Ristoranti scomparsi nel Suburbio Tor di Quinto

Ernesto alle Terrazze, Via Oriolo Romano 59

Via Pietro Micca

Via Pietro Micca

Via Pietro Micca è una strada situata nel Rione Esquilino compresa tra Via di Porta Maggiore e Via Giovanni Giolitti. La strada ricarde in parte nell'area della II Cooperativa Luzzatti, ragione per cui la sua storia è strettamente legata a questa realtà.
Le tre Cooperative Luzzatti nacquero in seguito alla Legge Luzzatti, voluta dall'allora Presidente del Consiglio Luigi Luzzatti, che aveva permesso la nascita di cooperative e istituti per realizzare alloggi (sulla scia di tale legge nacquero anche gli istituti per le case popolari).
Via Pietro Micca era stata originariamente istituita nel 1901 e, in linea con la toponomastica della zona che vede le strade dedicate a figure della casa Savoia e personaggi o episodi a loro legati, venne dedicata a Pietro Micca (Sagliano 1677 - Torino 1706), l'eroico soldato piemontese che durante l'assedio di Torino del 1706 si immolò facendo saltare una galleria sotto la Cittadella per fermare i soldati francesi.
Dal 1911, venne realizzata la II Cooperativa Luzzatti, con la realizzazione degli edifici ad opera dell'architetto Umberto Leoni. Tale costruzione riguardò in parte Via Pietro Micca, nello specifico il lato da cui ha inizio Via Balilla, centro del nuovo quartiere.
Proprio mentre erano in corso i lavori per i nuovi edifici, nel 1913 all'angolo tra Via Micca e Via Principessa Margherita (oggi Via Giolitti) venne rinvenuto un edificio in laterizio, forse realizzato con materiali riutilizzati da strutture della vicina necropoli di Via Labicana, con una grande iscrizione dedicata a "Epaphroditus", oggi custodita presso il Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano.
Nel 2005 in questa strada aprì il Micca Club, locale d'intrattenimento e spettacoli dal vivo che ha acquisito presto una grande fama. Il locale è stato attivo nella strada fino al 2013, successivamente ha iniziato a svolgere serate in altri locali.

Altri siti che ne parlano:

Via dei Piceni

San Lorenzo Via dei Piceni

Via dei Piceni è una strada situata a San Lorenzo, nel Quartiere Tiburtino, compresa tra Via degli Ausoni e Via del Verano. Tale strada nacque originariamente insieme al quartiere di San Lorenzo, alla fine del XIX Secolo, e le strade presero gradualmente i nomi delle popolazioni dell'Italia pre-romana. Questa strada, originariamente, nel 1887 era stata considerata un tratto di Via dei Marsi fino a quando, nel 1924, alla luce dello sviluppo del quartiere, questo tratto si trovò isolato dasl resto della strada e si decise di cambiarne il nome. In linea con la toponomastica locale la strada venne dedicata dunque a un antico popolo italico, in questo caso i Piceni, che abitavano tra le Marche e l'Abruzzo intorno all'area appunto nota come Piceno.
 
Altri siti che ne parlano:

Ernesto alle Terrazze

Ernesto alle Terrazze era un ristorante situato in Via Oriolo Romano 59, nel Suburbio Tor di Quinto. Si trattava di un ristorante elegante specializzato in cucina di pesce con una terrazza estiva cui doveva il nome. Al suo posto, oggi, sorge il salone di parrucchieri "Romacentro".

Le Due Isole

Le Due Isole era un ristorante situato in Via Federico Ozanam 28, a Monteverde, nel Quartiere Gianicolense. Si trattava di una pizzeria caratterizzata da un offerta molto vasta di circa 50 specialità di pizza.
Al suo posto oggi sorge la pizza a taglio Desideri di Pizza.

La Dolce Vita - Sapori e Sapere

La Dolce Vita - Sapori e Sapere, o La Dolce Vita da Luisa, era un ristorante situato in Lungotevere di Pietra Papa 51, nel Quartiere Portuense, nella zona Marconi, nello specifico la zona nota come Ponte Marconi. Si trattava di un tipico locale di quartiere, offriva soprattutto specialità di pesce ma anche pizze. Al suo posto oggi sorge la pizzeria ArVolo.

Candidature di Roma alle Olimpiadi

A seguire, un elenco delle candidature di Roma a ospitare le Olimpiadi. Roma si è proposta, in varia maniera e arrivando a volte più vicina altre fermandosi in fase iniziale, per ospitare diverse edizioni dei Giochi Olimpici estivi dell'era moderna. Fino ad oggi, Roma è riuscita a organizzare le Olimpiadi del 1960. I Giochi del 1908 erano originariamente stati assegnati a Roma, ma l'eruzione del Vesuvio del 1906 che uccise oltre 100 persone e devastò numerose aree vicine al vulcano portò il Governo italiano a decidere di rinunciare all'organizzazione dei Giochi per focalizzare maggiori energie nel gestire la tragedia.
Ecco le diverse candidature:

1908 (assegnate in un primo momento, il governo tuttavia rinuncia dopo l'eruzione del Vesuvio)
1924
1936
1944
2004
2020
2024

