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Tutti potenziali bersagli

Monumento piazzale Ostiense
 
In Piazzale Ostiense, nel Quartiere Ostiense, è presente un monumento chiamato "Tutti potenziali bersagli" che ricorda tutte le vittimedel nazismo e del fascismo in primis e anche di tutti quei fenomeni a essi riconducibili dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, come espresso nella targa posta a un lato del monumento.
L'opera è stata realizzata nel 1995 da Emilio Leofreddi, e raffigura cinque sagome, ciascuna con un mirino e incatenate tra di loro che guardano ciascuna contro altrettanti specchi. Come si evince dal titolo, significa che qualsiasi comune cittadino può essere un potenziale bersaglio di una persecuzione come quelle ricordate.
 
targa monumento piazzale ostiense

Su ciascuna delle cinque sagome è posto un simbolo che richiama una specifica categoria perseguitata sotto il nazismo: un triangolo rosa per gli omosessuali, uno blu per gli emigrati in fuga dal nazismo, un marrone per gli zingari, uno rosso per gli oppositori politici e una stella di David gialla per gli Ebrei. Oltre a questo, le cinque sagome differiscono nelle mani legate.
A un lato del monumento è posta una targa che spiega il significato dell'opera.
Tale monumento è stato realizzato in seguito a una sottoscrizione spontanea ed inaugurato il 25 Aprile 1995.
A 14 anni dalla realizzazione del monumento, accanto a esso è stata posta una targa che ne celebra la realizzazione.

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Stabilimenti Cinematografici Cines



Gli Stabilimenti Cinematografici Cines erano situati tra Via Veio, Piazza Tuscolo, Via Magna Grecia, Via Soana e Via Gabi, nel Quartiere Appio Latino, oggi non sono più esistenti.


Nel 1905 gli imprenditori Alberini & Santoni, proprietari del Cinema Moderno, costruirono un teatro per la produzione cinematografica, il primo d'Italia, in una traversa di Via Appia Nuova, poi ribattezzata Via Veio, ad angolo con Vicolo delle tre Madonne.


Questo primo edificio si trovava sulla destra di via Veio, ed era un vero e proprio teatro sviluppato su due piani, posto fra i campi di carciofi e le osterie della zona. 
Il 1905 vi fu realizzato uno dei primi film della storia del cinema Italiano: La presa di Roma.

Gi stabilimenti Cines nel 1911

La fondazione della Società Cines avvenne nell'aprile del 1906 ad opera di Adolfo Pouchain, lo stabilimento cinematografico fu ricavato nell'edificio di Alberini & Santoni.
Dopo l'incendio sviluppatosi nel 1907 furono costruiti due grandi teatri di posa, dall'altro lato di Via Veio, i futuri teatri 1 e 2.

I primi teatri di posa, nel 1911

Nei nuovi stabilimenti vennero realizzati importanti film storici come Otello Garibaldi, del 1907, mentre il 1913 fu girato il famosissimo Quo Vadis? di Enrico Guazzaroni.
Successivamente con la I Guerra Mondiale la produzione cinematografica crollò e lo stabilimento venne chiuso nel 1921.


Il 1929 il produttore Stefano Pittaluga rilevò gli stabilimenti e ne operò una profonda ristrutturazione, costruendo anche i teatri di posa n 3 e 4, verso Via Gabi, mentre in Piazza Tuscolo si trovavano i depositi dei materiali di scena. Gli Stabilimenti furono inaugurati dal Ministro delle Corporazioni Giuseppe Bottai il 25 maggio del 1930.

Gli Stabilimenti Cines da Via Magna Grecia, nel 1931

Negli stabilimenti venne girato il primo film sonoro Italiano: La canzone dell'amore del 1930.
Gli anni successivi videro le riprese di molti film, tra cui quelli dei registi Carlo Ludovico Bragaglia, Alessandro Blasetti, Goffredo Alessandrini e Mario Camerini, vi lavorarono attori del calibro di Vittorio De Sica, Ettore Petrolini ed Elsa Merlini. Negli anni Trenta metà della produzione cinematografica Italiana si svolgeva nel complesso della Cines.

