Column of the Immaculate Conception

Immaculate Conception Piazza di Spagna

The Column of the Immaculate Conception is located in Piazza di Spagna, in the Campo Marzio district. The origins of this monument are rooted in the promulgation by Pope Blessed Pius IX Mastai Ferretti of the dogma of the Immaculate Conception, which took place on December 8, 1854, establishing that Mary was conceived without any sin and never committed any sin during her life. This is a very important dogma, promulgated during the years when the Immaculate Conception was at the center of two famous and venerated Marian apparitions: that of Rue de Bac in 1830 and, subsequently, that of Lourdes in 1858.
Thus, in 1854, when the dogma was approved, the Pope decided to celebrate the Immaculate Conception with a column, which he wanted placed near the Spanish Embassy, ​​since that country had been among those most active in its defense.
It was therefore decided to erect the monument in Piazza di Spagna.


The structure was designed by the architect Luigi Poletti and consists of a base supporting an 11.81-meter-high cipollino marble column with a Corinthian capital, on which rests a bronze statue of the Madonna, the work of the sculptor Giuseppe Obici.


The column was discovered in 1777 during excavations at the monastery of Santa Maria della Concezione in Campo Marzio. The following year, it was excavated and remained in Piazza Montecitorio.
At the corners of the base are four statues, depicting David (by Adamo Tadolini), Isaiah (by Salvatore Revelli), Ezekiel (by Carlo Chelli), and Moses (by Ignazio Giacometti).
The bas-reliefs on the base depict the Annunciation, Joseph's Dream, the Coronation of the Virgin, and the promulgation of the dogma in 1854.
The column was financed by Ferdinand II, King of the Two Sicilies, as an act that symbolically ended the conflict between the Pope and Naples over the Chinea, the tax that the Kingdom of Naples historically paid to the Pope, who formally granted them the fiefdom.


The inauguration of the Column of the Immaculate Conception took place on September 8, 1857, and the work was completed by 220 firefighters led by architect Poletti.
At the ceremony, the Pope gave his Urbi et Orbi blessing from a stage specially constructed by architect Antonio Sarti on the façade of the Palazzo di Spagna. A false story, created by anticlerical circles then gaining traction in Rome, claims that Pius IX was not present because he was considered a jinx. In reality, there is no evidence to prove this; in fact, the photographs present attest to the opposite.

Beatus Pius XI inaugurated the column on 8 September 1857 from the neoclassical tribune built for him by Antonio Sarti

Every year, the Column of the Immaculate Conception is the focus of the December 8th celebrations for the Feast of the Immaculate Conception. Since 1923, firefighters have paid tribute with flowers to the statue of the Virgin Mary in memory of their 220 colleagues who inaugurated the monument.
Since December 8, 1953, the Pope has regularly attended the ceremony. That year, during the Marian Year for the centenary of the proclamation of the dogma, Pius XII paid homage to the statue of the Virgin Mary with a solemn visit.

The Spanish embassy, ​​in front of the Column of the Immaculate Conception, awaits the visit of Pope Francis with the Papal coat of arms and that of Spain

VI Municipio - Considerazioni sui nuovi quartieri di Roma

 
Proposta quartieri VI Municipio

Quelle che seguono sono le considerazioni di Rerum Romanarum circa la proposta di nuovi quartieri di Roma avanzata dal Comune nell'Ottobre 2025 relativamente al VI Municipio e su cui, nell'ambito del processo partecipato aperto a tutti i cittadini per stabilire i confini delle nuove suddivisioni, riteniamo intervenire con le nostre opinioni.
 
Le caratteristiche di questo territorio sono particolari. Da un lato è un Municipio che ha avuto negli ultimi decenni un notevole sviluppo edilizio con la nascita di nuovi quartieri molto popolosi, dall'altro molte aree hanno confini definiti, fatto che ha aiutato a metterli nero su bianco senza particolari difficoltà.
 
CONSIDERAZIONI GENERALI
 
Il territorio del VI Municipio rappresenta l'estremità est del territorio del Comune di Roma, composto da numerosi quartieri, alcuni nati spontaneamente, altri pianificati. Il territorio, agreste fino al secondo dopoguerra e ancora oggi in gran parte occupato da zone di campagna e agricole, è diviso in una serie di insediamenti molto ben definiti. Per quanto dunque apparentemente un municipio cresciuto in maniera spontanea e in parte disordinata, cui si è aggiunto un recente sviluppo edilizio pianificato su scala molto ampia, sia difficile da dividere in quartieri, questa apparenza è errata.
Non solo quasi tutti i quartieri hanno confini definiti, ma anche la zona che negli ultimi venti anni ha visto il maggior sviluppo edilizio, quella tra Ponte di Nona, Colle degli Abeti e Villaggio Falcone, ha visto una crescita con confini ben definiti.
C'è poi il caso di San Vittorino, un vero e proprio borgo situato all'estremo est del Comune di Roma, la cui area circostante è ulteriormente definita da un suggestivo arco da cui Via di San Vittorino si stacca dalla Via Polense.
 

V Municipio - Considerazioni sui nuovi quartieri di Roma

Quartieri proposti Municipio V

Quelle che seguono sono le considerazioni di Rerum Romanarum circa la proposta di nuovi quartieri di Roma avanzata dal Comune nell'Ottobre 2025 relativamente al V Municipio e su cui, nell'ambito del processo partecipato aperto a tutti i cittadini per stabilire i confini delle nuove suddivisioni, riteniamo intervenire con le nostre opinioni.
 
L'impostazione generale della proposta per il V Municipio è generalmente condivisibile, se non per il punto relativo a Tor de' Schiavi i cui confini, a nostro modo di vedere, andrebbero modificati. Per il resto, portiamo all'attenzione alcune suggestioni e suggerimenti che riteniamo opportuni e alcune considerazioni. 
  
