Perché si dice "Fare il Portoghese"


"Fare il portoghese" è un'espressione che si usa con chi decide di recarsi a un evento a pagamento senza però adempiere al pagamento. Ma perché si dice "fare il Portoghese"? La ragione va trovata in un episodio avvenuto a Roma.
Durante il XVIII Secolo, l'ambasciatore del Portogallo a Roma organizzò presso il Teatro Argentina uno spettacolo che sarebbe stato gratuito per tutti i cittadini portoghesi presenti a Roma. Tuttavia, per poter accedere allo spettacolo gratuitamente, non era necessario mostrare un documento o dare prova di conoscenze linguistiche che potessero dimostrare l'essere portoghesi. Per questa ragione, numerosi romani si recarono al Teatro Argentina e dissero di essere i portoghesi, o, in altri termini, "fecero i portoghesi". Da questa espressione sarebbe così nata l'espressione "fare il Portoghese".
Tale origine, pur se non confermata in maniera certa, compare in un gran numero di enciclopedie e vocabolari ed è citata anche in fonti portoghesi, come O Barco Pescarejo di José Coutinhas, opera del 2005.
Esistono tuttavia anche altre teoria sull'origine dell'espressione "fare il Portoghese". Secondo quest'altra versione, la frase deriverebbe da quando il Re del Portogallo ottenne l'esenzione del dazio per l'ingresso a Roma per tutti i portoghesi dopo una donazione di oro servita per decorare il cassettonato della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Via dell'Arco de' Tolomei


Via dell'Arco de' Tolomei è una strada del Rione Trastevere compresa tra Via dei Salumi e Piazza in Piscinula. Essa deve il nome al suggestivo sottopassaggio che si presenta lungo Via dei Salumi che fu di proprietà della famiglia senese dei Tolomei, a Roma fin dal 1358. Nella strada venne aperta la prima scuola notturna di Roma: qui al termine delle lezioni gli alunni uscivano per raggiungere Piazza della Gensola dove cantavano alcuni inni sacri di fronte a un'edicola prima di congedarsi.
Nel 1888 nella strada fu ospitato il primo nucleo dell'Asilo Savoia per l'infanzia abbandonata, composto inizialmente da 20 bambini.
Nel 1928 l'arco che da nome alla via venne restaurato, come si può evincere dalla scritta sul cornicione.
Nella strada ha oggi sede il Centro Ebraico Pitigliani.

Via Titta Scarpetta


Via Titta Scarpetta è una strada situata nel Rione Trastevere, compresa tra Via dei Salumi e Piazza Castellani. In precedenza la strada si è chiamata anche Vicolo della Scarpetta, ed il toponimo ha due possibili spiegazioni. Il Guglielmotti sostiene che Titta Scarpetta fosse un abitante di questo vicolo che nel 1559 prese parte all'assedio di Malta da parte dei Turchi nelle fila dei Cavalieri di Malta nella compagnia comandata da Pompilio Savelli, e che con il suo sacrificio evitò che Malta cadesse nelle mani degli Ottomani.
Il Blasi, più semplicemente, pensa che il nome derivi dall'insegna di un'osteria che qui si trovava o dal frammento marmoreo di un piede calzato, ma sostiene che Titta Scarpetta abbia in ogni caso preso il nome da questo vicolo, anche se non è chiaro se come soprannome o come cognome vero e proprio.
Nella strada sono presenti due Edicole Mariane e l'ospedale pediatrico La Scarpetta (le cui funzioni sono oggi particolarmente limitate), fondato nel 1892. Nella strada compaiono inoltre gli stemmi del Marchese Pier Francesco Honorati e di Sir John Leslie, che qui hanno avuto proprietà.
La strada, inizialmente un vicolo, fu elevata al rango di Via nel 1924.

