Roma durante l'età liberale

Libro Roma liberale Davide Riparbelli

Quando si studia Roma nell'età contemporanea, si tende a dividerla in momenti temporali sufficientemente vasti e delimitati da grandi avvenimenti storici: l'annessione al Regno d'Italia, le due Guerre Mondiali, il Fascismo, la nascita della Repubblica. In questo contesto, tuttavia, Davide Riparbelli ha voluto realizzare un'opera particolarmente specifica, intitolata appunto "Roma nell'età liberale" (Youcanprint 2025), che si concentra su quel breve ma ricco quanto affascinante periodo che va dalla presa di Roma da parte dell'esercito sabaudo al 1883, anno del primo Piano Regolatore che porrà le basi dello sviluppo successivo della Capitale del neonato Regno d'Italia.
Facciamo però un piccolo passo di lato, solo in apparenza disordinato ma necessario a collocare meglio questo libro e del periodo trattato: chi è Davide Riparbelli, l'autore di questo testo? Una vita di lavoro al servizio del Quirinale durante la quale ha collaborato a numerose ricerche documentali e artistiche, nel 2024 autore del libro "Sarnano 1494 l'America di Colombo nella chiesa delle Grazie" in cui tocca un altra storia molto specifica, Riparbelli è anche un amico di Rerum Romanarum. Lo abbiamo conosciuto quando ha scritto a questo sito per segnalarci e invitarci ad approfondire la vicenda di Via Leopoldo Ruspoli, la strada dedicata a un sindaco che non è mai esistito. Sorte vuole che quei sindaci e quegli amministratori - quelli esistiti realmente, si intende - cui sono dedicate le strade del Quartiere Portuense sono oggi i protagonisti del libro di Riparbelli.
Il punto principale di Roma nell'età liberale è proprio il ruolo di questi amministratori, le prime mosse di quella che era fino a pochi giorni prima la capitale dello Stato Pontificio e in quel momento si trovava a essere la capitale del Regno d'Italia, che non aveva più quella classe dirigente costituita dal ceto ecclesiastico e dalla nobiltà nera e doveva andare a inventarsene uno nuovo. Con la Chiesa trovatasi tutto d'un tratto confinata e tutte le figure a essa vicine gelide verso la monarchia sabauda in seguito al Non Expedit del Papa Beato Pio IX Mastai Ferretti (1846-1878), il nuovo stato andò a creare i suoi nuovi quadri tra quell'aristocrazia che aveva scelto di parteggiare per i Savoia.
E' proprio questo, la fine di un ordine e la provvisoria assenza di uno nuovo che va a formarsi in quegli anni, a rendere questo periodo particolarmente importante oltre che affascinante e che allo stesso tempo lo vede relegato alla prima parte di un più ampio periodo post-unitario. Ma il lavoro di racconto dei fatti passo dopo passo, con un'attenzione certosina ai documenti consultati, mostra chiaramente come in questo periodo coloro che iniziarono a prendere le redini di quella che si apprestava a diventare la Capitale del Regno d'Italia iniziarono a muoversi man mano, talvolta per tentativi, talvolta con proposte valide o ingenue, adottate o messe da parte, verso istituzioni e consuetudini che nel tempo si sono consolidate e sopravvivono ancora oggi. Si trattò infatti di decidere come organizzare il nuovo Comune, che poteri attribuirgli, creare delle liste da presentare alle elezioni tali da mostrare le diverse sensibilità e prospettare i futuri amministratori mettendo insieme patrioti, reduci della Repubblica Romana del 1849, nobili fedeli ai Savoia, dargli in mano l'amministrazione e quindi compiti che non avevano mai avuto se non a livello di gestione di tenute o proprietà, come per le grandi famiglie nobili che presero parte a tale stagione. Fatti che oggi ci sembrano scontati ma che furono il frutto di tutti questi passaggi raccontati nel libro.
L'opera di Riparbelli mette mano a documenti amministrativi, delibere, dati elettorali e bilanci economici e che mostra come passo dopo passo Roma abbia trovato la sua dimensione amministrativa, politica e, soprattutto è il caso di dire, urbanistica. Il percorso, infatti, si conclude nel 1883 con l'approvazione del Piano Regolatore che sancisce non solo un punto fermo importante che simboleggia non solo il raggiungimento di un equilibrio, ma anche un fondamentale punto urbanistico che traccerà la prospettiva del futuro sviluppo della "Terza Roma", quella contemporanea e capitale dello stato italiano. Molto dello sviluppo che vedremo non solo negli anni immediatamente successivi, ma anche decenni dopo, fino al Fascismo, trova le sue radici in questo progetto, i cui elementi verranno ripresi e riadattati alle nuove esigenze urbanistiche e politiche. Ed è frutto di quegli anni che pur tra tentativi e incertezze hanno posto le basi della Roma contemporanea.

1 commento:

  1. Per attuare al meglio il futuro della nostra città i politici e gliamministratori dovrebbero conoscere di piu la storia. Grazie a Davide Riparbelli e un invito aglj addetti ai lavori di leggerlo.
    Amedeo Bonifacii

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