Il Villino Pacelli è situato in Via Aurelia N. 290, nel Quartiere Aurelio, oggi ospita l'Ambasciata della Repubblica delle Filippine presso l'Italia.
L'edificio fu costruito nel 1906 dall'architetto Giulio Magni per l'avvocato Filippo Pacelli.
Magni utilizzò un linguaggio liberty, con influssi del Nord Europa, appresi nel lungo soggiorno a Bucarest, che culminano nella torre angolare affacciata su Via Aurelia.
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Il villino prima dell'ampliamento del 1908 |
In origine la facciata d'ingresso era situata ad Ovest. Era preceduta da un portico d'ingresso rialzato, dotato di una terrazza, su cui si apriva una porta finestra, questa era sormontata da una nicchia occupata dallo stemma Pacelli, sostenuto da due figure femminili.
Nel 1908 il villino venne ampliato proprio sul versante Occidentale costruendo un nuovo corpo di fabbrica di tre piani, sempre su progetto di Giulio Magni, sacrificando il portico.
Ulteriori lavori hanno comportato la soprelevazione del tetto a spioventi con un terrazzamento bordato di coppi alla romana.
Elemento di spicco del complesso è la splendida torre angolare, una delle più belle torrette in stile art nouveau di Roma.
È occupata all'ultimo livello da una grande apertura quadrangolare per ogni lato, oggi chiusa da una finestra, sostenuta da un barbacane stilizzato su mensole doppie. Sotto tale struttura si trova un grande orologio realizzato in maiolica e inquadrato da un ampio pannello rivestito di maioliche floreali.
Il tetto è a spioventi e culmina in una caratteristica guglia quadrangolare.
Il villino passò in eredità al Pontefice Eugenio Pacelli, che nel 1946 lo cedette alla Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata.
Venne acquistato da Francesco Sensi negli anni Settanta, il quale lo restaurò ad uso d'ufficio.
Divenne nel 1998 la sede dell'ufficio di Sensi, all'epoca proprietario della A.S. Roma.
Il patrimonio di Italpetroli passò successivamente all'Uniredit che lo mise in vendita nel 2012.
Nel 2018 il Governo delle Filippine acquistò l'immobile e tra il 2020 e il 2021 venne eseguito un restauro conservativo filologico, che ha restituito al villino gli originali colori chiari.