Referendum abrogativi del 12 Giugno 2022 a Roma

Il 12 Giugno 2022 i cittadini di tutta Italia sono stati chiamati al voto riguardo cinque quesiti referendari a tema giustizia. Tali quesiti non hanno raggiunto il quorum, e come tali non sono stati considerati validi.
I quesiti riguardavano la Legge Severino, la custodia cautelare, la separazione delle carriere dei magistrati, la partecipazione di membri laici alla valutazione dei magistrati e il sistema di presentazione delle candidature al CSM. Oltre a questo erano state raccolte le firme anche per quesiti sulla responsabilità civile dei magistrati, sulla legalizzazione della cannabis e sull'eutanasia che sono però stati respinti dalla Corte Costituzionale e su caccia e green pass che non hanno raggiunto le firme necessarie.

Ecco come sono andati, a Roma, i cinque diversi quesiti referendari.
 
Quesito 1 - Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e divieto di ricoprire cariche elettive e di governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi.

Affluenza nel comune di Roma: 13,61%

Affluenza nei municipi:
I - 16,00%
II - 17,19%
III - 13,81%
IV - 13,40%
V - 12,55%
VI - 10,55%
VII - 13,83%
VIII - 14,63%
IX - 14,07%
X - 12,49%
XI - 12,41%
XII - 13,52%
XIII - 13,71%
XIV - 12,94%
XV - 15,06%

Referendum 2022 legge Severino risultati

 
Risultati:

Tutto il Comune: Sì 49,33% - No 50,67%

Nei Municipi:
I - Sì 52,93% - No 47,07%
II - Sì 51,81% - No 48,19%
III - Sì 47,46% - No 52,54%
IV - Sì 46,53% - No 53,47%
V - Sì 47,23% - No 52,77%
VI - Sì 53,62% - No 46,38%
VII - Sì 45,78% - No 54,22%
VIII - Sì 46,11% - No 53,89%
IX - Sì 48,56% - No 51,44%
X - Sì 50,70% - No 49,30%
XI - Sì 48,07% - No 51,93%
XII - Sì 46,82% - 53,18%
XIII - Sì 50,52% - No 49,48%
XIV - Sì 50,26% - No 49,74%
XV - Sì 56,36% - No 43,64%

Quesito 2 - Limitazione delle misure cautelari. Abrogazione dell'ultimo inciso dell'art. 274 comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale

Affluenza nel comune di Roma: 13,60%

Affluenza nei Municipi:
I - 16,00%
II - 17,19%
III - 13,80%
IV - 13,40%
V - 12,55%
VI - 10,55%
VII - 13,83%
VIII - 14,63%
IX - 14,07%
X - 12,49%
XI - 12,41%
XII - 13,51%
XIII - 13,70%
XIV - 12,94%
XV - 15,06%

Risultati:

Tutto il Comune: Sì 52,81% No 47,19%

Nei Municipi:
I - Sì 58,05% - No 41,95% 
II - Sì 57,15% - No 42,85%
III - Sì 50,93% - No 49,07%
IV - Sì 49,38% - No 50,62%
V - Sì 49,94% - No 50,06%
VI - Sì 55,10% - No 44,90%
VII - Sì 48,91% - No 51,09%
VIII - Sì 49,86% - No 50,14%
IX - Sì 52,02% - No 47,98%
X - Sì 53,92% - No 46,08%
XI - Sì 50,67% - No 49,33%
XII - Sì 50,41% - No 49,59%
XIII - Sì 54,78% - No 45,22%
XIV - Sì 53,86% - No 46,14%
XV - Sì 60,09% - No 39,91%

Quesito 3 - Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio da funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati

Affluenza nel comune di Roma: 13,61%

Affluenza nei Municipi:
I - 16,01% 
II - 17,21%
III - 13,81%
IV - 13,41%
V - 12,55%
VI - 10,55%
VII - 13,84%
VIII - 14,65%
IX - 14,08%
X - 12,49% 
XI - 12,41%
XII - 13,52%
XIII - 13,71%
XIV - 12,95%
XV - 15,07%

Risultati:

Tutto il Comune: Sì 75,11% - No 24,89%

Nei Municipi:
I - Sì 78,75% - No 21,25%
II - Sì 80,29% - No 19,71%
III - Sì 74,30% - No 25,70% 
IV - Sì 72,48% - No 27,52%
V - Sì 70,45% - No 29,55%
VI - Sì 74,65% - No 25,35%
VII - Sì 71,48% - No 28,52%
VIII - Sì 73,26% - No 26,74%
IX - Sì 76,48% - No 23,52%
X - Sì 75,61% - No 24,39%
XI - Sì 73,09% - No 26,91%
XII - Sì 73,94% - No 26,06%
XIII - Sì 76,57% - No 23,43%
XIV - Sì 76,12% - No 23,88%
XV - Sì 81,73% - No 18,27%
 
Quesito 4 - Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte

Affluenza nel comune di Roma: 13,60%

Affluenza nei Municipi:
I - 15,99% 
II - 17,19%
III - 13,80%
IV - 13,40%
V - 12,55%
VI - 10,55%
VII - 13,83% 
VIII - 14,63%
IX - 14,07%
X - 12,49% 
XI - 12,40%
XII - 13,51%
XIII - 13,69%
XIV - 12,94%
XV - 15,06%

Risultati:

Tutto il Comune: Sì 72,85% - No 27,15%

Nei Municipi:
I - Sì 77,30% No 22,70% 
II - Sì 78,94% - No 21,06%
III - Sì 71,40% - No 28,60%
IV - Sì 69,96% - No 30,04%
V - Sì 68,62% - No 31,38%
VI - Sì 72,02% - No 27,98%
VII - Sì 69,35% - No 30,65%
VIII - Sì 70,77% - No 29,23%
IX - Sì 73,84% - No 26,16% 
X - Sì 73,71% - No 26,29%
XI - Sì 70,25% - No 29,75%
XII - Sì 70,60% - No 29,40%
XIII - Sì 74,57% - No 25,43% 
XIV - Sì 73,30% - 26,70%
XV - Sì 80,24% - No 19,76%
 
