Quelle che seguono sono
le considerazioni di Rerum Romanarum circa la
proposta di nuovi quartieri
di Roma avanzata dal Comune nell'Ottobre 2025 relativamente al VII Municipio e su cui, nell'ambito del
processo partecipato aperto a tutti i cittadini per stabilire i confini
delle nuove suddivisioni, riteniamo intervenire con le nostre opinioni.
Il VII Municipio ha una storia urbanistica particolare: nato dalla fusione di due Municipi, i vecchi IX e X, con zone dalla densità abitativa molto elevata, che hanno costituito un blocco urbano molto omogeneo e che, come vedremo, negli anni al di là delle suddivisioni toponomastiche varie, è stato reso riconoscibile soprattutto dai nomi delle stazioni della linea A della metropolitana che transita proprio sulla Via Appia Nuova e sulla Via Tuscolana. Tuttavia, questa omogeneità del territorio da un lato può rendere più semplice identificare un'identità locale condivisa, ma crea anche difficoltà a tracciare piccole differenze in un tessuto così integrato e ricco di contaminazioni e punti comuni.
CONSIDERAZIONI GENERALI: UN TESSUTO OMOGENEO E LA QUESTIONE METRO A
Come appena accennato, il VII Municipio è caratterizzato da una serie di zone che nel tempo hanno formato un tessuto urbano in gran parte continuo e caratterizzate da una altissima densità abitativa. Originariamente, infatti, quando all'inizio del XX Secolo la città iniziò a estendersi fuori dalle Mura Aureliane, la zona all'inizio dell'Appia Nuova e della Tuscolana iniziò a estendersi divisa tra il quartiere che avrebbe preso il nome di Appio-Latino, a ovest della consolare, e il Tuscolano, a est. Col tempo, l'area dei due quartieri arrivò a estendersi rapidamente fino alla ferrovia, per poi andare oltre essa. Col tempo, la zona, densamente abitata, è diventata urbanisticamente molto omogenea: la distinzione tra l'Appio-Latino e il Tuscolano, seppur divisi da una consolare, si è fatto sempre più sfumato.
Si è venuto a formare così un blocco urbano omogeneo, talmente granitico da essere da un punto di vista identitario non interrotto nemmeno dalla ferrovia a Ponte Lungo, che da Porta San Giovanni raggiunge quasi Porta Furba e in cui
Tuscolano e
Appio-Latino spesso sono nell'immaginario delle persone sostituiti da un generico San Giovanni che arriva anche a diversi chilometri dalla Basilica. Paradossalmente, se si sfuma la divisione tra Appio-Latino e Tuscolano, il concetto di Tuscolano è andato a trovare una collocazione ben diversa rispetto a quella originaria dell suddivisioni toponomastiche: il quartiere, infatti, ha una forte cesura urbanistica con il dislivello oltre Porta Furba, che divide la zona dal Quadraro, e la ferrovia al Mandrione che lo divide da Tor Pignattara, due aree che a livello toponomastico ricadono nel Tuscolano. In questo consenso, la parola "Tuscolano", nell'immaginario collettivo, finisce per indicare più di frequente aree oltre Porta Furba. Questa situazione, in gran parte, va a ripetersi nel blocco urbanistico che dalla stazione della metropolitana Porta Furba arriva fino agli studi di Cinecittà, una zona dalla forte continuità nel tessuto urbano. Se l'Appio-Claudio ha una tipologia che lo distingue da Don Bosco, la differenza tra la parte più a sud-est del Tuscolano e Don Bosco è in gran parte venuta meno.
Questo cosa ha portato: ha portato in questo contesto di grande omogeneità tra i diversi blocchi a usare i nomi delle stazioni della linea A della metropolitana per indicare le diverse aree di questa zona.