TOR DE' SCHIAVI: CONFINI DA RIVEDERE
 
Mappa quartiere tor de schiavi

Tra i nuovi quartieri proposti in questo Municipio c'è, giustamente, il Quartiere Tor de' Schiavi. Tuttavia, non siamo d'accordo con i confini tracciati dal comune per delineare questa zona. Riteniamo del tutto corretto che la zona indicata dal comune - il quadrilatero compreso tra Via Prenestina, Via Tor de' Schiavi, Via Anagni e Via Olevano Romano più una piccola propaggine a Ovest di questa strada - sia parte di questo quartiere, ma riteniamo che il confine a sud sia stato troncato un po' troppo presto.
Intanto: Via Anagni. I palazzi sul lato sud di questa strada non hanno alcuna ragione di non essere parte di questo quartiere, non essendoci continuità a sud con alcuna altra area urbanistica definita ed essendo a tutti gli effetti parte del quartiere consolidato di Tor de' Schiavi.
Seconda questione: il complesso di Case Popolari di Via Tor de' Schiavi, conosciuto tra tutti come complesso Tor de' Schiavi. E' vero che essendo l'ingresso in direzione ovest, esso abbia analogie e legami con Centocelle (in cui in ogni caso non è inserito), ma sia per il nome che per la storia sarebbe molto più corretto, a nostro modesto avviso, inserirlo nel Quartiere Tor de' Schiavi.
A questo va aggiunto che sia il lato sud di Via Anagni che il complesso di Tor de' Schiavi sono stati addirittura inseriti nel Quartiere Villini Santa Maria, con cui obiettivamente hanno molto poco a che vedere! Siamo molto felici che Villini Santa Maria, una zona storica e ben definita fatta da villini e case a bassa densità intorno a Via Formia sia stata elevata al rango di quartiere, ma che vada a incorporare anche il complesso popolare di Tor de' Schiavi e il lato sud di Via Anagni ci sembra fuori luogo. Sarebbe più corretto estendere il Quartiere Tor de' Schiavi verso sud, fino a Via Romolo Trinchieri. 
 
 
IL QUARTIERE VILLA SERVENTI
 
Proposta quartiere Villa Serventi

La proposta del Comune vede, correttamente, la presenza del Quartiere Pigneto, in confini generalmente condivisibili: dall'area pedonale, oggi centro della vita sociale del quartiere, alla parte oltre la ferrovia (che, una volta terminati i lavori di interramento lungo la Circonvallazione Casilina, risulterà ancora più coeso), aggregandovi anche l'area dei villini conosciuta come Villa Serventi. Per quanto questa zona abbia molte analogie con il Pigneto e sia in gran parte in continuità con esso, ha una storia autonoma ed è caratterizzato da una tipologia abitativa differente, ovvero i villini. Le origini di questo quartiere risalgono infatti a quando nel 1921 la Cooperativa Termini costruì una serie di villini per farne l'abitazione di ferrovieri in servizio e in pensione e le loro famiglie. Il legame con il mondo ferroviario è ben visibile dal mosaico raffigurante un treno situato sotto la Madonna del Divino Amore in Via di Villa Serventi, la storia legata a questa cooperativa è visibile in Piazza Copernico nella targa in memoria dei caduti nella Prima Guerra Mondiale.
 
PRENESTINO-LABICANO: ANCHE A NORD DELLA PRENESTINA?
 
Il Quartiere Prenestino-Labicano - nome che a livello di suddivisioni toponomastiche comprende tutta l'area dal Pigneto a Viale della Primavera compresa tra la Prenestina e la Casilina - prevede, in questa sistemazione, oltre all'area compresa grossomodo tra Piazza Malatesta, Via dell'Acqua Bullicante e Via Prenestina anche una porzione di territorio a nord della Prenestina. Questa porzione di territorio - che peraltro a livello toponomastico ricade nel Quartiere Tiburtino - ha diverse caratteristiche che in parte la fanno ricadere senz'altro come affine sia al Prenestino-Labicano che al Pigneto. Valutarne uno scorporo può avere senso? Starà anche ai residenti raccontare al comune in quale area si riconoscono. Può diventare una zona autonoma? Avrebbe senso attribuirgli un nome? In tal caso, lanciamo la nostra proposta: Quartiere Torrione, dall'omonimo monumento che si trova proprio in questa area.
 
TOR PIGNATTARA: CHIARIAMO UNA COSA
 
Nei vari articoli usciti sulle richieste dei cittadini pervenute al Comune su modifiche dei confini proposti, una in particolare fa notare che il monumento noto come Tor Pignattara non ricada all'interno dell'omonimo quartiere cui da il nome. Per quanto ciò che stiamo per scrivere può sembrare controintuitivo o addirittura contraddittorio, riteniamo perfettamente corretto che non ne faccia parte, e chiariremo ovviamente perché.
Non sempre ciò che da il nome a un quartiere si trova entro i suoi confini, soprattutto per quanto riguarda la Roma fuori le mura urbanizzata a partire dal XX Secolo, dove un monumento, una torre, una Chiesa o un qualsiasi punto di riferimento poteva dare nome a un'area molto vasta ed essere poi conservato solo da una parte di essa quando con l'urbanizzazione sono subentrati nuovi riferimenti. E' assolutamente il caso di Tor Pignattara. Ora, come non ci stancheremo mai di dire non esistono confini universalmente riconosciuti tra le identità dei quartieri, ed è forse questa una delle cose più belle di questo processo partecipato in cui è normale vi siano metodi e punti di riferimento differenti. Però oggi quando si parla di Tor Pignattara, con tutte le differenze di confini possibili la maggior parte delle persone ritiene la zona a sud della Casilina che si sviluppa, appunto, lungo Via di Tor Pignattara. Col tempo, dunque, l'area vasta intorno al Mausoleo di Sant'Elena detto dai romani Tor Pignattara ha visto i nomi circoscriversi sempre di più in favore di Pigneto, Prenestino, Maranella, Gordiani. E Tor Pignattara è rimasta quella intorno all'omonima via e non all'omonimo monumento. Riteniamo dunque corretta la decisione di non includere il monumento nell'omonima zona, per quanto possa sembrare strano.
Un piccolo appunto, abbastanza curioso. Nelle Zone Urbanistiche del 1977, Torpignattara indicava la Zona tra il Pigneto, il Prenestino-Labicano e La Maranella: è molto curioso perché, ad oggi, nessuno identifica quell'area come Tor Pignattara. E' ancora più curioso come tale zona non comprendesse nè il monumento noto con questo nome nè la strada che porta tale nome. Anche qui, bene sia stata corretta questa anomalia ormai totalmente obsoleta. 

IV Municipio - Considerazioni sui nuovi quartieri di Roma

2025 geografia urbana Roma IV Municipio

 
Quelle che seguono sono le considerazioni di Rerum Romanarum circa la proposta di nuovi quartieri di Roma avanzata dal Comune nell'Ottobre 2025 relativamente al II Municipio e su cui, nell'ambito del processo partecipato aperto a tutti i cittadini per stabilire i confini delle nuove suddivisioni, riteniamo intervenire con le nostre opinioni.
 