Quesito 5 - Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura

Affluenza nel comune di Roma: 13,60%

Affluenza nei Municipi:
I - 16,00% 
II - 17,19%
III - 13,80%
IV - 13,40%
V - 12,55%
VI - 10,55%
VII - 13,83%
VIII - 14,64% 
IX - 14,07%
X - 12,49% 
XI - 12,41%
XII - 13,51%
XIII - 13,70%
XIV - 12,95%
XV - 15,06%

Risultati:

Tutto il Comune: Sì 74,25% - No 25,75%

Nei Municipi:
I - Sì 78,93% - No 21,07% 
II - Sì 80,15 - No 19,85%
III - Sì 73,38% - No 26,62% 
IV - Sì 70,23% - No 29,77%
V - Sì 70,07% - No 29,93%
VI - Sì 72,55% - No 27,45%
VII - Sì 71,20% - No 28,80%
VIII - Sì 72,92% - No 27,08%
IX - Sì 75,95% - No 24,15% 
X - Sì 74,27% - No 25,73%
XI - Sì 71,07% - No 28,93%
XII - Sì 73,30% - No 26,70%
XIII - Sì 75,39% - No 24,61%
XIV - Sì 74,75% - No 25,25%
XV - Sì 81,41% - No 18,59%
 
Fonte dei dati: sito del Servizio elettorale del Comune di Roma. I dati hanno valore ufficioso.

Fratelli d'Italia - Risultati elettorali nel Comune di Roma

Fratelli d'Italia partito

Fratelli d'Italia è un partito politico di destra di orientamento nazional-conservatore fondato nel 2013 principalmente da parte di ex esponenti di Alleanza Nazionale fuoriusciti dal Popolo della Libertà. Il partito, storicamente radicato nella città di Roma in cui spesso ha ottenuto risultati superiori alla media nazionale, si è sempre presentato a tutte le elezioni nazionali dalla sua fondazione e a tutte le tornate elettorali locali.
Fratelli d'Italia simbolo 2013

 
Originariamente il partito era denominato "Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale". In numerose occasioni ha inserito nel simbolo il nome della leader Giorgia Meloni o del candidato sostenuto.

I risultati nel Comune di Roma:
Camera 2013 - 2,66%
Senato 2013 - 2,60%
Regionali 2013 - 3,44% (a sostegno di Francesco Storace)
Comunali 2013 - 5,93% (a sostegno di Giovanni Alemanno)
Europee 2014 - 5,32%
Comunali 2016 - 12,28% (a sostegno di Giorgia Meloni)
Camera 2018
Senato 2018
Regionali 2018 - 9,53% (a sostegno di Stefano Parisi)
Europee 2019 - 8,70%
Comunali 2021 -  17,42% (a sostegno di Enrico Michetti)
Camera 2022
Senato 2022 
Europee 2024 - 29,07%
 
I risultati nel dettaglio

Presidenti del Partito:
2013- in carica - Giorgia Meloni

La leggenda metropolitana del suicidio dell'architetto del Corviale

 
Nuovo Corviale architetto progetto

C'è una sgradevole leggenda metropolitana che gira attorno all'edificio del Nuovo Corviale, noto anche semplicemente come Corviale o come Serpentone in riferimento alla sua estensione pari a circa un chilometro, ed è quella che riguarda il presunto suicidio del suo architetto, Mario Fiorentino, che - secondo questa leggenda metropolitana - avrebbe deciso di compiere il gesto accortosi di aver creato un mostro architettonico.
La storia, che ricordiamo essere particolarmente sgradevole, è falsa, dal momento che Fiorentino è morto il 25 Dicembre 1982 a causa di un infarto. Tuttavia, negli anni questa leggenda metropolitana è stata alimentata dal clima pesante che si era creato intorno alla costruzione del Corviale e ai ritardi nella realizzazione dell'opera.
Nel 1982, infatti, la costruzione del Corviale era in forte ritardo, a causa di problemi burocratici e del fallimento di una delle imprese di costruzione, tra le altre cose. Il progetto, di grandi dimensioni e che era composto di 1.200 appartamenti e di un intero piano destinato ai servizi, aveva visto l'inizio dei lavori nel 1975 ma solo nel 1982 erano stati assegnati i primi 122 appartamenti, cui se ne aggiunsero altri 400 alla fine dell'anno. Appartamenti assegnati in un contesti di incompiutezza e degrado, senza quei servizi che sarebbero dovuti sorgere all'interno del complesso e con tutti i problemi nel gestire un edificio di tali dimensioni. I problemi non passarono inosservati alla stampa e questa mastodontica opera costellata da ritardi e problemi realizzativi finì nell'occhio del ciclone.
Fu proprio in questo contesto che l'architetto, Mario Fiorentino, morì. E fu proprio il fatto che morì quando vennero assegnati i primissimi appartamenti in un contesto di incompiutezza e degrado del suo importante progetto che si iniziarono a diffondere le sgradevoli voci di un suo suicidio, dovuto proprio all'insuccesso dell'opera.
Al netto del fatto che Fiorentino morì di infarto, e quindi non suicida, c'è anche un altro elemento che è importante da sottolineare nel smentire tale leggenda metropolitana. Mario Fiorentino, infatti, ha sempre rivendicato il valore del progetto del Corviale.
La sua idea espressa con l'iconico progetto era quella di un'edilizia popolare che non si basasse sul principio paternalistico che aveva caratterizzato i decenni precedenti, ma un su un principio di gestione comunitaria, che vedeva proprio nella comunità l'unica possibilità per gestire tale complesso edilizio. Ne rivendicò inoltre lo stile e il rapporto col territorio (intervento presso la facoltà di architettura di Reggio Calabria nel 1982, qui il video), mettendolo in contrapposizione alle unità di abitazione su modello di Le Corbousier che definisce qualcosa pensato per essere replicato ovunque, diversamente dal Corviale, pensato proprio per il suo contesto ai margini della città, in quello che all'epoca era pieno Agro Romano, riprendendo nelle sue forme elementi tipici della campagna di Roma come gli acquedotti, ma anche tipici del contesto urbano di epoche precedenti, come il complesso del San Michele o la Manica Lunga del Quirinale.
Non solo, dunque, la morte di Fiorentino è da attribuirsi a un infarto e non a un suicidio, ma l'architetto ha anche sempre rivendicato il valore e l'idea sociale e architettonica che c'era dietro al palazzo. Un valore sociale ritenuto da alcuni utopia, da altri minato dai ritardi nella costruzione, ma che caratterizza un'idea e che forse sarebbe sbagliato abbandonare: non a caso le diverse amministrazioni di comune, regione e ATER hanno sempre investito nella riqualificazione di questa struttura, nonostante le difficoltà dovute alle notevoli dimensioni e all'alto numero di residenti.

