Targhe in memoria di persone legate alla Spagna a Roma

San Giuseppe Calasanzio, in Via di Santa Dorotea

Roma dalla Prima Guerra Mondiale al Fascismo: 1920 - Cronologia

1920
 
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Aprile
 
28 - "Battaglia del Colosseo": circa 3mila persone si radunano nella Casa del Popolo di Via Capo d'Africa per prendere parte a un comizio in favore della Rivoluzione in Russia e per chiedere la liberazione di alcuni anarchici arrestati. La zona della Casa del Popolo e del vicino Ricreatorio Andrea Costa è altamente presidiata dalle forze dell'ordine: ne nascono scontri in cui resta ucciso un agente di polizia.
 
Maggio
 
22 - In seguito al passaggio all'opposizione del Partito Popolare Italiano, il Governo Nitti è costretto alle dimissioni. Si insedia un nuovo governo presieduto dallo stesso Nitti.
 
24 - Una manifestazione nazionalista in Via Nazionale contro il governo e per la Dalmazia italiana si scontra con le forze dell'ordine. Otto persone (cinque membri delle forze dell'ordine, due arditi e una bambina). La sera stessa sono compiuti numerosi arresti tra i nazionalisti, tra cui quello di Giuseppe Bottai. In risposta agli scontri e agli arresti, i Legionari di Fiume svolgono un incursione oltre il fiume Eno, che separa la città dallo stato jugoslavo, devastando il quartiere slavo di Susak.
 
Giugno
 
15 - Il Governo Nitti II non riesce a ottenere una propria maggioranza. Il Re dà l'incarico a Giovanni Giolitti che forma un nuovo governo. 

26 - Ad Ancona si registra l'ammutinamento dei Bersaglieri in procinto di partire per l'Albania a dare man forte al contingente italiano di stanza nel porto di Valona.

29 - A Roma i partiti di sinistra indicono uno sciopero generale cittadino in solidarietà con l'ammutinamento di Ancona.

Luglio

20 - Viene indetto uno sciopero generale dei tramvieri.

22 - Grande manifestazione dei nazionalisti per protestare contro lo sciopero dei tranvieri. Un gruppo di squadristi assalta la sede romana dell'Avanti!, in Via della Pilotta.

Settembre

Ondata di occupazioni di fabbriche in tutta Italia.

Ottobre

27 - Manifestazione nazionalista. La situazione degenera e si verificano scontri nei pressi della Stazione Termini.

Novembre

7 - Si apre a Rapallo, presso Villa Spinola, la conferenza italo-jugoslava per risolvere la questione del confine tra i due Paesi.

12 - Italia e Jugoslavia firmano il Trattato di Rapallo, sancendo il loro confine.

Dicembre

24-29 - Natale di sangue. L'esercito italiano circonda Fiume e le isole di Arbe e Veglia, occupate dai Legionari di d'Annunzio dopo che il Trattato di Rapallo le aveva assegnate alla Jugoslavia.

Roma dalla Prima Guerra Mondiale al Fascismo: 1919 - Cronologia

1919
 
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Gennaio
 
1 - Mario Carli fonda l'Associazione Nazionale tra gli Arditi d'Italia.
 
18 - Si apre la conferenza di pace di Parigi, organizzata dai Paesi vincitori della Grande Guerra. 

Febbraio

16 - Un'imponente manifestazione socialista contro il carovita da inizio a una stagione di manifestazioni, ma anche di contrapposizioni politiche tra le forze che prima della Grande Guerra erano state neutralista e definiscono la vittoria un "inganno borghese" a causa di molti dei problemi economici e una reazione fortemente critica da parte delle forze interventiste, comprese quelle che continuano a mantenere un orientamento rivoluzionario e disinistra.

Marzo

23 - Benito Mussolini fonda a Milano, in Piazza San Sepolcro, i Fasci Italiani di Combattimento.

Aprile

10 - A Roma viene indetto uno sciopero generale cittadino in solidarietà con la Rivoluzione Bavarese e contro la Conferenza di Pace di Parigi. Ne nasce un corteo non autorizzato che culmina in cariche da parte delle forze dell'ordine. La sera stessa, l'Associazione Nazionalistica indice una contromanifestazione, che secondo Gaetano Salvemini rappresenta un modo per acquistare le simpatie e le adesioni dei ministeriali danneggiati dallo sciopero.

