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Terme Littorie

Il progetto di Duilio Torres per le Terme Littorie
Le Terme Littorie sono un complesso termale progettato negli anni '20 che sarebbe dovuto sorgere lungo il Tevere nella zona tra Villa Glori e l'Acqua Acetosa, nel Quartiere Parioli, ma che poi non è stato mai realizzato.
L'origine di questo progetto risale al 1926, quando Giacomo Paolucci de' Calboli e Manlio Morgagni decisero di bandire un concorso per le Terme Littorie su La Rivista illustrata del Popolo d'Italia, grazie anche al sostegno dell'Associazione artistica tra i cultore di Architettura.
Il tema delle Terme è insolito nell'architettura italiana del XX Secolo, e al di là della funzione legata al benessere dell'edificio, in quel preciso contesto storico veniva incontro alle esigenze del regime fascista di tracciare una continuità con Roma Antica (di cui le Terme sono elemento architettonico tipico) e di creare luoghi che potessero essere fruiti dalle masse.
Il concorso - per quanto rimasto senza seguito e messo in secondo se non terzo piano da molte altre opere progettate e realizzate a Roma in quegli anni - all'epoca ricevette notevoli attenzioni, a partire da quelle di Benito Mussolini che lo patrocinò direttamente, e dalla giuria composta da figure di primo piano del mondo dell'architettura dell'epoca: Alberto Calza Bini, Gustavo Giovannoni, Adolfo Zacchi, Gelasio Caetani, Margherita Sarfatti e il già citato Giacomo Paolucci de' Calboli. Il concorso fu inoltre abbinato a un altro per l'arredamento di un'ambasciata italiana all'estero.
Il bando fu dunque lanciato nel Febbraio 1926 nella rivista Architettura e Arti Decorative con un articolo di presentazione di Roberto Papini che evidenziava il nobile scopo di creare un arte "schiettamente romana e italiana". Il contenuto del bando fu tuttavia un compromesso tra le diverse correnti del dibattito architettonico italiano che di lì a poco avrebbe visto l'arrivo l'irruzione del razionalismo sulla scena.
Particolare del progetto di Duilio Torres
In ogni caso, nell'Ottobre 1926 vennero presentati i tre progetti vincitori: quello di Duilio Torres, quello di Oscar Prati e quello di Carlo Enrico Rava e Mario Cavallè. I tre erano esponenti rispettivamente della scuola veneziana, di quella romana e di quella milanese, che in quel momento erano le più attive nel mondo italiano dell'architettura, ma l'esito del concorso non entusiasmò particolarmente, tanto che lo stesso Papini, nel presentare i progetti vincitori, scrisse che era amareggiato per la scarsa partecipazione di giovani architetti.
Tra i progetti scartati, si ricordano quello di Ottorino Aloisio (probabilmente il più noto tra quelli che non hanno ottenuto il riconoscimento), quello di Alberto Jacopini e Luigi Codini e quello di Ettore Sottsass.
La piazza delle terme nel progetto di Oscar Prati
Il progetto di Duilio Torres è influenzato dai toni dell'architettura espressionista e possiamo trovare molte analogie con le opere ad esempio dei tedeschi Bruno Taut ed Erich Mendelshon, e l'uso di schemi curvilinei richiama l'edificio del Solarium dello stesso Torres, realizzato al Lido di Venezia.
Più riferimenti al mondo tardoantico arrivano invece dal progetto di Oscar Prati: a favorire i riferimenti alle grandi aule termali tipiche dell'Antica Roma è il cemento armato, che permette strutture di una monumentalità più flessibile. L'interno della grande sala pensata da Prati, infatti, ricorda quasi un Palazzo dello Sport proprio per questo uso dei nuovi materiali.
Il progetto di Ottorino Aloisio
Non risultò tra i vincitori Ottorino Aloisio, il cui progetto tuttavia è molto interessante. L'architetto, all'epoca 24enne, presentò un progetto che rompeva in modo netto con la tradizione, che si lanciava in un audace struttura geometrica costruttivista.

Planimetria del progetto di Oscar Prati per le Terme Littorie

In ogni caso, il progetto delle Terme Littorie rimaste tale. Quest'area, che nel Piano Regolatore del 1909 sarebbe dovuta essere destinata a "villini", non vide sorgere la nuova struttura, tanto che nel Piano Regolatore del 1931 l'area venne destinata a "palazzine"; accantonando così il progetto. Dall'altra parte del Tevere, a poca distanza, a partire dal 1928 iniziarono i lavori per il Foro Mussolini, poi Foro Italico: le due aree avrebbero in qualche modo potuto costituire un pendant. Non siamo però sicuri che gli urbanisti di Roma abbiano dimenticato completamente questo progetto negli sviluppi successivi dell'area: qui infatti, in vista delle Olimpiadi del 1960, venne sviluppato il complesso sportivo dell'Acqua Acetosa.

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