Villino Tabacchi



Il Villino Tabacchi era un villino oggi non più esistente situato in Viale Angelico, poco prima del Poligono della Farnesina, nel Quartiere Della Vittoria.
È la prima opera realizzata a Roma dall'architetto Armando Brasini, nel 1911, assieme al Villino Brasini, sul Lungotevere delle Armi.

Il Villino Tabacchi nel 1924, accanto al n. 16

Si tratta della ristrutturazione di un antico casale agricolo posto sulle sponde del Tevere, poco dopo Ponte Milvio, appartenente all'avvocato Francesco Elio Tabacchi.
Brasini si avvicina allo stile di Giulio Magni, che aveva realizzato a Roma alcuni villini in stile liberty, con influssi dell'architettura dell'Est Europa.
In questo caso l'architetto decise di realizzare, quasi un'architettura fiabesca, caratterizzata dai tetti fortemente spioventi, da una torretta, e da multipli avancorpi che conferivano alla facciata un aspetto variegato.



Non si dimentichi che le verande del prospetto posteriore affacciavano direttamente sul Tevere, all'epoca privo di muraglioni in quel tratto.
Inoltre molto interessanti erano le decorazioni pittoriche realizzate nelle facciate subito sotto il tetto, occupate da rondini stilizzate, probabilmente realizzate da Duilio Cambellotti, simili a quelle del Villino Vitale, realizzate nello stesso periodo.
Purtroppo la realizzazione del villino avvenne quando già ne era stata decretata la distruzione, infatti nel piano regolatore del 1908 era previsto l'esproprio dei terreni posti sul lato destro di Viale Angelico per la costruzione degli argini del Tevere. Tale realizzazione comunque non venne effettuata per tutti gli anni Venti. 
Il villino fu demolito solamente nel 1936 quando venne costruito il Ponte Duca d'Aosta, il ponte infatti insiste proprio sul terreno dove sorgeva l'edificio.


Via dell'Accademia Albertina

Via dell'Accademia Albertina è una strada del Quartiere Ardeatino compresa tra Via di Grotta Perfetta e Via Vittore Carpaccio. La strada venne istituita nel 1959, anni in cui la zona lungo la Via Cristoforo Colombo ebbe una notevole estensione sul versante dell'Ardeatino, e in linea con la toponomastica della zona che vede le strade dedicate ad accademie e altre istituzioni simili fu chiamata Via dell'Accademia Albertina, in onore dell'Accademia di Belle Arti di Torino, fondata nel 1678 come "Accademia dei pittori, scultori e architetti" e divenuta "Accademia Albertina" nel 1833 dopo essere stata rifondata dal Re di Sardegna Carlo Alberto.
Accademia Belle Arti Torino
Il logo dell'Accademia Albertina

 
La strada fa parte della Zona urbanistica Tormarancia e il suo Cap è 00147.

Via dell'Accademia Aldina

Via dell'Accademia Aldina è una strada del Quartiere Ardeatino compresa tra Via Aristide Leonori e Via Accademia degli Agiati. La strada è stata istituita nel 1959, anni in cui la zona tra Tor Marancia e la Montagnola lungo la Via Cristoforo Colombo si è sviluppata notevolmente. In linea con la toponomastica locale, che vede le strade dedicate ad accademie italiane, venne dedicata all'Accademia Aldina, fondata nel 1494 a Venezia dall'umanista e stampatore Aldo Manuzio con lo scopo di promuovere la sua edizione a stampa e chiusa nel 1515 dopo la morte del suo fondatore ma dopo aver accolto molti dei principali umanisti.
 
Accademia Aldina affresco Palazzo Pio Carpi Aldo Manuzio
Aldo Manuzio, fondatore dell'Accademia Aldina, in un affresco di Bernardino Loschi presso il Castello dei Pio a Carpi

La strada fa parte della zona urbanistica Tormarancia e il suo CAP è 00147.