12 - Viene fondato il Fascio Romano di Difesa Nazionale. Nello stesso periodo vengono fondati anche altri gruppi di reazione di destra e di reazione antisocialista come il Fascio Politico Futurita e la Lega Antibolscevica.

26 - Il Presidente del Consiglio dei Ministri Vittorio Emanuele Orlando giunge a Roma dopo aver abandonato per protesta la Conferenza di Parigi. La decisione era arrivata dopo che all'Italia erano state negate le richieste territoriali di annessione di Fiume e della Dalmazia e dopo che il Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson aveva scavalcato il governo italiano con un appello rivolto direttamente al popolo italiano.
 
Maggio
 
11 - Presso il Circolo "Giuseppe Garibaldi" del Partito Repubblicano Italiano in Via Cavour si tiene una delle primissime riunioni dei Fasci Italiano di Combattimento a Roma.
 
Giugno
 
21 - Benito Mussolini prende parte a u'iniziativa dei Fascisti di Roma. Il giorno successivo interviene presso il Circolo Garibaldi a Tor de' Conti. 

23 - Francesco Saverio diventa Presidente del Consiglio.

29 - Nel giorno successivo alla firma del Trattato di Versailles tra le potenze vincitrici e la Germania, a Roma ha luogo una grande manifestazione nazionalista.

Luglio

9 - A Roma hanno luogo disordini contro il carovita e per il pane. A Piazza Vittorio due rivoltosi vengono ucccisi dalle forze dell'ordine.

20-21 - A Roma ha luogo uno sciopero generale cittadino.

Settembre

12 - Gabriele d'Annunzio, alla testa dei suoi Legionari, fa il suo ingresso nella città di Fiume, fino a quel momento non assegnata all'Italia nella conferenza di pace. Ne nasce la reggenza italiana del Carnaro, stato autoproclamato e guidato dallo stesso d'Annunzio.

Novembre

16 - Si svolgono le elezioni politiche. Il Partito Socialista è la lista più votata a livello nazionale, seguita dal Partito Popolare. Nel collegio di Roma i più votati sono invece i Popolari.

Dicembre 

1 - In seguito all'insediamento della Camera dei Deputati, i deputati socialisti lasciano l'aula durante il discorso del Re Vittorio Emanuele III. Studenti e militanti nazionalisti e fascisti aggrediscono i deputati socialisti fuori da Monte Citorio.

3 - Si svolgono manifestazioni contro le violenze fasciste e nazionaliste. Un manifestante rimane ucciso.

Roma dalla Prima Guerra Mondiale al Fascismo: 1918 - Cronologia

1918
 
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Novembre

4 - Entra in vigore l'Armistizio di Villa Giusti, firmato nell'omonima villa di Padova il giorno precedente. L'Impero Austro-Ungarico firma così la resa all'Italia, che vince la guerra contro quello che era già stato il suo nemico nelle tre Guerre d'Indipendenza.

13 - Il Re Vittorio Emanuele III fa ritorno a Roma.

Dicembre
 
10 - Dalle pagine di Roma Futurista, Mario Carli lancia l'idea di costituire una associazione degli Arditi composta dai reduci degli omonimi gruppi d'assalto protagonisti nel corso della Grande Guerra.

29 - Il Partito Socialista convoca a Roma il convegno delle organizzazioni politiche e sindacali.

