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Un quartiere dedicato ai poeti romaneschi a Trastevere?


Trastevere è considerato uno dei rioni di Roma che più di tutti conserva nella propria tradizione una cultura della romanità, anche per essere stato raccontato ed aver dato i natali a numerosi poeti romaneschi ed interpreti della romanità in generale, da Checco Durante ad Alberto Sordi, come le rispettive targhe ricordano.
Forse anche per questo c'è stato un momento in cui il Comune di Roma pensò che questa zona potesse avere un gruppo di strade dedicate ai poeti romaneschi. Ma andiamo per gradi.
Nel 1936, in una serie di lavori relativi all'isolato lungo il Viale del Re (oggi Viale Trastevere) dove erano stati trovati i resti dell'Excubitorium, risultarono alcune nuove strade: una di questa venne dedicata al poeta romanesco Giggi Zanazzo.
Due anni dopo, oltretutto, sempre nello stesso Rione, il Governatorato decise di dedicare al grande poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli una parte della Piazza Sidney Sonnino, dove era presente un suo monumento realizzato nel 1913. Se teniamo conto che il Belli non visse mai a Trastevere (è ricordato da due targa, una in Corso Vittorio e l'altra in Via dei Redentoristi), anche questo denotò il rapporto tra il Rione ed una tradizione di romanità. Questa piazza, pur mostrando questa idea, ancora però non è legata al tema di questo articolo.
Nel 1940, invece, il Governatorato di Roma decide di riservare per una futura strada del Rione Trastevere il nome di "Via Cesare Pascarella", ricordando così anche un altro importante interprete della poesia romanesca nello stesso territorio. Nel 1953, tuttavia, il nome di questa strada sarà assegnato ad una strada del Quartiere Gianicolense, in ogni caso non distante dal Rione Trastevere e traversa di Viale Trastevere.
Nel 1952, inoltre, il Consiglio Comunale decise di dedicare una piazza al poeta Trilussa, da poco defunto, ed optò per Piazza di Ponte Sisto a Trastevere. Per quanto tale piazza non tocchi il potenziale quartiere dedicato ai poeti romaneschi di cui a breve parleremo, ciò ci fa come le istituzioni in quell'epoca promuovessero anche attraverso la toponomastica il rapporto tra Trastevere e la cultura romanesca.
Nel 1960 il Consiglio Comunale decide di ricordare i poeti romaneschi Giulio Cesare Santini ed Augusto Jandolo dedicandogli due strade. La scelta ricadde in due tratti della già esistente Via dei Genovesi, proprio vicino alla confluenza con la già esistente Via Giggi Zanazzo. Così il tratto di Via dei Genovesi tra Piazza Sidney Sonnino e Via della Luce diventa Via Giulio Cesare Santini, ed il tratto tra Via della Luce e Via Anicia diventa Via Augusto Jandolo. In pochi metri, tre strade andarono a ricordare Giggi Zanazzo, Giulio Cesare Santini ed Augusto Jandolo. Tanto più in un Rione che vede tra le "Porte d'accesso" per chi proviene dall'altra sponda del Tevere due piazze dedicate al Belli ed a Trilussa.
Probabilmente, non fu casuale la scelta del Consiglio di ricordare i due poeti in due strade vicine ed a loro volta adiacenti alla strada dedicata a Zanazzo. Non è da escludere che i consiglieri avessero immaginato, nel tempo, di dedicare altre strade ad altri poeti e custodi della cultura romanesca nella zona. Come fatto per Via dei Genovesi, nell'area esistono altre strade abbastanza lunghe da vedere un solo tratto di esse cambiare nome, tutelando così il toponimo originale. Le strade vicine sarebbero forse potute essere nel mirino per vedere una parte di esse sacrificata in favore di un poeta romanesco.
Tuttavia, questo possibile progetto fu interrotto nello stesso 1960, quando la Sovrintendenza intervenne, tutelando Via dei Genovesi: Via Giulio Cesare Santini venne conservata così come fu istituita, mentre Via Augusto Jandolo fu letteralmente spostata, divenendo quello che un tempo era un tratto del Vicolo di Santa Maria in Cappella e Via dei Genovesi vide quel tratto restituito.
In altri termini, così facendo la Soprintendenza dette un forte indirizzo verso la tutela dei toponimi storici e divise la strada dedicata a Jandolo (pur mantenendola a Trastevere) da quelle di Santini e Zanazzo.
In questo modo un possibile quartiere dei poeti romaneschi a Trastevere decadde, posto che questo progetto esistesse realmente. Non possiamo sapere se realmente vi fosse una simile volontà, ma anche se non ci fosse stata, tre poeti ricordati in tre vie limitrofe avrebbero sicuramente dato un importante indirizzo ai successivi Consigli Comunali su un possibile luogo per ricordare i poeti romaneschi.
La sacrosanta tutela dei toponimi storici (quella che non fu fatta in molte altre situazioni dell'Italia postunitaria) ha prevenuto altri cambi di nome - anche parziali - nell'area, e la linea applicata col passare degli anni da parte del Comune di non alterare i nomi delle strade in cui vi sono numeri civici e residenti hanno fatto il resto.

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