Via dei Sabelli

La facciata di una casa del 1930 con una statua della Madonna ed un'iscrizione in Latino
Via dei Sabelli è una strada del Quartiere Tiburtino, situata nella zona nota come San Lorenzo, compresa tra Via di Porta Labicana e Via del Verano. L'origine della strada è strettamente legata alle origini di San Lorenzo, un quartiere in cui si stabilirono ceti popolari negli anni immediatamente successivi all'annessione di Roma al Regno d'Italia, che vide dal punto di vista toponomastico la sua pianificazione nel 1887. In quell'anno si decise di dare alle strade di San Lorenzo i nomi delle antiche popolazioni dell'Italia pre-Romana, e questa strada venne dedicata ai Sabelli, nome con cui vengono identificati i popoli osco-umbri, in primo luogo i Sanniti.
Oggi la strada rispecchia gli aspetti che più contraddistinguono la zona di San Lorenzo: un quartiere che mantiene una forte identità e che al tempo stesso ha subito in parte una gentrificazione, che mantiene una forte presenza di abitanti storici ed al tempo stesso è abitato da numerosi fuorisede che frequentano la vicina Università La Sapienza.

Vicolo della Guardiola


Vicolo della Guardiola è una strada del Rione Colonna compresa tra Via degli Uffici del Vicario e Via del Collegio Capranica. Il nome deriva da una piccola guardiola usata dalle guardie Pontifice per tenere in sorveglianza gli arrestati in attesa che questi venissero giudicati al vicino Tribunale del Vicariato, situato nella limitrofa Via degli Uffici del Vicario. Per questa ragione, la strada era al tempo chiusa da un'inferriata dal lato di Via del Collegio Capranica.
Nel 1793 Papa Pio VI Braschi abolì le guardiole, compresa dunque quella in questo vicolo che però rimane ricordata nella toponomastica.
Nella strada si affaccia un lato del Palazzo Cecchini Lavaggi, la cui facciata è su Via degli Uffici del Vicario.
In Vicolo della Guardiola ebbe sede all'inizio degli anni '20 il Partito Socialista Unitario di cui faceva parte Giacomo Matteotti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel vicolo si stabilì invece la tipografia del quotidiano socialista L'Avanti.

Via del Collegio Capranica


Via del Collegio Capranica è una strada situata nel Rione Colonna, compresa tra Via della Maddalena e Piazza Capranica. Il nome di questa strada deriva dal vicino Palazzo Capranica che la strada costeggia per il tratto vicino all'omonima piazza, edificio costruito nel 1450 per volontà del Cardinale Domenico Capranica per propria abitazione e per istituirvi un collegio religioso. Questa strada fu anche chiamata Vicolo dell'Acquasanta ed in precedenza, nel tratto presso Via della Maddalena, Vicolo degli Ogliarari, perché vi erano i magazzini dei venditori di olio per alimentare i lumi stradali, all'epoca ad olio. Nella strada è inoltre presente un altro palazzo fatto costruire dal Cardinale Angelo Capranica, fratello di Domenico, nel 1460.
Sulla strada si affaccia inoltre una facciata del Convento della Maddalena, restaurata nel XVII Secolo per volontà di Papa Clemente XII Corsini (1730-1740), come una targa ricorda.
Nel 1924 questa strada, fino a quel momento conosciuta come Vicolo del Collegio Capranica, venne elevata al rango di via "data la sua centralità".
Nella strada sono presenti due targhe di divieto del mondezzaro ed una targa che ricorda come qui sia nato l'antifascista Augusto Latini.

Targa in memoria del rifacimento della facciata del Convento della Maddalena


La targa in questione si trova in Via del Collegio Capranica, nel Rione Colonna, e ricorda come Papa Clemente XII Corsini (1730-1740) promosse il rifacimento della facciata del Convento dei Padri Ministri degli Infermi alla Maddalena. La targa è stata qui posta nel 1733.

Targa della proprietà Lazzaroni


La targa in questione si trova in Via di Sant'Anna, nel Rione Sant'Eustachio, e nota come una porzione della strada, inserita in una piccola rientranza in un palazzo, sia di proprietà della famiglia Lazzaroni. Non è noto se tale targa, priva di data, sia ancora valida o nel frattempo tale porzione stradale sia passata al Comune di Roma od abbia cambiato proprietà.