Roma dalla Prima Guerra Mondiale al Fascismo - Cronologia

A seguire una cronologia degli eventi più salienti avvenuti a Roma nel periodo tra la fine della Prima Guerra Mondiale e l'avvento e la piena presa di potere da parte del Fascismo. Il periodo preso in esame va dalla conclusione della Grande Guerra al discorso di Benito Mussolini alla Camera dei Deputati del 3 Gennaio 1925 ritenuto l'inizio dell'avvento della dittatura Fascista, con la rivendicazione dell'uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti a oltre due anni dalla Marcia su Roma.
Si trattò di anni cruciali per la storia italiana, caratterizzati da forti divisioni sociali e politiche, violenze, caratterizzate dal ritorno alla vita civile di centinaia di migliaia di reduci della Grande Guerra, di una partecipazione al voto e alla vita pubblica resa più ampia dal suffragio universale maschile, del Biennio Rosso che in Italia si manifestò con scioperi e scontri di piazza e con l'aumento dei consensi del Partito Socialista Italiano, del fermento di una rivoluzione in Italia come quella avvenuta in Russia, della scissione di Livorno che dette vita al Partito Comunista d'Italia, della reazione di parte del mondo industriale e imprenditoriale che decise di offrire graduale e crescente sostegno al nascente movimento dei Fasci di Combattimento, fondato nel 1919 e che sarebbe divenuto poi il Partito Nazionale Fascista. Sono gli anni della frustrazione della "Vittoria mutilata" e dell'Impresa di Fiume di Gabriele d'Annunzio, gli anni degli Arditi del Popolo nati per rispondere alle violenze squadriste dei Fascisti, gli anni della Marcia su Roma che portò Mussolini e i Fascisti al potere: un periodo forse molto breve ma fondamentale per la storia italiana e che vede Roma molte volte protagonista.
 
La cronologia è stata divisa per anni (il 1925, essendo considerato solo fino al 3 Gennaio, è stato unito al 1924):
 
1918
1919
1920
1921
1922
1923
1924-1925

Ville della Zona Urbanistica Parioli

Villa Elia, in Via San Valentino

Le targhe della Zona Urbanistica Trieste

A seguire un elenco delle targhe commemorative comprese nella Zona Urbanistica Trieste:
 
Piazza Ledro

Placa conmemorativa del Seibo donada por Argentina a Italia

 
La placa en cuestión, situada en la Passeggiata del Gianicolo, en el barrio de Trastevere, recuerda que el Seibo (considerada la flor nacional de Argentina) aquí presente fue donado por la República Argentina a la República Italiana para celebrar el 150 aniversario de la Unificación. de Italia.
La placa fue colocada aquí el 4 de octubre de 2011.