La candidatura di Roma per le Olimpiadi 1940

 
Roma Olimpiaca

In vista dei Giochi Olimpici del 1940, Roma decise di lavorare per proporre una propria candidatura per ospitare la manifestazione. I Giochi, poi, sarebbero stati assegnati a Tokyo, che vi rinunciò dopo lo scoppio della guerra sino-giapponese, portando a un'assegnazione a Helsinki e quindi cancellati per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Per lanciare la candidatura di Roma a ospitare le Olimpiadi estive del 1940 e Cortina d'Ampezzo a ospitare quelle invernali dello stesso anno (all'epoca i Giochi invernali estivi venivano disputati lo stesso anno e non, come oggi, a distanza di due), venne pubblicato dal CONI un libro dal nome Roma Olimpiaca, opera di Bruno Zauli e Raniero Nicolai, in cui venivano promosse le città di Roma e Cortina, il loro valore e la loro tradizione sportiva e culturale e illustrati gli impianti sportivi esistenti e i progetti da mettere in piedi per ospitare i Giochi.
Roma Olimpica candidatura 1940
E' esattamente il testo Roma Olimpiaca a darci una dettagliata testimonianza di cosa il regime fascista aveva in mente come progetto per le Olimpiadi del 1940. Il libro, infatti, dopo aver esaltato la cultura sportiva italiana e offerto dati su come il luogo e il clima di Roma siano adatti a ospitare un evento sportivo di tale calibro, così come l'importanza storica e i collegamenti col resto del mondo della città, va nello specifico a mostrare i luoghi e le strutture, esistenti e da realizzare, per ospitare le Olimpiadi.
L'idea era quella di un torneo incentrato intorno a una serie di strutture, a partire di quello che all'epoca si chiamava Foro Mussolini (l'attuale Foro Italico) e lo Stadio del Partito Nazionale Fascista (l'antenato dell'attuale Stadio Flaminio) situate sulle due sponde dell'ansa del Tevere all'altezza di Ponte Milvio, con eventi in altre aree della città e del Lazio a partire dal Motovelodromo Appio, dal Lago di Albano, Sabaudia e Formia.
Il Villaggio Olimpico, invece, sarebbe dovuto sorgere lungo Via della Camilluccia, dunque sul versante di Monte Mario che affaccia proprio sul Foro Italico e pensato per fondersi con l'ambiente naturale.

Progetto Villaggio Olimpico Camilluccia
Il progetto per il villaggio olimpico alla Camilluccia

Come centro principale della manifestazione, come abbiamo detto, fu pensata l'area del Foro Mussolini, odierno Foro Italico, in cui il primo nucleo di edifici era appena stato realizzato e in cui il progetto prevedeva la realizzazioni di impianti per tutte le principali discipline olimpiche, tra cui uno stadio da oltre 50mila posti.
Vennero poi individuati lo Stadio del Partito Nazionale Fascista (oggi sostituito dallo Stadio Flaminio), che nel 1934 era stato teatro della finale dei Mondiali di Calcio, per disputare altre discipline a partire proprio dal calcio, e per gli sport equestri furono presi in considerazione Piazza di Siena e l'Ippodromo di Tor di Quinto. Per il ciclismo su pista, invece, il testo fa notare come a Roma all'epoca esistesse un solo impianto già adeguato, il Motovelodromo Appio, ma nel caso lo Stadio del PNF sarebbe potuto essere adattato con l'inserimento di una pista ad hoc come già era accaduto nel 1932 per i mondiali di ciclismo. Per il ciclismo su strada, fu suggerito il suggestivo scenario delle vie consolari romane. Per il tiro a segno era stato individuato il Poligono della Farnesina, che già aveva ospitato i Mondiali del 1935.
Per quanto riguarda il canottaggio, vennero proposti il lago di Paola a Sabaudia, un'occasione per celebrare la città di fondazione appena costruita, e oltre a esso il lago di Albano, su cui si affaccia la residenza Pontificia di Castel Gandolfo. Per la vela, furono invece identificate le zone del Circeo e di Formia.
Candidatura Roma 1940 Olimpiadi hotel

 
La candidatura di Roma per il 1940 (insieme a quella di Cortina per le Olimpiadi invernali dello stesso anno) fu pensata per essere affiancata a quella di Roma per l'Esposizione Universale 1942. Il presidente del comitato organizzatore di Tokyo 1940, Jigoro Kano, sosteneva che Mussolini, comprendendo gli interessi del Giappone, avrebbe dovuto avere la sensibilità di fare un passo indietro per sostenere la candidatura nipponica. Per Tokyo organizzare le Olimpiadi di quell'anno era molto importante, dal momento che nel 1940 si sarebbero celebrati i 2.600 anni dalla nascita dell'Impero giapponese: oltretutto, nel 1936, anno in cui si dovette decidere dove ospitare i Giochi, gli interessi di Italia e Giappone, che di lì a poco si sarebbero unite nell'Asse, si stavano gradualmente avvicinando. Mussolini, dunque, fece ritirare la candidatura di Roma, favorendo così Tokyo che sarebbe stata scelta per ospitare i Giochi del 1940. L'Italia ottenne in cambio lo stop nipponico alla vendita di armi all'Etiopia, con cui Mussolini stava iniziando la guerra, e iniziò a puntare sui Giochi del 1944.
Il CIO, riunitosi a Berlino il 31 Luglio 1936, votò dunque per svolgere le Olimpiadi del 1940 a Tokyo, che vinse con 36 voti contro i 26 di Helsinki.
Nel 1937 il Giappone dette inizio alla Seconda guerra Sino-Giapponese: inizialmente, ritenendo di poter chiudere la guerra in tempi rapidi, rimase convinto di ospitare a Tokyo i Giochi, salvo poi rinunciarvi ufficialmente nel 1938. Il CIO decise dunque di assegnarli a Helsinki, seconda classificata nel voto di assegnazione, ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale portò alla successiva cancellazione dell'edizione delle Olimpiadi del 1940.