Via Accademia degli Agiati

Via Accademia degli Agiati è una strada del Quartiere Ardeatino, compresa tra Via Cristoforo Colombo e Via Vittore Carpaccio. Le origini della strada risalgono al 1957, anni in cui la zona tra Tor Marancia e la Montagnola ebbe un grosso sviluppo urbanistico lungo la Via Cristoforo Colombo, e in linea con la toponomastica locale che vede le strade dedicate a importanti accademie italiane, venne dedicata all'Accademia Roveretana degli Agiati, importante istituzione culturale nata a Rovereto nel 1750 formatasi intorno alle figure di Giuseppe Valeriano Vannetti e della moglie Bianca Laura Saibante.
Sulla strada è stato per molto tempo operativo il cinema Ambassade, così come sempre lungo la strada vi sono gli uffici dell'emittente tv locale Rete Oro.
Il simbolo dell'Accademia Roveretana degli Agiati, che da il nome alla strada

 
La strada fa parte della zona urbanistica Tormarancia, e il suo CAP è 00147.

Piazza Nicola Maria Nicolai

San Basilio Piazza Nicolai

 
Piazza Nicola Maria Nicolai si trova nel Quartiere San Basilio, ed è situata lungo Via Nicola Maria Nicolai. Nel 1957 si decise di organizzare la toponomastica della zona di San Basilio limitrofa alla Chiesa di San Cleto e furono precisati i confini di Via e Piazza Nicola Maria Nicolai, dedicate all'economista ed agronomo nato a Roma nel 1757 e morto sempre a Roma nel 1833, prelato ed erudito che ebbe ruoli importanti nella Roma del XIX secolo.
La strada si trova nella Zona Urbanistica San Basilio e il suo CAP è 00156.

L'uomo si libera liberando la natura

Ugo Croce scultura Colli Aniene

La scultura dal titolo "L'uomo si libera liberando la natura" si trova nel giardino al centro di Viale Ettore Franceschini, nella parte della Zona Tor Cervara nota come Colli Aniene.
La scultura raffigura un uomo nudo che si fa spazio tra due blocchi massicci e lascia andare, con un gesto di apertura delle braccia e innalzamento, un volatile, come a liberarlo.
Le due placche metalliche situate a ridosso e di fianco la scultura ne raccontano la storia e l'intento: nel 1989 la Sogester e l'Associazione Iniziative Territoriali (oggi chiamata associazione "Il Foro") acquistarono per 300.000 lire un blocco di marmo greco dalla Ciocchetti Marmi che, con altre 300.000 lire venne trasportato su un basamento in cemento costruito per l'occasione da alcuni volontari (che successivamente si sarebbero riuniti nell'associazione "L'Anfiteatro"). Parliamo di anni in cui il quartiere Colli Aniene era ancora in gran parte in fase di edificazione.
L'Associazione Iniziative Territoriali lanciò dunque nel 1990 un concorso di idee per decidere cosa fare di quel blocco, e tra le cinque proposte pervenute scelse quella del professor Ugo Croce, professore presso il vicino Istituto d'Arte Roma 2 del Tiburtino III, oggi chiamato Liceo Artistico Statale Enzo Rossi. Il soggetto è molto eloquente e ben renso nell'opera: un essere umano che liberandosi da due grandi pesi che lo schiacciano libera, insieme a sé stesso, la natura raffigurata dal volatile sopra la sua testa.
L'opera venne realizzata grazie a un contributo di 15 milioni di lire finanziato dal Consorzio AIC (Associazione Italiana Casa), dalla Coop Deposito Locomotive Roma San Lorenzo, dalla Coop CIMA e dalla Coop Lega San Paolo.
L'opera venne dunque realizzata nell'arco di sei mesi dal professor Ugo Croce e dai suoi studenti dell'Istituto d'Arte Roma 2.

Via Urbino

Quartiere Tuscolano Via Urbino

 
Via Urbino è una strada del Quartiere Tuscolano, compresa tra Via Faenza e Via Cesena. Questa strada, originariamente (nel 1911), venne chiamata Via Teramo ma, nel 1920 e con conferma nel 1921, quando si decise di fare ordine tra i nomi delle strade dedicate alle città italiane scegliendo le zone Tuscolano e Appio-Latino per città capoluogo di circondario. Fu dunque scelta per questa strada la dedica alla città marchigiana in luogo di quella abruzzese, che vide una nuova strada a essa dedicata nel Quartiere Prenestino-Labicano.
Lungo la strada vi sono diversi palazzi eleganti, tra cui il retro del palazzo neorinascimentale di Via Appia Nuova 59 e il più moderno complesso del Gallery Center.
La strada si trova nella Zona Urbanistica Tuscolano Nord e il suo CAP è 00182.