Elezioni Politiche del 1919 a Roma

Elezioni Politiche 1919 mappa

Il 16 Novembre 1919 gli Italiani furono chiamati a votare per eleggere i 508 membri della Camera dei Deputati. Furono elezioni molto importanti, perché le Prime dopo la Prima Guerra Mondiale e svolte in piena apertura del periodo noto come Biennio Rosso, perfettamente inserite in quel lasso di tempo breve ma particolarmente importante posto tra la fine della Prima Guerra Mondiale e l'inizio del Fascismo. Furono inoltre le prime elezioni in cui si votò con un sistema elettorale proporzionale e le seconde che videro il suffragio universale maschile tra maggiorenni (all'epoca la maggiore età iniziava a 21 anni), cui vennero aggiunti i minori che avevano combattuto la guerra (è bene ricordare che dopo la rotta di Caporetto l'Italia chiamò alle armi i Ragazzi del '99, che in seguito a quella battaglia del 1917 avevano 18 anni, qualcuno nemmeno compiuti). Furono inoltre le prime elezioni che videro una partecipazione diretta del mondo Cattolico che non aveva più singoli referenti nel mondo della maggioranza liberale ma un partito di riferimento, il Partito Popolare Italiano fondato nel Gennaio 1919 da Don Luigi Sturzo. Questa situazione portò a risultati ben differenti da quelli precedenti al conflitto, che fino a quel momento avevano visto un netto predominio delle maggioranze liberali, spesso gestite con grande esperienza da Giovanni Giolitti. Poco prima del voto, inoltre, aveva tenuto banco il dibattito sull'inadeguatezza dei territori ottenuti dall'Italia in seguito alla guerra, cui non era stata riconosciuta nella conferenza di Pace tenuta a Parigi la sovranità sulla Dalmazia e che cercava di ottenere Fiume, dando luogo alla locuzione, coniata da d'Annunzio, di "Vittoria mutilata". Lo stesso d'Annunzio a settembre era entrato nella città sulla costa adriatica, in quella nota come Impresa di Fiume.
Al momento del voto il Presidente del Consiglio era Francesco Saverio Nitti, sostenuto da una variegata maggioranza composta da liberali, radicali, popolari e socialisti riformisti, che sarebbe rimasto in carica anche dopo il voto.
A livello nazionale, il Partito Socialista Italiano ottenne oltre il 32% dei voti divenendo il partito più votato, seguito dal Partito Popolare al 20,5 e le liste di liberali, radicali e democratici di poco sotto al 16. Si presentarono in tutto oltre 200 liste, molte delle quali raggruppate in alcuni schieramenti più ampi e che, anche se alleate, potevano essere presenti nella stessa circoscrizione. Furono in tutto 12 gli schieramenti, che potevano andare da un'unica denominazione (come nel caso dei Socialisti, dei Popolari e dei Repubblicani) fino a raggruppamenti più complessi. Solo Socialisti e Popolari furono presenti in tutte e 51 le circoscrizioni.
Le elezioni rappresentarono la prima prestazione elettorale dei Fasci Italiani di Combattimento, formazione appena fondata da Benito Mussolini, che prese parte con la propria lista nella formazione del Partito dei Combattenti. La formazione fu presente esclusivamente nella Circoscrizione di Milano, ottenendo appena 4.657 voti pari allo 0,08%, una prestazione che deluse profondamente le loro aspettative e non portò ad alcun eletto, nemmeno lo stesso Mussolini. A sostenere la lista dei Fasci c'era anche il Partito Politico Futurista di Filippo Tommaso Marinetti.
Nel Collegio di Roma (il cui territorio corrispondeva ai confini dell'epoca della Provincia di Roma, ovvero l'odierna provincia, quella di Viterbo e parte delle attuali Provincie di Latina e Frosinone) furono presenti in tutto cinque schieramenti, e anche a Roma, seppur con un risultato diverso da quello nazionale, emersero le stesse istanze che si possono rilevare nei risultati elettorali del resto d'Italia: i Popolari divenuti riferimento dell'elettorato Cattolico, i Socialisti che catalizzano il voto delle classi sociali più basse divenuto un blocco sociale ed elettorale, le istanze dei reduci della Prima Guerra Mondiale tornati dal fronte alla loro vita quotidiana, segnati, talvolta rimasti invalidi di guerra, talvolta privati di un adeguato riconoscimenti e frustrati dalla cosiddetta "vittoria mutilata".
A Roma il primo partito fu il Partito Popolare Italiano con oltre il 26% dei consensi, seguito a stretto giro dai socialisti e i liberali, entrambi sopra il 24%. A seguire i risultati completi nel Collegio di Roma:

Partito Popolare Italiano                                  26,22%
Partito Socialista Ufficiale                               24,67%
Liberale Democratico                                      24,49%
Liberale Nazionalista                                       12,66%
Fascio Repubblicano-Socialista-Combattenti  11,95%

A seguire, gli eletti dei diversi partiti:

Partito Popolare Italiano, 4 eletti:
Egilberto Martire
Francesco Boncompagni Ludovisi
Filippo Meda
Amanto Di Fausto

Partito Socialista Ufficiale, 4 eletti:
Giulio Volpi
Giuvanni Monici
Alceste Della Seta
Domenico Marzi

Liberale Democratico, 4 eletti:
Alfredo Baccelli
Vincenzo Carboni
Giorgio Guglielmi
Raffaele Zegretti

Liberale Nazionalista, 2 eletti:
Luigi Federzoni
Gioacchino Mecheri

Fascio Repubblicano-Socialista-Combattenti, 1 eletto:
Attilio Susi

Piazza Pia

Piazza Pia rifatta lavori
L'area di Piazza Pia e Largo Giovanni XXIII dopo la fine dei lavori per il Giubileo del 2025