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Le statue e i monumenti di Cerreto Laziale

A seguire un elenco delle statue e dei monumenti presenti a Cerreto Laziale:
 
Statua della Gatta, in Via Municipio

Ginnastica alle Olimpiadi di Roma 1960

Roma 1960 ginnastica Terme di Caracalla
La ginnasta ungherese Aniko Ducza-Janosi durante un esercizio

Alle Olimpiadi di Roma del 1960 la ginnastica fu uno degli sporti presenti con un totale di quattordici specialità, otto maschili e sei femminili. Nello specifico, per gli uomini si svolsero le gare di concorso individuale e a squadre, corpo libero, sbarra, parallele, cavallo con maniglie, anelli e volteggio, mentre per le donne concorso individuale e a squadre, trave, corpo libero, parallele asimmetriche e volteggio. Le gare si svolsero tra il 5 e il 10 Settembre nella suggestiva cornice delle Terme di Caracalla, uno degli edifici di Roma Antica utilizzati per ospitare gare ed eventi delle Olimpiadi.
La ginnastica alle Olimpiadi di Roma 1960 fu nettamente dominata dall'Unione Sovietica, soprattutto nelle specialità femminili. L'URSS ottenne infatti complessivamente 26 medaglie di cui dieci d'oro nella disciplina, trionfando nel medagliere di categoria e staccando nettamente il Giappone, secondo con nove medaglie di cui quattro d'oro. In modo particolare, il sovietico Boris Shakhlin ottenne quattro medaglie d'oro, due d'argento e una di bronzo, mentre la sua connazionale Larysa Latynina ne ottenne tre d'oro, due d'argento e una di bronzo.
L'Italia padrona di casa portò a casa in tutto tre medaglie, tutte nelle gare maschili: un argento con Giovanni Carminucci alle parallele e due bronzi, uno per Franco Menichelli nel corpo libero e uno nel concorso a squadre.

Rome 1960 Olympics Gymnastic
La ginnasta olandese Bep Ipenburg. Credit: Harry Pot / Anefo



Risultati

Maschile

Concorso individuale
1) Boris Shakhlin (Unione Sovietica)
2) Takashi Ono (Giappone)
3) Yuri Titov (Unione Sovietica)

Concorso a squadre
1) Giappone
2) Unione Sovietica
3) Italia

Corpo libero
1) Nobuyuki Aihara (Giappone)
2) Yuri Titov (Unione Sovietica)
3) Franco Menichelli (Italia)

Statua della Gatta di Cerreto Laziale


In Via Municipio, a Cerreto Laziale, è presente una statua raffigurante una gatta che scatta passando sopra alcuni libri- Si tratta di un riferimento all'assedio di Cerreto, avvenuto nel 1592 per mano del brigante Marco Sciarra, che secondo la tradizione sarebbe stato allontanato per mano dei cittadini del piccolo borgo laziale grazie a un felino cui avevano intinto la coda di pece e appiccato una fiamma così che, andando vicino a dei fienili, appicc un vasto incendio che allontanò dal paese i briganti dello Sciarra.

Tuffi alle Olimpiadi di Roma 1960

Alle Olimpiadi di Roma del 1960 i tuffi furono tra gli sport acquatici presenti. Vennero in tutto disputate quattro gare di tuffi, due maschili (trampolino da tre metri e trampolino da dieci metri) e due femminili (le stesse specialità), tutte presso lo Stadio Olimpico del Nuoto, inaugurato nel 1959 in vista delle Olimpiadi e progettato da Enrico Del Debbio e Annibale Vitellozzi.
Gli eventi nelle quattro specialità si svolsero tra il 26 Agosto e il 2 Settembre e coinvolsero in tutto 75 atleti in rappresentanza di 25 Paesi.
Per quanto riguarda le gare maschili, il medagliere venne dominato dagli Stati Uniti d'America che ottennero entrambi gli ori ed entrambi gli argenti. Gary Tobian ottenne l'oro nel trampolino da 3 metri e l'argento in quello da dieci, vinto invece dal connazionale Bob Webster. L'argento da tre metri, invece, fu vinto dall'americano Samuel Hall. Il bronzo da tre metri andò al messicano Juan Botella, mentre nella specialità da 10 metri andò al britannico Brian Phelps.
Tra le donne la squadra protagonista fu la nazionale olimpica unificata della Germania (la Germania Est e la Germania Ovest corsero insieme a Roma 1960), nello specifico da Ingrid Kramer che vinse l'oro sia da 3 che da 10 metri. Argento, in entrambe le discipline, è andato alla statunitense Paula Jean Myers-Pope, mentre il bronzo è andato nel trampolino da 3 metri alla britannica Elizabeth Ferris, in quello da 10 alla sovietica Ninel Krutova.

Risultati

Maschile

Trampolino 3 metri
1) Gary Tobian (Stati Uniti)
2) Samuel Hall (Stati Uniti)
3) Juan Botella (Messico)

Trampolino 10 metri
1) Bob Webster (Stati Uniti)
2) Gary Tobian (Stati Uniti)
3) Brian Phelps (Regno Unito)

Femminile

Trampolino 3 metri
1) Ingrid Kramer (Squadra Unificata Tedesca)
2) Paula Jean Myers-Pope (Stati Uniti)
3) Elizabeth Ferris (Regno Unito)

Trampolino 10 metri
1) Ingrid Kramer (Squadra Unificata Tedesca)
2) Paula Jean Myers-Pope (Stati Uniti)
3) Ninel Krutova (Unione Sovietica)

Medagliere

1) Stati Uniti ((2 ori, 4 argenti, 6 medaglie totali)
2) Squadra Unificata Tedesca (2 ori, 2 medaglie totali)
3) Regno Unito (2 bronzi, 2 medaglie totali)
4) Messico (1 bronzo, 1 medaglia totale)
4) Unione Sovietica (1 bronzo, 1 medaglia totale)