Villino Veneziani



Il Villino Veneziani è situato in Via di Villa Albani n. 12 ad angolo con Via Brescia, nel Quartiere Salario.
Venne costruito su progetto di Giovanni Battista Milani per la famiglia Veneziani, il progetto è datato 1923, con la firma di Angelo Guazzaroni, mentre la costruzione venne terminata nel 1925.
L'opera, tipica dello stile di Giovanni Battista Milani, è in raffinato stile settecentesco, nel complesso uno dei più eleganti villini dell'architetto.
L'edificio ha una pianta angolare, con il vertice all'incrocio di Via Brescia e Via di Villa Albani, si sviluppa su due piani. 


Al pian terreno è ricoperto da una bugnatura rustica, la finestra centrale è decorata con un timpano spezzato a volute. Al piano nobile le finestre sono dotate di un timpano mistilineo, sovrastante una conchiglia.
La parte più monumentale è la facciata ad angolo posta tra le due vie, è caratterizzata, al pianterreno, da un portico dorico sormontato da una balaustra, al piano superiore si apre una grande finestra tripartita decorata da cariatidi di stucco e, centralmente, due colonne ioniche con trabeazione a timpano spezzato. L'ultimo livello ospita una grande finestra ad arco rastremata, contornata da due nicchie.
La facciata posteriore è occupata da un pregevole bowindow contenente una serliana, dotata di un timpano mistilineo.
Nel complesso il villino è stato restaurato correttamente con colori chiari, le bugnature dovrebbero essere bianche.

Pietre d'inciampo in memoria di Edoardo Ricchetti ed Elvira Sacerdoti

Via Flaminia 395 Pietre d'Inciampo

In Via Flaminia all'altezza del civico 395, nel Quartiere Flaminio, sono presenti due pietre d'inciampo che ricordano Edoardo Ricchetti (1873-1943), arrestato il 16 Ottobre 1943, deportato ad Auschwitz e assassinato il 23 Ottobre 1943, ed Elvira Sacerdoti  (1876-1943), arrestata il 16 Ottobre 1943, deportata ad Auschwitz ed assassinata il 23 Ottobre 1943.

Villino Oberti



Il Villino Oberti era un villino, oggi non più esistente, situato in Via degli Scipioni nn. 260 262 del Rione Prati
Venne ristrutturato nel 1918 da Giovanni Battista Milani per il Commendatore Zaccaria Oberti, assicuratore marittimo e Presidente della Camera di Commercio di Genova, dal 1915.
Il villino originario era stato costruito nel 1910 in forme rinascimentali, il Milani dette una veste barocca alla costruzione con timpani spezzati, a volute, e conchiglie sommitali.
La parte più interessante però era la decorazione pittorica del secondo livello, ispirata alle facciate dipinte dei palazzi Genovesi, chiaro rimando alle origini liguri del proprietario, con figure allegoriche femminili, incorniciate da telamoni e putti, realizzata dal pittore Ballerini.
Questo gioiello del Rione Prati fu barbaramente abbattuto nel 1969 per costruirvi un grande edificio per uffici, anche il villino Libotte adiacente ad esso subì la stessa sorte.




Via Cortona

Via Cortona è una strada situata in parte nella Zona Val Melaina e in parte nella Zona Castel Giubileo, compresa tra Via Salaria e Via Annibale Maria Di Francia, nella zona nota anche come Fidene. Le origini della strada risalgono al 1942, quando la zona insisteva nell'Agro Romano, e in linea con i nomi delle strade della zona che vede le strade intitolate a località della Toscana, venne dedicata al comune di Cortona, in provincia di Arezzo.
 
Val Melaina Castel Giubileo Via Cortona

 
La strada si trova nella Zona Urbanistica Aeroporto dell'Urbe, e il suo CAP è 00138.