Pianta degli stabilimenti nel 1930

Nel giugno del 1935 la Cines fu acquistata dalla SAISC dell'Onorevole Carlo Roncoroni.
La notte del 26 settembre del 1935 i teatri di posa 3 e 4 furono devastati da un vasto incendio. In quel momento, anche se la produzione cinematografica aveva subito ripreso nei teatri risparmiati dalle fiamme, bisognava decidere se restaurare gli edifici distrutti o rifondare interamente lo stabilimento.

Vittorio De Sica osserva le macerie degli stabilimenti dopo l'incendio 

Il Roncoroni decise quindi di costruire dei nuovi enormi stabilimenti cinematografici sulla Via Tuscolana, su terreni agricoli, pagati a bassi prezzo, che sarebbero diventati poi Cinecittà.
Questa scelta comportò la demolizione dell'intero complesso, attuata nel 1937, con l'ampliamento di Via Magna Grecia fino a Piazza Tuscolo, i terreni liberi vennero edificati ad intensivi soltanto negli anni Cinquanta, mentre tra Via Veio e Via Magna Grecia fu costruito nel 1957 il Mercato Metronio.




Statua di San Pietro in Cattedra


La statua di San Pietro in Cattedra si trova nella Basilica di San Pietro in Roma, nella Città del Vaticano, ed è una delle più importanti statue devozionali della città.
Essa è stata realizzata in bronzo dallo scultore Arnolfo di Cambio nel 1200, ma la tradizione la faceva risalire al V secolo, quando il Pontefice San Leone Magno, dopo l'incontro con Attila, avrebbe fatto fondere la statua di Giove Capitolino per realizzare questa raffigurazione dell'Apostolo di Roma.


Il santo è ritratto seduto sulla cattedra, nell'atto di benedire con la mano destra, alla maniera greca, mentre con la sinistra tiene le chiavi del Paradiso. Il piede destro, leggermente proteso in avanti, è stato da sempre la meta di devozione popolare, che ha comportato la scomparsa delle dita e di parte del sandalo.


Nel Medioevo la statua si trovava nel Chiostro di San Martino dell'antica Basilica, quando la cupola della nuova San Pietro venne completata, sotto il Pontefice Paolo V, la statua fu spostata nella navata centrale.
Nel 1871 il Papa Pio IX fece realizzare il maestoso baldacchino, sormontato da una targa commemorativa del Concilio Vaticano I, a sua volta ornata da un tondo in mosaico raffigurante il Pontefice, sorretto da due cherubini.


Nel 1971 furono collocati accanto alla statua due torcieri di bronzo, opera dello scultore Egidio Giaroli.
In occasione della festività dei Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, la statua viene rivestita con un piviale in damasco rosso e oro, e sul capo viene posta una tiara argentata, decorata con oro e pietre preziose, simbolo del potere papale.

Papa Francesco bacia il piede della statua di San Pietro, in segno di devozione

 

Targa in memoria di Giuseppe e Francesco Cinelli


La targa in questione si trova in Via Antonio Rubino, alla Garbatella, nel Quartiere Ostiense, e ricorda i fratelli Giuseppe (1902-1944) e Francesco Cinelli (1899-1944), partigiani delle Brigate Garibaldi uccisi nell'eccidio delle Fosse Ardeatine che vissero presso questo lotto.

Targa in memoria di Ernesto De Martino

targa De Martino

La targa in questione si trova in Piazza Caterina Sforza, nel Quartiere Ostiense, e ricorda il filosofo e antropologo Ernesto De Martino (Napoli 1908 - Roma 1965), che negli anni dopo la Seconda Guerra Mondiale visse in questo edificio.
La targa è stata qui posta dall'VIII Municipio il 6 Maggio 2016 in occasione del 50esimo anniversario della scomparsa di De Martino.