Nel caso specifico delle suddivisioni proposte per il IV Municipio, ci riteniamo molto allineati alla proposta e ci limitiamo, nel caso solo ad alcune brevi considerazioni.
 
SAN BASILIO E' PIU' ETEROGENEA DI QUANTO SEMBRI
 
San Basilio è un quartiere, nato dal nucleo dell'omonima borgata, spesso raccontato sotto questo suo unico nome, ma la sua storia è più complessa e la sua urbanistica più eterogenea di quanto si possa pensare, per quanto possa avere una forte identità e un confine abbastanza definito. La scelta di elevare a quartieri San Cleto e Casal Tidei rispetta questa storia, andando a raccontare l'identità di tre diverse aree di un quartiere.
 
PODERE ROSA, GIARDINO NOMENTANO E SAN CLETO
 
Il quartiere Podere Rosa, per quanto piccolo, racchiude due aree molto differenti come storia e urbanistica, per quanto strettamente collegate: Podere Rosa e Giardino Nomentano. Quest'ultima, più moderna è diversa dalle casette più antiche di Podere Rosa, e per quanto adiacenti sono collegate solo dalla Via Nomentana e dalla stretta Via Eufrasia Martinetti. Potrebbero da un lato esserci alcune ragioni per chiedere una suddivisione dei due quartieri, ma sono in realtà molto vicini geograficamente, urbanisticamente e come storia: unirli sotto il nome più antico tra i due ha senso. Un'altra possibilità sarebbe stata assimilare Giardino Nomentano a San Cleto, cui è collegato dall'asse Via Nicolai-Via Buazzelli, oltre che dalla Nomentana. Siamo di fronte al classico caso in cui le scelte valide sono diverse: se San Basilio, Casal Tidei e San Cleto fossero rimasti uniti, Giardino Nomentano sarebbe potuto essere anche assimilato a questo unico blocco. Ma proprio perché esistono tante possibilità, siamo di fronte al classico caso in cui la parola dei residenti dovrà avere un peso primario sugli altri ragionamenti.
 

III Municipio - Considerazioni sui nuovi quartieri di Roma

Mappa quartieri III Municipio

Quelle che seguono sono le considerazioni di Rerum Romanarum circa la proposta di nuovi quartieri di Roma avanzata dal Comune nell'Ottobre 2025 relativamente al III Municipio e su cui, nell'ambito del processo partecipato aperto a tutti i cittadini per stabilire i confini delle nuove suddivisioni, riteniamo intervenire con le nostre opinioni.
Questo Municipio, che ha avuto un notevole sviluppo urbanistico negli ultimi decenni, ha quindi visto numerose proposte di creazione di quartieri nel piano del Comune che, complice il rapido sviluppo del quartiere, hanno sollevato alcune questioni che in questa fase di partecipazione collettiva è bene affrontare e cui offriamo, nel nostro piccolo, il nostro contributo. 

LA QUESTIONE DEL QUARTIERE CECCHINA
 
Cecchina Talenti

La questione del Quartiere Cecchina è stata sollevata anche in articoli sul progetto partecipato pubblicati sulla stampa locale, citandolo tra gli esempi di questioni segnalate dai cittadini. Nello specifico, un articolo sull'argomento pubblicato da RomaToday ha menzionato il parere di un lettore secondo cui la zona indicata come "Quartiere Cecchina" farebbe in realtà parte di Talenti: senza sapere se chi ha scritto sia un residente, un appassionato o un semplice cittadino che vuole partecipare, ci sentiamo di dargli ragione. Il rettangolo identificato come Cecchina, compreso tra Via Nomentana, Via di Casal Boccone, il Parco Talenti e Via Gaspara Stampa è un'area che porta con sé molti segni di appartenenza al quartiere è al toponimo "Talenti". C'è ad esempio il già citato Parco, che in piccola parte ricade in questo quartiere, così come il Mercato Talenti, in Via Grazia Deledda.
La scelta di costituire un "Quartiere Cecchina", valorizzando questo toponimo, era indubbiamente nobile, ma l'area scelta non è stata forse la più indicata. Il nome Cecchina, quando questa zona non era urbanizzata e faceva parte dell'Agro Romano, si estendeva probabilmente a un'area molto vasta che forse comprendeva anche la Cecchina individuata da Roma Capitale in questa proposta di quartieri, ma non solo. La Tomba di Spuntapiedi, ad esempio, è conosciuta anche come "Torraccio della Cecchina" e si trova lungo la Nomentana, sul lato opposto rispetto a Talenti e non all'altezza della Cecchina identificata in questa mappatura, seppur poco distante. Nel tempo, il toponimo Cecchina si è focalizzato intorno all'omonima via nel Quartiere Monte Sacro Alto (toponimo quest'ultimo che rimane nelle suddivisioni toponomastiche ma che è stato nel linguaggio dei Romani totalmente sostituito da Talenti), situata a ridosso di Via della Bufalotta. A questo si aggiunge poi il fatto che per decenni nell'area a sud est di Via della Cecchina, dove ora sorge il Parco delle Mimose, è sorto il Borghetto della Cecchina, uno dei numerosi insediamenti spontanei esistiti a Roma. Ad oggi, quindi, volendo valorizzare questo toponimo, sarebbe più corretto trasferire in quest'area il Quartiere Cecchina. Va inoltre aggiunto che il serbatoio idrico situato su Via della Bufalotta è conosciuto come "Centroidrico della Cecchina", oggi distante dall'area un tempo occupata dal borghetto, ma sulla stessa direttrice di questa area, a testimonianza ulteriore che in passato vi fosse un'ampia area nota come Cecchina ma si è nel tempo definita lungo la direttrice della Bufalotta.
 
Quartiere Cecchina confini alternativi

Se andiamo a vedere l'area che individuiamo come possibile "Quartiere Cecchina", notiamo come vi sia una porzione al momento attribuita attualmente al Quartiere Tufello ma fuori dai confini tradizionali della borgata: trattandosi di quartiere nato come borgata ufficiale e con confini urbanistici molto definiti, la porzione a est di Via della Bufalotta che gli è stata attribuita può essere ritenuta meno omogenea al Tufello e storicamente più affine alla Cecchina. Potrebbe essere quest'area, insieme a quella un tempo occupata dal Borghetto della Cecchina che viene fatta ricadere sotto Talenti, a costituire un nucleo del quartiere Cecchina forse più legato a questo toponimo.