Santa Maria Addolorata

Chiesa Santa Maria Addolorata Villa Gordiani

 
La Chiesa di Santa Maria Addolorata si trova nel Quartiere Collatino, all'angolo tra Viale della Serenissima e Viale della Venezia Giulia.
Sede Parrocchiale dal 1958, anno in cui il Cardinale Clemente Micara con il decreto Quartum Iam Annum, affidata prima ai Servi dei Poveri e poi dal 1987 al Clero della Diocesi di Roma, l'attuale edificio venne realizzato tra il 1998 e il 2001 dall'architetto Tommaso Sbardella. Fu il Cardinale Camillo Ruini, il 17 Marzo 2001, a consacrare il nuovo edificio. Nel 2015 è stato creato un Titolo Cardinalizio legato alla Chiesa.
Dal punto di vista architettonico, la struttura dell'edificio è composita e ricca di materiali, dal travertino al tufo, con una copertura in legno e rame.
All'interno si possono ammirare un Crocifisso ligneo e vetrate opera di Mara Alessandri e un organo a canne di Organaria Romana Opus III realizzato nel 2001.

Altri siti che ne parlano:

Villino Ruffo di Calabria



Il Villino Ruffo di Calabria è situato in Via Nomentana ad angolo con Via dei Villini n. 2, nel Quartiere Nomentano.
Fu costruito nel 1887 dall'architetto Costantino Sneider per il Principe Francesco Ruffo di Calabria, Marchese di Licodia, sui terreni di Villa Patrizi, appena lottizzati.
L'edificio è a pianta quadrangolare, si sviluppa su due piani, la facciata principale è situata lungo la Via Nomentana, è occupata da una grande loggia di tre arcate su colonne, su cui trova una terrazza.

La monumentale loggia su Via Nomentana

Il pianterreno è rivestito a bugnato liscio, mentre il piano nobile è decorato da lesene corinzie, le finestre sono dotate di un timpano ricurvo, mentre quelle che affacciano sulla loggia sono sovrastate da arcate su semicolonne ioniche, con lunette decorate a stucco.


La facciata laterale è occupata da tre finestre per piano, ripropone lo stesso schema della facciata sulla Via Nomentana.
Dal 2016 il villino ospita l'Istituto Culturale Coreano, gli interni conservano in parte gli  elementi architettonici originali. 
Le bugnature del pianterreno devono essere restaurate in color travertino.


Villino Huergo



Il Villino Huergo è situato in Via Nomentana n. 297 ad angolo con Via Capodistria, nel Quartiere Trieste, oggi è sede dell'Ambasciata di Malesia.
Venne costruito nel 1888 per Bonifacio Huergo dall'ingegnere Vincenzo Bonamico. 
Si trattava di una delle prime ville costruite lungo la Via Nomentana alla fine dell'Ottocento, in questo caso quelle costruite sui terreni dell'antica Villa Alberoni, lottizzati dalla Compagnia Fondiaria Italiana.

Il Villino Huergo ai primi del Novecento 

L'edificio ha una pianta quadrangolare, si sviluppa su due piani.
La facciata principale è rivestita a bugnato ed è occupata da tre finestre per piano, nei due piani superiori è decorata da grandi lesene ioniche, le finestre del piano nobile sono dotate di timpano, ed hanno un parapetto a balaustri, la finestra centrale è dotata di un balcone sorretto da quattro mensole.
Sul cornicione si apre una terrazza con parapetto a balaustra.

La facciata laterale vista da Via Capodistria

Negli anni Cinquanta il villino passò in proprietà a Carolina Garavelli, che il 19 luglio 1977 la vendette alla Malesia, che la destinò a sede dell'ambasciata a Roma.
All'interno vi sono molte sale decorate da stucchi ed elementi architettonici di pregio, il salone di rappresentanza è quello al pian terreno affacciato sull'ingresso posteriore.

Il salone al pianterreno (foto Ambasciata di Malesia)

È decorato da lesene in marmo cipollino con capitello ionico su cui poggia una elaborata trabeazione in stucco.




Complesso di case popolari di Via Tor de' Schiavi

Tor de' Schiavi Prenestino Labicano case ATER

In Via Tor de' Schiavi, nella parte compresa nel Quartiere Prenestino-Labicano, in un'area delimitata da Via Romolo Trinchieri e Via Fiuggi, sorge un complesso di case popolari realizzato nei primi anni del secondo dopoguerra. E' composto da 18 fabbricati, di cui 12 (6 per parte) nei settori nord e sud del complesso e sei più piccoli in quello centrale, dove si trovano anche gli impianti sportivi.

Villino de Luca



Il Villino de Luca è situato in Via Antonio Bosio n. 5, nel Quartiere Nomentano.
Venne costruito nel 1912 dall'ingegnere Camillo Catinelli per il baritono Giuseppe de Luca, all'epoca astro nascente della lirica Italiana.


