Targa in memoria di James Joyce


La targa in questione si trova in Via Frattina, nel Rione Campo Marzio, ricorda lo scrittore Irlandese James Joyce (Dublino 1882-Zurigo 1942), che qui visse dall'Agosto al Dicembre del 1906.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma il 2 Febbraio 1982, in occasione del centenario dalla nascita dello scrittore.

Targa in memoria di Henryk Sienkiewicz


La targa in questione si trova in Via Bocca di Leone, nel Rione Campo Marzio, e ricorda lo scrittore Polacco Henryk Sienkiewicz (Wola Okrzejska 1846-Vevey 1916), autore del libro Quo Vadis? nel 1896 e vincitore nel 1905 del Premio Nobel per la Letteratura che all'Hotel d'Inghilterra, albergo su cui la targa è posta, alloggiò.
La targa è stata qui posta dai Polacchi d'Italia a cinquant'anni dalla sua morte, quindi nel 1966.

Targa in memoria di Giacomo Leopardi


La targa in questione si trova in Via Condotti, nel Rione Campo Marzio, e ricorda il grande letterato Italiano Giacomo Leopardi (Recanati 1798-Napoli 1837), che qui visse per cinque mesi.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma nel 1879.

Targa in memoria di Antonio Bosio


La targa in questione si trova in Via Condotti all'angolo con Via Bocca di Leone, nel Rione Campo Marzio, ricorda l'archeologo maltese Antonio Bosio (Vittoriosa 1575-Roma 1629). Trasferitosi a Roma per conto del Sovrano Militare Ordine di Malta, scoprì ed esplorò numerose Catacombe di Roma, come quelle di Domitilla, tanto che portò l'archeologo Giovanni Battista De Rossi a definire Bosio ""Il Cristoforo Colombo della Roma sotterranea".
La targa è stata posta nel 1631 sul Palazzo Magistrale dei Cavalieri di Malta, luogo in cui l'archeologo visse, ed è scritta in Latino.

Targa in memoria di Massimo d'Azeglio


La targa in questione si trova in Piazza San Lorenzo in Lucina, nel Rione Colonna, e ricorda il politico, pittore e scrittore Massimo d'Azeglio (Torino 1798-Torino 1866), che in questo palazzo abitò quando, prima  dell'Unità d'Italia, era sede dell'ambasciata del Regno di Sardegna.
La targa è stata qui posta nel 1961, in occasione del centenario dell'Unità d'Italia.

Massimo d'Azeglio ritratto da Francesco Hayez nel 1860

Targa in memoria dell'Apparizione della Beata Vergine del Pozzo


La targa in questione si trova in Via di Santa Maria in Via, nel Rione Trevi, e ricorda l'Apparizione della Beata Vergine del Pozzo, la cui immagine comparse miracolosamente dalle acque di un pozzo il 27 Settembre 1256 e che è tuttora conservata nella Chiesa di Santa Maria in Via su cui la targa è posta.
Dentro la Chiesa, sotto l'immagine è possibile bere l'acqua proveniente dal pozzo dove avvenne il Miracolo, acqua ritenuta miracolosa.
L'iscrizione è stata qui posta il 27 Settembre 1956, in occasione del settimo centenario del Miracolo.

Targa in memoria di Gualtiero Serafino


La targa in questione si trova in Largo Arenula, nel versante compreso nel Rione Sant'Angelo, e ricorda Gualtiero Serafino (Roma 1919-Passo la Faruch 1940), Sottotenente dei Bersaglieri, caduto nel 1940 in battaglia nell'Africa Orientale e insignito della medaglia d'oro al valore, che in questa casa era nato.

Targa in memoria di Fernando Lorenzana


La targa in questione si trova in Piazza Mattei, nel Rione Sant'Angelo, e ricorda il diplomatico Messicano Fernando Lorenzana (Città del Messico 1807-Roma 1892) che fu rappresentante a Roma della Repubblica di Colombia, che qui abitò.
La targa è stata qui posta dalla Repubblica di Colombia nel 1960.

Targa in memoria di Luciano Massimo Consoli


La targa in questione si trova in Via Galvani, nel Rione Testaccio, ricorda lo scrittore, giornalista e attivista omosessuale Luciano Massimo Consoli (Roma 1945-Roma 2007), tra i fondatori del movimento gay Italiano che in questa casa è nato.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma nel 2010.

