Via Frattina



Via Frattina è una strada situata nei Rioni Colonna e Campo Marzio, compresa tra Via del Corso e Piazza di Spagna. Come molte strade dell'area del Tridente, la sua urbanizzazione corrispondente all'attuale risale all'inizio del XVI Secolo: dal Medioevo a quell'epoca, infatti, quest'area divenne principalmente adibita ad orti, e questa strada probabilmente riprese il tracciato di un'antica strada Romana che conduceva verso il Pincio. Presto questa strada prese l'attuale nome dal Vescovo Bartolomeo Farattini di Amelia, che qui abitò alla fine del XVI Secolo, e venne probabilmente lastricata sotto Papa Sisto V Peretti (1585-1590). Per questa ragione, la strada sarebbe originariamente stata chiamata anche Via Ferratina.
La casa del Farattini era all'epoca il principale palazzo della strada, e durante il XVII Secolo venne costruito al suo posto il Collegio di Propaganda Fide, visibile in fondo ad essa anche se non vi si affaccia direttamente. Alcuni studiosi hanno ritenuto possibile anche l'ipotesi che il nome Frattina
derivi da "Fratte", come d'altronde molte altre strade della zona del Tridente ricordano che l'area era un tempo principalmente adibita a vigne ed orti.
Sulla strada si affaccia uno degli ingressi laterali dell'Ambasciata di Spagna, la cui facciata è sulla vicina Piazza di Spagna.
Uno degli ingressi laterali dell'Ambasciata di Spagna
Di questa strada si racconta una storia risalente al XVI Secolo. Un uomo di nome Pietro Curtelli, vissuto all'epoca di Papa Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585), avrebbe sedotto e rapito una ragazza di questa strada. Sotto Papa Sisto V Peretti (1585-1590) il Curtelli fu processato e condannato a morte. Il suo corpo fu smembrato e le sue gambe vennero appese presso la casa della fanciulla come monito per tutti. Le gambe in decomposizione però emanavano un odore molto cattivo, e vennero perciò sostituite con un paio di gambe in pietra.
A questa strada si deve inoltre la fama d'Er Tinea, detto anche Er Più proprio per un episodio avvenuto in Via Frattina, bullo "per eccellenza" della Roma ottocentesca, al secolo Romeo Ottaviani. Tornando dalle poste di San Silvestro, nel 1898, si imbatté in un protettore che picchiava una prostituta. Er Tinea decise di prendere le difese della ragazza, e picchiò il protettore, che si rivelò essere uno dei maggiori criminali romani dell'epoca. Per questo Er Tinea dopo questo episodio prese il soprannome di Er Più.
Nell'arco dei secoli, la strada è stata abitata da molte personalità di prestigio, alcune delle quali sono ricordate da apposite targhe commemorative. Tra questi vi sono la scrittrice norvegese Sigrid Undset, lo scrittore irlandese James Joyce, l'uomo politico Mattia Montecchi e il generale e uomo politico Giuseppe Avezzana.

Una donna fuma una sigaretta seduta di fronte a uno dei numerosi negozi di Via Frattina
Alla fine del XIX Secolo sorgeva in questa strada il ristorante Royal, gestito da Ernesta Capigatti.
A partire dagli anni '60 in questa strada si trasferirono molti importanti negozi - soprattutto d'abbigliamento - della città, che trasformarono questa strada e molte altre che gravitano intorno a Via Condotti in uno dei centri cittadini dello shopping di qualità, ed ospita punti vendita di importanti marchi quali Pandora, Patrizia Pepe, Nero Giardini ed Elisabetta Franchi, tra gli altri, ed il prestigioso negozio di alimentari Castroni.
Via Frattina è citata in due canzoni di Francesco De Gregori: "Per le strade di Roma" e "300.000.000 di topi".

Altri siti che ne parlano:
Via Frattina - in Roma Segreta

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