L'edificio ha una pianta quadrangolare, si sviluppa su un piano solo, è in stile Rinascimentale Fiorentino, con finestre ad arco a tutto sesto dotate di piattabande a sesto acuto, nella parte posteriore si trova una torretta con beccatelli. Sulla facciata si apre il portico d'ingresso decorato con grandi paraste corinzie scanalate.


Il baritono vi abitò, quando risiedeva a Roma,  fino alla morte, avvenuta nel 1950 a New York.
Oggi ospita la sede dell'Ambasciata d'Australia.
Una bella cancellata in ferro battuto decora l'ingresso carrabile.




Villino de Paolis



Il Villino de Paolis è situato in  Via Nomentana n. 92, ad angolo con Via Antonio Bosio, nel Quartiere Nomentano.
Fu il primo edificio ad essere costruito in Via Bosio, all'epoca chiamata Via Alessandro Torlonia, sui terreni della Villa Ferrari, era anche l'unico villino presente tra Villa Torlonia e Villa Mirafiori, sul lato destro della Via Nomentana. 
Venne progettato dall'ing. Renato de Paolis come propria residenza nel 1905 e costruito l'anno successivo.

Il Villino de Paolis, sul lato destro della Nomentana, nel PRG del 1908

In origine si sviluppava su tre piani, poi soprelevati, il pianterreno è rivestito a bugnato liscio, con lesene doriche angolari, mentre ai livelli superiori è presente un bugnato angolare.
Al piano nobile le finestre sono architravate con timpano ricurvo su volute, la facciata su Via Nomentana ne ospita tre per piano, mentre quella lungo Via Bosio cinque. 


Il portone d'ingresso è sormontato da un portico su colonne doriche con balconata.
Sui due versanti interni si aprono due avancorpi semicircolari decorati da semicolonne doriche sormontati da una terrazza con balaustra, dotata di una copertura in ghisa e vetro.



Il Villino è stato recentemente restaurato con colori completamente errati: il bugnato deve essere color travertino e l'intonaco chiaro.

Musei nel Rione Campitelli

Fori Imperiali
Museo di Arte Farmaceutica
Musei Capitolini
Museo centrale del Risorgimento al Vittoriano
Museo Nazionale Romano - Antiquarium del Palatino

Sport a Roma


Manifestazioni musicali a Roma

Rino Gaetano Day

Conventi, Monasteri e altri Istituti Religiosi del Rione Prati

Pontificio Collegio Pio Latino Americano (demolito), Via Federico Cesi angolo Via Ennio Quirino Visconti 

Conventi, Monasteri e altri Istituti Religiosi del Quartiere Trionfale

Conventi, Monasteri e altri Istituti Religiosi del Quartiere Pinciano

Collegio della Misericordia (demolito), Via Po
Villa San Francesco, in Via Gramsci all'angolo con Viale Bruno Buozzi e Via dei Monti Parioli

Conventi, Monasteri e altri Istituti Religiosi del Quartiere Flaminio

Casa Provinciale delle Figlie di di Nostra Signora della Misericordia, Via Flaminia 351

Conventi, Monasteri e altri Istituti Religiosi per suddivisione toponomastica

 

Conventi, Monasteri e altri Istituti Religiosi a Roma


Villino Ciangottini

Il villino Ciangottini (foto Memorie di Roma)


Il Villino Ciangottini era un villino oggi non più esistente situato in Via Giovanni Battista de Rossi nn. 13-15, nel Quartiere Nomentano.
Fu costruito dall'ingegner Marcello Ciangottini come propria residenza nel 1914.
Il origine la strada era chiamata Vicolo di Pietralata, e il villino fu il primo edificio ad esservi edificato, si trovava al civico 12c poi 24, all'epoca era immerso nella campagna e vi si potevano ammirare Villa Massimo e Villa Torlonia.
L'edificio era semplice, di gusto floreale, si sviluppava su due piani, il pjanterreno era rivestito a bugnato liscio, sulla destra della facciata si trovava una torretta di tre piani, con un terrazzo sommitale.

Progetto del Villino Ciangottini (ASC)

L'importanza del villino è dovuta al fatto che dal 1918 al 1925 vi abitò Luigi Pirandello, con i figli Stefano, Fausto e Lietta. Mentre quì risiedeva compose Sei personaggi in cerca d'autore e molte novelle.