PRATI FISCALI E CONCA D'ORO: QUALCOSA DA RIVEDERE?
 
Valli Conca d'Oro Prati Fiscali

 
La proposta avanzata prevede la presenza dei quartieri Prati Fiscali e Conca d'Oro che tuttavia, a nostro avviso, dividono arbitrariamente la parte urbanisticamente consolidata del cosiddetto "Quartiere delle Valli". Partiamo da un presupposto: è vero che sia Prati Fiscali che Conca d'Oro sono due toponimi identificativi di questa area, soprattutto da quando esiste una stazione della Metro B1 chiamata Conca d'Oro, ma la divisione proposta sembra forzata. La zona a sud di Via dei Prati Fiscali, infatti, è sorta a partire dalla fine degli anni '50 e si sviluppa intorno all'asse di Viale Val Padana: usare proprio questa strada come confine crea una divisione arbitraria dell'omogeneo quartiere delle Valli. Questa parte può mantenere il nome di "Prati Fiscali", essendo per i romani strettamente collegata al nome della vicina arteria stradale. Potrebbe anche essere specificato un "Prati Fiscali - Quartiere delle Valli", essendo anche questo toponimo utilizzato. Conca d'Oro, dunque, rimarrebbe a definire la zona intorno all'omonima piazza, tendenzialmente a est di Via Val Sillaro, compreso il tratto est di Via Conca d'Oro, di cui una parte a ovest ricadrebbe nel Quartiere Prati Fiscali.
 
NUOVO SALARIO, VAL MELAINA, VIGNE NUOVE E CASALE NEI: QUALCOSA DA RIVEDERE? 
 
Questi quartieri hanno identità chiare e sono nomi utilizzati abbondantemente dai romani (soprattutto i primi tre, visto che Casale Nei sconta l'urbanizzazione più recente), ma i confini non sono sempre condivisi da tutti in assenza di ufficialità e in un municipio che nei decenni ha avuto - in altre aree soprattutto - una grande crescita urbanistica che inevitabilmente ha influito anche sui baricentri degli altri quartieri.
Intanto, va detta una cosa: a Casale Nei, area di recente urbanizzazione e dalla vocazione residenziale non intensiva, è stata attribuita un'area ad alta densità lungo Via delle Vigne Nuove e Viale Gino Cervi che forse è più affine a Vigne Nuove. Su Val Melaina e Nuovo Salario il confine è oggetto di dispute, essendo il toponimo Val Melaina più antico ma Nuovo Salario un'urbanizzazione più recente: gli edifici residenziali a ovest di Via Valle Melaina intorno a Via Ivanoe Bonomi, piccole aree comprese nel Nuovo Salario possono essere oggetto di questa disputa: sarà la voce di chi vive in queste aree a essere determinante.
C'è un'altra piccolissima questione: abbiamo già toccato il toponimo Prati Fiscali. Alcune delle più vecchie case di questa area sono quelle che sorgono in Vicolo dei Prati Fiscali e accompagnano l'altura di Via di Prato Rotondo, e che ricadrebbe proprio nella Zona Nuovo Salario, una zona che oggi forse sarebbe più affine a stare sotto il toponimo Val Melaina rispetto a quest'ultimo. O che forse potrebbe essere elevata a un piccolo quartiere a sè stante, chiamato Prati Fiscali Vecchia.
 
Altri siti che ne parlano

II Municipio - Considerazioni sui nuovi quartieri di Roma

II Municipio Roma suddivisioni proposte

Quelle che seguono sono le considerazioni di Rerum Romanarum circa la proposta di nuovi quartieri di Roma avanzata dal Comune nell'Ottobre 2025 relativamente al II Municipio e su cui, nell'ambito del processo partecipato aperto a tutti i cittadini per stabilire i confini delle nuove suddivisioni, riteniamo intervenire con le nostre opinioni.
 
Il grosso dell'impostazione della suddivisione è a nostro avviso corretto e coerente con la storia e l'urbanistica del territorio, ma abbiamo una piccola proposta a riguardo.
 
PROPOSTA: IL QUARTIERE SANT'IPPOLITO
 
Sant'Ippolito Crociate Quartiere

All'interno di un progetto ben fatto in cui si delineano i nuovi quartieri del II Municipio, va fatto un plauso per il ripristino del toponimo "Italia", utilizzato per descrivere la zona del Quartiere Nomentano intorno a Piazza Bologna in cui, per intenderci, i nomi delle strade hanno quelli di città italiane. Il toponimo "Quartiere Italia" stava andando un po' perdendosi nonostante esso dia il nome a numerose strutture a partire dal mercato Italia. Nell'ambito del Quartiere Italia, tuttavia, riteniamo andrebbe scorporata da esso una parte per formare il "Quartiere Sant'Ippolito". Tale zona, infatti, è urbanisticamente molto ben definita e ha una storia diversa dal resto del quartiere: essa corrisponde al cosiddetto quartiere ICP Tiburtino II, conosciuto anche come "Quartiere Sant'Ippolito" o "Quartiere delle Crociate", costruito tra il 1925 e il 1930 creando di fatto, soprattutto all'epoca, un nucleo relativamente autonomo dal resto del Quartiere.
Esso aveva e ha tuttora un'identità in parte separata, come su può in parte notare nella targa ai caduti della Prima Guerra Mondiale situata in Via Adalberto che riporta la dicitura "Targa ai caduti del Rione Sant'Ippolito", a prova di un forte senso comunitario e territoriale che, almeno all'epoca, era autonoma da altre zone limitrofe.
A tale proposito, proponiamo i seguenti confini per il Quartiere Sant'Ippolito: Viale delle Provincie-Piazzale delle Provincie-Viale delle Provincie fino all'isolato della Chiesa di Sant'Ippolito-Via Berengario-Via di Sant'Ippolito-Via Giovanni da Procida-Via del Carroccio-Via Matilde di Canossa-Via Lorenzo il Magnifico-Circonvallazione Nomentana-Via Tiburtina. Tale area andrebbe così a comprendere anche l'area artigiana di Via Cupa, più affine a questa zona che al resto del Quartiere Italia.
 