Piazza Salerno

Nomentano Piazza Salerno

Piazza Salerno si trova nel Quartiere Nomentano, ed è compresa tra Via Giovanni Battista Morgagni e Via Bari. Le origini della piazza risalgono al 1921, quando venne istituita originariamente come "Largo Salerno". In quell'occasione si stabilì di dedicare alle strade della zona nomi di capoluoghi di Provincia italiani, in linea con altre zone di Roma, e per questo slargo fu decretato il nome della città di Salerno. Un nome che presto divenne "Piazza Salerno".
Sulla piazza venne realizzato il vasto complesso del condominio per i dipendenti del Ministero dei Trasporti, costruito nel 1926 nell'isolato all'angolo con Via Giorgio Baglivi e Via Imperia.
La piazza fu scelta nel 1929 per ospitare un monumento a Guido Baccelli, opera dello scultore Attilio Selva. La decisione ricadde su questa piazza per via della vicinanza al Policlinico Umberto I, opera voluta da Baccelli.
Nel 1936 la Congregazione delle Suore Compassioniste cedette un villino con annesso terreno che si affacciavano sulla piazza ai Frati dell'Ordine dei Servi di Maria per realizzarvi una Parrocchia. La sua realizzazione slittò a dopo la Seconda Guerra Mondiale quando, nel 1946, su progetto dell'architetto Alberto Tonelli, iniziarono i lavori per la costruzione della Chiesa dei Sette Santi Fondatori, conclusisi nel 1956.

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Via Placido Zurla

Via Zurla Pigneto

Via Placido Zurla è una strada del Quartiere Prenestino-Labicano compresa tra Via Augusto Dulceri e Via Casilina. La strada nacque originariamente come un tratto di Via Costantino Marmocchi, ma nel 1937 il Governatorato di Roma decise di dare un nome diverso al tratto di tale strada compreso tra Via Dulceri e la Casilina, scegliendo di dedicarla a Giacinto Placido Zurla (Legnano 1769 - Palermo 1834), Cardinale della Chiesa Cattolica e geografo, in linea con la toponomastica locale che vede le strade dedicate a illustri geografi.Via Marmocchi era stata istituita nel 1923, e la zona si era gradualmente sviluppata con la realizzazione di edifici bassi, contigui alla zona destinata a villini di Villa Serventi.
Attualmente il tessuto urbano della strada vede predominare questo tipo di edifici, cui se ne sono aggiunti alcuni più moderni.
 
Pigneto mappa 1935

 
Nella zona sono stati compiuti molti interventi di riqualificazione e valorizzazione, tra cui Casa Zurla, ristrutturazione a opera dello studio DC+F che è stata aperta alle visite durante manifestazioni Open House.
La strada fa parte della Zona Urbanistica Torpignattara. Il CAP di Via Placido Zurla è 00176.
 
Via Zurla villini

 
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Il dito e la luna

Il dito e la luna era un ristorante situato a San Lorenzo, nel Quartiere Tiburtino, in Via dei Sabelli 51. Si trattava di un ristorante con atmosfera da bistrot, proponeva piatti della cucina italiana sia di carne che di pesce.

Altri siti che ne parlano:

Vecchia targa stradale della Via Peregrinorum

Via Peregrinorum Via Laurina

In Via Laurina, nel Rione Campo Marzio, proprio al fianco della moderna targa stradale vicina all'angolo con Via del Babuino, è presente una vecchia targa stradale che reca la scritta "Via Peregrinorum"; sormontata dall'immagine di due pellegrini. Si ritiene che la Via Laurina avesse questo nome alla fine del XVI Secolo, quando la zona del Tridente non era pienamente urbanizzata e, per questa ragione, il flusso dei pellegrini poteva non essere incanalato in maniera lineare su una delle tre grandi arterie che compongono l'area, forse perché ostruite dai resti di un monumento o qualche altro ostacolo. Si ritiene dunque che tale targa risalga al Giubileo del 1475.

Zona Torre Maura

La Zona Torre Maura sorge immediatamente all'interno del Grande Raccordo Anulare tra la Via Casilina e la Via Tuscolana. Il nome potrebbe derivare da un edificio situato nel Fundus Mauricius, ma non è l'unico nome collegato a quello attuale di cui si trova traccia nella zona. Il toponimo San Mauro e Santa Maura (quest'ultimo potrebbe essere una corruzione popolare del primo), infatti, potrebbe essere strettamente collegato a quello della zona e si ha notizia di un casale Sanctus Maurus ancora esistente nel XIV Secolo. L'origine di questi toponimi alla base dell'attuale nome Torre Maura è verosimilmente la stessa e da trovare nella Chiesa di San Mauro, realizzata in età Costantiniana, i cui resti sono ancora visibili su Via di Torre Spaccata. Tale Chiesa nacque probabilmente in connessione a un ipogeo Cristiano i cui resti erano ancora esistenti negli anni '80 quando sono stati abbattuti per i lavori di costruzione di un edificio. Tale complesso secondo alcuni potrebbe essere stato parte delle Basiliche dei Santi Andrea, Nicandro ed Eleuterio realizzate al tempo di Papa San Gelasio I (492-496).
Fino al 1922 la zona della vicina Torre Spaccata faceva parte della tenuta Borghese, che poi la vendettero a privati: iniziarono così le prime costruzioni, che preluderanno al notevole sviluppo della zona dopo la Seconda Guerra Mondiale. Torre Maura ebbe uno sviluppo molto simile.
Oggi molto spesso tra i romani è comune chiamare Torre Maura la zona che formalmente ricade nella Zona Torre Spaccata e vice versa, complice il fatto che Via di Torre Spaccata ricade nella Zona Torre Maura.
 