Pirandello nel 1919

Pirandello abitava all'ultimo piano, ed aveva accesso anche alla terrazza situata sul tetto del villino. L'appartamento era caratterizzato da un'anticamera, l'ampio salone era separato da un'arcata con vetrata liberty dallo studio.
Negli anni Cinquanta venne demolito per costruire una palazzina di cinque piani.

Villino Stefanucci



Il Villino Stefanucci era un villino oggi non più esistente situato in Via Giuseppe Antonio Guattani n. 16 nel Quartiere Nomentano.
Venne costruito nel 1913 dall'ingegner Venuto Venuti per la famiglia Stefanucci.

La facciata del villino lungo Via Guattani (ASC)

Il villino si estendeva su tre piani, era decorato in stile barocco.
La pianta quadrangolare si sviluppava longitudinalmente verso l'interno.
Il pianterreno era ricoperto a bugnato liscio, mentre le finestre erano decorate da una conchiglia sommitale, elaborate erano anche le volute del cornicione, inoltre si aprivano piccoli avancorpi decorati da bugnati angolari.
Anche questo villino, come altri presenti nella strada, fu barbaramente demolito nel 1966 per realizzare la sede dell'ANCE, su progetto di Giulio Pediconi.


Villino Sanderson



Il villino Sanderson era un villino oggi non più esistente situato in Via Giuseppe Antonio Guattani n. 9, nel Quartiere Nomentano.
La costruzione del villino venne avviata nel 1910, per William Robert Sanderson, industriale di origini inglesi, trapiantato in Sicilia dove il padre aveva avviato un'industria nel settore degli agrumi.

William Robert Sanderson

Proprio a causa delle sue attività in Sicilia il proprietario volle che villino fosse in pietra tufacea, ispirato alle costruzioni di Messina, dove aveva sede la sua attività.
Nel 1920 venne ampliato dall'ingegnere Guido Beretta.
La fine dell'edificio fu decretata nel 1954, quando venne barbaramente abbattuto per costruire il palazzo della Lega Nazionale delle Cooperative, su progetto di Cairepro.


Piazza di San Pantaleo



Piazza di San Pantaleo è un'importante slargo situato lungo Corso Vittorio Emanuele II nel Rione Parione.
La Piazza si trovava in origine lungo la Via Papalis che da Piazza Venezia arrivava Ponte Sant'Angelo, sulla strada nel 1216 venne consacrata la Chiesa di San Pantaleone, martire sotto Diocleziano nel 305, che presto venne rinominata dal popolo San Pantaleo.

Piazza San Pantaleo nel Catasto Gregoriano del 1835 

In origine lo slargo era ricavato in una rientranza del Palazzo Massimo e del Palazzo Orsini, oggi Palazzo Braschi, che all'epoca aveva un fronte diagonale.
La realizzazione di Palazzo Braschi nel 1794 nobilitò la piazza perchè venne edificata una grande facciata a cinque finestre per piano, con un ampio portone d'ingresso e una maestosa balconata al piano nobile.
Nel 1829 la Presidenza delle Strade diede il nome ufficiale allo slargo:"Piazza di San Pantaleo".
I lavori per la costruzione di Corso Vittorio Emanuele II comportarono nel 1883 l'allargamento della piazza che venne ampliata verso Sud-Ovest con la costruzione di Palazzo Russo, realizzato sul tracciato del vecchio Vicolo dell'Aquila. La facciata di Palazzo Russo è molto simile a quella di Palazzo Braschi e crea un gioco di rimandi e citazioni. 

La piazza ai primi del Novecento 

Nel 1895 venne infine costruito il Monumento a Marco Minghetti, che abbellisce notevolmente l'area.


Strade della Zona Ottavia

A seguire, un elenco di tutte le strade attualmente esistenti nella Zona Ottavia
 

Strade scomparse della Zona Tomba di Nerone

A seguire un elenco delle strade della Zona Tomba di Nerone oggi non più esistenti. Per le strade attualmente esistenti del quartiere, rimandiamo a quest'altro elenco.
 

Santa Maria in Aracoeli

Santa Maria in Aracoeli è una Chiesa situata nel Rione Campitelli, sul Campidoglio, cui si può accedere dalla monumentale scala che arriva a Piazza d'Aracoeli.

