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Vicolo delle Fiamme


Vicolo delle Fiamme è una strada che si trovava tra il Rione Trevi ed il Rione Sallustiano, originariamente compresa tra Via San Nicola da Tolentino e Via di San Basilio e poi tra la prima e Via Sallustiana.
Il nome della strada derivava da un bassorilievo che si trovava su un muro e raffigurava una mano tra le fiamme. Non è chiaro cosa potesse significare: per alcuni si trattava di un ex voto, per altri di un insegna collegata alla storia di Muzio Scevola, l'antico romano che per errore invece di uccidere il re etrusco Porsenna, uccise il suo segretario, punendosi poi bruciando la propria mano destra. Un Muzio Colonna, per l'omonimia con Muzio Scevola, volle una mano tra le fiamme come simbolo con il motto "Facere et pati fortia" (fare e sopportare cose forti), quindi potrebbe anche trattarsi di un suo stemma. Del bassorilievo, che si trovava su un muro di cinta di Villa Massimo, si conserva una copia nel cortile del Palazzo Massimo di Rignano all'Araceli.
Nel 1920 la strada cambiò nome in Via delle Fiamme.
In ogni caso, nel 1938 il Vicolo delle Fiamme cessò di esistere per far spazio alla nuova Via XXIII Marzo, che avrebbe collegato Piazza San Bernardo a Via Vittorio Veneto. Questa strada, dopo la caduta del fascismo, diventò Via Leonida Bissolati. Il Vicolo delle Fiamme fu dunque assorbito dalla nuova arteria, ed il suo nome fu ricordato dal Cinema Fiamma, che aveva sede proprio sulla nuova strada ed ha cessato l'attività nel 2017.

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