Se andiamo a vedere, infatti, il comune ha correttamente utilizzato toponimi quali "Furio Camillo" o "Colli Albani", ma questo se da un lato è condivisibile, dall'altro - come dicevamo in apertura - può risultare un'arma a doppio taglio. Perché Colli Albani è solo la parte a est dell'Appia Nuova? Perché lo stesso discorso vale per Furio Camillo? Perché, ad esempio, non vi è un'area chiamata Ponte Lungo? Non esiste una risposta corretta universale, questo è una premessa di qualsiasi considerazione, ma approfondire la questione dell'identità urbana all'interno del territorio dell'ex IX Municipio è interessante. E per quanto riteniamo tendenzialmente corretto e condivisibile quanto proposto dal Comune, le nostre considerazioni potrebbero risultare apparentemente invasive, partendo da un approccio un po' diverso sulle diverse identità urbane all'interno di questo territorio.
METRO E QUARTIERI: ALCUNE PROPOSTE
Non ripetiamo ulteriormente quanto detto nel paragrafo precedente, ma alla luce dei ragionamenti fatti, la nostra proposta che parte dal presupposto che molte persone identificano le aree dell'ex IX Municipio in base alla stazione della metropolitana più vicina.
Facciamo questo ragionamento, partendo dal centro: la prima stazione che si incontra, a Piazzale Appio, è "San Giovanni", che ha contribuito a rendere identificabile con questo nome un'area che va ben oltre quella a ridosso della Basilica, come abbiamo detto in precedenza. Se il Comune ha ben fatto a inserire il nome di "San Giovanni" accoppiandolo all'"Appio", creando così il quartiere "Appio-San Giovanni". Su questo, abbiamo due piccoli appunti: da un lato, sarebbe a questo punto opportuno, per la stessa ragione, cambiare il nome del quartiere proposto come "Tuscolano" in "Tuscolano-San Giovanni", tanto più che nel tempo il concetto di quartiere Tuscolano è andato rarefacendosi, venendo associato più alla parte più esterna, come abbiamo detto. Dall'altro lato, sarebbe più corretto parlare di "Appio-Latino - San Giovanni" anziché solo di Appio-San Giovanni, essendo entro i confini del quartiere anche l'inizio della Via Latina.
La seconda fermata della metropolitana che si incontra è "Re di Roma": in questo caso specifico non riteniamo opportuno che un quartiere prenda tale nome, per quanto si usi indicare la zona intorno alla piazza con questo nome. Tuttavia, l'identità dei nomi storici di cui abbiamo parlato e della dicitura "San Giovanni" sono prevalenti in quest'area, che peraltro non ha particolari differenze urbanistiche dai due quartieri già citati.
La terza fermata della metropolitana è invece "Ponte Lungo": il comune nella sua proposta non ha assegnato questo nome ad alcun quartiere. Tuttavia, a nostro avviso sarebbe opportuno farlo, per alcune ragioni: non solo questo toponimo è radicato per indicare quella zona, ma definire parte del quartiere Furio Camillo la zona a ridosso di tale stazione è abbastanza forzato. Riteniamo inoltre forzato definire "Mandrione" la zona a ridosso di Via Assisi e Via Nocera Umbra, anche perché nell'immaginario collettivo il "Mandrione" è principalmente
l'omonima strada a ridosso dell'acquedotto ed eventualmente parte dell'abitato costruito successivamente a ridosso di essa, ma difficilmente una persona identificherà come "Mandrione" Via Assisi o Via Nocera Umbra, ragione per cui riteniamo che il Quartiere Ponte Lungo debba sconfinare oltre la Tuscolana, annettendo questa parte del proposto quartiere Mandrione. Per quanto riguarda il versante opposto dell'Appia Nuova, è invece corretto utilizzare il toponimo di "Alberone", storico e ben radicato nella zona, cui viene aggiunto "Appio-Latino". A nostro avviso, si potrebbe anche rimuovere "Appio-Latino" e lasciare il solo "Alberone": a nostro avviso il primo toponimo, che per noi andrebbe preservato tramite "Appio-Latino - San Giovanni", andrebbe rimosso perché, come vedremo, sempre a nostro avviso la proposta zona "Appio-Latino - Alberone" dovrebbe essere in parte ridimensionata.