Statue all'interno della Chiesa:

Statue e monumenti scomparsi del Rione Campo Marzio

A seguire un elenco in ordine alfabetico relativo alle statue e i monumenti non più esistenti del Rione Campo Marzio.
 

Ristoranti scomparsi nella Zona Acilia Sud

King Ranch, Viale Alessandro Ruspoli 196

Via di Santa Balbina


Via di Santa Balbina è una strada che conduce da Viale Giotto a Viale Guido Baccelli, nel Rione San Saba.
La strada ricalca perfettamente l'antico Clivus Delphini, di origine romana, di cui varie testimonianze sono affiorate negli scavi archeologici.
In origine la via originava da Via Aventina, sul Piccolo Aventino, e terminava, dopo un tratto in discesa in Via di Porta San Sebastiano.
La strada aveva un aspetto agreste ed era immersa nelle vigne, tra cui spiccavano la Vigna Boccapaduli e la Vigna del Capitolo di San Pietro, al centro si trovava l'ingresso alla Chiesa di Santa Balbina.

La strada nella mappa del Nolli del 1748

Nel 1909 la strada fu inevitabilmente interessata dai lavori per la realizzazione della Passeggiata Archeologica, che comportarono la distruzione della parte finale, dalla Basilica di Santa Balbina a Via di San Sebastiano.
Oggi rimane intatto il tratto che da Viale Giotto arriva a Santa Balbina, completamente privo di costruzioni moderne.




Via delle Palme

Centocelle anni 30 mappa Via delle Palme

Via delle Palme è una strada del Quartiere Prenestino-Centocelle, meglio noto semplicemente come Centocelle, compresa tra Via Tor de' Schiavi e Viale Palmiro Togliatti. L'origine della strada risale al 1925, quando venne istituito gran parte del principale nucleo di strade del quartiere Centocelle, tutte dedicate a diversi tipi di piante: la strada in questione fu dedicata alle palme.
Originariamente, la strada andava da Via Tor de' Schiavi alla campagna, per poi essere prolungata nel 1950 fino a Via Lucera, strada che nel 1976 venne inglobata dal nuovo Viale Palmiro Togliatti, portando i limiti della strada a quelli attuali.
 
Centocelle strada

Via delle Palme è anche il titolo di un libro di narrativa scritto da Tiziano Loreti e ambientato a Centocelle, in modo specifico nella via che da il titolo al volume.
Lungo la strada sorgono numerosi esercizi commerciali, come ad esempio una delle sedi della catena di ristoranti peruviani Inka Chicken.
La strada si trova nella zona urbanistica Centocelle e il suo Cap è 00171.

Rino Gaetano Day

Rino Gaetano Day Parco Talenti 2023

Il Rino Gaetano Day è un evento musicale che si svolge ogni anno per ricordare il cantautore Rino Gaetano (Crotone 1950-Roma 1981), calabrese e romano d'adozione, strettamente legato al Quartiere Monte Sacro, dove viveva e che viene citato più o meno direttamente in molte sue opere.
Il concerto si svolge dal 2011, anno del trentennale della morte prematura del cantante, e viene organizzato dalla sorella Anna e dal nipote Alessandro. Nel corso dell'evento si esibisce la Rino Gaetano Tribute Band che ripropone alcuni classici del cantautore e si uniscono molti artisti e personalità del mondo dello spettacolo e della musica.
Nel corso degli anni, la manifestazione si è svolta a Piazza Sempione e al Parco Talenti. L'evento rappresenta, oltre ovviamente a un modo per ricordare Rino Gaetano, non solo un'importante manifestazione musicale, ma anche un importante evento per la vita e l'identità del quartiere cui il cantautore era particolarmente legato.
Le citazioni e i riferimenti a Monte Sacro, ai suoi mezzi pubblici, al percorso per spostarsi dal quartiere e tornarvi sono molteplici nelle canzoni di Rino Gaetano. "Chi prende il 60", in riferimento all'autobus che collega Monte Sacro al centro, "Chi va a Porta Pia", proprio in riferimento al percorso lungo la Nomentana fatto dall'autobus e da chi va verso il centro.
Proprio sulla Nomentana, il 2 Giugno 1981, Rino Gaetano trovò la morte appena 30enne in un incidente stradale all'altezza di Via Carlo Fea, nel Quartiere Nomentano.