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I Municipio - Considerazioni sui nuovi quartieri di Roma

Considerazioni proposte rioni quartieri I Municipio

Quelle che seguono sono le considerazioni di Rerum Romanarum circa la proposta di nuovi quartieri di Roma avanzata dal Comune nell'Ottobre 2025 relativamente al I Municipio e su cui, nell'ambito del processo partecipato aperto a tutti i cittadini per stabilire i confini delle nuove suddivisioni, riteniamo intervenire con le nostre opinioni.
 
Per quanto riguarda il I Municipio non rileviamo particolari suggerimenti, ritenendo valide la scelte fatte, ma ci preme comunque analizzare rapidamente tali scelte.
 
I RIONI
E' molto importante da un punto di vista storico e identitario riconfermare i tradizionali 22 Rioni, una suddivisione che va oltre il concetto urbanistico di Centro Storico che, per quanto definito, rischiava di disperdere le identità. Per quanto il calo demografico di tale area, misto all'aumento del turismo, abbia fatto perdere certe identità e rendere meno riconoscibili certi confini, è anzi importante calcare l'importanza dei Rioni, sia per il loro importante valore storico che per recuperare un'identità oggi messa a rischio, anche ai fini della partecipazione alla cosa pubblica dei cittadini. Vista la scelta fatta, non è stato necessario mettere mano ai confini storici, giustamente confermati interamente.
 
QUARTIERI E ZONE FUNZIONALI 
Con i Rioni che occupano l'intera area entro le mura e il Rione Prati, il resto del Municipio è in gran parte definito. Se le mura rappresentano un limite urbanistico molto chiaro, questo limite non era del tutto rispettato nelle Zone Urbanistiche, che ad esempio inserivano la parte del Quartiere Ostiense che ricade nel I Municipio, quella per intenderci tra Viale Marco Polo e le Mura Aureliane, nella Zona Aventino. La nuova suddivisione, invece, tiene presente della differenza urbanistica, tanto più vista la divisione dell'Aventino in senso stretto, che ricade nel Rione Ripa, e il cosiddetto Piccolo Aventino, che ricade nel Rione San Saba. Corretto dunque dare all'area fuori le mura una propria dignità e chiamarla Miani, come la chiamano principalmente le persone che hanno a che fare con la zona, dal nome di Via Miani.
Spostandoci nella zona che fu il XVII Municipio, si rileva la corretta suddivisione tra Mazzini e Della Vittoria ma anche finalmente la dignità al Quartiere Igea, un lembo di Monte Mario che inspiegabilmente si è trovato inserito a suo tempo nella XVII Circoscrizione e oggi si trova nel I Municipio nonostante sia da un punto di vista geografico e di servizi molto più legato alle zone di Monte Mario e della Balduina. Dargli questa dignità, riconoscerne una natura a sé stante, può contribuire ai suoi servizi. 
 
Altri siti che ne parlano:

Via Ugo Bassi (Scalea Ugo Bassi)

Via Ugo Bassi Viale Saffi

Via Ugo Bassi è una strada del Quartiere Gianicolense compresa tra Piazza Ippolito Nievo e Largo Giovanni Berchet. La Scalea Ugo Bassi, come toponimo del Comune di Roma, ha confini che combaciano perfettamente con quelli dell'omonima via e non con la sola parte composta da una scalinata, in un insolito caso di perfetta sovrapposizione tra strade e toponimi nella toponomastica ufficiale di Roma. La strada, inoltre, ha caratteristiche di incompiutezza che mostrano come Monteverde sia da un lato un quartiere perfettamente consolidato e integrato nell'abitato storico ma con notevoli complessità urbanistiche.
L'origine risale al 1911, quando iniziò a essere tracciato il primo nucleo del Quartiere Gianicolense, all'epoca limitato alla zona costituita da villini realizzati dalle cooperative "Minerva" e "Pro Villula", ben identificabile nella mappa di Roma del Touring Club Italiano del 1925, e che vedeva di fatto due strade d'accesso dal Viale Trastevere, Viale Aurelio Saffi e la Scalea Ugo Bassi, che in tale occasione prese questo nome in onore del patriota Ugo Bassi (Cento 1801-Bologna 1849), presbitero barnabita che aderì al Risorgimento, prese parte attivamente alla Repubblica Romana e venne poi fucilato a Bologna insieme a Giovanni Livraghi.
 
Scalea Ugo Bassi mappa Roma 1925
La Scalea Ugo Bassi e il primo nucleo di Monteverde nella mappa di Roma del Touring Club Italiano del 1925

 Il nuovo quartiere, come ben sappiamo, ha avuto una notevole espansione nel corso dei decenni che è andata avanti in diversi periodi, tuttavia nella specifica area in questione, per quanto vi sorgano aree e villini suggestivi, ha incontrato alcuni problemi di natura idrogeologica a causa della particolare conformazione del terreno. In questo senso, una delle zona più toccate da questo tema nel corso dell'ultimo secolo e mezzo è stata proprio la zona della Scalea Ugo Bassi, in modo particolare il suo tratto tra Via Francesco Dall'Ongaro e Viale Aurelio Saffi.
Per lungo tempo questa area ricadeva fuori dall'abitato di Roma, che per oltre due millenni non è uscito se non marginalmente fuori dal perimetro delle mura, ma con il XIX Secolo questa zona ha iniziato a essere toccata dalla nuova urbanizzazione ed emersero le prime questioni connesse alla complessa natura del suo terreno.
L'area a valle della Scalea Ugo Bassi inizia a essere oggetto dei primissimi mutamenti urbanistici con lo sviluppo della rete ferroviaria dello Stato Pontificio, che porta alla realizzazione della vecchia stazione provvisoria Porta Portese, realizzata nel 1859 nell'area dell'attuale Piazza Ippolito Nievo, sostituita nel 1890 dalla Vecchia Stazione Trastevere, come la conosciamo oggi dopo la sua dismissione in favore di quella più moderna. Fu proprio durante i lavori di sbancamento per realizzare questa struttura che si registrò la prima frana che ha coinvolto l'attuale Via Ugo Bassi. La realizzazione della scalea e del primo nucleo urbano nell'area (a partire dal 1911), causano nuovi cedimenti tra il 1915 e il 1918, quando crollò parte della scalea in muratura, portando a lavori di consolidamento negli anni tra il 1925 e il 1928, nell'ambito dei quali è demolito un edificio dei Padri Missionari Giuseppini in Via Dall'Ongaro a causa dei rischi strutturali. Lavori che portarono a poca efficacia, visto che nel 1930 si verificò un'altra frana. 
 
