Garbatella



La Garbatella è un'area urbanistica di Roma del Quartiere Ostiense.
Le origini dell'insediamento sono legate ai progetti dell'ingegnere Paolo Orlando per il settore meridionale della città, infatti egli voleva sviluppare il Porto di Roma, ad Ostia e un canale navigabile che lo collegasse alla città, dove sarebbe stata costruita una darsena nei pressi della Basilica di San Paolo.
Contemporaneamente, nella pianura lungo la Via Ostiense, sarebbe sorto un quartiere industriale, contenente il Gazometro, il Porto Fluviale e i nuovi Mercati Generali.

Progetto dell'area industriale dell'Ostiense e degli insediamenti sui Colli di San Paolo di Gustavo Giovannoni, 1916

Inoltre lo SMIR stava costruendo, a partire dal 1918, la ferrovia Roma-Lido che collegava il centro della città con le nuove aree portuali litoranee.
Per realizzare le case destinate ai lavoratori della nuova zona industriale si decise di costruire un nuovo quartiere sui Colli di San Paolo, ad opera dell'Istituto delle Case Popolari (ICP) e dell'Ente Autonomo per lo Sviluppo Marittimo Industriale (SMIR).
Il primo nucleo dell'insediamento fu progettato da Gustavo Giovannoni e Massimo Piacentini, con strade che seguivano il profilo delle colline, secondo le teorie delle garden cities. 
Essi elaborarono una città giardino, costituita di piccoli villini economici con giardino annesso, e alcuni fabbricati di dimensioni maggiori, da costruire in uno stile rustico e vernacolare, che rimandava alla tradizione dell'architettura locale. 

Il lotto V di Innocenzo Sabbatini 

I primi lotti I-IV ruotano intorno a Piazza Benedetto Brin su cui si apre l'edificio centrale ad arco (lotto V) e confinano con Via della Garbatella, erano costituiti da 44 palazzine per un totale di 190 alloggi.

La posa della prima pietra da parte del Re Vittorio Emanuele III

I lavori iniziarono il 18 febbraio 1920, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, di Paolo Orlando, l'Onorevole Amici, il comm. Magaldi e dell'Assessore Lanciani, una lapide ne ricorda l'evento

La Borgata Concordia appena costruita

Il nuovo quartiere, abitato a partire dal 1921 e terminato nel 1923, fu ribattezzato "Concordia", i nomi delle strade sono di ispirazione marinara, dedicate ad ammiragli, storici della navigazione, costruttori navali e ministri della Marina.

Via Luigi Orlando 

Il secondo gruppo di edifici fu sviluppato dall'ICP tra 1923 e 1925, in Via di S. Adautto (lotti VI e VII) lungo Via della Garbatella e Via Luigi Orlando (lotti IX e X) con 'case rapide'.

Villini in Piazza Masdea

Tra Via Giovanni Ansaldo e Piazza Masdea fu costruito, a partire dal 1924 il quartiere degli sfrattati (lotti XIV, XV, XVI, XX, XXI e XXV), gli edifici, le cosiddette 'case rapide', avevano una bassa densità abitativa ed erano costituiti da villini e piccole palazzine, in stile rustico e barocchetto.

Il lotto VIII 

Tra Largo Giovanni Ansaldo, Piazza Pantera e Piazza Bartolomeo Romano Plinio Marconi costruì nel 1926 un vasto palazzo a corte, dotato di balconi e ballatoi, con interessanti soluzioni angolari curvilinee (lotto VIII).

Via Francesco Passino 

Tra 1926 e 1928 venne realizzato un importante nucleo a palazzine ad opera degli architetti Sabbatini, Palmerini e Trotta, lungo Via Francesco Passino (lotti XII, XIII e XIV) e in Via Roberto de Nobili (lotto XXVI).

Via Rubino con i villini per i baraccati

A partire dal 1925 e finol al 1927, fu costruito, su un colle posto ad oriente, un ampio quartiere di palazzine e villini rustici per i baraccati, su progetto di Gian Battista Trotta, tra Via Guglielmo Massaia e Via Roberto De Nobili (lotti XXVIII, XXIX, XXX, XXXI, XXXII, XXXVII e XXXVIII). Nel lotto XXVIII è compresa la famosa fontana della Carlotta, diventata un monumento iconico del quartiere.

Palazzina in Piazza Sapeto

Sempre nello stesso anno venne realizzato un altro comprensorio di pregio destinato la piccola borghesia, con villini riscattabili in stile rustico, tra Via Adorno e Via Ansaldo, progettato da Plinio Marconi (lotti LII, LIII, LIV e LV).

La Garbatella nel 1926, a sinistra il nucleo originario, al centro il quartiere degli sfrattati lungo Via Giovanni Ansaldo, a destra il quartiere dei baraccati

Nel 1927-28 Innocenzo Sabbatini progettò tre grandi Alberghi suburbani, il Rosso, il Bianco, e il Giallo, in Piazza Eugenio Biffi, destinati ad ospitare di sfollati degli sventramenti di Via dell'Impero e di Via del Mare e i baraccati (lotti XLI, XLII e XLIII).
Il 1929 venne bandito un importante concorso per la costruzione di casette modello di tipo economico, che occuparono il lotto XXIV, si trattava di un concorso in cui le opere sarebbero state premiate soltanto dopo la costruzione, vi parteciparono giovani architetti che realizzarono interessanti villini. 

Piazza Bartolomeo Romano, con il lotto VIII, a sinistra, e lo Stabilimento dei Bagni Pubblici, a destra

Tra 1927 e 1930 Innocenzo Sabbatini realizzò il grande Stabilimento dei Bagni Pubblici e il Cinema-Teatro Palladium, in Piazza Bartolomeo Romano, che rappresentano importanti servizi di igiene e svago per l'intero quartiere.

La Chiesa di San Francesco Saverio

Negli anni Trenta la Piazza principale divenne Piazza Damiano Sauli, progettata già nel 1925, in cui furono costruite la Chiesa di San Francesco Saverio, dell'architetto Alberto Calza Bini, inaugurata nel 1933 e la monumentale Scuola Michele Bianchi, oggi Cesare Battisti, inaugurata nello stesso anno.

Piazza Damiano Sauli con la Scuola Cesare Battisti 

Nel 1934 fu costruito il quarto albergo suburbano in stile razionalista (lotto XLIV).
Il 1940 fu terminato il lungo edificio su Piazza Damiano Sauli, rivestito in mattoni (lotto XIX).
Durante la II Guerra Mondiale i bombardamenti della Stazione Ostiense del marzo 1944 colpirono gli alberghi suburbani con notevoli danni, l'Albergo Bianco fu colpito da 7 bombe che uccisero tragicamente 50 persone, fra cui i bimbi dell'Asilo Nido.
Gli anni Cinquanta hanno visto la saldatura dei lotti inedificati a intensivi, e l'inspiegabile demolizione completa degli originari lotti I e IV, per fortuna tutti gli altri edifici del quartiere sono rimasti intatti, e ancora oggi la Garbatella rimane il più importante atlante degli anni Venti e Trenta dell'architettura romana dell'ICP, e un luogo dal fascino particolare. Quasi tutti i lotti versano in stato di grave degrado e necessitano di un restauro conservativo.
Gli unici edifici che sono stati restaurati sono il Lotto VIII, una palazzina del Lotto XIII, L'Albergo Rosso e alcuni villini sparsi. 







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