Chiese:
- Santi GIoacchino e Anna
- San Giovanni Leonardi 
- San Giuseppe Moscati
- San Mauro (resti)

Siti archeologici:
- Muraccio di Santa Maura
 
Altri siti che ne parlano:

Via Adriano Balbi

Via Balbi Pigneto

Via Adriano Balbi è una strada del Quartiere Prenestino-Labicano, compresa tra Piazza Tolomeo e Via del Pigneto. Le origini della strada risalgono al 1921, quando nella zona iniziò a svilupparsi un quartiere per gli impiegati delle ferrovie nella zona Villa Serventi, quartiere caratterizzato dalla presenza di villini, e il Comune di Roma decise di dedicare le nuove strade a insigni geografi. Nello specifico, questa strada venne intitolata ad Adriano Baldi (Venezia 1782 - Venezia 1848), insigne geografo e statistico.
La strada si trova nella Zona Urbanistica Torpignattara. Il CAP di Via Adriano Balbi è 0176.

Crilè

Crilè è stato un ristorante del Quartiere Pinciano che si trovava in Viale Maresciallo Pilsudski 46. Si trattava di una pizzeria ed era aperto fino all'una di notte.

Al Giubileo

 
Al Giubileo Via del Boschetto

Al Giubileo era un ristorante del Rione Monti, situato in Via del Boschetto 44. Il nome è dovuto al fatto che aveva aperto in prossimità del Giubileo del 2000, ed era specializzato in pizza, offrendone un ampio numero di specialità.

Il Covo

Ristorante Il Covo

Il Covo era un ristorante situato in Via del Boschetto 91, nel Rione Monti. Successivamente si è trasferito nella vicina Via dei Serpenti, dove oggi è attivo come bar, mentre in Via del Boschetto è attivo un Bed and Breakfast chiamato sempre Covo. Si trattava di un ristorante che offriva soprattutto cucina italiana, sia di carne che di pesce.

Costa Balena

Costa Balena era un ristorante oggi scomparso che si trovava in Via Messina 5, nel Quartiere Salario. La sua offerta era focalizzata su specialità di mare.

La Corrida

La Corrida era un ristorante, oggi non più esistente, situato in Viale Regina Margherita 74, nel Quartiere Salario. Offriva cucina italiana con proposte sia di carne che di pesce.

Graffito "Governo D'Alema il clandestino"

graffito D'Alema Farnesina
 
In Via della Farnesina, su un muro del complesso ICP, nel Quartiere Della Vittoria, è presente un graffito con scritto "Governo D'Alema il clandestino". Esso risale dunque all'epoca dei due governi consecutivi guidati da Massimo D'Alema tra il 1998 e il 2000.

Villa Francisci

Villino Francisci Villa Pepoli

Villa Francisci si trova in Via di Villa Pepoli n. 1, nel Rione San Saba
E' stato realizzataa nel 1927, su progetto di Alberto Calza Bini con la collaborazione di Mario De Renzi. L'origine della villa è strettamente connessa alla storia dell'area della Villa Pepoli, destinata a partire dal 1924 a una lottizzazione che ha permesso la costruzione di villini residenziali signorili. La Villa Francisci è uno dei primi edifici a essere costruito nell'area, all'epoca isolata, ancora di più se pensiamo che l'attuale Viale Guido Baccelli non esisteva come lo vediamo oggi, ed era solo sterrato. 
 
Calza Bini De Rienzi Villa Francisci

Questo significa che tra la villa e le vicine Terme di Caracalla il rapporto era più stretto, e forse anche per questa ragione, oltre che per il fatto che è precedente ai successivi villini che risentono di altri stili e sperimentazioni, il linguaggio usato nella Villa Francisci è più simile a quello dei casini di campagna che sorgevano in quest'area prima dell'urbanizzazione del XX Secolo.
Il villino è decorato da un bugnato angolare, il tetto è rigorosamente in coppi alla romana, come stabilito dalla commissione preposta alla lottizzazione di Villa Pepoli.





Scuole di Roma per Zona Urbanistica

 

Zone, aree urbane e altri toponimi per Zona Urbanistica

 

Scuole della Zona Urbanistica Prati

 A seguire un elenco delle scuole nella Zona Urbanistica 17A Prati:

Istituto Nazareth, Via Cola di Rienzo

Zone, aree urbane e altri toponimi nella Zona Urbanistica Trastevere

Ristoranti scomparsi nel Rione Pigna

Il Collegio, Via del Piè di Marmo 36

Piazza Riccardo Moizo

Casale Piazza Moizo

Piazza Riccardo Moizo è una strada del Quartiere Della Vittoria, compresa tra Via della Farnesina e Via Nemea. La strada venne istituita nel 1965, quando si decise di dedicare la piazza formatasi tra Via della Farnesina e Via Nemea a Riccardo Moizo (Saliceto 1877 - Roma 1962), generale e pioniere dell'aeronautica. Dal momento che non erano trascorsi 10 anni dalla sua morte quando gli venne dedicata la piazza, tale richiesta venne inoltrata al Ministero dell'Interno per ottenere l'autorizzazione a tale dedica.
La piazza, ad oggi, non è del tutto percepita come una vera e propria piazza anche a causa del dislivello tra il piano stradale per le auto e quello per i pedoni posto in posizione rialzata.

Le Coppedè

Le Coppedè era un ristorante oggi non più esistente situato in Via Taro 28a, nel Quartiere Trieste. Il nome derivava dalla vicina zona nota come Quartiere Coppedè. Si trattava di un locale specializzato soprattutto in piatti pugliesi e caratterizzato da scaffali pieni di bottiglie di vino.