Maternità Savetti

Maternità Savetti

In Via Anicia n 7, nel Rione Trastevere, è presente l'edificio che per molti anni ospitò la Maternità Savetti. 
Tale centro ostetrico era nato nel 1877 su iniziativa del medico dell'Ospedale Santo Spirito Giulio Bastianelli, che nello stesso anno dette l'impulso per l'apertura anche delle maternità Panunzi (all'Arco dei Banchi) e Asdrubali (in Via Ferruccio), con l'obiettivo di garantire assistenza ostetrica alle donne indigenti. Questa venne dedicata all'illustre medico ostetrico Filippo Savetti (1784-1855).
Nel 1890 tutti e tre i centri passarono per volontà del Governo Crispi sotto il controllo della Congregazione di Carità di Roma che successivamente le pose sotto la direzione dell'Asilo Materno di Via Arno, una realtà con simili finalità nata dall'impulso di alcune donne benestanti nel 1903.
Negli anni successivi questo sistema vide una riorganizzazione: nel 1907 chiuse la Asdrubali e nel 1916 la Panunzi, venendo assorbite dall'Asili Materno, che si trovava tuttavia in una zona all'epoca periferica, fatto che causò numerose proteste. Tali rimostranze permisero alla Maternità Savetti di continuare ad operare.
Nel 1922, tuttavia, la Savetti fu protagonista di un episodio di malasanità: un medico mise negli occhi di quattro bambini gocce di una soluzione con quantità di nitrato d'argento ben superiori alla norma. Il Ministero dell'Interno, da cui dipendeva all'epoca la sanità, aprì un'inchiesta a riguardo. Il rischio della chiusura della Maternità Savetti fu concreto, ma ciò avrebbe seriamente danneggiato le donne in gravidanza nella popolosa zona di Trastevere, che non disponeva di altri ricoveri specializzati.
Nel 1927 presso la clinica venne creata una guardia ostetrica permanente alle dipendenze del Policlinico Umberto I. Tali migliorie portarono gradualmente a un incremento del numero di partorienti ospitate presso la clinica.
Nel 1937 una nuova legge soppresse le Congregazioni di Carità, compresa quella di Roma, e le sue funzioni vennero trasferite all'Ente Comunale di Assistenza (ECA), che dunque iniziò a gestire la Maternità Savetti. Essa fu posta, insieme ad altre strutture di natura medica e assistenziale, sotto gli Istituti Riuniti di Assistenza e Beneficienza di Roma.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale la clinica continuò a funzionare regolarmente fino agli inizi degli anni '60, quando venne chiusa. In quegli anni il sistema ospedaliero era in fase di implementazione e si apprestava a nascere il sistema sanitario nazionale, e una struttura del genere risultava ormai in gran parte superata.
Il semplice ma pregevole edificio che ospitava la maternità riporta ancora sull'architrave la scritta "Congregazione di Carità di Roma".

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Targa in memoria di Guerrino Sbardella e Pietro Principato

Targa Sbardella Principato

La targa in questione si trova in Via Galeazzo Alessi, nella zona del Quartiere Tuscolano nota come Villa Certosa, e ricorda i "Martiri della Libertà" Guerrino Sbardella (Colonna 1916-Roma 1944) e Pietro Principato, due partigiani di Bandiera Rossa della zona. Il primo venne fucilato a Forte Bravetta, mentre il secondo venne ucciso da un cecchino fascista il 5 Giugno 1944, il giorno dopo la Liberazione di Roma.