Via Paganica


Via Paganica è una strada del Rione Sant'Angelo, compresa tra Piazza Paganica e Piazza Mattei. Deve il suo nome al fatto che costeggi il palazzo della famiglia Mattei, Duchi di Paganica.

Piazza dei Calcarari



Piazza dei Calcarari si trova nel Rione Pigna, compresa tra Via delle Botteghe Oscure e Via San Nicola dei Cesarini. 
La piazza di per sé nacque ufficialmente nel 1938, quando in occasione dei lavori di allargamento di Via delle Botteghe Oscure venne a crearsi questo nuovo slargo che venne chiamato Piazza dei Calcarari, ma l'origine di questo toponimo è ben più antica, e proprio per la storia che i "calcarari" ebbero in quest'area si decise di dare alla piazza tale nome.


Del toponimo ad Calcararia si ha notizia per la prima volta nel 1023: la regione dei calcarari era probabilmente estesa grossomodo tra la zona di San Carlo ai Catinari e la Chiesa delle Stimmate, fino forse quasi al Pantheon, ed era così chiamata per le numerosi fornaci per lavorare la calce che erano presenti. La zona nel Medioevo era infatti una delle più ricche di marmi di monumenti dell'Antica Roma, che venivano polverizzati nei forni per farne la calce. Messa da parte pian piano quest'industria, nel 1938 si volle dedicare la nuova piazza ai Calcarari per ricordare un toponimo che a Roma fu particolarmente importante, tanto che molte Chiese ebbero l'appellativo "in Calcarario".
Nella piazza è presente la Torre del Papitto, una torre medievale liberata ed in parte ricostruita dal Muñoz sempre nell'ambito dei lavori che qui si svolsero tra il 1938 ed il 1940. 
Nella piazza è inoltre presente il Ducati Café, un popolare bar del centro di Roma a tema moto della Ducati.

Torre del Papitto



La Torre del Papitto si trova in Piazza dei Calcarari, nel Rione Pigna
Come le parole inglesi che sono quasi uguali a una parola italiana sono dette "falsi amici", la Torre del Papitto è un "falso amico" della toponomastica di Roma, dal momento che si trova esattamente di fianco all'Area Sacra di Largo di Torre Argentina e, per questa ragione, si potrebbe pensare che si tratti di Torre Argentina. Invece, la Torre Argentina si trova in Via del Sudario, poco distante da qui, e questa che si scorge è la Torre del Papitto.


La torre ha origini medievali ed è appartenuta alle famiglie dei Papareschi e dei Pierleoni: proprio un membro di questa famiglia, tale Anacleto, piccolo di statura, era detto "Papetto" o "Papitto", e dette così il proprio nome alla torre, detta così "del Papitto" o "del Papito".
Tale torre fu anche di proprietà dei Cesarini e di Niccolò Boccamazzi nel XII Secolo, e come molte fortificazioni medievali era parte di un complesso più ampio. Essa si affacciava su Via dell'Olmo ed era inglobata negli edifici adiacenti su due lati.

La Torre inglobata nei palazzi nel 1905

Tra il 1926 e il 1928 vennero realizzate le demolizioni dell'Area Sacra di Largo di Torre Argentina per opera dell'architetto Antonio Muñoz, e la torre rimase inglobata ai palazzi limitrofi parzialmente demoliti. Nel 1930 fu liberata dagli edifici limitrofi e consolidata, la casa medioevale con portico adiacente, appartenente ai Petrucci, venne demolita nel 1931 e il portico fu ricostruito da Muñoz accanto alla torre nel 1933.
Nel 1940 si aggiunsero nuove demolizioni per l'allargamento della vicina Via delle Botteghe Oscure, che portarono peraltro alla nascita di Largo dei Calcarari, nello stesso anno venne restaurata anche la torre.