Il Collegio

Il Collegio era un ristorante oggi non più esistente situato in Via del Piè di Marmo 36, nel Rione Pigna. Offriva piatti sia di carne che di pesce.

Ristoranti scomparsi nel Quartiere Parioli

Celestina ai Parioli, Viale Parioli 184

Statue e monumenti di Roma per Zona Urbanistica

Le targhe commemorative della Zona Urbanistica Trastevere

A seguire un elenco delle strade comprese nella Zona Urbanistica 1B Trastevere:

Via dei Genovesi
 
Vicolo della Pelliccia
 
Via dei Salumi

Palazzi nella Zona Urbanistica Celio

 A seguire un elenco dei palazzi nobiliari situati all'interno della Zona Urbanistica 1G Celio:

- Palazzo Cappi, Piazza del Colosseo

Celestina ai Parioli

Ristorante Celestina Viale Parioli
 
Celestina ai Parioli era un ristorante del Quartiere Parioli, in Viale Parioli 184. Si trattava di un punto di riferimento del quartiere, nonché tra i più antichi della zona. Esso nacque nel 1926 con il nome di "Osteria della Stazione dell'Acqua Acetosa": tale stazione e la vicina omonima fonte rappresentavano il principale luogo della zona, all'epoca ancora marginalmente costruita e dalle forte caratteristiche extraurbane. Il nome Celestina deriva dalla proprietaria del locale nel secondo dopoguerra.
Nel 2016 il ristorante venne colpito da un incendio.
Oggi al posto di Celestina sorge Ercoli.

Altri siti che ne parlano:

La Focaccia

 
Via della Pace La Focaccia

La Focaccia era un ristorante situato nel Rione Ponte, in Via della Pace 11. Si trattava di una pizzeria, come si può facilmente immaginare dal nome, che subentrò nella location in precedenza occupata dal Celebrities.

Celebrities

Celebrities era il nome di un ristorante situato nel Rione Ponte, in Via della Pace 11. Al suo posto è poi subentrata la pizzeria La Focaccia, anch'essa non più attiva.

Villino Ramazzotti

Giuseppe Nicolosi Villino Ramazzotti

Il Villino Ramazzotti si trova in Via di Villa Pepoli, nel Rione San Saba. Si tratta di uno dei primi villini situati nell'area della ex Villa Pepoli, su cui nel 1927 iniziò una lottizzazione adibita a residenze e villini signorili. Questo villino, opera di Giuseppe Nicolosi, risale proprio al 1927 ed è la prima opera realizzata su progetto dell'architetto, all'epoca ventiseienne.
Nicolosi, che negli anni darà un importante impulso al linguaggio razionalista, qui è ancora molto influenzato dallo stile storicista, ma al tempo stesso si assiste alla semplificazione di numerosi elementi stilistici tradizionali che, in qualche modo, segnalano il percorso verso il razionalismo. Pensiamo che solo quattro anni dopo verrà ultimato il Lotto XXVII A (Casa a scala) presso la Garbatella in cui il discorso razionalista è avviato nonostante sia in cui contesto dove il barocchetto è predominante.

Statue e monumenti della Zona Urbanistica Centro Storico

A seguire un elenco delle statue e dei monumenti compresi nella Zona Urbanistica Centro Storico

- Busto di Antonio Canova, Via Antonio Canova

Statue e monumenti della Zona Urbanistica Nomentano

 A seguire un elenco delle statue e dei monumenti compresi nella Zona Urbanistica Nomentano

- Monumento a Guido Baccelli, Piazza Salerno

Villino Tannenbaum

 
Via di Villa Pepoli Villino Tannenbaum

Il Villino Tannenbaum si trova in Via di Villa Pepoli, nel Rione San Saba. Le origini di questo villino vanno ricercate in primis nel singolare contesto di Via di Villa Pepoli, strada sorta di fatto nel 1927 sull'area della preesistente villa da cui prende il nome e in cui, dopo una lottizzazione, sono sorti soprattutto negli anni '30 una serie di villini e palazzine signorili di particolare pregio.
Tale villino rappresenta l'unica opera realizzata a Roma dall'architetto tedesco Konrad Wachsmann, e venne edificato il primis per il mercante d'arte tedesco Felix Tannenbaum tra il 1934 e il 1935. Per quanto l'edificio sia più simile a una palazzina che a un villino sotto molti aspetti, esso è conosciuto con il nome di villino nella bibliografia italiana. Curiosamente, nella bibliografia tedesca, è noto come Ferienhaus T & S, dove la T sta per Tannenbaum.
L'edificio rappresenta un raririssimo esempio di architettura strettamente legata al Bauhaus a Roma: con strettamente legata non facciamo riferimento all'indubbia ispirazione che il movimento ha dato ad architetture in tutto il mondo, ma al fatto che Wachsmann viene direttamente dal contesto della Germania a cavallo degli anni '20 e '30.
 
Wachsmann Villino Tannenbaum Villa Pepoli
Il lato del villino su Viale Guido Baccelli

Il villino è caratterizzato da linee estremamente semplici sul fronte d'ingresso in Via di Villa Pepoli, mentre su quello che affaccia su Viale Guido Baccelli è caratterizzato da una terrazza porticata all'ultimo piano. L'edificio si sviluppa su tre piani più seminterrato, cui si aggiunge l'appartamento del custode addossato al muro d'ingresso: una caratteristica estremamente simile alla Palazzina Rea, opera dello stesso periodo realizzata da Mario Ridolfi e Wolfgang Frankl.
Negli anni immediatamente successivi alla costruzione, il Villino Tannenbaum è abitato, oltre che da Felix Tannenbaum, da altre importanti personalità della scena culturale dell'epoca come l'editore Alessandro Salomone, lo scrittore Curzio Malaparte e il pittore Roberto Fasola.