Via della Fonte d'Olio

Via Fonte d'Olio

Via della Fonte d'Olio è una strada del Rione Trastevere compresa tra Piazza di Santa Maria in Trastevere e Vicolo del Piede
Originariamente questa strada era un tratto di Vicolo del Piede, ma vista la forma irregolare di quest'ultimo, nel 1931 il Governatorato di Roma decise di cambiare il nome a parte del vicolo. Venne dunque cambiato il nome del tratto compreso tra Via della Pelliccia e Piazza di Santa Maria in Trastevere, successivamente ridotto solo alla parte attuale, in Via della Fonte d'Olio, in riferimento alla Fons Olei, la cui tradizione è alla base della storia della Basilica di Santa Maria in Trastevere.
La tradizione vuole, secondo quanto riporta San Girolamo, che nel 38 avanti Cristo fosse sgorgata in quest'area una fonte d'olio, un fatto che all'epoca fu ritenuto prodigioso e che successivamente i cristiani videro come presagio dell'avvento del Cristianesimo. Essa sarebbe sgorgata dall'area della Taberna Meritoria, un ospizio con annessa taverna per reduci di guerra che i cristiani affittarono come oratorio e che l'Imperatore Alessandro Severo avrebbe assegnato a questi ultimi. Su tale oratorio è poi sorta la Basilica di Santa Maria in Trastevere.
Alcuni studiosi ritengono invece che il nome Fons Olei deriverebbe da una fontana della piazza che sgorgava l'acqua proveniente dai condotti dell'Aqua Alsietina, la quale non era potabile. Da qui sarebbe sopraggiunto il toponimo, dalla parola latina "oleosa" rivolta all'acqua della fontana, da intendere come  "inquinata". Altri ritengono derivi invece dall'acqua delle naumachie che si svolgevano nella zona.
All'interno della Basilica di Santa Maria in Trastevere è segnato il luogo da cui secondo la tradizione sarebbe sgorgata la Fons Olei.
In questa strada si trova l'abitazione di Leo, personaggio interpretato da Carlo Verdone nel film del 1980 Un sacco bello.

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Case di San Paolo

Case San Paolo

La cosiddette Case di San Paolo sono un gruppo di edifici situati nel Rione Regola, visibili all'angolo tra Via di Santa Maria in Monticelli e Via di San Paolo alla Regola, inglobati nel complesso del Ministero della Giustizia. L'attuale aspetto di questi edifici è frutto di un restauro in stile del XX Secolo, ma questi edifici risultano d'interesse perché, secondo la tradizione, nelle case romane che qui sorgevano avrebbe vissuto San Paolo, da cui il nome.
Due diverse tradizioni collocano in questa zona la casa in cui avrebbe vissuto San Paolo a Roma: una presso la Chiesa di San Paolo alla Regola e un'altra presso queste case. Tra i due luoghi corre una distanza molto ridotta. Un documento del 1245 questa zona è definita "in loco ubi dicitur Pauli", che starebbe a significare che è il luogo in cui San Paolo praticò la catechesi. Questa tradizione prese piede probabilmente per un bassorilievo conservato nella Chiesa di Santa Maria in Monticelli raffigurante un maestro nell'atto di insegnare, che venne identificato in San Paolo. La vicina Chiesa di San Paolo alla Regola, anch'essa legata alla tradizione che vuole l'Apostolo delle Genti particolarmente legato a questa zona di Roma, risale sempre al XIII Secolo.
 
Case San Paolo mappa Marrè
Le Case di San Paolo nella mappa di Roma del Marré del 1876

Fu così che questo complesso di case, sorto nel XIII Secolo su edifici probabilmente più antichi, prese il nome di Case di San Paolo. Esse originariamente si affacciavano su Via degli Strengari, strada tuttora esistente nelle vicinanze ma con cui apparentemente le case non hanno alcuna connessione.
La strada, infatti, prima della realizzazione dei lungotevere e del complesso del Ministero di Grazia e Giustizia, dalle rive del Tevere (dove sorgeva la Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio dei Cuochi) raggiungeva la Chiesa di Santa Maria in Monticelli. Col passare del tempo, le Case di San Paolo subirono rifacimenti, mantenendo alcuni elementi medievali ancora visibili. Ma fu proprio quando l'area fu rivoluzionata per la realizzazione del nuovo ministero (costruito tra il 1913 e il 1924) che si pose il problema sul futuro di questo complesso di edifici, originariamente destinati alla demolizione.
Fu in quell'occasione che un'associazione che si batteva per la tutela dei monumenti, chiamata "Amici dei Monumenti", fece una campagna per la salvaguardia delle Case di San Paolo. Esse vennero così salvate, anche se nel 1938 furono sottoposte a un restauro particolarmente invasivo in stile, che recuperarono un aspetto medievale ma intervennero in profondità, alterandole non poco. Tali case, inoltre, non vennero più a trovarsi in Via degli Strengari, ridotta a una piccola strada tra Lungotevere dei Vallati e Via delle Zoccolette, ma su Via di Santa Maria in Monticelli, all'angolo con Via di San Paolo alla Regola.