La Torre di Papitto nel 1927 durante le demolizioni 

Muñoz realizzò, come da sua consuetudine, un restauro in stile, integrando gran parte del rivestimento in cortina della torre che, pur presentandosi in un aspetto medievale, risulta, esternamente, in gran parte un'opera risalente al XX Secolo. 
Di fianco alla torre, il Muñoz ha ricreato un portico a cinque arcate, con colonne di granito e marmo bigio, che provengono dalla casa Petrucci. La torre fu trasformata nella casa del custode, e venne collegata, tramite una scala, allo scavo archeologico adiacente.

The Blind Wall di Agostino Iacurci


The Blind Wall è un murale dello street-artist foggiano Agostino Iacurci situato in Via Osimo, nel Quartiere San Basilio. L'opera è stata realizzata nel 2014 nell'ambito di SanBa, un progetto di street art per riqualificare il quartiere.

Via dei Greci


Via dei Greci è una strada del Rione Campo Marzio, compresa tra Via del Corso e Via del Babuino. L'origine di questa strada risale al XVI Secolo, quando l'area del Tridente, fino a quel momento adibita ad orti, venne urbanizzata con la realizzazione di un sistema di strade rette che partivano dalle tre importanti arterie che formano il cosiddetto Tridente. Questa strada prese il nome di Via dei Greci per via della sua vicinanza con il Collegium Graecorum, il collegio religioso in lingua greca, ideato da Papa Leone X Medici e reso operativo da Papa Gregorio XIII Boncompagni nel 1576, e per via della vicina Chiesa di Sant'Atanasio dei Greci, risalente al 1580. Per questa ragione, nell'area era presenta anche una comunità di greci stabilitisi a Roma. Tale comunità fece sì che un tratto di Via del Babuino fu detta per un certo periodo Via dei Greci e che un lavatoio che erano soliti frequentare nella zona prese il nome di Fontana dei Greci.
Prima che il Collegio dei Greci si insediasse, gli orti dove fu costruito erano detti Horti Capoferrei, perché di proprietà della famiglia Capodiferro.
Nel 1870 nella strada si stabilì provvisoriamente l'Accademia di Santa Cecilia, istituzione musicale oggi situata in Via Vittoria.
Nella targa vissero diverse personalità: vi abitò il garibaldino Giuseppe Sirtori, ricordato anche da una targa, e gli scultori Tadolini (che vi morì nel 1868) e Fontana, oltre che per un certo periodo il Canova. Qui il singolare arringatore di folle Francesco Coccapieller fondò il suo giornale Ezio II, noto per i toni scandalistici ed antipolitici. Anni dopo in questa strada venne fondato anche il giornale di orientamento cattolico La Squilla.
Nel 1943 la squadra cambiò nome - in maniera informale, dal momento che non ci risultano atti ufficiali in tal senso - in Via Tullio Giannotti, in memoria del militare italiano morto nel 1938 durante la Guerra di Spagna, e ricordato a pochi metri di distanza, in Via del Corso, da una targa. Il nome provvisorio rimase fino alla fine dell'occupazione tedesca di Roma.
Una foto del 1943 mostra la targa provvisoria di "Via Tullio Giannotti"
La strada oggi è caratterizzata da un particolare cavalcavia che passa da un isolato all'altro. Come molte strade della zona, sono presenti anche qui negozi di importanti firme.


Via Gesù e Maria


Via Gesù e Maria è una strada situata nel Rione Campo Marzio e compresa tra Via del Corso e Via del Babuino. Le origini di questa strada risalgono al XVI Secolo, quando la zona del Tridente, in precedenza adibita principalmente ad orti, venne urbanizzata. Questa strada inizialmente prese il nome di Via Orsina, per alcune proprietà della famiglia Orsini. Nel XVII Secolo lungo Via del Corso adiacente alla strada fu costruita, su iniziativa del Cardinale Borghese, la Chiesa di Gesù e Maria, affidata ai Padri Agostiniani Riformati, che costruirono anche un proprio Convento. La strada venne quindi inizialmente detta "Via della Porticella di Gesù e Maria" e, quindi, Via Gesù e Maria.
In seguito all'annessione di Roma al Regno d'Italia, il Convento degli Agostiniani fu adibito prima a Caserma di Pubblica Sicurezza, poi demolito per lasciare posto a una scuola elementare, la Scuola Ruspoli. La distruzione del Convento portò alla scomparsa di una pregevole fontana a sei conche che si trovava nel suo cortile.
Nella strada sorse anche lo stabilimento Civelli, una tipografia in cui venivano stampate copie del Corriere di Firenze, della Lombardia di Milano, de L'Arena di Verona e del Diritto, un giornale di sinistra di Roma.