Targhe commemorative di Roma per Zona Urbanistica

 

Strade di Roma per Zona Urbanistica

 

Palazzi di Roma per Zona Urbanistica

Palazzi della Zona Urbanistica XX Settembre
 

Le strade della Zona Urbanistica Centro Storico

A seguire un elenco delle strade comprese nella Zona Urbanistica 1A Centro Storico:
 

Le targhe commemorative della Zona Urbanistica Centro Storico

 A seguire un elenco delle targhe commemorative comprese nella Zona Urbanistica Centro Storico:

Via del Babuino
 
Vicolo del Bottino  
 
Via Antonio Canova
 
Via delle Colonnette
 
Via Condotti
 
Largo della Fontanella di Borghese
 
Via del Gesù
 
Via Margutta
 
Via dell'Orso
 
Via Sistina
 
Via degli Uffici del Vicario

Le strade della Zona Urbanistica Esquilino

 A seguire un elenco delle strade comprese nella Zona Urbanistica Esquilino:

Palazzi della Zona Urbanistica Esquilino

 A seguire un elenco dei palazzi compresi entro la Zona Urbanistica Esquilino:

- Palazzo Giorgioli, in Via Cavour

Il Cantuccio

Il Cantuccio, chiamato anche Il Cantuccio al Senato, è stato un ristorante che si trovava in Corso Rinascimento 71, nel Rione Parione. Il ristorante proponeva cucina italiana ed era molto frequentato da politici e vip: nel caso dei politici la stretta vicinanza con il Senato (Palazzo Madama è esattamente di fronte a dove si trovava il ristorante) favoriva senz'altro la frequentazione. Il nome derivava verosimilmente dal fatto che si trovava in un angolo dato dalla rientranza della strada.

Street art nel Quartiere Don Bosco

A seguire le opere di street art presenti nel Quartiere Don Bosco.
 
- Murale di Eros Ramazzotti, tra Viale Palmiro Togliatti e Via Contardo Ferrini

Street Art nel Rione Trastevere

 
A seguire le opere di street art presenti nel Rione Trastevere.
 
Ennio Morricone, in Via delle Fratte di Trastevere
Miwa Uzuki, in Via del Moro 
Perdonami, in Piazza San Cosimato 
SpiderMan di Solo, in Via della Luce 
Triumphs and Laments, Lungotevere della Farnesina 
Tronco scolpito, in Viale Trastevere
 

Statue e monumenti della Zona Capannelle

A seguire un elenco in ordine alfabetico relativo alle statue e i monumenti non più esistenti della Zona Capannelle.

Via Appia Nuova
Dentro l'Ippodromo delle Capannelle:

Ristoranti scomparsi nella Zona Tomba di Nerone

 Campodimele, Via Cassia 927m

Murale di Eros Ramazzotti

Cheone Eros Ramazzotti Lamaro

Nel lotto di edifici tra Viale Palmiro Togliatti e Via Contardo Ferrini, in quello che è conosciuto come Quartiere Lamaro, nel Quartiere Don Bosco, è presente un grande murales raffigurante il cantante Eros Ramazzotti. L'omaggio al cantante italiano, tra i più noti nel nostro Paese e a livello internazionale, è stato realizzato dall'artista Cosimo Cheone Caiffa con la collaborazione dell'associazione daSud. Il luogo è stato scelto perché il quartiere Lamaro è il luogo in cui Ramazzotti è cresciuto.

Altri siti che ne parlano:

Busto di Felice Schleiber

Capannelle Busto Schleiber

All'interno dell'Ippodromo delle Capannelle, in Via Appia Nuova, nella Zona Capannelle, è presente un busto marmoreo del Conte Felice Schleiber (1856-1921), storico promotore delle discipline equestri prima come fondatore della Società Milanese per la Caccia a Cavallo, poi come proprietario della scuderia Sir Rholand.

Chiesa Evangelica di Via dei Bruzi

San Lorenzo Chiesa Evangelica

In Via dei Bruzi, a San Lorenzo, nel Quartiere Tiburtino, è presente una Chiesa Evangelica legata alle Assemblee di Dio in Italia. Tale edificio di culto Evangelico è stato inaugurato il 2 Ottobre 1949. Dal 1961 al 2007 il Pastore della Chiesa è stato Francesco Toppi, figura di spicco della comunità Evangelica di Roma.

Altri siti che ne parlano:

Ristorante Campodimele

Il ristorante Campodimele si trovava in Via Cassia 927m, nella Zona Tomba di Nerone. Doveva il suo nome alla vicina Via Campo di Mele, a sua volta dedicata all'omonimo comune della Provincia di Latina. Si trattava di un ristorante specializzato in cucina sarda, specialità di pesce e pizza. Al suo posto oggi sorge il Chano Club.

Sogo Asahi

Sogo Asahi era un ristorante che aveva sede in Via di Propaganda 22, nel Rione Colonna. Si trattava di un ristorante giapponese, attivo già prima che la cucina del Sol Levante avesse in Italia la diffusione di cui gode oggi. Aveva un caratteristico sushi bar e offriva numerose pietanze giapponesi. Era inoltre locale gemello di Caffè Sogo, situato in Via di Ripetta. Oggi dove sorgeva Sogo Asahi è attivo il ristorante Sugo.

