Monumento ad Anita Garibaldi


Il monumento ad Anita Garibaldi si trova in Piazzale Anita Garibaldi, nella parte del Rione Trastevere situata sul Gianicolo.
L'idea di realizzare un monumento in onore dell'eroina e moglie di Giuseppe Garibaldi, Anita Garibaldi, Ana Maria de Jesus Ribero da Silva(Morrinhos 1821 Mandriole di Ravenna 1849) nacque nel 1905, in previsione del centenario della nascita di Garibaldi, nel 1907. Il comitato era presieduto da Augusto Elia, reduce della spedizione dei Mille; nell'anno successivo fu affidato allo scultore Mario Rutelli di pensare una scultura da erigere in Piazza d'Italia, odierna Piazza Giuseppe Gioacchino Belli, nel Rione Trastevere, in memoria dell'eroina, vicinissima al ponte Garibaldi.

Modello di gesso di parte del grande monumento ad Anita Garibaldi dello scultore Rutelli, del 1906

Rutelli realizzò un bozzetto di un grande monumento dedicato ad Anita morente tra le braccia di Giuseppe Garibaldi, nella pineta di Ravenna, con ampie aree rocciose, ma il progetto fu accantonato per il parere negativo della Commissione Comunale di Storia ed Arte. Intanto lo scultore Carlo Fontana presentò un altro bozzetto, in cui volle raffigurare Anita Garibaldi al galoppo d'un cavallo con il figlio Menotti in braccio e la pistola in una mano.
Le polemiche seguite alla vicenda portarono alla ideazione di un vero e proprio concorso nazionale per un'opera da collocare sul Gianicolo, indetto nel 1907 quarantatrè bozzetti furono presentati. Nessuno fu giudicato adatto e così l'iniziativa non ebbe seguito.
Solo nel 1928 Ezio Garibaldi, pronipote dell'eroe e convinto fascista, promosse nuovamente la realizzazione del monumento, che ottenne l'appoggio di Mussolini e fu compresa nel programma delle celebrazioni per i cinquant'anni dalla morte di Garibaldi, nel 1932.

Il bozzetto vincente di Mario Rutelli

Fu il duce stesso ad intervenire direttamente nella scelta del bozzetto, che alcuni artisti erano stati chiamati a realizzare, e alla fine fu scelto, nel 1929, quello di Rutelli.

Mario Rutelli con il bozzetto del monumento ad Anita nel 1930

Il bozzetto rappresentava la fuga di Anita dall'accampamento di Sao Luis, accerchiato dalle truppe imperiali durante la Guerra dei Farrapos.
L'eroina era raffigurata sul cavallo al galoppo, con la pistola in pugno, mentre l'altro braccio si aggrappava alla criniera del destriero.


Anita lancia all'attacco i Garibaldini




Per i rilievi della base furono scelti tre temi: Anita che guida i Garibaldini a Curitibanos, Anita che cerca Garibaldi tra i caduti della stessa battaglia e Garibaldi che sostiene Anita morente nella pineta di Ravenna.


Anita cerca Garibaldi tra i cadaveri della battaglia


Garibaldi con Anita morente

Nel luglio del 1930 fu realizzata in gesso la grande statua equestre, e Mussolini fu invitato a visitarla, fu in quell'occasione che il dittatore volle che nel braccio sinistro fosse inserito il piccolo figlio Menotti, per trasformare l'eroina anche in madre esemplare, dunque perfetto modello di madre fascista.


Il 5 agosto 1931 la statua fu fusa e cesellata, mentre i rilievi furono terminati nel novembre dello stesso anno, il mese successivo iniziarono i lavori del basamento sul Gianicolo.
Intanto, dopo enormi sforzi diplomatici con la Francia, i resti di Anita furono esumati da Nizza e portati a Staglieno, e il 2 giugno 1932 furono solennemente inumati nel monumento, trasportati da cinque Garibaldini.
L'opera venne inaugurata il 4 giugno 1932, alla presenza di Benito Mussolini, dei Reali, della famiglia Garibaldi, di un centinaio di ex Garibaldini e Cacciatori delle Alpi superstiti, di autorità civili e militari e delle delegazioni diplomatiche di Brasile, Uruguay, Cuba, Inghilterra, Polonia, Ungheria, Grecia e Giappone.
Nel 1942, il piazzale dove si trova la statua fu dedicato ad Anita Garibaldi, la quale aveva perduto la piazza a lei intitolata lungo Via Giacinto Carini, nel quartiere Gianicolense.

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