Fontana delle Naiadi

Ministeri:
Ministero dell'Economia
Ministero della Difesa e dell'Esercito
Ministero delle Finanze

Musei:
Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo
Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano
Museo Numismatico della Zecca Italiana
Museo Storico dei Bersaglieri
Museo Storico della Didattica

Obelischi:
Obelisco di Dogali

Palazzi:

Teatro Orfeo, demolito

Ville:
Villa Capranica (demolita)
Villa Costaguti Torlonia
Villa Grazioli (demolita)
Villa del Noviziato dei Gesuiti (demolita)
Villa Olgiati (demolita)
Villa Peretti Montalto (demolita)
Villa Strozzi (demolita)

Villini:

Zone, aree urbanistiche e toponimi: