Le modifiche alla rete tramviaria durante la Prima Guerra Mondiale

Il binario di accesso all'Ospedale Militare del Celio
Il 24 Maggio 1915 l'Italia entrò tra le forze combattenti nella Prima Guerra Mondiale, quasi un anno dopo l'esplosione del conflitto. La guerra tenne l'Italia impegnata fino al 4 Novembre 1918, data della vittoria, subendo gravi perdite difficili da calcolare ma che superarono tra militari e civili il milione di persone. L'Italia fu impegnata principalmente nel fronte del Nord-Est, attestandosi sulla linea dell'Isonzo fino alla disfatta di Caporetto, quindi venendo costretta ad arretrare sul Piave dove rimase fino alla definitiva vittoria di Vittorio Veneto.
Nonostante la guerra non arrivò mai nei dintorni di Roma, il trasporto pubblico della città venne modificato per una serie di esigenze belliche.
Nel 1915, quindi, l'SRTO (Società Romana Tramways Omnibus) e l'ATM (Azienda Tramvie Municipali) misero in piedi un piano per venire incontro alle mutate esigenze cittadine legate alla guerra. Intanto, una parte consistente del personale dipendente delle aziende (circa il 90%) venne chiamato alle armi, e venne sostituito da personale femminile, di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Per le 56 donne fattorino venne studiata una divisa ad hoc (l'ATM era stata la prima in Italia a prendere una decisione del genere) che fu quindi usata da modello negli anni successivi, quando sempre più donne iniziarono a fare questo lavoro. Oltre a questo, molte linee tramviarie vengono soppresse o limitate: nel Settembre 1915 vengono soppresse le linee 18, 22 e 23, mentre le linee 2, 4, 10 e 21 vengono limitate.
Ma oltre alle necessità dettate dalla mutata composizione del personale, ci sono quelle logistiche, legate a un fatto drammatico: l'alto numero di feriti in arrivo via treno dal fronte. Per questa ragione diviene subito necessario collegare le tre principali stazioni della capitale, Termini, Trastevere e Portonaccio (l'attuale Tiburtina) ai principali ospedali.
Ventuno motrici sono dunque trasformate in treni ambulanza, e vengono quindi realizzati una serie di collegamenti ferrotramviari: alla Stazione Termini si aggiunge un raccordo ferroviario su Via Marsala, con la funzione di scalo per i treni ambulanza, in Via Alessandro Farnese vengono aggiunte rotaie per raggiungere l'ospedale Leoniano e a Trastevere, in Via dei Genovesi, si realizza un binario per raggiungere l'Ospedale Mameli.
Il lavoro più importante è però quello per collegare i binari ai complessi dell'Ospedale San Giovanni-Addolorata e dell'Ospedale Militare del Celio. Da Piazza San Giovanni in Laterano e Via Domenico Fontana si crea un binario che, passando per Via di Santo Stefano Rotondo, raggiunge prima, attraverso un apposito raccordo, raggiunge il complesso dell'Addolorata, quindi l'Ospedale del Celio, attraverso l'ingresso da Via Claudia e poi con un ulteriore binario in Via Annia, connesso anche alla linea di Via Labicana.
Durante l'intero conflitto, vennero trasportati ben 48.575 militari dalla Stazione Termini agli ospedali collegati, e ben 14.200 militari furono trasportati tra i suddetti ospedali.
Al termine del conflitto, gran parte dei binari costituiti vennero smantellati.

Altri siti che ne parlano:
- La storia del tram a Roma Dagli inizi del secolo alla riforma del 1929 - in Il Mondo dei Treni
- La rete tramviaria urbana Dalla creazione dell'azienda municipale al 1918 - in Tram Roma

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