Casino della Vignola Boccapaduli



Il Casino della Vignola Boccapaduli è situato in Piazza di Porta Capena nel Rione Celio
Questo edificio risale al Cinquecento, in origine si trovava in una vigna nei pressi delle Terme di Caracalla, all'incrocio di Via di Santa Balbina e Via di San Sebastiano. Nel 1538 la vigna fu acquistata da Prospero Boccapaduli, Conservatore Capitolino, che fece probabilmente costruire l'edificio.
Esso era caratterizzato al pianterreno da tre arcate rivolte verso il giardino, decorate da lesene doriche. Al piano superiore si trovavano due finestre architravate. Sul fianco sinistro si aprivano altre due arcate.

La Vigna Boccapaduli nella mappa del Nolli del 1748

Nell'Ottocento la Vigna passò alla famiglia Trojani, il casino venne trasformato in opificio, che sfruttava l'acqua proveniente dal Fosso dell'Acqua Mariana. 

Il Casino Boccapaduli visto da Santa Balbina nel 1822

La vigna venne espropriata alla fine dell'Ottocento per la realizzazione della Passeggiata Archeologica, voluta da Ruggero Bonghi e Guido Baccelli nel 1887.
Nel 1909 iniziarono lavori per la realizzazione della Passeggiata Archeologica, che comportavano la demolizione del Casino.

La Vignola in demolizione nel 1909

Ben presto le polemiche dovute alla demolizione dell'edificio portarono alla sospensione dei lavori, Guido Baccelli fece un ispezione sul luogo, e vennero effettuati i rilievi del fabbricato.

La Vignola in demolizione vista da Via di San Sebastiano 

Alla fine del 1909 la Vignola fu comunque demolita, per questioni statiche e urbanistiche, essa infatti ostacolava la visuale delle Terme di Caracalla da chi proveniva da Via di San Gregorio, il Baccelli decise che sarebbe stata ricostruita. 

La nuova sistemazione del Casino Boccapaduli nel 1915

Nel 1911 l'architetto Pietro Guidi curò la ricostruzione del casino in Piazza di Porta Capena, fuori dalla Passeggiata Archeologica, egli utilizzò gli elementi superstiti e integrò quelli perduti, inoltre decise di ricostruire il fregio dorico a triglifi e la cornice. Al primo piano venne inserita la finestra di sinistra. 


L'edificio è chiamato la Vignola non perché progettato dall'architetto Vignola, ma poiché utilizzato come abitazione del vignaiolo.





Edicola Sacra di Via Liberiana all'angolo con Via Paolina

Madonna Edicola Monti

 
All'angolo tra Via Paolina e Via Liberiana, nel Rione Monti, è presente un'Edicola Sacra raffigurante la Madonna. La struttura dell'Edicola è retta da due statue di Angeli, ognuno dei due posto su un lato del palazzo, mentre l'Edicola si trova proprio sull'angolo.

Madonna col Bambino in Via dei Cappellari

Edicola Sacra Via dei Cappellari

In Via dei Cappellari, nella parte compresa nel Rione Parione, è presente un'Edicola Sacra raffigurante la Madonna che tiene tra le braccia il Bambino Gesù. L'Edicola è stata realizzata in terracotta in stile robbiano.

Il Presepe di Arnolfo di Cambio nella Basilica di Santa Maria Maggiore



Il Presepe di Arnolfo di Cambio è il secondo presepe più antico al mondo oggi esistente, si trova nella Basilica di Santa Maria Maggiore, nel Rione Monti.

Il Presepe allestito nella Cappella del Sacramento

Fu il Pontefice Niccolò IV, francescano, a commissionare, nel 1288, allo scultore Arnolfo di Cambio la realizzazione delle statue del presepe, a settant'anni dalla prima rievocazione del presepio ad opera di San Francesco d'Assisi a Greccio, da collocare nell'antico Oratorio della Natività, realizzato nella navata destra della Basilica nel VI secolo.
Durante il Pontificato di Teodoro I (642-649) infatti giunsero a Roma da Betlemme le reliquie della mangiatoia e delle fasce, e la Basilica assunse il titolo di Santa Maria in Praesepium, esse furono collocate nell'Oratorio, costruito per l'occasione, caratterizzato da una nicchia, che simboleggiava la grotta di Betlemme, sovrastante un altare in stile cosmatesco.
Arnolfo di Cambio scolpì, nel 1291, otto statue raffiguranti i personaggi del presepe, di cui due sono andate perdute.
Rimangono la Madonna con Bambino, San Giuseppe, i Re Magi e il bue con l'asinello.


Capolavoro della scultura gotica Italiana,
fu una delle ultime realizzazioni dello scultore, che raggiunse con quest'opera il vertice della sua strepitosa carriera.
Al centro si trova la Madonna con il bambino, ritenuta ai primi del Novecento una statua tardo cinquecentesca, era stata attribuita infatti allo scultore Pietro Paolo Olivieri, in seguito al restauro del presepe è stato possibile riconoscerla come originaria, fu rimaneggiata però nel Cinquecento in forme rinascimentali scolpendo il panneggio delle vesti della Vergine.
Il San Giuseppe scolpito ad altissimo rilievo, con il volto solenne è caratterizzato da una corta barba, mentre il corpo è avvolto in un mantello dalle pieghe che cadono perpendicolari, con le spalle incurvate e le mani appoggiate sul bastone. 


Il bue e l'asinello, che guardano la scena lateralmente, sono raffigurati soltanto nelle due teste, dalle forme longilinee.


A destra si trova un Magio orante, inginocchiato e ricurvo, caratterizzato dai capelli fluenti appoggiati all'abito sacerdotale e dalla lunga barba, le mani sono giunte in gesto di preghiera, lo sguardo rivolto verso il bambino. Dietro è posto un grande blocco di marmo contenente due magi, in piedi, su un fondale dipinto a virali vegetali. Essi sono raffigurati in vesti riccamente decorate e originariamente dorate e dipinte.

La ricostruzione di Wilhelm Messerer 

Varie ricostruzioni della disposizione originale dei bassorilievi sono state realizzate dagli studiosi negli anni, molte prevedevano la Madonna stesa, così come avveniva nelle raffigurazioni medievali, una delle più interessanti è quella di Wilhelm Messerer del 1975.

L'imballaggio dell'Oratorio da parte di Carlo Fontana, per trasportarlo al centro della Cappella Sistina 

Nel 1586 Papa Sisto V fece costruire da Carlo Fontana la Cappella Sistina, sul luogo occupato dall'Oratorio del Presepe, questo venne conservato e rimontato nella cripta posta al centro della nuova Cappella.
Per il Natale del 2022 il Presepe di Arnolfo è stato riallestito nella navata sinistra della Basilica.