Caffè Sogo

Caffè Sogo era un ristorante che si trovava in Via di Ripetta 242, nel Rione Campo Marzio. Si trattava di un ristorante giapponese, attivo in anni in cui la cucina del Sol Levante in Italia non aveva ancora la grande diffusione di cui gode oggi. Disponeva di un sushi bar e proponeva una grande varietà di pietanze giapponesi. Aveva inoltre un locale gemello, oggi anch'esso non più attivo in Via di Propaganda, chiamato Sogo Asahi.

Zona Urbanistica Centro Storico

La Zona Urbanistica 1A Centro Storico è una zona urbanistica di Roma situata nel I Municipio che occupa i rioni che si estendono grossomodo nell'area tra il Tridente e la vicina ansa del Tevere. In essa sono compresi i rioni Trevi, Colonna, Campo Marzio, Ponte, Parione, Regola, Sant'Eustachio, Pigna e Sant'Angelo.

Via Eleniana

 
Via Eleniana Esquilino

Via Eleniana è una strada del Rione Esquilino, compresa tra Piazza Santa Croce in Gerusalemme e Piazza di Porta Maggiore. La strada prese tale nome nel 1911 con riferimento alla vicina Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, conosciuta anche come Basilica Eleniana perché il suo primo nucleo fu una Cappella voluta da Sant'Elena, madre di Costantino, all'interno del palazzo imperiale del Sessorium che sorgeva in quest'area, ragione per cui la Basilica è nota anche come "Sessoriana" e nella zona è presente anche Via Sessoriana.

Via Eleniana nel 1925

Nel 1925 il Governatorato di Roma fece realizzare nella strada un grande serbatoio idrico alimentato dall'Acqua Pia Antica Marcia, opera di Raffaele De Vico. I lavori dell'acquedotto, che avevano coinvolto l'area negli anni precedenti, sono anche ricordati sempre sulla strada da una targa di grandi dimensioni.
Sul muro della vicina Caserma dei Granatieri di Sardegna che affaccia sulla strada è presente una targa che ricorda come tale caserma ospitò esuli istriani, giuliani e dalmati dopo la fine della Seconda Guera Mondiale.
La strada si trova nella Zona Urbanistica Esquilino. Il Cap di Via Eleniana è 0185.

Via Eleniana angolo

Betto e Mary 2

Betto e Mary 2 è stato un ristorante che si trovava in Via Appia Nuova 596, nel Quartiere Appio-Latino. Era uno dei diversi ristoranti nati da Betto e Mary, storica trattoria tuttora attiva e punto di riferimento della zona del Borghetto degli Angeli e di Villa Certosa situata in Via dei Savorgnan.

Ristoranti scomparsi nel Quartiere Trieste

La Belle Epoque, Via Ajaccio 11 
Le Coppedè, Via Taro 28a

Parchi e giardini del Rione Esquilino

A seguire l'elenco - alfabetico - dei parchi e giardini presenti nel Rione Esquilino.
 
Orto di Santa Croce in Gerusalemme, Piazza Santa Croce in Gerusalemme

La Belle Epoque

La Belle Epoque era un ristorante situato in Via Ajaccio 11, nel Quartiere Trieste. Si trattava di una pizzeria specializzata in pizza napoletana.

Orto di Santa Croce in Gerusalemme

Santa Croce in Gerusalemme orto

Di fianco alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, in Piazza Santa Croce in Gerusalemme, nel Rione Esquilino, è presente un orto che si sviluppa lungo le Mura Aureliane. Tale orto è stato nel 2004 oggetto di un restauro condotto dall'architetto Paolo Pejrone grazie al sostegno dell'associazione Amici di Santa Croce in Gerusalemme.
Nel 2007 è stato aggiunto all'ingresso dell'orto il cancello, opera dal titolo "Sipario" realizzata dall'artista greco stabilitosi da anni in Italia Jannis Kounellis e voluta da Giulio e Giovanna Sacchetti.

Ristoranti scomparsi nel Rione Ponte

Celebrities, Via della Pace 11 
La Focaccia, Via della Pace 11
Osteria dell'Antiquario, Piazzetta San Simeone 26

Cancello dell'Orto di Santa Croce in Gerusalemme (Sipario)


A fianco della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, a destra guardando la facciata della Chiesa, in Piazza Santa Croce in Gerusalemme, nel Rione Esquilino, all'ingresso dell'orto del Convento di Santa Croce, è visibile il cancello d'ingresso opera dell'artista Jannis Kounellis.
Tale opera d'arte èstata realizzata nel 2007, dopo che nel 2004 era stato ripristinato lo storico orto della Basilica su impulso dell'Associazione Amici di Santa Maria Maggiore, presieduta da Giulio Sacchetti, e grazie ai progeti dell'architetto Paolo Pejrone.
 
Kounellis Santa Croce ferro battuto

Furono proprio i coniugi Giulio e Giovanna Sacchetti, già attivi nei lavori per il ripristino dello storico orto, a voler dare un tocco finale e innovativo all'opera, e per questa ragione contattarono l'artista greco da anni in Italia Jannis Kounellis.
L'opera di Kounellis richiama appunto la ricchezza dei frutti presenti nell'orto che si cela dietro il cancello, con il groviglio dei rami in ferro battuto e le pietre trasparenti colorate in vetro e quarzo ad alludere ai frutti. Proprio per via di questa funzione attraverso la quale si può vedere l'orto di Santa Croce in Gerusalemme, l'opera di Kounellis è stata chiamata "Sipario". Tale opera trae ispirazione anche dal cancello opera dell'artista statunitense Claire Falkenstein conservato a Venezia presso la collezione Peggy Guggenheim e risalente al 1961.
Al fianco del cancello è presente una targa in lingua latina che ricorda come l'opera di Kounellis sia stata donata nel 2007 da Giulio e Giovanna Sacchetti.

Sipario Kounellis



Altri siti che ne parlano: