Sant'Adriano ai Fori


La Chiesa di Sant'Adriano ai Fori, nota anche come Sant'Adriano al Foro Romano, si trovava nell'edificio romano, di erà dioclezianea, che ospitava la Curia Julia, all'interno del Foro Romano, nel Rione Campitelli.
L'edificio, quando era ormai abbandonato, nel VII Secolo fu adibito a Chiesa: un fatto non insolito all'epoca e avvenuto per molti edifici di epoca romana. A voler consacrare l'edificio fu il Papa Onorio I (625-638), che la dedicò a Sant'Adriano "in tribus fori", cioè al Foro.
Nel frattempo, in ogni caso, il Senato di Roma, ormai fortemente depotenziato, ma formalmente esistente, continuò a riunirsi all'interno della Chiesa fino al 1143, quando si trasferì presso il Palazzo Senatorio, attuale sede del Sindaco e del Consiglio Comunale di Roma. Il Senato vi rimase operativo anche dopo che sotto Papa Adriano I (772-795) vi era stata realizzata una schola cantorum.


Nel XII Secolo la Chiesa venne restaurata: fu divisa in tre navate con l'uso di colone di spoglio e fu realizzata un'abside in fondo alla navata centrale. Un nuovo importante restauro avvenne sotto Papa Sisto V Peretti (1585-1590), in seguito al quale venne concessa ai Padri dell'Ordine della Mercede.
Tra il 1654 e il 1656 un nuovo restauro, stavolta ad opera di Martino Longhi il Giovane, portò alla trasformazione delle colonne in pilastri grazie all'aggiunta di un rivestimento in muratura, tutta la chiesa fu ornata in quell'occasione con splendide decorazioni barocche.

Lo splendido interno barocco prima della distruzione 

Dal 1690 la Chiesa fu sede della Confraternita degli Acquavitari, alla quale venne nel 1711 unita quella dei Tabaccai che si riuniva presso l'Oratorio di Santa Maria del Riscatto, adiacente alla Chiesa di Sant'Adriano.
Dopo la presa di Roma del 1870 fu presto sconvolta tutta l'area del Foro Romano, con l'inizio di scavi radicali tesi a riportare alla luce le rovine romane e la demolizione di tutte le strutture costruite in età moderna.
Le case addossate alla chiesa furono presto distrutte e fu scavata esternamente la facciata della Curia, lasciando S. Adriano priva della sua vecchia entrata; nel 1922 fu espropriata e passò ad Demanio.



La Chiesa di Sant'Adriano in una fotografia del 1909

Durante il Fascismo iniziò una vasta opera di recupero delle vestigia della Roma Imperiale, voluta fortemente da Benito Mussolini, che coinvolse in modo particolare l'area dei Fori: nasce infatti in questi anni la Via dell'Impero, il cui nome è stato poi cambiato in Via dei Fori Imperiali, e vengono restaurati molti ruderi di età Romana.
In questo programma, nel 1932 si decise di riportare la Curia Julia al suo aspetto originario, per questa ragione venne sconsacrata e smantellata completamente la Chiesa di Sant'Adriano e fu poi ricostruita l'aula senatoriale.
La radicale operazione fu effettuata sotto la direzione di Alfonso Bartoli.


Lo scavo della chiesa permise di studiarne le diverse fasi di stratificazione, comparvero immediatamente le colonne dell'epoca di Pasquale II, poi, sotto quasi quattro metri, fu ritrovato il pavimento della chiesa onoriana, sovrapposto a quello del Senato.


Gli arredi della Chiesa di Sant'Adriano vennero invece trasferiti in altre Chiese.
Nel 1935, mentre venivano svolti i lavori nella Chiesa, venne anche realizzata, adiacente ad essa, la strada di Via della Curia.

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