Altri siti che ne parlano:

Cimitero della Parrocchietta

Cimitero della Parrocchietta


Il cimitero della Parrocchietta si trova lungo Via Portuense, per quanto oggi di fatto si trovi sotto il grande svincolo tra la suddetta via e Viale Isacco Newton, nel Suburbio Gianicolense e al confine con il Suburbio Portuense.
Nel XVIII Secolo la zona era aperta campagna, e questa parte dell'ostiense aveva come riferimento la Chiesa di San Giuseppe al Casaletto, nota come "la Parrocchietta": un nome che nel tempo avrebbe dato il nome all'intera zona. Fu proprio in questo contesto rurale legato a questa Chiesa che nel 1781 nacque il primo nucleo del cimitero della Parrocchietta, un semplice camposanto senza croci ne nomi per dare sepoltura ai campagnoli più indigenti. 
Una descrizione dell'originario cimitero della Parrocchietta la abbiamo dalla visita di un ispettore ecclesiastico inviato nella zona, che racconta in uno "stato delle anime" in cui raccoglie informazioni sugli usi religiosi locali come i defunti più poveri venissero portati in Chiesa e, ricevuti i suffragi e la messa di Requiem, venivano sepolti in una tomba comune che rappresentava il primo nucleo del cimitero della Parrocchietta, mentre quelli più abbienti erano portati in città in punto di morte e venivano sepolti lì.

Cimitero Parrocchietta sopraelevata

Nel 1855, tuttavia, l'epidemia di colera che colpì la zona rese necessario scavare una seconda fossa nella vallata sotto alla Chiesa di San Giuseppe al Casaletto: passata l'epidemia tale cimitero fu usato anche per seppellire i morti della zona della Magliana, all'epoca piena campagna. Fu così che da fossa comune si trasformò in vera e propria struttura cimiteriale, che negli anni successivi ha ospitato le vittime della malaria di inizio XX Secolo e della Prima Guerra Mondiale.

Il cimitero nella mappa IGM del 1924

Caratteristica del cimitero sono le brevi informazioni biografiche sulle lapide dei defunti che hanno fatto paragonare questo piccolo cimitero all'Antologia di Spoon River, l'opera Edgar Lee Masters in cui sotto forma di epigrafe funeraria racconta le vite degli abitanti dell'immaginario paesino.
Le numerose sepolture di inizio '900 portarono il Cimitero della Parrocchietta ad assumere la conformazione attuale, e nel 1931 venne acquistato dal Comune di Roma.
Nel 1992 la zona del cimitero subì notevoli stravolgimenti, per via della costruzione del tratto sopraelevato della Via Portuense e la creazione di un vero e proprio svincolo con Viale Isacco Newton. Il piccolo cimitero si ritrovò proprio nel mezzo di tale svincolo, e oggi infatti vi è questo particolare contrasto tra la strada sopraelevata e il cimitero stesso.
Nello stesso periodo, il cimitero della Parrocchietta venne chiuso a nuove sepolture.

Chiesa di San Raffaele Arcangelo



La Chiesa di San Raffaele Arcangelo è la parrocchia dell'ex Borgata del Trullo, è situata in Via di San Raffaele n. 28, nel Suburbio Portuense.
La presenza di una chiesa nella nuova borgata Costanzo Ciano fu prevista nel progetto originale, del 1939, ideato dagli architetti Nicolosi e Nicolini, nella stessa posizione in cui è stata poi costruita.
I terreni furono comprati dalla Pontificia Opera per la preservazione della fede e la provvista di nuove chiese in Roma nel 1939.
Il progetto venne redatto nel 1945 dall'architetto Tullio Rossi e i lavori iniziarono il 1948, terminando nel 1957. La chiesa venne solennemente inaugurata il 13 giugno 1957 da Monsignor Luigi Traglia.

La chiesa in costruzione nel 1956

La chiesa fa da quinta al piazzale occupato da via San Raffaele e al viale principale, viale Ventimiglia, così come era previsto nei piani originali del 1939.
La chiesa è preceduta da un'ampia scalinata in travertino. La facciata è a capanna, preceduta da un ampio prtico a cinque grandi arcate a tutto sesso su pilastri di gusto razionalista, al centro si apre una grande finestra a tutto sesto, che illumina la navata centrale, inquadrata da un arco, superiormente è presente un grande stemma di Pio XII realizzato in mosaico. Sul versante posteriore sinistro si trova la torre campanaria, occupata da un arcata a tutto sesto per lato, il tetto della navata centrale è a falde. 


