Acquedotto Vergine


L’acquedotto dell'Acqua Vergine, è un acquedotto di età romana che origina dalle sorgenti di Salone sulla Via Collatina nella Zona IX.
L'Aqua Virgo fu voluta da Augusto e realizzata da Marco Vipsanio Agrippa nel 19 A.C. 
Era deputata a servire il Campo Marzio e terminava con una mostra monumentale nelle Terme di Agrippa, costruite contemporaneamente all'acquedotto.
Il condotto è lungo circa 19 km, quasi completamente sotterraneo, origina dalle sorgenti di Salone, poi segue l’antica via Collatina, devia verso Nord superando Tiburtina, Nomentana e Salaria, quindi, percorse Villa Ada, i Parioli e la Valle Giulia, attraverso il Muro Torto giunge al Pincio, in cui era presente la piscina limaria, da qui termina il suo percorso nel Campo Marzio, sopraelevato, sostenuto da arcate in travertino lungo Via Condotti, Via del Nazareno, la zona di Fontana de Trevi. In età romana attraversava poi Via del Corso con un'arco, seguiva Piazza Sant'Ignazio, Via del Seminario e terminava nelle Terme di Agrippa.



Importanti interventi di restauro furono effettuati sotto Tiberio e Claudio, successivamente furono condotti per volontà di Costantino e Teodorico.
Dopo l'assedio dei Goti di Vitige del 537, l'Acquedotto Vergine rimase in funzione durante tutto il Medioevo con una portata ridotta rispetto ai secoli precedenti a causa dei danni subiti durante l'evento bellico. Tale acquedotto, pur con numerose modifiche nel percorso e negli allacci, è l'unico a Roma a essere rimasto ininterrottamente funzionante dall'epoca di Augusto fino ai giorni nostri, in cui continua a rifornire d'acqua la città.
Nel Medioevo vennero effettuati lavori da papa Adriano I e Niccolò V, che ampliò le sorgenti, Sisto IV, Pio IV e, in età moderna da Benedetto XIV e Pio VI.
Oggi le sue condotte alimentano le fontane di Trevi, Piazza di Spagna e Piazza Navona.


L'Acquedotto Vergine nel tratto sotto il Pincio al giorno d'oggi

Con la proclamazione di Roma a Capitale d’Italia cominciarono ad essere messi a punto piani di ammodernamento dovuti alle maggiori utenze da soddisfare, i nuovi quartieri Prati, Sebastiani e Salario, e da garanzie igieniche più elevate. 
Nel 1901 venne quindi costruito un primo impianto di sollevamento in Via Luisa di Savoia, destinato alla città bassa mentre nel 1915 fu realizzato un impianto di sollevamento per la città alta al Portonaccio.
Il 1936 fu costruito dal Governatorato di Roma il Nuovo Acquedotto Vergine, con la mostra terminale al Pincio.


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