Piazza Pia è una strada del Rione Borgo, adiacente al Largo Giovanni XXIII, alla confluenza di Borgo Sant'Angelo e delimitata dal Passetto di Borgo che unisce il Palazzo Vaticano a Castel Sant'Angelo. Tuttavia, spesso erroneamente, soprattutto dopo i recenti lavori per il Giubileo del 2025 che hanno totalmente ridisegnato l'area, con Piazza Pia viene definita anche la parte di Largo Giovanni XXIII all'imbocco di Via della Conciliazione, forse anche perché storicamente quella parte del largo aceva parte dell'originaria Piazza Pia, come ora vedremo.
L'origine di questa piazza risale al 1852, quando il Papa Beato Pio IX Mastai Ferretti (1846-1878) volle realizzare una nuova piazza e ridefinirne l'immagine architettonica all'imbocco della Spina dei Borghi da Castel Sant'Angelo con lavori che proseguiranno fino al 1861, affidando gran parte del progetto all'architetto Luigi Poletti.
Spina Borghi Piazza Pia Carta Nolli 1748
L'area in cui sarebbe sorta Piazza Pia come si presentava nella mappa di Roma di Giovanni Battista Nolli del 1748

L'area in questione era stata oggetto di attenzioni durante l'occupazione di Roma da parte della Francia Napoleonica, che aveva progettato grandi interventi urbanistici per la città realizzandole solamente in piccola parte. Tra queste, era stata prevista anche la demolizione della Spina dei Borghi, al fine di realizzare una grande strada che collegasse Castel Sant'Angelo a San Pietro, ma tuttavia tale progetto non venne realizzato, con un'attuazione minimale dei lavori ridotta, secondo varie fonti, alla demolizione di un solo edificio non lontano da Castel Sant'Angelo. In ogni caso, questo portò all'attenzione della situazione urbanistica dell'area, in modo particolare del passaggio tra il Ponte Sant'Angelo e l'imbocco della Spina dei Borghi.
Piazza Pia Poletti
Piazza Pia come si presentava prima della realizzazione di Via della Conciliazione

Nel 1849, nel periodo della Repubblica Romana, venne demolito un edificio proprio all'imbocco della Spina dei Borghi. L'anno successivo - quando il potere era tornato nelle mani dello Stato Pontificio - si decise di riempire il vuoto con la costruzione di Palazzo Sauve, caratterizzato dal singolare prospetto estremamente fino che va a insinuarsi nel poco spazio: questo nuovo edificio dette di fatto il via alla riorganizzazione dell'area. Negli anni successivi, il Beato Pio IX fece realizzare sulla facciata del palazzo una fontana, la Fontana dei Delfini, e dette a Luigi Poletti l'incarico di ripensare la piazza: l'architetto, dunque, demolì alcuni edifici in modo da allineare i prospetti a Palazzo Sauve, e penso per questi due facciate in stile tardo neoclassico, simili a quelle che pochi anni dopo l'architetto Sarti avrebbe realizzato per la Manifattura dei Tabacchi nel neonato Quartiere Mastai, altro intervento voluto dal Beato Pio IX. Per completare l'opera, nel 1860 venne demolita la parte del Bastione di Santo Spirito di Castel Sant'Angelo rimasta isolata a sud della strada che collegava Ponte Sant'Angelo alla Spina dei Borghi (ben visibile nella mappa del Nolli), sgomberando lo spazio per una nuova piazza, e nel 1861 il Beato Pio IX inaugurò la nuova Scuola dei Fanciulli nell'edificio sul lato nord della piazza confinante con la Caserma Serristori. Nacque così la nuova piazza che faceva da ingresso alla Spina dei Borghi andando verso San Pietro e che, dal nome del Papa che la aveva realizzata, prese il nome di Piazza Pia.
Piazza Pia mappa censo 1866
Piazza Pia nella mappa della Direzione Generale del Censo

 
Nel 1869, in occasione dell'apertura del Concilio Vaticano I voluto dal Papa Beato Pio IX, proprio in Piazza Pia venne realizzato un apparato effimero composto da alcuni archi posticci che collegavano il Palazzo Sauve ai due edifici neoclassici adiacenti.
 
Archi effimeri Concilio Vaticano I Piazza Pia
Gli archi effimeri realizzati per il Concilio Vaticano I

Con l'annessione di Roma al neonato Regno d'Italia, molti toponimi vennero cambiati, soprattutto a danno di riferimenti alla Chiesa (si noti ad esempio la delibera del 1871). Piazza Pia, che doveva il proprio nome a un Papa che si era opposto all'opera di unificazione dei Savoia e di Cavour, fu seriamente a rischio di cambio di nome: in alcune mappe la vediamo indicata con tra parentesi il nome di "Piazza del Plebiscito", come se fosse pronta a un cambio di nome. La modifica, tuttavia, non ebbe mai luogo e la piazza continuò a mantenere il nome di Piazza Pia.
 
