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Piazza Giuseppe Gioachino Belli



Piazza Giuseppe Gioachino Belli è un'importante piazza situata all'inizio di Viale Trastevere, tra il Lungotevere Raffaello Sanzio e Lungotevere degli Anguillara, Piazza Sidney Sonnino, Via Gustavo Modena e Via dell'Olmetto, davanti a Ponte Garibaldi, nel Rione Trastevere.

L'area nella mappa del Nolli del 1748, con Piazza del Muro Nuovo (n. 1152)

Dove oggi sorge la piazza erano presenti, fin dal Medioevo, alcuni edifici e uno slargo chiamato Piazza del Muro Nuovo, affacciato sul Tevere, su cui si trovava una mola. La Via dell'arco dell'Annunziata conduceva dal Palazzo degli Anguillara a Piazza del Muro Nuovo.

Via dell'arco dell'Annunziata, verso il Tevere, in un acquerello di Roesler Franz del 1885

La zona cambiò completamente con la presa di Roma del 1870 e la sua trasformazione a Capitale d'Italia, la costruzione dei muraglioni del Tevere comportò la demolizione degli edifici posti tra il fiume e il Palazzo degli Anguillara e la realizzazione della grande piazza chiamata Piazza d'Italia, in asse con il nuovo Ponte Garibaldi e il Viale del Re, che conduceva alla Stazione Trastevere

Gli sventramenti effettuati per realizzare la piazza

I lavori cominciarono nel 1888 e terminarono nel 1890, venne demolita anche l'antica Chiesa di Santa Bonosa.

Piazza d'Italia nel 1891

Ai primi del Novecento e furono edificati i grandi spazi ai lati della piazza lasciati liberi dalle demolizioni: nel 1907 Carlo Maria Busiri Vici costruì il Villino Ceritelli, il 1914 venne realizzato invece il monumento a Giuseppe Gioachino Belli, con il giardino retrostante.

Piazza d'Italia nel 1914

Il 1925 Marcello Piacentini progettò un grande edificio che ancora oggi si affaccia sulla piazza e sul Lungotevere degli Anguillara, oggi appartenente alla Confederazione del Commercio e del Turismo.


Il 1924 una delibera comunale cambiò il nome della piazza in Piazza Sidney Sonnino, intitolandola all'ex primo ministro.
Soltanto nel 1941 il Governatorato decise di dedicare una parte di Piazza Sonnino a Gioacchino Belli, creando lo slargo che esiste ancora oggi.

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