Via Bassi scalette tubi

Nei decenni successivi, nuove frane coinvolsero la zona compresa tra Via Dall'Ongaro, Viale Aurelio Saffi e le Mura Gianicolensi, coinvolgendo però in maniera meno diretta la Scalea Ugo Bassi che, tuttavia, subisce ancora oggi le conseguenze di tale situazione: questa, infatti, è la ragione per cui la scalea si interrompe poco prima di Via Dall'Ongaro venendo da Piazza Ippolito Nievo, per poi riprendere da Viale Saffi. Nel tratto mancante, la scalea è sostituita da una rampa in tubi innocenti.
La questione relativa ai toponimi ufficiali di Scalea Ugo Bassi e Via Ugo Bassi, invece, rappresenta un caso insolito in tutta Roma. Nei fatti il toponimo "Via" è usato per i civici, mentre "Scalea" per indicare la scalinata in senso stretto.
 
Elena Sofia Ricci scalinata Piazza Ippolito Nievo

Nel 2015 la scalinata, nella sua parte più a valle, è stata decorata con un'opera di street art realizzata dall'artista David Vecchiato e raffigurante il personaggio di Cristina Arquati, interpretata da Elena Sofia Ricci, nel film del 1990 di Luigi Magni "In nome del popolo sovrano". La figura immaginaria coniuga diverse figure femminili del Risorgimento, tra cui Cristina Trivulzio di Belgiojoso e Giuditta Tavani Arquati. 
Via Ugo Bassi e la Scalea Ugo Bassi si trovano nella Zona Urbanistica Gianicolense. Il CAP di Via Ugo Bassi è 00152 per i civici dispari da 1a a 19 e per quelli pari da 4 a 20, mentre è 00153 per i civici pari da 38 a 44 e per il civico 41.
 
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Considerazioni sulla mappa dei nuovi quartieri di Roma proposta nel 2025

Proposte suggerimenti quartieri Roma

Nel mese di Ottobre del 2025, Roma Capitale ha lanciato una proposta di una nuova mappa dei quartieri di Roma, cui è seguito un processo partecipato tuttora in corso che procederà fino al prossimo mese di Gennaio.
Nello spirito di questo processo partecipato, come Rerum Romanarum procederemo a offrire qui, alla portata di tutti, le nostre considerazioni su tale progetto, i nostri appunti e i nostri umilissimi suggerimenti.
In generale riteniamo il progetto strutturato molto bene e approfondito nel valorizzare e prendere in esame numerose identità, toponimi e aree urbane che spesso rischiano di confondersi o di perdersi. In questo processo, tuttavia, si possono riscontrare numerosi aspetti che meritano una valutazione più attenta: confini che talvolta non condividiamo, suggestioni che vorremmo portare all'attenzione e considerazioni generali che riteniamo di sottoporre ai nostri lettori e al dibattito in generale sull'argomento. Il tutto partendo da un assunto: i confini dei quartieri non sono una verità assoluta, sono qualcosa di vivo, che cambia insieme ai cambiamenti della città e che ognuno può vedere in modo diverso. E' anche questo alla base del dibattito partecipato in corso sull'argomento cui anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo deciso di prendere parte.
 
Per comodità, suddividiamo le considerazioni per Municipio.
(in aggiornamento) 
 
VII MUNICIPIO
VIII MUNICIPIO
IX MUNICIPIO
X MUNICIPIO
XI MUNICIPIO
XII MUNICIPIO
XIII MUNICIPIO
XIV MUNICIPIO
XV MUNICIPIO 

Nuova mappa dei quartieri di Roma (proposta del 2025)

Nuovi Quartieri 2025 mappa Roma

 
Il 20 Ottobre 2025 il sindaco Roberto Gualtieri ha presentato la nuova mappatura dei quartieri di Roma, che rappresenta una nuova proposta di suddivisione da affiancarsi alle suddivisioni toponomastiche e di fatto superi le attuali zone urbanistiche, risalenti al 1977 e che ormai rappresentano una fotografia in gran parte superata. Questa proposta sarà sottoposta a un processo partecipativo aperto a tutti i cittadini che potranno fare le loro osservazioni e offrire i loro contenuti attraverso la sezione "partecipa" sul sito di Roma Capitale fino al prossimo 15 Gennaio. Tali suddivisioni avranno fine statistico e cercano di individuare tratti di urbanistica e identità che identificano ogni zona, al fine di permettere meglio la comprensione del territorio e offrire gli strumenti per migliorarne il governo.
Roma è stata divisa in 22 Rioni (quelli storici, confermati), 327 Quartieri e 104 Zone Funzionali (aree spesso poco abitate, come zone istituzionali e direzionali, parchi o caserme).
A seguire la suddivisione in ordine di Municipio. In assenza di una numerazione anche provvisoria, riportiamo le aree ordinate in ordine alfabetico e mettendo nell'ordine Rioni, Quartieri e Zone Funzionali per ciascun Municipio, ragione per cui i Rioni non avranno il loro classico ordine ma saranno in un insolito ordine alfabetico.
 
I MUNICIPIO
 
Rioni:
Borgo 
Campitelli 
Campo Marzio 
Castro Pretorio
Celio 
Colonna 
Esquilino
Ludovisi 
Monti
Parione 
Pigna 
Ponte 
Regola
Ripa 
Sallustiano 
Sant'Angelo 
Sant'Eustachio
San Saba
Testaccio 
Trastevere 
Trevi 
 
Quartieri:
Della Vittoria
Eroi
Igea
Mazzini
Miani 
Trionfale 
 
Zone Funzionali:
Parco di Monte Mario
 
II MUNICIPIO
 
Quartieri:
Africano
Belle Arti
Flaminio
Italia
Lanciani
Nomentano
Parioli
Pinciano
San Lorenzo
Salario
Trieste
Verbano
Vescovio
Villaggio Olimpico
 
Zone Funzionali:
Acqua Acetosa
La Sapienza Università
Scalo San Lorenzo
Valle Giulia
Verano
Villa Ada
Villa Borghese
 
III MUNICIPIO
 
Quartieri:
Bufalotta
Casal Boccone
Casale Nei
Cecchina
Cinquina
Colle Salario
Conca d'Oro
Fidene
Monte Sacro
Nuovo Salario
Porta di Roma 
Prati Fiscali
Sacco Pastore
Santa Maria delle Grazie - Australiano
Serpentara
Settebagni
Talenti
Tufello
Val Melaina
Vigne Nuove
Villa Spada
 