Riguardo la fermata della metropolitana successiva, Furio Camillo, non abbiamo nulla da obiettare sulla scelta del comune di istituire un quartiere con questo nome su un versante dell'Appia e fare in modo che l'altro versante ricada nell'Alberone. Idem riteniamo corretti i confini del quartiere Colli Albani - e siamo alla stazione successiva della linea A -, ma riteniamo che la zona sull'altro versante dell'Appia Nuova non possa ricadere sotto "Alberone": a tal proposito riteniamo opportuno istituire in questa porzione di territorio il Quartiere Cessati Spiriti, utilizzando un toponimo storico della zona che si sviluppa intorno all'omonima via. Nulla da eccepire invece sul Quartiere Appio-Latino.
OLTRE LA METRO: CAFFARELLA E CASILINA VECCHIA
Non tutte le nostre proposte per quanto riguarda la porzione del VII Municipio che ricadeva nel vecchio IX Municipio sono legate ai nomi delle stazioni della metropolitana. Nello specifico, riteniamo che la parte del quartiere Appio-Latino - Alberone che ricade a sud-ovest della Via Latina, a ridosso del parco della Caffarella e caratterizzato da specifici limiti e tipologie abitative, debba costituire un quartiere a sé stante per cui proponiamo il nome di Caffarella.
C'è poi la piccola porzione di Municipio che ricade oltre l'acquedotto a Piazza Lodi, di cui fa parte il primo tratto di Casilina e l'inizio di Via Casilina Vecchia: questa area è urbanisticamente ben distinta da quello che il comune indica come "Quartiere Tuscolano" e sotto cui viene fatta ricadere, ragione per cui riteniamo debba costituire un quartiere a sé stante. Come chiamarlo? Casilina Vecchia è una proposta, ma anche "Orti Variani" può essere una possibilità, dal nome degli omonimo orti che qui sorgevano e che danno nome a una strada della zona.
PONTE LINARI: SCORPORARLO DA NUOVA TOR VERGATA?
Se abbiamo fatto una lunga disquisizione sul territorio compreso tra Porta San Giovanni e Porta Furba e se non abbiamo nulla da eccepire su quanto proposto tra Porta Furba e il Raccordo (anzi, un plauso per aver riproposto lo storico toponimo di "Cecafumo"), una piccola considerazione sulla porzione del Municipio fuori dal GRA. Nello specifico, sul Quartiere "Nuova Tor Vergata". Con questo nome, genericamente, si intende il quartiere sorto tendenzialmente nei primi anni 2000 tra Via Sandro Penna e Via Galvano Della Volpe: chiamare in quel modo questa area è senz'altro corretta. Alla "Nuova Tor Vergata" strictu senso, il quartiere proposto dal Comune include anche la zona conosciuta come Barcaccia (toponimo presente anche come Zona Urbanistica), con la quale non c'è una continuità diretta ma che ha numerose caratteristiche comuni.
Oltre a questo, nel quartiere è inserita la zona intorno a Via del Muro Linari, dove si trova la Torre dei Santi Quattro: una zona urbanisticamente definita e distinta dal resto del quartiere. Per questa ragione, considerando anche che il toponimo "Linari" risulta al momento escluso tra i quartieri, sarebbe forse opportuno che questa zona, estranea al nucleo e alla storia di "Nuova Tor Vergata", venga scorporata da essa, formando un quartiere che potrebbe avere il nome di "Ponte Linari" o, in alternativa, "Muro Linari".
Importante aggiungere: la Torre dei Santi Quattro, quando questa zona era aperta campagna, dava il nome a gran parte di quest'area, senza confini troppo specifici, come spesso avveniva nell'Agro Romano. Nella proposta dei nuovi quartieri è presente anche il Quartiere Tor Santi Quattro, dall'altra parte della Tuscolana. Per quanto potrebbe apparire come una imprecisione, non è così, come abbiamo visto anche per altri monumenti (come Tor Pignattara): infatti il Consorzio Tor Santi Quattro è attivo esattamente nella zona indicata dal Comune come "Quartiere Tor Santi Quattro".
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