Targa in memoria di Teresa Gullace


La targa in questione si trova in Viale Giulio Cesare, nel Rione Prati, e ricorda Teresa Gullace (Cittanova 1907-Roma 1944), presso il luogo in cui venne uccisa.
Teresa Gullace (il cui cognome da nubile era Talotta) aveva 37 anni, cinque figli e ne aspettava un sesto, quando il 3 Marzo 1944 si recò presso la caserma di Viale Giulio Cesare dove il marito, Girolamo Gullace, era stato portato dalle truppe tedesche in seguito ad un rastrellamento.
Nella folla che era sotto le finestre della caserma a cercare informazioni sui propri cari, Teresa scorse il marito dentro la caserma e, nell'avvicinarsi a lui, un soldato tedesco le sparò, uccidendola.
Teresa Gullace divenne così un simbolo della Resistenza Romana, e dalla sua figura ha tratto ispirazione Roberto Rossellini, nel film Roma Città Aperta, per creare il personaggio di Pina, interpretata da Anna Magnani.
La targa è stata qui posta il 7 Ottobre 1945 dall'Unione Donne Italiane e qui ricollocata dal Comune di Roma il 25 Settembre 1979.

Targa in memoria di San Giovanni Leonardi


La targa in questione si trova in Via Luigi Petroselli, nel Rione Ripa, e ricorda San Giovanni Leonardi (Diecimo 1541-Roma 1609), fondatore dell'Ordine della Madre di Dio, Patrono dei Farmacisti, che presso la Chiesa di Santa Galla, un tempo esistente nel luogo della targa, visse e morì.
La targa è stata posta nell'Ottobre del 2009, in occasione del quarto centenario dalla morte di San Giovanni Leonardi.

Targa in memoria di Vittorio De Sica


La targa in questione si trova in Via Aventina 19, sul piccolo Aventino, nel Rione San Saba, e ricorda l'attore e regista Vittorio De Sica (Sora 1901-Neuilly-sur-Seine 1974), padre del neorealismo e della Commedia all'Italiana, che in questa casa visse.

Vittorio de Sica nel film Gastone

La targa è stata qui posta dal Comune di Roma il 12 novembre 2010, nel trentaseiesimo anniversario della morte del grande artista, in presenza dei figli Christian e Manuel.

Manuel e Christian De Sica con i rispettivi figli il giorno dell'inaugurazione della targa

Quartiere Trionfale


Il Quartiere Trionfale sorge lungo il primo tratto dell'omonima via, la Via Trionfale, da cui prende il nome.
Questa via, di cui si ignora la data d'origine, nota nell'Antica Roma con il nome di Via Triumphalis, inizialmente percorreva l'attuale Corso Vittorio Emanuele II, attraversava il Tevere sul ponte detto Triumphalis, Neroniano o Vaticano, di cui oggi restano solo alcune rovine poco distanti dall'odierno Ponte Vittorio Emanuele II e da lì raggiungeva l'odierna Via Leone IV e, varcato il corso d'acqua detto della Sposata, proseguiva lungo quello che è l'attuale tracciato, raggiungendo l'antica città di Veio.
Il nome della via è legato probabilmente ai trionfi dei guerrieri Romani dopo le vittorie, ma gli storici sono abbastanza concordi sul fatto che la via non avesse alcun esclusiva riguardo il passaggio dei soldati durante questo tipo di eventi.
L'odierna estensione del quartiere va dall'inizio della Via Trionfale, poco fuori le Mura Vaticane, e, risalendo per Monte Mario, include la porzione del monte detta Balduina.
Nel Medioevo, la Trionfale era usata come variante della Via Cassia, soprattutto per raggiungere il Vaticano, fatto che la rendeva frequentata da numerosi pellegrini provenienti dalla Via Francigena.

Il Quartiere Trionfale nel 1930

Alle pendici del Monte Mario, nel Medioevo, fu costruita la Chiesa di Santa Maria Maddalena, divenuta poi San Lazzaro, tuttora esistente alle pendici dell'area.
Il tratto che saliva al Monte fino all'incrocio con Via della Camilluccia fu anche detto Strada di Monte Mario, Salita di Monte Mario o Strada della Croce di Monte Mario. Fu proprio questo tratto che, tra il 1836 ed il 1839, per volontà di Papa Gregorio XVI, venne modificato dall'ingegnere Nicola Cavalieri di San Bertolo, che ne ridusse la pendenza e vi aggiunse degli alberi ai bordi, rendendolo una passeggiata panoramica.

Il Trionfale nel 1925

Ad inizio Novecento si iniziò a costruire nella zona: nacque, lungo il primo tratto di Via Trionfale, un nucleo di case popolari, il Trionfale I, abitate in gran parte da fornaciari, lungo la nuova Via Andrea Doria, che saranno, in quegli anni, un luogo di fermento di aderenti alle idee anarchiche e repubblicane. Tra questi militanti, che gravitavano soprattutto intorno alla sezione anarchica di Via Tolemaide, trovava un notevole seguito il leader anarchico Errico Malatesta, che vedevano come una specie di Lenin, non a caso fu soprannominato il Lenin d'Italia. 
Il 1921 Innocenzo Sabatini realizzò il grande complesso Trionfale II, su Via Andrea Doria, lo stesso architetto costruì nel 1927 il Trionfale III, ed anche il monumentale Trionfale IV.


Negli anni successivi, l'ingegnere Carlo Pomilio cercò uno sviluppo edilizio differente nell'area di Viale delle Medaglie d'Oro, la strada che sale verso la Balduina, dando vita ad un quartiere di villini, per la borghesia altolocata, complice anche la posizione panoramica. Tra esempi di maggior pregio ricordiamo il Villino Ranieri e il Villino Tassoni.
Nel dopoguerra, con la speculazione edilizia degli anni Cinquanta e Sessanta, si sviluppò notevolmente anche l'area della Balduina, su Monte Mario.
Oggi il Trionfale è un quartiere residenziale: il grosso dei servizi è situato nell'area di Via Andrea Doria e Piazzale degli Eroi.

Chiese:
Chiesa Centrale dell'Università del Sacro Cuore
San Fulgenzio
Gesù Divino Maestro
San Giuseppe al Trionfale
Santa Maria delle Grazie al Trionfale
Santa Maria Mater Ecclesiae
Santa Maria Stella Matutina
Santa Paola Romana
San Pio X



Fermate della metropolitana:
Cipro (Metro A)
Valle Aurelia (Metro A)
Balduina (FR3)
Valle Aurelia (FR3)
Appiano (FR3)

Ospedali:
Policlinico Agostino Gemelli

Parchi:
Parco Urbano di Monte Ciocci





Ville:
Villa Blumensthil 
Villa Miani

Villini:
Villino Capo, Viale delle Medaglie d'Oro (demolito)
Villino Ranieri, Viale delle Medaglie d'Oro
Villino Tassoni, Viale delle Medaglie d'Oro
Villino Ugolini, Viale Tito Livio

La nevicata a Roma del 3 e 4 Febbraio 2012

Piazza San Pietro


Nel Febbraio del 2012 una forte ondata di freddo ha colpito l'Europa. Oltre al gelo, anche la neve è arrivata in molte città del continente, comprese le più calde e meridionali dove i fiocchi cadono raramente.
Tra queste città vi è stata anche Roma, in cui per ben due giorni, il 3 e 4 Febbraio 2012, ha nevicato. Uno spettacolo suggestivo e sicuramente insolito per la Città Eterna.

Segue una galleria di foto relativa alla nevicata di quei giorni.

L'Ara Pacis
Uno degli Angeli di Ponte Sant'Angelo

Via degli Orti d'Alibert

Il Circo Massimo

Il Foro Romano

L'Arco di Tito
Piazza Navona

Piazza Cavour

Una delle fontane del Palazzaccio

Via Alberico II

Il Foro di Augusto

Fontana di Trevi
Ponte Umberto I

Università Urbaniana 
Borgo Pio, angolo Piazza del Catalone

Il Pantheon

Il giardino di Piazza Benedetto Cairoli

Targa in memoria di Gabriella Ferri


La targa in questione si trova in Piazza Santa Maria Liberatrice, nel Rione Testaccio, e ricorda la cantante Romana Gabriella Ferri (Roma 1942-Corchiano 2004), che in questa casa nacque.
La targa cita anche una strofa della canzone "Sempre", da lei scritta.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma nel 2010.