Giardino di Piazza Mazzini



Il giardino di Piazza Mazzini è situato nell'omonima piazza, nel Quartiere della Vittoria.
Fu progettato dall'architetto Raffaele de Vico nel 1926 assieme ai giardini di Viale Mazzini, all'epoca in fase di urbanizzazione.

Il plastico del giardino

L'architetto ideò un parco impostato sulla fontana giardino ottagonale, posta nel centro, circondata da quattro ampie esedre arboree in leccio, mentre i viali sono occupati da basse siepi di bosso e cipressi.

Il giardino nel 1928 (foto LUCE)

L'inaugurazione del giardino e della monumentale fontana avvenne il 28 ottobre 1926 ad opera di Mussolini, Raffaele de Vico e del Governatore Filippo Cremonesi.


All'imbocco delle esedre si trovano due grandi vasi a cratere, in travertino, posti su piedistalli, inoltre sono presenti anche vasi decorativi in terracotta, sempre su piedistalli in travertino.
L'incuria del Comune di Roma ha comportato la scomparsa delle esedre arboree, che sono ormai costituite da lecci al naturale.
Sarebbe auspicabile la potatura dei lecci per ridare al parco la simmetria originaria.



Fontana di Piazza Mazzini



La fontana di Piazza Mazzini si trova nel giadino dell'omonima piazza, nel Quartiere della Vittoria.
Essa venne progettata da Raffaele de Vico, che la ideò insieme al giardino della piazza e a quelli di Viale Mazzini, nel 1926. Le sculture furono invece realizzate dal modenese Ermenegildo Luppi.

Il plastico della fontana

Il nuovo giardino e la fontana furono inaugurate il 28 ottobre 1926 da Benito Mussolini, dal Governatore Filippo Cremonesi,  da Raffaele de Vico e da Alberto Calza Bini.


Al centro è posizionata una grande vasca ottagonale larga 25 metri, con un bordo in peperino.
Un pavimento a tessere in breccia di fiume circonda la vasca, vi sono presenti decorazioni di segni zodiacali, soli, vele, cornucopie e tritoni.


Quattro grandi fontane colonne in travertino sono poste ai lati del bacino. Le colonne sono poggiate su piedistalli, sono affiancate da tre fasci littori, in parte scalpellati, e sono sormontate da sculture raffiguranti aquile.

Le colonne prima che subissero la mutilazione dei fasci littori

Sul versante interno una grande voluta accoglie cinque conchiglie in cui sgorga l'acqua, nell'ultima si affacciano due mostri marini che spuntano dall'acqua.
Verso l'esterno invece, sul pilastro della colonna, un drago versa l'acqua in una vaschetta semicircolare.


Il bordo della vasca è delimitato da colonnine binate con parapetti in ferro battuto.






Graffito "Pedini Boia"

Pedini boia

Su un muro del Ministero dell'Istruzione, in Viale Trastevere, nel Rione Trastevere, è ancora parzialmente visibile un graffito con scritto "Pedini boia", seguito da una falce e martello. Il riferimento è a Mario Pedini, esponente della Democrazia Cristiana e Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Andreotti IV (1978-1979). Tale graffito, che riporta un insulto all'allora ministro, rappresenta una testimonianza di una delle tante manifestazioni che si sono svolte negli anni sotto questo ministero, ma è curioso il fatto che sia ancora visibile dopo oltre 40 anni.