Zone Funzionali:
Aeroporto dell'Urbe
Inviolatella Salaria
Marcigliana
Parco delle Sabine
Parco delle Valli
Tor San Giovanni
 
IV MUNICIPIO 
 
Quartieri:
Casal Bertone
Casal Bruciato
Casal dei Pazzi
Casal Monastero
Casal Tidei
Casale Rocchi
Case Rosse 
Colli Aniene
Collina Lanciani 
Monte del Pecoraro
Monti di Pietralata
Monti Tiburtini
Pietralata 
Podere Rosa
Ponte Mammolo 
Portonaccio
Rebibbia
Sant'Alessandro - Pratolungo
San Basilio
San Cleto
Settecamini
Tecnopolo
Tiburtino III
Tor Cervara
Torraccia
Verderocca
 
Zone Funzionali:
Casale Cavallari
Forno Casale
Istituti Penitenziari di Rebibbia
Parco della Cervelletta
Parco della Serenissima
Parco di Aguzzano
Parco Valle dell'Aniene
 
V MUNICIPIO
 
Quartieri:
Alessandrino
Casale Caletto 
Centocelle
Certosa
Collatino 
La Marranella
La Rustica
Longoni - Maggiolino 
Nuova Gordiani
Pigneto 
Prampolini 
Prenestino Labicano
Quadraro Vecchio
Quarticciolo 
Tor de' Schiavi
Tor Pignattara
Tor Sapienza 
Tor Tre Teste
Vigne Alessandrine
Villa De Sanctis
Villa Gordiani
Villini Santa Maria 
 
Zone Funzionali:
Aeroporto Militare Francesco Baracca
Casale Rosso
Mistica
Omo
Parco di Centocelle
Torre di Salone 
 
VI MUNICIPIO
 
Quartieri:
Borghesiana
Castelverde
Colle degli Abeti
Colle del Sole - Tavernelle
Colle della Lite
Colle Monfortani
Colle Prenestino 
Corcolle
Due Leoni
Finocchio
Fontana Candida 
Fosso San Giuliano
Giardinetti
Giardini di Corcolle 
Grotte Celoni
Lunghezza
Lunghezzina
Nuova Ponte di Nona 
Osteria dell'Osa - Valle Castiglione
Prato Fiorito
Rocca Cencia
San Vittorino
Tor Bella Monaca
Tor Vergata
Torre Angela
Torre Gaia 
Torre Maura
Torre Nova
Valle Borghesiana 
 
Zone Funzionali:
Acqua Vergine
Area Archeologica Gabii
Campo Grazia
Colle Mattia
Salone
Tor Vergata Università
Toragnola
Valle Bagnata 

Fountain of the Four Rivers

Navona Square Fountain of the Four Rivers


The Fountain of the Four Rivers (Fontana dei Quattro Fiumi), also known as the Fountain of the Rivers, is located in the center of Piazza Navona, in the Parione district.
It is one of the world's greatest works of Baroque art, as well as one of the masterpieces that best illustrates the artistic genius of its creator, Gian Lorenzo Bernini.
The origins of this fountain are closely linked to the election of Pope Innocent X Pamphili (1644-1655) to the papal throne, especially for two key factors: his plan to transform Piazza Navona into a monumental square and his rivalry with his predecessor, Pope Urban VIII Barberini (1623-1644), the latter a patron of the artist Gian Lorenzo Bernini.
 
Navona Square 1591
Piazza Navona as it appeared on Antonio Tempesta's map of 1591
 
When Innocent X became Pope, he sought to minimize the power of his rivals, the Barberini family. This was also accomplished artistically, by sidelining the artists most closely associated with Urban VIII, first and foremost Bernini, a move that favored the work of his rival Francesco Borromini.
Innocent X also wanted to make Piazza Navona a celebration of the Pamphili family, just as the Farnese and Barberini families had done in previous centuries for the squares overlooking their respective palaces and bearing their families' names.
At the time of Innocent X's election to the See of Peter, a simple drinking trough stood in the center of Piazza Navona, while his own palace represented only a small portion of the block currently occupied almost entirely, flanked by the homes of the Cybo and Mellini families. The Church of Sant'Agnese in Agone, on the other hand, was merely a small place of worship.
In Innocent X's plans to transform the square into a celebration of the Pamphili family included the purchase of the Cybo and Mellini residences to build a large family palace, while Sant'Agnese in Agone was to become a majestic church that would also serve as the palace chapel. A monumental fountain was planned at the center to replace the former drinking trough.
Given the decision to downsize the artists who had worked with the Barberini family, Innocent X turned to Girolamo Rainaldi for the palace and church. Borromini then intervened to modify these works, and Francesco Borromini for the fountain. Bernini, after years of being the undisputed protagonist of artistic production in Rome, found himself marginalized; he was only given the task of extending the conduits of the Acqua Vergine from where the Trevi Fountain now stands to Piazza Navona.
 
Fountain Navora Square Borromini Plan

Borromini then presented an initial design, elegant yet simple, featuring an obelisk set on a base with four shells with masks, which spouted water into the basin below. This simplicity did not enthuse the Pope, allowing Bernini to deploy a clever ploy to curry favor with Innocent X and secure the commission for the work in 1648, at the expense of his rival artist.
Bernini then sketched out the fountain and created a one-and-a-half-meter-tall silver model, which he sent to Donna Olimpia Maidalchini, the Pope's highly influential sister-in-law, who was particularly fond of ostentation. Impressed by the design, presented in a particularly theatrical manner, she convinced the Pope to commission Bernini to build the fountain, a feat he also did because the Pope himself was greatly impressed by the model. The project marked a significant departure from the models of monumental fountains, as it brought elements of the rustic fountain typical of suburban villas into a particularly celebratory and central urban context. This fountain, characterized primarily by the presence of natural elements such as rocks, had until then been almost unthinkable for such a context. While this element is clearly present, visible, and distinctive in Bernini's work, some elements of the initial design differ somewhat from the final work.
From the wooden sketch, it appears that Bernini originally intended to create the fountain's figures in bronze, but when he later opted to use travertine, he had to revise the design's proportions for reasons of statics.
 
