Palazzo Giolitti



Palazzo Giolitti è situato in Via Cavour n. 71 ed occupa l'intero isolato compreso tra Via Cavour, Via Torino, Via d'Azeglio e Via Rosmini, nel Rione Castro Pretorio.
Il palazzo è stato costruito nel 1888 dall'architetto Cesare Janz, al posto dell'antico Casino Felice, l'unica parte rimasta di Villa Peretti Montalto, lottizzata nel 1885 da Francesca Massimo, Principessa di San Faustino, al suo interno infatti venne tracciata la nuova Via Antonio Rosmini. L'edificio fu realizzato dalla ditta Lugani & Fortini tra il 1886 e il 1888.

L'area su cui sorge il palazzo era occupata dal Casino Felice di Villa Peretti Montalto

La costruzione si sviluppa su cinque piani, ed è realizzata in un sofisticato stile eclettico, con forti richiami all'antichità classica.


I primi tre piani sono ricoperti a bugnato squadrato, mentre gli altri due sono decorati da lesene doriche e, centralmente, sei semicolonne ioniche scanalate, di ordine gigante. Le finestre del piano nobile, poste fra le semicolonne ioniche, sono comprese in un'arcata sorretta da colonne ioniche, e affacciano su una balconata a balaustra.
Sopra lo spesso cornicione si apre l'ultimo piano, con finestre doppie ad arco, su paraste doriche.


La testata tra Via Torino e Via Cavour è la parte più interessante dell'edificio, ed è caratterizzata dall'angolo tronco, con la presenza di una fila di finestre nella parete di sezione, le due colonne ioniche angolari, particolarmente monumentali, del terzo e quarto piano, sono sormontate dal cornicione spezzato. A causa del fallimento della ditta Lugani & Fortini, nel 1894, l'edificio passò in proprietà alla Banca d'Italia nel 1897.
Il palazzo divenne famoso perché, dal 1891 fu abitato, al quarto piano, da Giovanni Giolitti e dalla sua famiglia.


Molte furono le manifestazioni popolari, di appoggio e dissenso, che si svolsero in Piazza dell'Esquilino e sotto Palazzo Giolitti, alla fine dell'Ottocento e ai primi del Novecento.
Oggi una targa posta dalla Banca d'Italia nell'androne dell'edificio, ricorda lo statista piemontese, con il nome del quale è stato ribattezzato il palazzo.

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