Scala dell'Arce Capitolina

Arce Capitolina

 La Scala dell'Arce Capitolina si trova nel Rione Campitelli, parte da Via di San Pietro in Carcere e raggiunge il tratto terminale della scala, da cui si accede alla Chiesa di Santa Maria in Ara Coeli. La parola "arce", dal latino arx, indica un'altura, una rocca, la sommità di un colle. Un po' l'equivalente latino del termine acropoli, di derivazione greca. Quest astrada, che conduce alla sommità del Campidoglio, era per questo chiamata Scala dell'Arce. Tuttavia, nel 1949, il Comune decise di specificare il nome in "Scala dell'Arce Capitolina" per evitare franintendimenti con Via Arce nel Quartiere Prenestino-Labicano.

Scuola Cesare Battisti



La Scuola Cesare Battisti si trova in Piazza Damiano Sauli n 3 alla Garbatella, nel Quartiere Ostiense
Essa rappresenta uno degli edifici conclusivi della Garbatella, assieme alla Chiesa di San Francesco Saverio, è anche uno dei più monumentali. 
Doveva servire da scuola elementare e magistrale per i numerosi giovani della borgata, e faceva parte dell' imponente apparato educativo messo in piedi dal fascismo, ospitando anche la sede della GIL.

Il progetto della scuola

L'edificio occupa completamente il lato maggiore di Piazza Damiano Sauli, il progetto venne realizzato dall'ingegnere Angelo Brunetta, del Governatorato di Roma, nel 1930, si trattava di due grandi corpi di fabbrica a forma di C, di tre piani, raccordati da una torre centrale, contenente l'orologio, tramite portici monumentali, sulla torre era previsto il posizionamento di una statua sommitale della dea Roma, mentre sul prospetto sarebbero state realizzate quattro grandi aquile Imperiali.


I terreni furono ceduti nel 1931 al Governatorato dall'ICP, e di lavori cominciarono immediatamente, il maestoso edificio fu inaugurato nel dicembre del 1933 e venne intitolato al quadrumviro Michele Bianchi.

La scuola Michele Bianchi nel 1938 (foto Roma Ieri Oggi)

Nel complesso erano presenti un'ala maschile e una femminile, che contenevano 51 aule, la palestra era posta alla base della torre e nel porticato erano previste le esercitazioni di ginnastica, la era GIL al primo piano, mentre la direzione si trovava al piano terra. Vi erano anche biblioteche, mense e l'ambulatorio medico.


I due corpi simmetrici sono semplici, decorati con fasce verticali e angolari color pietra serena e bassorilievi stilizzati, accanto alla scritta SPQR erano presenti dei grandi fasci littori, poi rimossi dopo la guerra. 
Nel 1937 i due edifici furono sopraelevati di un piano, per aumentare la capienza della scuola.


Elemento di spicco di tutto il complesso è la spettacolare torre ingresso. Essa è caratterizzata da un avancorpo porticato al primo piano, inquadrato da giganti lesene in travertino, sostenenti quattro aquile di bronzo, posteriormente si apre la bella torre, costituita da quattro lesene contenenti tre lunghe finestre, che terminano in un tamburo ottagonale contenente l'orologio. Su questo si innesta un suggestivo coronamento in ferro battuto cupoliforme.
Dopo la guerra l'edificio ospitò gli sfollati dei bombardamenti, e venne gradualmente riaperta con il nome di Cesare Battisti.
Un corretto restauro ha riportato il complesso allo splendore originario, l'unico elemento da reintegrare sarebbe la recinzione con una cancellata fra bei pilastri tuttora presenti.
All'interno, anche se riposto in un angolo, è ancora presente il busto in marmo di Michele Bianchi, a cui era dedicata in origine la scuola.