Viale Pinturicchio

 
Via Pinturicchio Flaminio vecchia mappa
Via Pinturicchio nel 1944

Viale Pinturicchio è una strada del Quartiere Flaminio compresa tra Via Flaminia e Piazza Gentile da Fabriano. Le origini della strada risalgono al 1925, quando una serie di strade del quartiere vennero istituite e dedicate ad artisti. Tale strada venne dedicata a Pinturicchio, nome con cui è divenuto noto Bernardino di Betto Betti (Perugia 1453 circa - Siena 1513), importante artista rinascimentale.
Originariamente la strada doveva limitarsi a congiungere il Viale Tiziano con Via Flaminia, ma successivamente fu prolungata fino a Piazza Gentile da Fabriano, da cui forma il lato nord di un tridente insieme a Via Guido Reni e Viale del Vignola.
 
Flaminio Pinturicchio
 
La strada ebbe il grosso dello sviluppo progressivo, e il grosso dell'urbanizzazione avvenne dopo la Seconda Guerra Mondiale: le mappe precedenti al conflitto, infatti, mostrano chiaramente come la zona ancora non fosse del tutto edificata.
La strada si trova nella Zona Urbanistica Flaminio e il suo Cap è 00196.

Casa Provinciale delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia

Istituto Santa Maria Giuseppa Rossello

In Via Flaminia, nel Quartiere Flaminio, al civico 351 è presente l'edificio della Casa Provinciale dell'ordine delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia. L'ingresso dell'edificio è riconoscibile perché sormontato da un bassorilievo. Tale Congregazione venne fondata nel 1837 da Santa Maria Giuseppa Rossello, cui è dedicata la scuola annessa alla Casa Provinciale.
La Congregazione si stabilì a Roma nel 1906, aprendo la propria prima Casa Provinciale e l'asilo presso Santa Maria del Popolo.
Nel 1917 la Congregazione si è stabilita nel Quartiere Flaminio e nel 1921 costruisce il primo nucleo della Casa Provinciale e dell'annesso Istituto Santa Maria Giuseppa Rossello, complesso che viene ampliato tra il 1927 e il 1931 con l'aggiunta di nuove strutture.

Altri siti che ne parlano:

Aula Ottagona dei Musei Capitolini



L'Aula Ottagona era una struttura espositiva, oggi non più esistente, dei Musei Capitolini, nel Rione Campitelli.
Con la proclamazione di Roma a Capitale d'Italia iniziarono presto le lottizzazioni di nuove aree destinate alla costruzione dei nuovi quartieri impiegatizi e per il ceto medio, le aree maggiormente interessate furono quelle del Quirinale, del Viminale, con la realizzazione di Via Nazionale, e dell'Esquilino, all'epoca occupate da vigne e ville suburbane.
Per realizzare le fognature e le fondamenta degli edifici furono i ritrovati moltissimi reperti archeologici, sia strutture, che vennero demolite, o sotterrate, che oggetti e statue, che vennero catalogati e sistemati nei depositi comunali. La supervisione degli scavi archeologici fu affidata alla Commissione Archeologica Comunale, guidata da Rodolfo Lanciani. 
Per ospitare i reperti di maggior prestigio fu commissionata all'architetto Virginio Vespignani la progettazione di una grande aula con cupola, da realizzare all'interno del cortile del Palazzo dei Conservatori.
Egli realizzò un'aula di pianta ottagonale, a imitazione dell'Aula Ottagona della Domus Aurea, interamente in legno, con la cupola sostenuta da colonnine in ghisa. Le vele della cupola erano decorate da elaborare pitture a grottesche e girali fogliati.
La sala fu solennemente inaugurata nel 1876, con una cerimonia cui presenziò il Sindaco di Roma. All'epoca conteneva 133 reperti, tra cui spiccava la Venere Esquilina, i due geandi crateri degli Horti Vettiani, la fontana a forma di corno e il cane degli Horti Maecenatis.


Man mano che venivano scoperte nuove statue, queste venivano collocate nella sala, che si arricchì progressivamente di opere.
Nel 1903 i Musei Capitolini si espansero occupando nuovi locali al pianterreno del Palazzo dei Conservatori, fu decisa la demolizione dell'aula otragona e, sotto la supervisione dell'archeologo Rodolfo Lanciani, i reperti vennero riallestiti nelle nuove sale espositive.