L'interno è tre navate, divise da arcate sorrette da colonne in finto marmo rosso, con capitello dorico stilizzato. Il soffitto ha una volta a crociera con lunette ricavate alivello delle ampie finestre, al centro si trova un grande stemma di Pio XII. Le navate laterali hanno sono dotate di volte a crociera.
Nell'abside, con volta lunettata, è posto un grande crocifisso ligneo.


La navata sinistra termina con un'edicola contenente una statua del Sacro Cuore di Gesù.


Borgata del Trullo



La Borgata del Trullo, nata come Villaggio Costanzo Ciano, è una ex borgata di Roma, situata tra Via del Trullo e Via di Monte Cucco, nel Suburbio Portuense.
La decisione di costruire una borgata nella valle dei monti del Trullo avvenne nel 1939 da parte dell'IFACP, su 39 ettari di terreno espropriati alle famiglie Petrelli, Riccioni, Governatori e Bianchi.
Le case sarebbero state occupate dai 'rimpatriati' dalle colonie straniere: Francia, Corsica, Tunisia, Marocco, Algeria, Egitto, in vista dell'imminente guerra.
Il progetto della borgata venne affidato agli architetti Giuseppe Nicolosi e Roberto Nicolini.

Piano generale dell'insediamento degli architetti Nicolosi e Nicolini, 1939

Essi elaborarono un insediamento orientato lungo un asse longitudinale, attraversato centralmente da un grande viale, l'odierno Viale Ventimiglia, culminante a Nord in una piazza occupata dalla chiesa, l'attuale San Raffaele Arcangelo.
Lungo il viale principale si affacciavano due file di edifici in linea, seguiti da una serie di brevi corpi a ballatoio posti perpendicolarmente.
Lo stile adottato dai due architetti era quello razionalista, con una particolare cura nell'elaborazione degli spazi pieni e vuoti, ritmati dagli edifici a ballatoio, da logge e fenestrature dei vani scala.
I lotti erano orientati per avere l'esposizione migliore, con gli ingressi a Nord, e gli ambienti principali a Sud, per le case a ballatoio, mentre per gli edifici in linea l'orientamento era Est Ovest.
I primi lotti da costruire erano: quelo centrale, con sei fabbricati a due piani, in linea, e nove a tre piani, a ballatoio, per un totale di 252 alloggi, un lotto meridionale, con due edifici a due piani e un lotto a Nord con tre fabbricati a tre piani e le istituzioni fasciste. 
Questi primi edifici occupavano l'estremità meridionale del quartiere tra Via del Trullo e Via Ventimiglia, intersecate dalle Vie Pitigliano, Sarzana e Brugnato. 
Le strutture erano con muratura di tufo e conglomerato di pomice, con solai in cemento armato.
Il 5 luglio del 1939 venne approvata la proposta di intitolare la borgata a Costanzo Ciano, l'eroe di Buccari, già presidente della Camera dei Deputati morto a giugno di quell'anno.
I lavori iniziarono nell'agosto del 1939 e vennero eseguiti dalla ditta Zaccardi.

 
Il Villaggio Costanzo Ciano al termine della prima tranche di lavori, nel 1940, visto da Nord

Mentre il primo grande cantiere era prossimo alla conclusione, nel marzo del 1940, fu finanziato l'ampliamento della borgata a Nord con la costruzione di altri 1700 appartamenti.

Gli edifici del 1940, con tetto a spioventi

Le case si sviluppavano su trepiani e dovevano essere caratterizzate da elementi autarchici: riduzione dell'uso del ferro e del cemento, con il ricorso di volte a crociera e l'abolizione dei terrazzi, coperti con tetti a falde.
Vennero previste anche 130 case semirurali con orto, mai realizzate.


L'inaugurazione dei primi lotti avvenne il 24 maggio del 1940, ma Mussolini presenziò alla cerimonia del 28 ottobre 1940, presenti i gerarchi Muti, Starace e De Bono e il direttore dell'IFACP Calza Bini.
Alla fine del 1941 i lavori furono sospesi a causa della guerra, gli edifici erano comunque terminati. 
Dopo la caduta del fascismo, il 2 febbraio 1945 l'insediamento cambiò nome in Borgata del Trullo.

Il Trullo nel 1950

Nel 1948 l'IACP decise di completare l'insediamento a Nord, con l'introduzione di nuovi edifici a ballatoio, i lavori terminarono nel 1955, contemporaneamente venivano gettate le fondamenta per la grande Chiesa di San Raffaele Arcangelo, terminata nel 1957.
Il Trullo è nel complesso una delle migliori borgate realizzate a cavallo del fascismo e dell'Italia Repubblicana, la bassa intensività, la presenza di giardini e aree comuni, la forte identità degli abitanti hanno permesso di superare le difficoltà della povertà e del sovraffollamento in cui versavano alcuni inquilini.
Negli anni duemila sulle facciate delle case sono state realizzate molte opere di street art, di cui il Trullo rappresenta un importante esempio.






Via di Villa Zingone

Via di Villa Zingone

Via di Villa Zingone è una strada del Suburbio Gianicolense che parte da Via del Casaletto e raggiunge la campagna. La strada venne originariamente istituita nel 1961 con il nome di "Via Garlenda", in onore dell'omonimo comune della Liguria, ma tale denominazione nei fatti non venne mai attribuita.
Nel 1964 il comune volle dunque attribuire una nuova denominazione ritenuta più attinente alla storia del luogo, chiamandola Via di Villa Zingone.
 
Villa Zingone mappa
Villa Zingone nella mappa di Marino e Gigli del 1935

La strada, infatti, una traversa di Via del Casaletto all'altezza del bivio con Via di Affogalasino, costeggia Villa Zingone, una delle ville di maggior pregio e valore storico della zona.

