Palazzo Borghese


Palazzo Borghese si trova in Piazza Borghese, nel Rione Campo Marzio, ed è stato per secoli il palazzo patrizio della famiglia Borghese.
Le origini dell'edificio risalgono al 1560, quando Monsignor Tommaso del Giglio acquistò un palazzo nei pressi di via di Ripetta dagli eredi del cardinale Giovanni Poggio (1493-1550) per una somma di 6.800 scudi. A partire dal 1561 sull’area in questione venne costruito il nuovo palazzo, fino al 1578, anno della morte di Tommaso del Giglio. Riguardo questo periodo è stato ipotizzato il coinvolgimento del Vignola (1507-1573) nei lavori fino al 1573, anno della sua morte.
Il palazzo, praticamente terminato, rimase inabitato e privo di copertura fino al 1586, quando venne acquistato dal cardinale Pedro Deza (1520-1600), che incaricò Martino Longhi il Vecchio di proseguire i lavori per la costruzione del Palazzo. Alla morte del Longhi, avvenuta nel 1591, la direzione dei lavori fu affidata al suo allievo Flaminio Ponzio (1559-1613), che si occupò di ampliare il palazzo all’area dei vicini fabbricati che, nel frattempo, erano stati acquistati del Deza.


In seguito alla morte del cardinale, avvenuta nel 1600, fu il cardinale Camillo Borghese a prendere in affitto prima (1602) e acquistare poi (1604) il palazzo, grazie anche a un debito di 40mila scudi contratto grazie all’autorizzazione di Papa Clemente VIII Aldobrandini (1592-1605). L’elezione al soglio Pontificio del cardinale Borghese con il nome di Paolo V (1605-1621) portò ulteriore prestigio alla residenza, affidata formalmente ai suoi fratelli Giovanni Battista e Francesco, i cui lavori ebbero un forte impulso. Ritornato alla guida del cantiere il Ponzio (che aveva lasciato l’incarico nel 1600 con la morte del Deza), iniziarono i lavori della facciata sull’attuale piazza Borghese.


Nel 1607, quando l’ala occidentale del palazzo era quasi terminata, Paolo V decise di ampliare ulteriormente il palazzo, non considerandolo all’altezza di una dimora per la famiglia pontificia. Fu dunque ampliata la facciata orientale sull’odierna piazza Borghese, tanto da inglobare il palazzo Farnese-Poggio e raggiungere via di Ripetta, ridimensionando il ruolo della facciata del Longhi sull’odierna via Fontanella Borghese.


Nell’ambito di questo ampliamento, viene ingrandito il salone principale e viene realizzata la scala ovale, su ispirazione della scala circolare del Bramante presso il Palazzo del Belvedere in Vaticano, e vengono sgombrate dagli edifici preesistenti le aree antistanti alle due facciate del palazzo, creando così la piazza Borghese (oggi Largo della Fontanella di Borghese), la piazza Nuova Borghese (oggi piazza Borghese) e modificando in parte il tragitto di Via del Leone.


Un ulteriore ingrandimento del palazzo avvenne nel 1612, quando una loggia a tre arcate fu costruita su via di Ripetta che guardava verso il fiume, attribuita a Girolamo Rainaldi (1570-1655), forse diretto da Carlo Maderno (1556-1629), che aveva da poco realizzato la loggia interna al cortile. L’insolita forma del palazzo, dovuta ai numerosi ampliamenti e alla forma irregolare dell’area acquistata dai Borghese, portò i romani a ribattezzarlo “il cembalo”, per analogia con lo strumento musicale. In seguito alla morte di Paolo V, avvenuta nel 1621, il cardinale Scipione Borghese fece realizzare una nuova cappella nell’ala del palazzo che si affaccia su via di Ripetta, mentre nei decenni successivi il principe Giovanni Battista Borghese volle che fosse edificato un ninfeo all’interno del palazzo, per la cui realizzazione incaricò Carlo Rainaldi (1611-1691). Nel palazzo visse anche Paolina Borghese, moglie del principe Camillo Borghese nonché sorella di Napoleone Bonaparte, immortalata nella celebre scultura di Antonio Canova custodita nella Galleria Borghese. Proprio in questo periodo, all’inizio dell’Ottocento, vennero ammodernati gli appartamenti secondo il gusto neoclassico.


Il cortile di palazzo Borghese è caratterizzato da una serie di archi che poggiano su doppie colonne, che fanno da pendant a una loggia che, unendo le due ali dell’edificio, coniuga l’imponenza del palazzo a un effetto di forte ariosità. Non è noto conoscere chi abbia realizzato il cortile, visto che sia il Vignola, sia il Longhi, sono morti prima della sua realizzazione. La loggia, creata per unire il vecchio nucleo del Palazzo Deza con il nuovo Palazzo Borghese, è stata realizzata dal Maderno, che negli stessi anni stava realizzando una simile loggia presso il Palazzo Mattei di Giove. Una tipologia, questa, che già si era vista nella loggia michelangiolesca di Palazzo Farnese sul lato che da verso il Tevere.


Nel 1673 terminarono i lavori per la costruzione del nuovo ninfeo, voluti dal principe Giovanni Battista Borghese. La costruzione dell’opera è attribuita all’austriaco Johan Paul Schor (1615-1674), al quale però subentro in un secondo momento il Rainaldi, dopo che il principe Giovanni Battista Borghese decise di licenziare il primo perché, riportano le fonti, stufo delle sue stravaganze. Il Ninfeo ha una forma irregolare, a causa dell’insolita forma del palazzo. Questa situazione di partenza viene risolta dallo Schor attraverso l’uso di fontane come punti focali del cortile che creano così un effetto scenografico. Non è un caso che lo Schor fosse molto esperto per quanto riguarda l’architettura teatrale. La fontana centrale, opera di Leonardo Retti, rappresenta Venere con cupidi, colombe e cigni, anche se tuttavia la statua femminile è stata identificata come Diana, mentre le fontane laterali, realizzate da Filippo Carcani e Francesco Cavallini, richiamano con tutta probabilità alle stagioni della primavera e dell’estate.

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