Via di San Giacomo


Via di San Giacomo è una strada situata nel Rione Campo Marzio, compresa tra Via del Corso e Via del Babuino. L'attuale Via di San Giacomo, però, non corrisponde alla "storica" Via di San Giacomo: questo nome, infatti, fu storicamente attribuito all'attuale Via Antonio Canova, che costeggia l'ospedale di San Giacomo, e l'attuale Via di San Giacomo aveva invece il nome di Via degli Incurabili, perché così era anche detto l'ospedale San Giacomo.
Nel 1914 il Comune di Roma decise di dedicare ad Antonio Canova la (vecchia) Via di San Giacomo, dal momento che il grande scultore aveva lì il suo studio, dedicando il Viale Canova che esisteva a San Saba a Salvator Rosa. Nel 1921 si considerò opportuno cambiare il nome di Via degli Incurabili in Via di San Giacomo. Una vicenda toponomastica che potremmo rendere ancora più intricata considerando che al Santo furono dedicate anche altre strade a Roma: l'attuale Via di San Francesco di Sales in Trastevere, una piazza nei pressi del Colosseo, un'altra lungo Via del Corso (proprio accanto alla "vecchia" Via di San Giacomo).
In ogni caso, la storia toponomastica di questa via è e rimane legata all'Ospedale di San Giacomo, un tempo detto anche degli Incurabili, ed alla Chiesa di San Giacomo in Augusta.
Sulla strada si affacciava il Convento degli Agostiniani Scalzi, sostituito dopo l'annessione di Roma al Regno d'Italia da un palazzo per uffici dove si è poi insediata la Scuola d'Arti Ornamentali. Nella strada è inoltre presente una semplice fontanella.

Scuola Emanuele Ruspoli


La scuola elementare e materna "Emanuele Ruspoli" si trova in Via Gesù e Maria, nel Rione Campo Marzio
Quando Roma fu annessa al Regno d'Italia l'isolato compreso tra Via del Babuino, Via del Corso e le vie Gesù e Marie e degli Incurabili (quest'ultima divenuta Via San Giacomo) era occupato in gran parte dal Convento degli Agostiniani Scalzi. 
Già negli anni '70 del XIX Secolo qui iniziarono i primi interventi per una serie di opere pubbliche ritenute necessarie dalla nuova amministrazione sabauda nella Roma in trasformazione. Il convento venne in parte trasformato in uffici pubblici, divenuti pochi anni dopo la Scuola d'Arti Ornamentali, vi fu realizzata la Chiesa Anglicana di All Saints ed a partire dal 1883 iniziarono i lavori per la costruzione di una scuola, che terminarono l'anno successivo.


Per realizzare il nuovo edificio fu ritenuto necessario demolire una parte del convento degli Agostiniani. Venne costruito un edificio dalla facciata semplice e posta su tre livelli, con al pian terreno un bugnato liscio. Nel 1898 si decise di realizzare una piccola sopraelevazione della struttura per inserirvi un nuovo ambiente adibito a refettorio.
La scuola, chiamata "Emanuele Ruspoli", è ancora attiva.


Immagine della Beata Maria Gabriella Sagheddu


L'immagine in questione si trova a Dorgali, in Via Mannu, e raffigura la Beata Maria Gabriella Sagheddu (Dorgali 1914 - 1939), Beata dorgalese, a pochi metri di distanza dalla casa dove nacque.