Fosso di Affogalasino


Il fosso di Affogalasino è un corso d'acqua ancora in parte visibile che nasce da Roma nord e sfocia nel Tevere all'ansa della Magliana, all'altezza del Trullo. Scorre principalmente nei territori del Suburbio Gianicolense e del Suburbio Portuense.
Il nome di tale fosso, che da il nome alla vicina via, è forse tra i più curiosi toponimi di Roma e ha lasciato spazio a più interpretazioni.
Secondo Pietro Romano, ad esempio, le inondazioni rendevano difficile il passaggio del fosso con gli animali e per questo venne noto come di "Affogalasino", usando il povero animale per calcolare il livello della piena. Un'altra teoria, stavolta del Nispi Landi, fa riferimento al fatto che i primi cristiani, durante le persecuzioni precedenti all'Editto di Costantino, erano talvolta chiamati con fare di spregio "asini". Questo è testimoniato anche dall'esistenza di graffiti blasfemi come quello rinvenuto al Palatino e oggi alla sede del Museo Nazionale Romano presso le Terme di Diocleziano che ritrae un cristiano nell'atto di adorare un crocefisso con la testa d'asino. 
Secondo tale teoria nella zona, dove sorgeva anche il Bosco Sacro agli Arvali, esisteva un laghetto in cui i cristiani venivano annegati. A tale proposito ha notato il Tomassetti come un parziale riscontro si possa trovare nella Passio dei Santi Simplicio, Faustino e Beatrice, che ricevettero il martirio lungo la Portuense e i cui corpi vennero gettati da un ponte in pietra e rinvenuti sull'ansa del Tevere presso la Magliana. Un tragitto, quello lungo le acque, perfettamente compatibile con il fosso noto come di Affogalasino.
Il fosso di Affogalasino venne in gran parte interrato nel 1940 con la realizzazione della Borgata Costanzo Ciano, che avrebbe poi dopo la guerra cambiato nome in Borgata del Trullo. Gran parte del fosso scorre oggi in fatti sotto Via del Trullo, mentre una parte è visibile lungo Via di Affogalasino.

Via di Affogalasino

 
Fosso Via Affogalasino

Via di Affogalasino è una strada del Suburbio Gianicolense compresa tra Via del Casaletto e Via Portuense. Le sue origini sono molto antiche e per molto tempo è stata una strada di campagna (ne conserva in alcuni tratti numerose caratteristiche) e deve il proprio nome al Fosso di Affogalasino, un torrente che da Roma nord sfociava nel Tevere all'altezza del Trullo, ancora esistente e in gran parte interrato.
Sul curioso toponimo sono state avanzate numerose ipotesi, tra cui quella di Pietro Romano secondo cui le inondazioni del fosso rendevano difficile il passaggio con gli animali e per questo venne noto come di "Affogalasino", usando il povero animale come metro per calcolare il livello della piena.
Una teoria alternativa, del Nispi Landi, fa riferimento al fatto che spesso i primi cristiani, durante le persecuzioni precedenti all'Editto di Costantino, erano chiamati con fare di spregio "asini". Questa pratica è testimoniata anche dall'esistenza di graffiti blasfemi come quello rinvenuto al Palatino e oggi alla sede delle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano che ritrae un cristiano nell'atto di adorare un crocefisso con la testa d'asino. Secondo tale teoria nella zona, dove sorgeva il Bosco Sacro agli Arvali, esisteva un lago in cui i cristiani venivano annegati. A tale proposito ha notato il Tomassetti come la un parziale riscontro si possa trovare nella Passio dei Santi Simplicio, Faustino e Beatrice, che ricevettero il martirio lungo la Portuense e i cui corpi vennero gettati da un ponte in pietra e rinvenuti sull'ansa del Tevere presso la Magliana. Un tragitto, quello lungo le acque, perfettamente compatibile con il fosso noto come di Affogalasino.
 
Fosso Affogalasino Marino Gigli 1935
Il Fosso di Affogalasino nella mappa di Marino e Gigli del 1935
 
Sempre il Tomassetti che ha notato come l'asino sia un animale molto presente nella storia della toponomastica di Roma, come la località Asino Fritto (la cui etimologia è ancora oggi oscura).
Un ponte su tale fosso, noto come "Ponte di Fogalasino" o "Ponte di Affogalasino", è sicuramente esistito e si hanno testimonianze fin dal Medioevo. Il nome "Affogalasino" è stato attribuito da tempi molto antichi all'intera area lungo il fosso, in particolare a nord della Portuense, zona in cui sorse la strada ancora oggi esistente con questo nome.
 
Affogalasino
Veduta di un tratto di Via di Affogalasino

Nel 1940 il fosso venne in gran parte interrato, soprattutto nel tratto sotto l'odierna Via del Trullo, dove sorse la Borgata Costanzo Ciano che cambiò poi nome in Borgata del Trullo in seguito alla caduta del fascismo. Piccole porzioni del fosso, in aree con portata d'acqua molto ridotta, sono ancora visibili lungo Via Affogalasino.
Via Affogalasino si presenta oggi come una strada isolata che presenta ancora numerose caratteristiche agresti.
 
Altri siti che ne parlano:

Basilica di Sant'Anselmo all'Aventino



La Basilica di Sant'Anselmo all'Aventino è una chiesa annessa alla Badia Primaziale di Sant'Anselmo, situata in Piazza dei Cavalieri di Malta n. 5, nel Rione Ripa.
Essa venne costruita assieme al vasto complesso conventuale, in stile romanico lombardo, dall'architetto Francesco Vespignani, su disegno dell'abate belga Ildebrando di Hemptinne, tra il 1893 e il 1896. 


La chiesa venne solennemente consacrata l'11 novembre 1900 dal Pontefice Leone XIII. In quell'occasione il Papa nominò il suo legato personale, il Cardinale Mariano Rampolla de Tindaro Segretario di Stato, erano inoltre presenti molti Cardinali, Vescovi e prelati, sempre qual giorno vennero inserite le reliquie di Sant'Alessandro Martire nell'altare principale.
Nel progetto originale le mura della chiesa dovevano essere dipinte da affreschi nello stile della scuola di Beuron, ma ciò non avvenne mai.