Targa in memoria di Settimio Calò e della sua famiglia


La targa in questione si trova in Via del Portico d'Ottavia, nel Rione Sant'Angelo, nel Ghetto, e ricorda Settimio Calò, e la sua famiglia. Settimio Calò, che qui abitava, il giorno del rastrellamento del Ghetto di Roma, il 16 ottobre 1943, non si trovava in casa, ma quando vi tornò la sua intera famiglia - la moglie Clelia Frascati ed i suoi nove figli - era stata deportata dai Nazisti. Nessuno dei suoi familiari fece ritorno a casa.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma nel 2010.

Targhe in memoria della deportazione degli Ebrei dal Ghetto e dei neonati morti nei lager


Le targhe in questione si trova in Via del Portico d'Ottavia, nel Rione Sant'Angelo, più precisamente nel Ghetto.
La prima delle due ricorda la deportazione di 1.259 Ebrei dal Ghetto di Roma, avvenuta nel rastrellamento del Ghetto del 16 Ottobre 1943. Solo 16 persone, 15 uomini ed 1 donna, fecero ritorno tra i deportati in seguito a questa retata. La targa è stata qui posta il 23 ottobre 1964 dal Comitato per le celebrazioni del Ventennale della Resistenza.
La seconda targa ricorda i neonati morti nei lager nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale ed è stata qui posta nel Gennaio 2001.

Targa in memoria del voto di Pio XII alla Madonna del Divino Amore


La targa in questione si trova all'interno del Santuario del Divino Amore, in Via Ardeatina, nella Zona Castel di Leva, e ricorda il voto fatto dal Papa Pio XII e dai Romani alla Madonna del Divino Amore il 4 Giugno 1944 per la salvezza della Città, sull'orlo di una possibile battaglia per la liberazione da parte degli Alleati. La sera stessa del voto, le truppe Tedesche lasciarono Roma e gli Alleati vi entrarono.
La targa raffigura, in un bassorilievo, il Papa Pio XII e Don Umberto Terenzi, oltre a una folla di fedeli.
La targa è stata qui posta nel 1994, nel cinquantenario del voto.

Gli Internazionali d'Italia


Gli Internazionali d'Italia sono uno dei principali eventi tennistici al mondo nonchè una delle più importanti manifestazioni sportive di Roma.
La sua storia inizia nel 1930, quando la costruzione del Foro Italico, iniziata nel 1928, non era ancora terminata, fatto che fece sì che le prime edizioni non si svolsero a Roma, bensì a Milano, nel Tennis Club Milano di Via Arimondi su iniziativa del Conte Alberto Bonacossa, uno dei massimi dirigenti sportivi italiani dell'epoca che, dopo aver assistito in Francia ed Inghilterra ai tornei tennistici del Roland Garros e di Wimbledon, pensò di creare anche in Italia un evento simile.
Il primo a vincere il torneo è stato l'americano Bill Tilden, in finale contro l'italiano Umberto de Morpurgo. Questi personaggi non potevano ancora sapere che stavano scrivendo la prima riga di un lungo albo d'oro che comprende i nomi di persone che hanno scritto la storia del tennis. Il primo italiano a vincere, invece, fu Emanuele Sertorio, nel 1933.

Una foto aerea del Foro Italico appena completato. In basso a sinistra si può notare lo
Stadio della Pallacorda. Si noti il Ministero degli Esteri ancora in costruzione.

Fu nel 1935 che, finalmente, il torneo iniziò a disputarsi in quella che ancora oggi è la sua sede, l'impianto del Foro Italico, conosciuto all'epoca come Foro Mussolini, appena costruito su progetto dell'architetto Enrico Del Debbio. Inizialmente, però, non fu lunga la permanenza del torneo nel nuovo impianto: dal 1936, infatti, gli Internazionali d'Italia non saranno disputati, e solo nel 1950 il torneo tornò ad essere disputato.
La sede del torneo rimase sempre Roma, con alcune piccole eccezioni: nel 1961, per celebrare il centenario dell'Unità d'Italia, si decise di svolgere l'intera competizione a Torino, prima capitale del Regno, mentre negli anni Ottanta due edizioni del torneo femminile si svolsero rispettivamente a Taranto e Perugia.
Il primo campo da tennis del Foro Italico in cui si disputa il torneo è il monumentale Stadio della Pallacorda (ora dedicato a Nicola Pietrangeli), che sarà poi affiancato dal Centrale del Tennis (ristrutturato nel 2010) e dai campi laterali.