Fontana del Vanvitelli


La Fontana del Vanvitelli si trova a Civitavecchia presso il porto, presso la Calata della Rocca. L'origine di questa fontana si deve a Papa Benedetto XIV Lambertini (1740-1758), che promosse la sostituzione di una vecchia vasca che si trovava appoggiata sulle Mura di Urbano VIII, dove l'attuale fontana si trova. Per questa ragione il Pontefice, promotore di diverse fontane anche a Roma, chiamò l'architetto Luigi Vanvitelli - da cui l'opera prende il nome - che la realizzò nel 1743.
La fontana è costituita da una testa di fauno che dalla bocca getta acqua in una vasca sottostante, il tutto inquadrato in una grande edicola.

Statua di Santa Fermina


La statua di Santa Fermina si trova presso la Calata Cesare Laurenti, a Civitavecchia. La statua della Santa Patrona cittadina è stata qui posta nel 1935.

Busto in memoria del I Reggimento Bersaglieri


Il busto in questione si trova in Viale Garibaldi, a Civitavecchia, e rappresenta un bersagliere per ricordare il I Reggimento Bersaglieri, di stanza a Civitavecchia tra il 1958 ed il 2002. Il busto è stato qui posto dalla sezione Bersaglieri di Civitavecchia.

Busto di Luigi Calamatta


Il busto in questione si trova in Viale Garibaldi, a Civitavecchia, e ricorda l'incisore Luigi Calamatta (Civitavecchia 1801 - Milano 1868). All'illustre artista di Civitavecchia è dedicata anche una strada a Roma nel Rione Prati.

Busto di Francesco Vignanelli


Il busto in questione si trova in Viale Garibaldi, a Civitavecchia, e ricorda lo scultore Francesco Vignanelli (Civitavecchia 1888 - Montecassino 1979). Il busto è stato realizzato tra il 1986 ed il 1987 su iniziativa del Lions Club di Civitavecchia.

Monumento a Giacomo Matteotti


Il monumento a Giacomo Matteotti si trova a Riano, in Via Flaminia, all'altezza del bosco della Quartarella dove il 16 Agosto 1924 fu ritrovato il corpo del deputato socialista, ucciso da un gruppo di squadristi. Il monumento è costituito da una semplice stele con alcuni triangoli.

Via del Bosco degli Arvali


Via del Bosco degli Arvali è una strada situata nel Suburbio Portuense, compresa tra Via di Generosa e Largo Guglielmo Henzen. Questa strada venne formalmente istituita nel 1979 e prese questo nome perché in quest'area sorgeva durante l'Antica Roma un vasto bosco sacro a Dia, una divinità italica, e custodito dagli Arvali, i sacerdoti del culto di Dia. Questo bosco si estendeva dal Monte delle Piche (dove si trova la strada) ed arrivava fino all'ansa del Tevere presso la Magliana, attraversando l'antica Via Campana.

Murale di Mario D'Amico


Il murale in questione si trova in Via del Trullo, nel Suburbio Portuense. L'opera è stata realizzata dallo streetartist Gomez che ha voluto rendere omaggio a Mario D'Amico, fondatore dei pittori anonimi del Trullo, un gruppo che a partire dal 2013 ha iniziato a lavorare per abbellire il quartiere, nato sotto il Fascismo come borgata popolare.

Via Poggio Verde



Via Poggio Verde è una strada del Suburbio Gianicolense, attualmente compresa tra Via della Caseta Mattei e Via Ettore Ferrari. Questa zona prese il nome di Poggio Verde probabilmente a partire dal XIX Secolo, periodo in cui compare per le prime volte sulle mappe con tale nome. L'origine del toponimo è abbastanza intuitiva: si tratta di un altura ricca di prati, e quest'altura potrebbe essere quella dove oggi sorge il complesso edilizio del Corviale.