La chiesa è divisa in tre navate da colonne in granito con capitello ionico, i soffitti sono a capriate, in origine l'abside era dotata di tre finestre con vetrate raffiguranti Cristo, San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista.


L'altare era situato nell'abside, sormontato da un grande e maestoso ciborio in legno, con due livelli di colonnine, sormontati da una cupola. Il coro dei monaci occupava la navata centrale.
Nel 1952 avvenne un grande restauro degli interni diretto dallo svizzero Fritz Metzger, il coro dei monaci venne spostato nell'abside, mentre l'altare fu collocato sotto l'arco trionfale.


Il catino absidale venne decorato da mosaici realizzati da fr. Radbod, raffiguranti la croce gemmata sorretta dagli angeli, affiancati da San Benedetto e Sant'Anselmo. Le tre finestre con arco a tutto sesto furono murate e l'abside venne decorata da lastre di marmo alternate a fasce intonacate.
La pavimentazione della chiesa è stata realizzata nel 1966 in un raffinato stile cosmatesco.
La cripta è di vaste dimensioni, a cinque navate, con colonne e pilastri corinzi, vi si celebravano le messe fino al Concilio Vaticano II, oggi ospita la Biblioteca dell'Ateneo Sant'Anselmo.
La chiesa è particolarmente famosa a Roma per le magnifiche esecuzioni di canto gregoriano, effettuate dai monaci, durante le celebrazioni liturgiche e nella preghiera dei Vespri cantati, eseguita ogni giorno alle 19.00.










Via Stefano Colonna

Via Stefano Colonna Tiburtino


Via Stefano Colonna è una strada del Quartiere Tiburtino, che parte da Via Ettore Fieramosca e non ha uscita. Si trova in quella piccola parte del Quartiere Tiburtino compresa tra Via Prenestina e la ferrovia, che si sviluppa intorno al Torrione Prenestino.
 
Torrione 1944
L'area del Torrione nella mappa dell'esercito USA del 1944

Tale area ben definita ha avuto uno sviluppo urbanistico relativamente disordinato, dovuto anche alla presenza di un vasto borghetto intorno al Torrione. In questo contesto, nel 1955 si decise di attribuire il nome a questa piccola strada, che in linea con la toponomastica locale che vede le strade dedicate a uomini d'armi, venne dedicata a Stefano Colonna (1267-1347), condottiero ed esponente della nobile famiglia romana dei Colonna.

Via Cosmo Egiziano

Pigneto Via Cosmo Egiziano

Via Cosmo Egiziano è una strada situata nel Quartiere Prenestino-Labicano che da Via Alipio raggiunge Via Adriano Balbi e prosegue oltre. La strana nello specifico si trova nella zona di Villa Serventi, caratterizzata dai suoi villini, e in cui le strade sono generalmente dedicate ad astronomi e geografi. Questa, istituita nel 1921, è dedicata a Cosmo Egiziano, mercante, geografo e viaggiatore del VI secolo.

Targa in memoria di Angelo Galafati

Angelo Galafati targa Pigneto

La targa in questione si trova in Via Fortebraccio, nel Quartiere Prenestino-Labicano, nella zona nota come Pigneto, e ricorda Angelo Galafati (Civitella d'Agliano 1897-Roma 1944), antifascista aderente al Movimento Comunista d'Italia e membro della Banda Demetrio, formazione partigiana attiva a Primavalle e Forte Braschi, che venne catturato dalla Banda Koch e ucciso il 24 Marzo 1944 nell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Galafati abitò in questo edificio dove ora è ricordato da una targa.

Sezioni dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci a Roma

A seguire un elenco delle sezioni dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci (ANCR) esistite a Roma. Nell'elenco, per suddivisione toponomastica, sono presenti sedi, sezioni e unità di base esistite anche in epoche diverse e, ove possibile, ne sono segnati gli anni di attività. 
 
Rione Castro Pretorio:
- Sede nazionale, Viale del Castro Pretorio 116
 
Rione Testaccio:
- Sezione Testaccio - San Saba - Aventino, Via Nicola Zabaglia (targa)
 
Quartiere Tiburtino:
- Sezione San Lorenzo - Tiburtino - Esquilino - Monti - Macao, Via dei Volsci (targa
 
Quartiere Ostiense:
- Sezione Garbatella, Via Paolo Orlando (targa)

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Pse quhet Roma Qyteti i Përjetshëm?

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Чому Рим називають Вічним містом?

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Почему Рим называют Вечным городом?

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מדוע רומא נקראת עיר הנצח

Чому Рим називають Вічним містом?



У всьому світі Рим, наше місто, коли його не називають власним іменем, називають «Вічним містом». Звідки це? Давайте підемо і дізнаємося, чому Рим називають Вічним містом.

Ця альтернативна назва Риму існує вже дуже давно, увійшовши в спільну мову до такої міри, що в очах багатьох причина та походження цієї назви були майже другорядними. Також тому, що для міста, яке з імператорами та папами, як в античності, так і в епоху Відродження, для мистецтва чи політики, завжди було головним героєм від його заснування до сьогоднішнього дня, це прізвисько ідеально вписується в історію. міста.



Часто ті, хто хоче дізнатися, чому Рим називають Вічним містом, можуть помилково згадати уривок із твору Маргеріт Юрсенар «Мемуари Адріана». У цьому творі, в якому французька письменниця уявляє собі довге послання імператора Адріана, через яке вона відстежує період Стародавнього Риму, в якому він очолював імперію, в якому в певний момент виголошується це речення:

«Прийде інший Рим, і я не можу уявити його обличчя; але я допоміг його сформувати ... Рим буде жити, Рим загине тільки разом з останнім містом людей».

