Bizantini? No, Romani

Uno dei mosaici della Basilica di San Vitale a Ravenna raffigurante l'Imperatore Giustiniano insieme all'Arcivescovo Massimiano insieme a funzionari di corte e alla guardia pretoriana
Quando si parla dell'Impero Romano d'Oriente, in modo particolare dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, lo identifichiamo come Impero Bizantino e i suoi abitanti come Bizantini. Si tratta in realtà di una definizione convenzionale, più di comodo che altro, per distringuere l'Impero Romano d'Oriente con l'Impero Romano unitario e, dopo la divisione, con quello d'Occidente, in cui si trovava Roma.

Quello che noi chiamiamo Impero Bizantino, infatti, non ha mai avuto questo nome, e i suoi cittadini, se non gli abitanti della città di Bisanzio, non si sono mai identificati come Bizantini. Per quanto differente sotto molti aspetti dall'Impero Romano d'Occidente, a partire da quello linguistico, visto che la lingua principale era il greco (per quanto il latino fosse diffuso soprattutto per molti documenti ufficiali, come il Corpus Iuris Civilis di Giustiniano), e dopo il Grande Scisma anche religioso, visto che la Chiesa d'Oriente si separò da quella di Roma, i suoi abitanti si sono sempre chiamati Romani, o in greco Rhomanoi, e l'Impero si è sempre chiamato Impero Romano (Basileia Romaion), che talvolta diventava Rhomania. L'imperatore, dunque, era a tutti gli effetti un successore di Ottaviano Augusto. Oltre a questo, uno dei nomi della città di Costantinopoli/Bisanzio era "Nova Roma", proprio a voler sottolineare la continuita con Roma.

Questo aspetto lo vediamo anche in altri fattori, e spesso la definizione di Romani usciva anche dai confini dell'Impero d'Oriente. La città di Nauplio, ad esempio, oggi in Grecia, veniva chiamata dai Veneziani "Napoli di Romania" per distinguerla dalla città italiana, fatto che testimonia come i termini "Romani" e "Romania" per parlare dei Bizantini fossero ben radicate anche oltre i confini.

Giusto per chiarire: l'attuale nazione della Romania non fece mai parte dell'Impero d'Oriente, per quanto questo nome abbia ovviamente a che fare con il suo legame con l'Impero Romano (di cui, tuttavia, fece parte per poco tempo). Il nome deriva appunto dal latino Romanus, e il termine con cui era chiamato il principato che dette origine all'attuale Romania, Valacchia, derivava dal termine germanico Vlah e Walsch, con cui si definivano le popolazioni di lingua latina. Tradotto in romeno, dunque, divenne Tara Romaneasca, Terra Romana, e i valacchi chiamavano loro stessi Romani. Nel 1862, quando i principati di Valacchia e Moldavia si unificarono, presero dunque il nome di Romania.

In generale, per quanto come abbiamo visto esistano casi per cui i Bizantini venissero identificati come Romani anche nell'Europa Occidentale, la parola Romano fu generalmente usata nell'Occidente in maniera diversa, e i Bizantini erano identificati perciò come Greci (graeci), fatto nel tempo, sempre per ragioni di comodo, venuto meno per evitare confusione con la Grecia classica e con la Grecia di giorni nostri.

La civiltà bizantina, con il passare del tempo, si caratterizzò sempre di più come a sé stante sotto diversi punti di vista: religioso, linguistico, culturale ed artistico, tra gli altri. Questo ha dunque contribuito a usare il termine di comodo di "Bizantini", mai usato da loro né più di tanto dagli occidentali e riferibile all'epoca solo agli abitanti di Bisanzio stretta, per distinguere questa civiltà è stato ritenuto necessario usare un termine differente da Romani e Greci per caratterizzarli.

Nel 1453 i Turchi Ottomani entrarono a Costantinopoli, che prese così il nome di Istanbul, e l'Impero Romano d'Oriente cessò dunque di esistere (il Despotato di Morea, ultimo territorio controllato dalla famiglia imperiale bizantina, cadde nel 1460). Nonostante questo, l'identificazione come Romani delle popolazioni non-turche della Grecia e dell'Asia Minore continuò a esistere.

In lingua turca, ad esempio, i greci della penisola anatolica vengono chiamati Rum, che significa appunto Romani, mentre quelli che vivono nella Grecia sono chiamati Yunan, che significa Ioni. Ma non si tratta dell'unica testimonianza di questo fatto.

Nel 1912, durante la Prima Guerra Balcanica, i militari greci sbarcarono nell'isola di Lemnos, nell'Egeo settentrionale, fino a quel momento sotto il controllo dell'Impero Ottomano. Numerosi bambini si recarono dunque a vedere in personalmente questi militari, che gli chiesero cosa stessero guardando. I curiosi risposero che volevano vedere "i Greci", e loro risposero: "Ma perché, non siete greci anche voi?" e loro risposero "No, siamo Romani". Questo testimonia come ancora all'alba dell'Impero Bizantino, soprattutto nelle popolazioni greche, esistesse ancora questo retaggio dell'Impero Romano d'Oriente.

Queste vicende ci mostrano come la storia, la cultura e l'identità di Roma vadano ben oltre la singola città e possano rappresentare in qualche modo un simbolo per la continuità, l'unione e l'amicizia tra i popoli sotto il segno di una comune origine.

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