La strada Via Poggio Verde fu istituita formalmente nel 1946.
La storia e la conformazione della strada cambiarono completamente quando tra il 1975 ed il 1983 proprio di fianco ad essa venne realizzato il complesso edilizio del Corviale, un imponente complesso di abitazioni popolari lungo oltre un chilometro, costeggiato in gran parte da Via Poggio Verde.


Attualmente gran parte della strada percorre un lato del Corviale, mentre dalla parte opposta sono presenti numerosi servizi legati al complesso, come uffici, spazi comuni ed impianti sportivi.

Targa in memoria del restauro del Museo Barracco ad opera di Enrico Gui


La targa in questione si trova all'interno del Museo Barracco, tra Corso Vittorio Emanuele II ed il Vicolo dell'Aquila, nel Rione Parione, e ricorda l'ampliamento e restauro di questa struttura avvenuta ad opera dell'architetto Enrico Gui tra il 1898 ed il 1904, contestualmente alla realizzazione di Corso Vittorio Emanuele II, quando il Palazzo della Farnesina ai Baullari ancora non ospitava il Museo Barracco.

Vicolo dei Vascellari


Vicolo dei Vascellari è una strada del Rione Trastevere, compresa tra Via dei Vascellari e Via Pietro Peretti. Per quanto il nome del vicolo (così come della vicina strada) sia strettamente connesso al Tevere, che fino a prima della realizzazione dei muraglioni aveva uno stretto contatto con queste strade, non sono i "vascelli" a dare il nome del toponimo, quanto il vasellame.

Una vecchia fotografia con, sullo sfondo, il Vicolo dei Vascellari
I vascellari erano infatti i vasai, fabbricanti di vasi e boccali (e detti per questo anche boccalari) che qui avevano numerosi magazzini. Le strade furono infatti dette anche dei Boccalari a Ripa. Il vicolo, particolarmente corto, è anche particolarmente stretto, originariamente faceva parte di Via della Scalaccia ma quando nel 1911 parte di questa divenne Via Pietro Peretti, questa via, separata del resto della strada con questo nome, venne chiamata Vicolo dei Vascellari.


Targa in memoria dell'ampliamento del complesso di San Michele a Ripa Grande


La targa in questione si trova in Via di San Michele, nel Rione Trastevere, e ricorda l'ampliamento del complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande avvenuto all'inizio del XVIII Secolo per volontà di Papa Clemente XI Albani (1700-1721), che fece costruire un nuovo corpo di fabbrica su progetto di Carlo Fontana per ospitare il carcere minorile di fianco agli spazi per ospitare gli orfani.
La targa è stata qui posta nel 1704.

Via Giovanni da Empoli


Via Giovanni da Empoli è una strada del Quartiere Ostiense compresa tra la Via Ostiense e Viale del Campo Boario. Le origini di questa strada risalgono al 1911, quando venne realizzato il nuovo quartiere all'epoca chiamato "dei Gasisti e dei Conciatori" che rappresenta il nucleo originario del Quartiere Ostiense. Si trattava all'epoca di una zona industriale, che ospitava (ed avrebbe ospitato) il gazometro, il porto fluviale, stabilimenti di conce, magazzini (compresi i mercati generali), una centrale elettrica e il porto fluviale. La strada, però, non fu immediatamente dedicata a Giovanni da Empoli, e prese inizialmente il nome di Via Marco Polo, in memoria del grande viaggiatore veneziano. L'iniziale toponomastica dell'area, infatti, volle ricordare elementi dell'industria locale ed in continuità col vicino Testaccio alcuni importanti viaggiatori.
Nel 1940, nell'ambito dell'ambizioso progetto di espansione di Roma verso il Tirreno, si decise di dedicare a Marco Polo il grande viale che sarebbe sorto tra la Via Imperiale (oggi Cristoforo Colombo), nome che ancora oggi conserva, andando a rimpiazzare il tortuoso percorso di Via della Travicella. La strada allora venne dedicata al viaggiatore toscano Giovanni da Empoli (Firenze 1483 - Canton 1518).
Ancora oggi la strada conserva numerosi edifici risalenti alle origini del quartiere ove sorge.

Fontanella del Leone


La Fontanella del Leone si trova in Via del Moretto, nel Rione Colonna, lungo il lato del Palazzo delle Poste che si affaccia sulla strada. La fontana è stata realizzata agli inizi del XX Secolo ed è composta da una semplice nicchia con una testa di leone (da cui il nome della fontana) che getta l'acqua in una conca.

Largo Don Giuseppe Morosini


Largo Don Giuseppe Morosini è una strada del Quartiere Della Vittoria compresa tra Via Silvio Pellico e Via Gioacchino Gesmundo. Alla fine degli anni '30, in pieno regime fascista, questo gruppo di strade venne dedicato a una serie di battaglie della Guerra di Spagna, e questo largo prese il nome di Largo Guadalajara. Nel 1945 il Comune di Roma decise di cambiare il nome a questo gruppo di strade, dedicandolo ad antifascisti uccisi per ragioni politiche. Il largo venne dunque dedicato al sacerdote antifascista Don Giuseppe Morosini (Ferentino 1913 - Roma 1944), ucciso a Forte Bravetta.

Via del Moretto


Via del Moretto è una strada situata nel Rione Colonna, compresa tra Via della Vite e Via della Mercede. Inizialmente la strada era un vicolo (Vicolo del Moretto) e costeggiava il Convento delle Monache di San Silvestro in Capite. Proprio sulle mura di tale convento era presente una nicchia con la testa marmorea di un moretto, da cui la strada prese il nome,
Dopo l'annessione di Roma al Regno d'Italia, il limitrofo convento venne demolito per lasciare spazio al nuovo edificio delle poste. In questi mutamenti il vicolo cambiò letteralmente faccia, e per questa ragione nel 1920 si decise di "elevarlo" al grado di via.
Nella strada è presente una semplice fontanella.

Via del Cancello


Via del Cancello è una strada situata al confine tra il Rione Campo Marzio ed il Rione Ponte. La strada inizialmente era chiamata Vicolo del Cancello, e deve il suo nome al fatto che prima della realizzazione dei muraglioni conduceva direttamente al Tevere. Per evitare un accesso al Fiume da questo vicolo, alla sua estremità vi fu posizionato un cancello.
Nella strada è presente un'Edicola Sacra che raffigura la Madonna dell'Immacolata.
Nel 1929 il Comune di Roma decise di elevare la strada da vicolo a via "per la vicinanza con arterie importanti".


Edicola Sacra di Via del Cancello


L'Edicola Sacra in questione si trova in Via del Cancello, nella parte compresa nel Rione Ponte, e rappresenta la Madonna dell'Immacolata circondata da alcune teste di Cherubini.

Via Luigi Luiggi


Via Luigi Luiggi è una strada situata nel Quartiere Ostiense, che parte da Via Giacinto Pullino e non ha uscita. Tale strada venne istituita nel 1959 e dedicata a Luigi Luiggi (Genova 1856 - Roma 1931), ingegnere navale italiano e politico, deputato nelle file dei nazionalisti prima e nel Partito Nazionale Fascista poi. A Luiggi si deve il rimodernamento dei porti di Alessandria, Genova, Palermo, Messina, Ostia, Tobruk e Massaua.

Edicola della Madonna del Buon Consiglio in Via della Pilotta


In Via della Pilotta n. 18, nel Rione Trevi, sulle mura del Palazzo Colonna, è presente un'Edicola Sacra raffigurante la Madonna del Buon Consiglio. Tale Edicola risale al XIX Secolo.
Le lesene scanalate sorreggono un timpano ad arco, il cui architrave orizzontale è spezzato ed occupato dai monogrammi della Vergine in bronzo.
Al centro, in una cornice dorata, si trova una tela ottocentesca rappresentante la Madonna del Buon Consiglio.
Sotto la cornice è posta la tarda con la seguente scritta: CONSILIVM EN VOBIS COLVMENQVE IN REBVS EGENIS.