Lo Stadio della Pallacorda negli anni Trenta

Gli impianti del tennis del Foro Italico in cui si disputa inizialmente il torneo sono, in principio, definiti "Impianti per racchetta", per via dell'italianizzazione dei nomi voluta sotto il Fascismo. Lo stadio Olimpionico del tennis, primo nome dello Stadio della Pallacorda, è uno stadio interrato, previsto nel piano di Del Debbio e progettato da Costantino Costantini, datato 1935, che prevede che la parte più alta delle gradinate sia all'altezza del piano di calpestio del Foro Italico, da cui le gradinate di marmo di Carrara scendono verso il campo da Tennis.
Di marmo di Carrara sono anche le diciotto monumentali statue di atleti olimpionici che circondano lo stadio. Collegata al campo, attraverso una galleria sotterranea, è la palazzina dei servizi del Tennis, dalle geometriche forme razionaliste, ed i limitrofi campi di allenamento, i cosiddetti campi laterali, oggi usati anche per alcuni incontri durante gli Internazionali d'Italia, oltre che per l'allenamento degli atleti.

Il tennista Nicola Pietrangeli

Gli anni Cinquanta videro affermarsi, nel torneo, uno dei più grandi campioni del tennis italiano. Si tratta di Nicola Pietrangeli, che vinse gli Internazionali di tennis nel 1956 e nel 1961.
Altro campione italiano che si è saputo affermare nel torneo è il romano Adriano Panatta, vincitore al Foro Italico nel 1976 di fronte al suo pubblico.

Adriano Panatta

Gli Internazionali rappresentano, un oggi un torneo molto importante nel mondo del tennis: fa parte del circuito ATP World Tours 100 che raggruppa i nove principali tornei dopo i quattro slam.
Dal 2002 il nome ufficiale dell'evento è Internazionali d'Italia BNL, visto che l'istituto bancario della Banca Nazionale del Lavoro è diventato lo sponsor del torneo.
Gli Internazionali di Tennis attirano l'attenzione di numerosi romani ed appassionati di tennis da tutto il mondo: parallelamente al torneo di tennis si organizzano, con l'intento di far convogliare maggior attenzione sul torneo, altri eventi di intrattenimento e serate. Il Foro Italico in quei giorni è anche arricchito da stand e ristoranti gestiti principalmente dagli sponsor.
I giorni del torneo sono anche un occasione per vivere la città non solo per gli appassionati di tennis che vengono a Roma, ma anche per i campioni internazionali impegnati nel torneo.

La tennista Serba Ana Ivanovic in un ristorante di Roma

Targa in memoria di Cesare Cipolletti


La targa in questione si trova in Piazza Fatebenefratelli, sull'Isola Tiberina, nel Rione Ripa, e ricorda Cesare Cipolletti (Roma 1843-Oceano Atlantico 1908), ingegnere idraulico italiano che nacque in una casa che, un tempo, sorgeva in quest'area.
La targa è stata qui posta dal Comune di Roma nel 1948.

Targa in memoria di Pietro Cossa


La targa in questione si trova in Vicolo della Torre, nel Rione Trastevere, ricorda il drammaturgo Pietro Cossa (Roma 1830-Livorno 1881), che in questa casa visse tra il 1874 ed il 1879.
La targa è stata qui posta da "i Trasteverini devoti del poeta" il 15 Ottobre 1882.
A Pietro Cossa è dedicata anche un'altra lapide a Roma, in Via del Governo Vecchio, presso la casa in cui nacque.

Targa in memoria degli ospiti illustri di Palazzo Massimo e del rinnovamento del Palazzo


La targa in questione si trova a Piazza dei Massimi, nel Rione Parione, e ricorda il rifacimento di Palazzo Massimo ad opera di Camillo Carlo Massimo. Con l'occasione, ricorda svariati personaggi illustri che, nell'arco dei secoli, sono stati ospiti della famiglia Massimo sul cui palazzo la lapide è collocata.
La targa ricorda come nel 1877 il palazzo sia stato restaurato e riportato all'antico splendore.
Sono poi ricordati diversi ospiti illustri del palazzo: gli stampatori tedeschi di Magonza, collaboratori di Gutenberg, Sweinheim e Pannartz, ospiti nel 1467, è ricordato San Filippo Neri, che qui, nel 1583, riportò in vita il quattordicenne Paolo Massimo, che era morto in seguito ad una malattia.
La targa è stata qui posta nel 1877, anno del restauro del Palazzo.