Це речення, яким би навідним і яким би воно не було натяканням на вічність Риму, не є причиною, яка пояснює, чому Рим називають Вічним містом. Насправді роман Юрсенара бере початок у 1951 році, коли століттями використовувалося визначення Риму як Вічного міста.

Поет Тібулл на картині Лоуренса Альма-Тадема 1866 року


Але тоді чому Рим називають Вічним містом?

Перший автор, який говорив про Рим у таких термінах, жив на багато століть раніше за Юрсенара. Це Альбіо Тібулло, елегійний латинський поет, який жив між 54 і 19 роками до нашої ери. У своїй II книзі елегій, у V поет пише такі рядки:

"Romulus Aeternae nondum formaverat Urbis moenia", перекладається українською як «Ромул ще не побудував стіни Вічного міста».

На даний момент це найдавніше свідчення Риму, визначеного як Вічне місто, і тому, ймовірно, це фраза, яку ми шукаємо, якщо хочемо знати, чому Рим називають Вічним містом.

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Почему Рим называют Вечным городом?



Во всем мире Рим, наш город, когда его не называют своим именем, называют «Вечным городом». Как это получилось? Пойдем и узнаем, почему Рим называют Вечным городом.

Это альтернативное название Рима существует уже очень давно, войдя в общий язык до такой степени, что причина и происхождение этого названия стали в глазах многих почти второстепенными. Кроме того, потому что для города, который с императорами и папами, в античности и в эпоху Возрождения, в искусстве или политике, всегда был главным героем с момента своего основания до наших дней, это прозвище идеально соответствует истории. города.



Часто те, кто хочет знать, почему Рим называют Вечным городом, могут ошибочно вспомнить отрывок из произведения Маргариты Юрсенар «Воспоминания об Адриане». В этом произведении, в котором французская писательница представляет себе длинное послание императора Адриана, через которое она прослеживает период Древнего Рима, в котором он руководил империей, в котором в определенный момент произносится эта фраза:

«Придет другой Рим, и я не могу представить их лицо, но я помогу сформировать его ... Рим будет жить, Рим погибнет только с последним городом людей».

Эта фраза, какой бы наводящей на размышления и как бы она ни касалась вечности Рима, не является причиной, объясняющей, почему Рим называется Вечным городом. Роман Юрсенара, по сути, восходит к 1951 году, когда на протяжении столетий использовалось определение Вечного города для Рима.

Поэт Тибулл на картине Лоуренса Альма-Тадемы 1866 года.


Но тогда почему Рим называют Вечным городом?

Первый автор, заговоривший о Риме в таких терминах, жил на много столетий раньше Юрсенара. Это Альбио Тибулло, элегический латинский поэт, живший между 54 и 19 годами до нашей эры. В своей II Книге элегий, в V поэт пишет следующие строки:

«Romulus Aeternae nondum formaverat Urbis moenia», что можно перевести на русский язык как «Ромул еще не построил стен Вечного города».

В настоящее время это самое старое свидетельство Рима, определяемого как Вечный город, и поэтому, вероятно, это фраза, которую мы ищем, если хотим знать, почему Рим называется Вечным городом.

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מדוע רומא נקראת עיר הנצח



בכל העולם, רומא, העיר שלנו, כשהיא לא נקראת בשמה שלה נקראת "העיר הנצחית". איך זה? בוא נלך ונגלה למה רומא נקראת עיר הנצח.

השם האלטרנטיבי הזה של רומא קיים כבר זמן רב מאוד, נכנס לשפה המשותפת במידה כזו שהופכת את הסיבה והמקור של השם הזה כמעט למשנית בעיני רבים. גם בגלל שעבור עיר שעם הקיסרים והאפיפיורים, בעת העתיקה כמו ברנסנס, לאמנות או לפוליטיקה, תמיד הייתה גיבורה מיום היווסדה ועד היום, זה כינוי שמתאים בצורה מושלמת להיסטוריה של העיר.



לעתים קרובות, מי שרוצה לדעת מדוע רומא נקראת עיר הנצח עלול לחשוב בטעות על קטע מיצירתה של מרגריט יורצנאר, זיכרונותיו של אדריאנוס. בעבודה זו, שבה מדמיינת הסופרת הצרפתית איגרת ארוכה של הקיסר אדריאנוס, דרכה היא משחזרת את תקופת רומא העתיקה שבה הנהיג את האימפריה, שבה בשלב מסוים מבטאים את המשפט הזה:

"רומא אחרת תבוא, ואני לא יכול לדמיין את פניהם; אבל אני עזרתי לעצב אותם... רומא תחיה, רומא תגווע רק עם עיר האנשים האחרונה".

המשפט, ככל שיהיה מרמז ועד כמה שהוא מטיל את ידו על נצחיותה של רומא, אינו הסיבה שמסבירה מדוע רומא נקראת עיר הנצח. הרומן של Yourcenar, למעשה, מתוארך לשנת 1951, כאשר במשך מאות שנים הייתה בשימוש ההגדרה של עיר הנצח עבור רומא.

המשורר טיבולוס בציור משנת 1866 מאת לורנס אלמה-תדמה


אבל אז למה רומא נקראת עיר הנצח?

המחבר הראשון שדיבר על רומא במונחים אלה חי מאות שנים קודם לכן מ-Yourcenar. הוא אלביו טיבולו, משורר לטיני אלגי שחי בין 54 ל-19 לפני הספירה. בספר האלגיות השני שלו, ב-V כותב המשורר את השורות הבאות:

"Romulus Aeternae nondum formaverat Urbis moenia", מתורגם לעברית כ"רומולוס לא בנה עדיין את חומות עיר הנצח".

זוהי כיום העדות העתיקה ביותר של רומא המוגדרת כעיר הנצח, ולכן היא כנראה הביטוי שאנו מחפשים אם אנו רוצים לדעת מדוע רומא נקראת עיר הנצח.

