L'insediamento sorse come borgo operaio e marinaro, sui Colli di San Paolo, per volere dell'Assessore all'Agro Romano e Presidente dello SMIR Paolo Orlando, per dare una casa agli operai della zona industriale dell'Ostiense, da egli fortemente voluta.
La pianificazione del quartiere fu affidata all'Istituto Case Popolari, su progetto di Gustavo Giovannoni, Massimo Piacentini e Innocenzo Costantini, gli ultimi due architetti dell'ICP.
La città giardino sarebbe stata costituita da piccoli villini economici, con giardino annesso, e fabbricati di dimensioni maggiori, che servivano a rompere la monotonia degli edifici di piccole dimensioni. Le strade sarebbero state in parte rettilinee in parte curvilinee, seguendo le linee altimeriche del terreno. I nomi delle strade furono intitolati ad armatori, ammiragli e storici marinari.
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Pianta del nuovo quartiere con il numero dei lotti e il tipo di fabbricati |
Il centro del quartiere era la Piazza Benedetto Brin su cui si affacciava l'edificio di maggiori dimensioni, il lotto V (fabbricato N), da qui partiva una scalinata che raggiungeva scenograficamente Via Cialdi e
Via Giulio Rocco, con il cavalcavia della
ferrovia Roma-Lido.
Lo stile degli edifici sarebbe stato principalmente quello pittoresco dell'architettura tradizionale regionale, teorizzato da Gustavo Giovannoni, che serviva ad integrare la nuova borgata nella campagna circostante.
Furono costruiti 44 edifici, che contenevano 190 alloggi, le planimetrie e le disposizioni vennero curate da Innocenzo Costantini, i fabbricati a più piani (M, N, O) furono progettati da Innocenzo Sabbatini, l'edificio P venne disegnato da Camillo Palmerini, i villini furono realizzati dagli architetti Felice Nori, Camillo Palmerini e Plinio Marconi (A-L), la scalinata fu disegnata da Plinio Marconi.
I lavori iniziarono il 18 febbraio 1920 alla presenza del re Vittorio Emanuele III, di Paolo Orlando e del commendator Magaldi, presidente dell'ICP, una targa ricorda l'evento.
Le prime case vennero abitate nel 1921, mentre gli ultimi edifici furono completati nel 1923.
Punto focale dell'intero quartiere è l'edificio di maggiori dimensioni del fabbricato N (lotto V) di Sabbatini, che si affaccia scenograficamente su Piazza Brin e sulla scalinata d'accesso.
Il complesso ha una pianta ad U, con due corpi asimmetrici, collegati da un piccolo padiglione ad arco centrale, che costituisce l'ingresso alla Borgata giardino, lo stile adottato da Sabatini è quello dell'architettura tradizionale regionale, con elementi medievali, un bugnato rustico, in peperino e tufo, riveste il pianterreno e il l'arco di ingresso.
Il corpo di sinistra è a due piani, è dotato di un balconcino su mensoloni e di una terrazza sommitale, mentre posteriormente si apre una torretta con tetto a spioventi, quello di destra, a tre piani, è dotato di un importante ballatoio angolare, su mensoloni, con colonnine e di un portico al primo piano all'angolo destro.
Agli angoli si trovano dei bassorilievi di gargoyles e animali che funzionano da gocciolatoi.
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Gargoyle nella corte interna del lotto V |
Dall'arco centrale, rivestito a bugnato in peperino e in mattoni, si entra in una strada curvilinea che conduce ai villini e a Via della Garbatella.
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Vista dalla corte del lotto V: villino tipo H a sinistra, tipo B F e C a destra |
Molto interessanti architettonicamente sono anche i fabbricati M, in Via della Garbatella e O, in Via delle Sette Chiese, sempre di Innocenzo Sabbatini.
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Villino di tipo A |
Il fabbricato A è dotato di un bel ballatoio su colonnine al primo piano.
I fabbricati I ed L si sviluppano, invece in lunghezza, con portici, scalinate porticate e archi.
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I lotti demoliti |
Purtroppo questo primo nucleo della Garbatella, è stato sconvolto, negli anni Cinquanta dalla inspiegabile e radicale demolizione dei lotti I e IV, e dei 4 fabbricati del lotto I, posti a sinistra del fabbricato N.
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Fabbricato di tipo C, a sinistra, e D a destra, che inquadravano la scalinata e la piazza |
Questo tragico evento ha alterato completamente la piazza, la scalinata e l'equilibrio che era stato creato tra i piccoli villini che vi si affacciavano e il grande edificio del lotto V.
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Il fabbricato E in Piazza Brin, demolito |
È stato distrutto barbaramente anche il fabbricato P di Palmerini.
Sarebbe auspicabile che venissero ricostruiti fedelmente i villini dei due lotti demoliti, per ridare al quartiere l'aspetto originario, vista l'importanza fondamentale che ha la Garbatella nella storia dell'urbanistica e dell'architettura Italiana.
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Via Guglielmotti, tutti gli edifici di sinistra sono stati abbattuti |