Fountain Rivers Navona Square

The fountain is elliptical in shape at street level, within which is a large marble rock formation, an element that, as we have noted, was unprecedented for a fountain of that size. Above this formation stands the Agonal Obelisk, a Roman copy of an Egyptian obelisk commissioned by Emperor Domitian for his villa in Albano. The obelisk was moved in 311 AD by Maxentius to his circus on the Appian Way and, in 1651, when it was reassembled, was broken into four pieces to place it on the fountain.
The rock formation on which the obelisk rests is hollow: this, too, is unusual for the architectural standards of the time, which viewed the central structure as a single unit. This touch, which adds further drama and movement to the composition, had already been experimented with a few years earlier, in 1643, by Bernini himself in the Triton Fountain in Piazza Barberini. At the four corners of the rock group, Bernini placed four nude male figures, allegories of the rivers of the four continents then known, which give the fountain its name. The figures are so large that, if standing upright, they would be over four meters tall.
 
Bernini Ganges Navona
Personification of the Ganges River

The four statues were designed by Bernini but created by other sculptors, and represent the Nile (by Giacomo Antonio Fancelli), the Ganges (by Claude Poussin), the Danube (by Antonio Raggi) and the Rio de La Plata (by Francesco Baratta), while the travertine rock is the work of Giovan Maria Franchi.

Personification of River Nile

These statues represent a strong break with previous sculpture: their poses are very distant from classical solemnity, they have exuberant and lively positions, such as that of the Danube, which indicates one of the two symbols of the Pamphili family placed on the north and south sides of the rock group of the fountain, or the Nile, who covers his face with a cloth, an allegory of the fact that its sources were unknown.


Then there's the theatrical gesture of the Rio de La Plata, with its raised arm, the subject of an urban legend that we're keen to debunk. Rumor has it that Bernini created it as a gesture of defiance toward his rival Borromini, since it points toward the Church of Sant'Agnese in Agone, designed by the Ticino architect, as if to warn against its collapse. This story highlights Bernini's exuberant character and his rivalry with Borromini, but it is effectively a lie: Borromini's renovation of the church, in fact, occurred after Bernini's creation of the fountain. The statue of the Ganges, however, holds a large oar, symbolizing the navigability of the Indian river.
 
Danube River Antonio Raggi Navona
Personification of the Danube River

Further enhancing the impression of movement in the sculptural group are the numerous animals and plants in the basin and the rock group, all closely linked to representations of rivers. For example, a horse emerges from an opening in the rocks as if about to launch into a race, like the horses of the Danube plains.


There is also a crocodile, which also resembles an armadillo: we must obviously understand that in the 17th century, animals whose habitat was far from Italy were often depicted with incorrect features, as it was not easy to find verified and completely accurate images and descriptions. A lion emerging from the statue, located near a palm tree, is also visible, created by the sculptor Giobatta Palumbo. A sea serpent and a large fish, perhaps a dolphin, are also visible, their mouths open, swallowing the water from the basin using a singular and original expedient. A land serpent is also depicted on the rock group. Crowning the group, on the top of the obelisk, is a bronze representation of a dove with an olive branch in its mouth, the symbol of the Pamphili family, created by Nicola Sale.
The dramatic effect is created by images that, as we have repeatedly emphasized, are unprecedented for a monumental fountain in an urban context. This is not only due to the presence of natural elements, previously considered primarily rustic, but also due to the strongly pictorial tone created by the numerous natural and animal elements, breaking with the classicist solemnity previously employed in sculpture. This element fits within the Baroque vision of a unity of the arts, which Bernini perfectly interprets in his sculptures.

Innocent X visits the Fountain of the Rivers (Museum of Rome)

The work was extremely expensive for the time, and Pope Innocent X had to raise funds through a tax on bread and a reduction in the standard size of loaves. This displeased the citizens, who blamed Olimpia Maidalchini, the Pope's sister-in-law, for the decision, believing her to be indirectly responsible and long-held as a greedy person for money and power.
The fountain was completed in 1651 and inaugurated on June 12th of that year.
The fountain's scenography was appreciated by all contemporaries, except, of course, Borromini, who was disappointed at losing the commission. This fact also contributed to fueling the rivalry between the two artists and the legends associated with it, such as the aforementioned urban legend linked to this very fountain.
 

Pietra d'inciampo in memoria di Dario Di Cori

Pietra inciampo Di Cori Piazza Ippolito Nievo

In Piazza Ippolito Nievo, nel Quartiere Gianicolense, è presente una pietra d'inciampo che ricorda Dario Di Cori (1905-1944), arrestato in quanto ebreo l'11 Maggio 1944, deportato ad Auschwitz e lì assassinato il 18 Ottobre 1944. Questa pietra d'inciampo è stata qui collocata nel 2012.
Allo stesso portone sono presenti anche le pietre d'inciampo in memoria della famiglia Toscano

Pietre d'inciampo in memoria della famiglia Toscano

Pietre d'Inciampo Toscano Piazza Ippolito Nievo

In Piazza Ippolito Nievo, nel Quartiere Gianicolense, sono presenti cinque pietre d'inciampo che ricordano i membri della famiglia Toscano, ebrei romani rastrellati dalle autorità della Germania nazista nel corso della retata del 16 Ottobre 1943 e deportati ad Auschwitz, dove hanno trovato la morte. Nello specifico, sono ricordati Mario Mosè Toscano (1877-1943), Gemma Di Laudadio (1879-1943), Elisa Toscano (1916-?), Rebecca Toscano (1865-1943), Rosa Toscano (1880-1943). Solo di Elisa Toscano non è riportata la data di morte, ma secondo il Centro di Documentazione Ebraica non è sopravvissuta alla Shoah.
Allo stesso indirizzo, ad alcuni centimetri dalle pietre d'inciampo della famiglia Toscano, è presente un'altra targa in memoria di Dario Di Cori. 

Targhe commemorative della Zona Fonte Ostiense

A seguire, suddivise per strada (elencate in ordine alfabetico), trovate l'elenco delle targhe commemorative presenti nella Zona Tomba di Nerone:
 
Parco Giovanni Alberto Agnelli

Chiese del Quartiere Primavalle

A seguire un elenco relativo alle Chiese del Quartiere Primavalle, elencate in ordine alfabetico. In questa lista riteniamo inserire tutte le Chiese la cui struttura è ancora esistente, anche se sconsacrata. Per quanto riguarda le Chiese non più esistenti o di cui restano avanzi particolarmente ridotti, abbiamo realizzato una lista apposita che trovate anche qui sotto.