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Palazzo Berardi




Plalazzo Berardi 
 Palazzo Berardi è il primo palazzo che si incontra su Corso Vittorio Emanuele II proveniendo da via del Plebiscito, nella parte compresa nel Rione Pigna. Venne costruito nel 1885 per il marchese Filippo Berardi. La costruzione dell’edificio fu resa necessaria per rimpiazzare le case di via de’ Cesarini demolite per allargare la sezione destra della nuova arteria, gli edifici sul versante sinistro, invece, furono risparmiati fino a via di S. Nicola dei Cesarini.
Il marchese Berardi era proprietario del palazzo già Muti in via del Gesù e decise di acquistare le aree espropriate dal comune per l’apertura di Corso Vittorio proprio all’angolo con via del Gesù, per farvi costruire un fabbricato.

Palazzo Berardi in costruzione nel 1885 
Il progetto di parziale ricostruzione fu realizzato da Pio Piacentini, che, sulla stessa strada nel 1886, avrebbe progettato anche la nuova maestosa facciata di Palazzo Sforza Cesarini. A quel tempo la fortuna di Piacentini era legata alla vittoria del concorso bandito dal Comune di Roma per la costruzione del Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale (1877-1882), primo vero edificio pubblico monumentale costruito nella nuova capitale.
Il prospetto sulla nuova arteria è caratterizzato da quattro finestre per piano e si sviluppa in cinque piani in altezza. Al pianterreno, ricoperto a bugnato rustico, si aprono quattro grandi arcate per botteghe in corrispondenza delle finestre dei piani superiori. Il piano nobile è occupato da porte finestre architravate con mensola a voluta su cui si apre un balcone lungo e stretto che avvolge l’intero palazzo, decorato con esili balaustri a doppio fuso e sorretto da massicci mensoloni, sicuramente l’elemento di maggiore effetto nell’architettura del palazzo.
Il resto della facciata, decorata da bugne lisce, è scandito da una coppia di lesene su pilastrini che inquadrano ogni finestra, rispettivamente doriche, ioniche e composite nei piani superiori. Al terzo piano le finestre sono con arco a tutto sesto e decorate con rosette. Il quarto piano, di dimensioni ridottissime, è occupato da un fregio a festoni, in cui si aprono piccole finestre, su quest’ultimo poggia il cornicione con ovoli e dentelli. L’ultimo piano è occupato da grandi finestroni quadrati con balcone incorniciati da semplici riquadri di stucco, nel progetto originale erano previste delle logge a colonne al posto dei finestroni.
L'elegante soluzione d'angolo 
L’angolo dell’edificio è stondato e decorato a spesse bugne, soluzione tipicamente seicentesca che tradisce il gusto eclettico di quegli anni.

L'ingresso su via del Gesù
La facciata su via del Gesù è particolarmente interessante poiché fu mantenuta per la lunghezza di due finestre l’antica facciata cinquecentesca, decisamente semplice, anche se impreziosita da un portone decorato da bugne rustiche, mentre solo sul versante verso Corso Vittorio, le decorazioni furono uniformate a quelle del prospetto principale.

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