Madonna col Bambino in Piazza Farnese all'angolo con Via del Mascherone e Vicolo dei Venti

Edicola Sacra Piazza Farnese

In Piazza Farnese, all'angolo con Via del Mascherone e Vicolo dei Venti, nel Rione Regola, è presente un'Edicola Sacra raffigurante la Madonna col Bambino. L'immagine è realizzata con marmi policromi e risale al XX Secolo.

Palazzo Guidi

Piazza Paganica Palazzo Guidi

Palazzo Guidi si trova in Piazza Paganica, nel Rione Sant'Angelo. Esso risale al XIX Secolo, quando la famiglia Guidi, in ascesa presso l'amministrazione pontificia (Michele Guidi, che fu computista generale presso la Camera Apostolica), acquistò il palazzo qui esistente, appartenuto prima ai Formicini e quindi all'Arciconfraternita dell'Annunziata (sulla pianta di Roma di Giovanni Battista Nolli del 1748 compare come "Palazzo della Compagnia della Nunziata ora Depositaria Urbana"). Per questa ragione il palazzo è stato anche chiamato "Palazzo Guidi Formicini". Il palazzo si presenta con una facciata semplice, di tre piani (con piano ammezzato), con bugnato e balcone sopra il portone. Il quarto piano risulta essere stato aggiunto nel XX Secolo.
Il palazzo sorge su alcuni resti ritenuti della Crypta Balbi o del Circo Flaminio, sito archeologico quest'ultimo la cui collocazione è ancora in parte oggetto di dibattito.
 
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Meridiana di Via delle Sette Chiese


In Via delle Sette Chiese, su un lato della Chiesa dei Santi Isidoro ed Eurosia, alla Garbatella, nel Quartiere Ostiense, è visibile una targa marmorea con una meridiana. La targa reca le scritte "Insegnaci O Signore a contare i nostri giorni" ed "E' sempre l'ora di un buon bicchier di vino", cui si aggiungono il disegno di un fiasco e un riquadro con alcune date.

Targa in memoria di Claudio Franceschelli

Claudio Franceschelli targa

La targa in questione si trova su Ponte Mazzini, nella parte che ricade nel Rione Trastevere, e ricorda il piccolo Claudio Franceschelli (2010-2012), gettato dal padre nel Tevere ad appena 16 mesi. In seguito a questa drammatica vicenda, il piccolo Claudio è divenuto noto come "L'angioletto di Ponte Mazzini".
Nella targa che lo ricorda, oltre alla foto del piccolo, è presente una dedica che porta la firma di "Mamma Claudia, Nonna Rita, Zia Manuela".

Targa in memoria di Sergio Terenzi

 
roma club garbatella targa

La targa in questione si trova in Piazza Giovanni da Triora, alla Garbatella, nel Quartiere Ostiense, e ricorda Sergio Terenzi, fondatore del Roma Club della Garbatella nel 1971.

Targa in memoria di Davide Dax Cesare


La targa in questione si trova in Largo delle Sette Chiese, alla Garbatella, nel Quartiere Ostiense, e ricorda l'attivista Davide Cesare, noto con il soprannome di Dax (Brescia 1976-Milano 2003), ucciso in un agguato contro alcuni ragazzi che frequentavano il centro sociale milanese ORSO.
La targa è stata qui posta nel 2021, sul retro della targa che ricorda Rachel Corrie.

Targa in memoria di Rachel Corrie

 
Corrie Garbatella

La targa in questione si trova in Largo delle Sette Chiese, alla Garbatella, nel Quartiere Ostiense, e ricorda l'attivista statunitense Rachel Corrie (Olympia 1979-Rafah 2003), rimasta uccisa travolta da un bulldozer israeliano durante alcune proteste nella Striscia di Gaza.
 
Rachel Corrie La Strada

La targa è composta da un mosaico in cui si vede una figura femminile piangere di fronte a una bandiera palestinese,  e sotto un ulteriore pannello menziona la dedica a Rachel Corrie. Tale targa è stata posta dal centro sociale La Strada nel 2020. Sul retro, un'altra targa ricorda l'attivista antifascista Dax.