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Pse quhet Roma Qyteti i Përjetshëm?



Në të gjithë botën, Roma, qyteti ynë, kur nuk quhet me emrin e vet quhet "Qyteti i Përjetshëm". Si vjen kjo? Le të shkojmë dhe të zbulojmë pse Roma quhet Qyteti i Përjetshëm.

Ky emër alternativ i Romës ka ekzistuar prej shumë kohësh, duke hyrë në gjuhën e zakonshme deri në atë masë sa e bën arsyen dhe origjinën e këtij emri pothuajse dytësore në sytë e shumë njerëzve. Gjithashtu sepse për një qytet që me perandorët dhe papët, në antikitet si në rilindje, për art apo për politikë, ka qenë gjithmonë protagonist që nga themelimi e deri në ditët e sotme, është një pseudonim që i përshtatet shumë historisë e qytetit.



Shpesh, ata që duan të dinë pse Roma quhet Qyteti i Përjetshëm, mund të mendojnë gabimisht për një fragment nga vepra e Marguerite Yourcenar, "Kujtimet e Hadrianit". Në këtë vepër, në të cilën shkrimtarja franceze përfytyron një letër të gjatë të perandorit Hadrian, përmes së cilës ajo rishikon periudhën e Romës së Lashtë në të cilën ai udhëhoqi Perandorinë, në të cilën në një pikë të caktuar shqiptohet kjo fjali:

"Do të vijë Roma tjetër, dhe unë nuk mund ta imagjinoj fytyrën e tyre; por unë do të kem ndihmuar për t'i dhënë formë ... Roma do të jetojë, Roma do të zhduket vetëm me qytetin e fundit të njerëzve".

Fjalia, sado sugjestive dhe sado që të hedhë dorën mbi përjetësinë e Romës, nuk është arsyeja që shpjegon pse Roma quhet Qyteti i Përjetshëm. Romani Yourcenar, në fakt, daton në vitin 1951, kur për shekuj ishte në përdorim përkufizimi i qytetit të përjetshëm për Romën.

Poeti Tibullus në një pikturë të 1866 nga Lawrence Alma-Tadema


Por atëherë, pse Roma quhet Qyteti i Përjetshëm?

Autori i parë që foli për Romën në këto terma jetoi shumë shekuj më herët se Yourcenar. Ai është Albio Tibullo, një poet elegjiak latin që jetoi midis viteve 54 dhe 19 para Krishtit. Në librin e tij II të elegjive, në V poeti shkruan këto rreshta:

"Romulus Aeternae nondum formaverat Urbis moenia", e përkthyeshme në shqip si "As Romulus nuk kishte ndërtuar ende muret e qytetit të përjetshëm".

Kjo është aktualisht dëshmia më e vjetër e Romës e përcaktuar si Qyteti i Përjetshëm, dhe për këtë arsye është ndoshta fraza që ne po kërkojmë nëse duam të dimë pse Roma quhet Qyteti i Përjetshëm.

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Sezioni del Partito Liberale Italiano a Roma

 
Partito Liberale Italiano

A seguire un elenco delle sezioni del Partito Liberale Italiano (PLI) esistite a Roma. Nell'elenco, per suddivisione toponomastica, sono presenti sedi, sezioni e unità di base esistite anche in epoche diverse e, ove possibile, ne sono segnati gli anni di attività. Il PLI preso in esame è quello fondato nel 1922 e scioltosi nel 1994. Successivamente un altro partito, con una base politica estremamente simile, ha preso la stessa denominazione.

Rione Trevi:
- Sede Romana e Direzione Provinciale, Piazza di Trevi 86
 
Rione Colonna:
- Sede Nazionale, Via Frattina 89
- Gioventù Liberale Italiana, Via Frattina 89 

Rione Campo Marzio:
- Sezione, Via Borgognona 47
- Sezione, Via Leccosa 57

Quartiere Appio-Claudio:
- Sottosezione Tuscolana, Via Curzio Rufo 27

Sezioni del Movimento Sociale Italiano a Roma

 
Movimento Sociale Italiano

A seguire un elenco delle sezioni del Movimento Sociale Italiano (MSI) esistite a Roma. Nell'elenco, per suddivisione toponomastica, sono presenti sedi, sezioni e unità di base esistite anche in epoche diverse e, ove possibile, ne sono segnati gli anni di attività. 
 
Rione Monti:
- Sezione Colle Oppio (Istria Dalmazia), Via delle Terme di Traiano 15a

Rione Castro Pretorio:
- Direzione Nazionale, Via delle Quattro Fontane 22 
- Federazione Provinciale Romana, Via Cavour 57
- Sede del Fronte della Gioventù, Via Sommacampagna
 
Rione Prati:
- Sezione Prati, Via Ottaviano 9
 
Quartiere Flaminio:
- Sezione Flaminio, Via Luca Signorelli 
 
Quartiere Pinciano:
- Sezione Parioli, Viale Gioacchino Rossini 50

Quartiere Nomentano:
- Sezione Nomentano Italia, Via Livorno 1
 
Quartiere Prenestino-Labicano:
- Sezione Prenestino, Via Erasmo Gattamelata 

Quartiere Tuscolano:
- Circolo Fronte della Gioventù, Via Noto
- Sezione Tuscolano, Via Acca Larentia
- Sezione Tuscolano, Via Santa Maria Ausiliatrice 31
 
Quartiere Appio-Latino:
- Sezione Appio Latino Metronio, Via Etruria (targa)
 
Quartiere Trionfale:
- Sezione Balduina, Via delle Medaglie d'Oro 128c 
 
Quartiere Monte Sacro:
- Sezione Tufello, Via Capraia 70
 
Quartiere Trieste:
- Circolo Fronte della Gioventù, Via Migiurtina
- Sezione Trieste-Salario, Viale Somalia

Quartiere Primavalle:
- Sezione "Giarabub", Via Domenico Svampa