Via Laurina


Via Laurina si trova nel Rione Campo Marzio, e collega Via del Corso a Via del Babuino. Percorrendo Via del Corso da Piazza del Popolo, risulta essere la seconda traversa sulla sinistra, dopo Via della Fontanella.
Molto si è dibattuto riguardo l'origine della via a causa dell'antica epigrafe, posta di fianco alla moderna targa stradale, con su scritto "Via Peregrinorum" e, sopra, un bassorilievo raffigurante due pellegrini (visibile nell'immagine sopra). Da qui in molti, a partire da Domenico Gnoli, hanno pensato che, un tempo, la via fosse percorsa dai pellegrini che si recavano a Roma entrando da Porta Flaminia. Qui, però, nasce il dibattito, visto che gli itinerari classici dei pellegrini prevedevano il passaggio dall'attuale Via del Babuino per raggiungere, da lì, Santa Maria Maggiore. Come mai, allora, questa epigrafe si trova in Via Laurina? Qualcuno ha infatti ipotizzato che la targa non sia stata posta originariamente in Via Laurina, ma vi sia stata collocata in un secondo momento - senza un legame con un particolare flusso di Pellegrini - proveniente da un altro luogo non meglio identificato. Teoria, tuttavia, messa in secondo piano dalle argomentazioni del D'Onofrio, il quale, partendo dal presupposto che la zona del Tridente ha raggiunto la piena urbanizzazione solo nel XVI Secolo (basti notare molti toponimi della zona come "Via Capo le Case" piuttosto che "Via Sant'Andrea delle Fratte", "Vicolo dell'Orto di Napoli" o "Via della Vite", tutti nomi che richiamano ad una zona adibita a vigne), fa notare che Via del Babuino o Via del Corso potevano essere ostruite dai resti di un monumento Romano o da una vigna (la vigna Massimi, si ipotizza), fatto che ha portato a deviare il flusso dei pellegrini sulla piccola, ma quindi strategica, Via Laurina. Oggi si pensa che ciò sia potuto avvenire fino al Giubileo del 1475.
Sotto la targa che ci ha portato a questa disquisizione, ce n'è un'altra non poco importante, datata 1598 e posta da Papa Clemente VIII, che ricorda il livello dell'acqua durante la piena del Tevere di quell'anno, ricordata come una delle più violente di sempre. A seguire riportiamo la targa in questione.



Ma veniamo ad un altra questione legata a Via Laurina: il nome. Si è infatti spesso ritenuto che la via della il suo nome a Laura Martinozzi, la più grande delle Mazarinettes, le sette nipoti del Cardinale Mazzarino, sposa di Alfonso IV d'Este, madre di Maria Beatrice d'Este, a sua volta sposa del Re d'Inghilterra Giacomo II, la quale, nel 1684, fondò nella limitrofa Via Vittoria il Monastero delle Orsoline (da cui prende nome il limitrofo "Vicolo delle Orsoline"). In realtà questa ipotesi decade, poichè la denominazione "Via Laurina" sembra essere anteriore alla nascita della Martinozzi (avvenuta nel 1639), e già compare con questo nome nel Theatrum Urbis di Pompeo Ugonio del 1614. Sembra, quindi, che la strada debba il suo nome al termine "Lavorina", di origine non chiara, con cui era denominata questa località quando era ancora un'area campestre.
Ma torniamo alla Via Laurina di oggi. Due effigi della Madonna compaiono in questa strada, una "Madonna della Pietà", risalente al XIX Secolo, ed una, più semplice, nel Novecento.
Va anche ricordato che questa via ospitò, fino al 1958, anno in cui l'entrata in vigore della legge Merlin fece chiudere le case di tolleranza, una delle cosiddette "case chiuse", ovvero un bordello.
Oggi la Via si trova nel pieno dello struscio del Tridente, in mezzo ad itinerari fortemente turistici e commerciali, ma, pur ospitando diverse attività, rimane in parte al riparo, complice la discreta posizione.

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