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Palazzo Rocchi




Nel 1888 a Carlo Busiri Vici fu affidato il progetto di un palazzo da erigersi per conto dei Rocchi in via Cavour angolo vicolo dell’Agnello, nel Rione Monti. Contrariamente allo stile innovativo e stravagante utilizzato  nel precedente palazzo Giorgioli, particolarmente ardito per l’epoca, e veramente emblematico come opera prima, l’architetto sembra aver perso ormai la carica di innovazione e sperimentazione per adagiarsi sul più rassicurante conformismo del neocinquecentismo di cui erano esponenti di punta Kock e Piacentini. Forse questa scelta fu anche dettata dalla committenza che preferiva realizzare una decorazione ordinaria, soprattutto per ragioni economiche, piuttosto che le soluzioni elaborate e raffinate degli stucchi e degli ornamenti del citato palazzo. Si tratta di un edificio alto e compatto caratterizzato da sette finestre su via Cavour e da due sul vicolo adiacente. Un bugnato rustico ricopre il pian terreno e il mezzanino, dotato di peculiari porte finestre; interessante il timpano spezzato sul portone d’ingresso, dovuto al semplice innesto del vano finestra con ringhiera in ferro battuto , che sembra precludere a uno stile barocco, su cui poggia uno scudo con le lettere L D. Al piano nobile una spessa cornice marcapiano inquadra finestre con timpano ricurvo poggianti su un triglifo con capitello a mensola.





 Un’altra spessa cornice divide il secondo dal terzo piano, decorato da finestre con architrave su quattro travetti. Nel cornicione si ritrova lo stesso tipo di triglifo utilizzato nelle finestre del primo piano, alternato a rosette. Sopra il cornicione una successiva sopraelevazione altera non poco l’armonia dell’insieme. Da notare la tradizionale madonnina all'angolo del palazzo con lanternina in ferro battuto.

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