Piazza Pia Piazza Plebiscito 1880
Piazza Pia, indicata come Piazza del Plebiscito nella mappa di Roma di Luigi Ronchetti del 1880

Già dopo l'Unità d'Italia, tuttavia, presero piede nel centro di Roma le politiche urbanistiche degli sventramenti e dei diradamenti, e la zona del Rione Borgo venne particolarmente interessata da progetti del genere soprattutto riguardo la Spina dei Borghi, da secoli oggetto di progetti urbanistici. La piazza, trovandosi a ridosso del Tevere, era stata alterata nella parte sud per la realizzazione dei muraglioni lungo il Tevere e dei Lungotevere, dove fu demolito il Braccio Nuovo del limitrofo Arcispedale di Santo Spirito in Sassia. Successivamente, nel 1927 venne demolito l'edificio della Scuola del Fanciullo per favorire la mobilità nella zona, estendendo così l'area di Piazza Pia fino al Passetto di Borgo.
Il grande cambiamento, tuttavia, arrivò con la decisione di demolizione della Spina dei Borghi per realizzare Via della Conciliazione: questo per Piazza Pia comportò la demolizione degli edifici del Poletti e del Palazzo Sauve (la Fontana dei Delfini venne smontata e trasferita in Vaticano). In questo modo, Piazza Pia divenne la porta d'accesso della nuova Via della Conciliazione per chi da Castel Sant'Angelo imboccava la nuova arteria per recarsi a San Pietro. I lavori per la nuova strada ebbero inizio nel 1936 e durarono fino al Giubileo del 1950.
La rinnovata Piazza Pia vide dunque la nuova Via della Conciliazione incorniciata da due nuovi edifici: due palazzi dai prospetti simmetrici all'imbocco della nuova strada, il Palazzo dell'Azione Cattolica (a sinistra) e il Palazzo Pio (a destra), entrambi adornati di fontane. Il più grande tra i due, quello sulla destra, è il Palazzo San Pio X, colloquialmente noto come Palazzo Pio, realizzato tra il 1948 e il 1950 da Marcello Piacentini e Giorgio Calza Bini. Oltre alla parte simmetrica rispetto al lato sinistra, esso ha un prospetto molto esteso sul lato di Piazza Pia e vede la facciata principale su Via della Conciliazione. Si tratta di una proprietà extraterritoriale della Santa Sede e ospita numerose istituzioni legate al Vaticano e l'Auditorium Conciliazione. Di fronte, sempre con facciata su Via della Conciliazione e prospetto laterale ridotto sulla parte di Piazza Pia che oggi fa parte di Largo Giovanni XXIII, il Palazzo dell'Azione Cattolica è anch'esso opera di Piacentini e Calza Bini e ingloba sul lato meridionale la Chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo.
Nel 1962, il Comitato Nazionale per le Celebrazioni Cateriniane fece erigere una statua dedicata a Santa Caterina da Siena proprio in Piazza Pia, nella parte che oggi fa parte del Largo Giovanni XXIII.
Nel 1983 il Comune di Roma decise di dedicare al Papa San Giovanni XXIII Roncalli (1958-1963) una strada, scegliendo di dedicargli la parte di Piazza Pia a sud di Via della Conciliazione, che divenne da quel momento Largo Giovanni XXIII. Dal 2013 Giovanni XXIII è venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica, ma il nome del largo è rimasto invariato.
Nel 2017, un autobus notturno ebbe un incidente e si schiantò sulla fontana di Piazza Pia, rimanendo contuso e procurando alcuni danni alla struttura.
Piazza Pia Conciliazione pedonale

La piazza, tuttavia, così come la parte del vicino Largo Giovanni XXIII a ridosso di Via della Conciliazione, non davano ai passanti la percezione di essere una piazza. Un semaforo per anni ha regolato il traffico veicolare e pedonale di una via ad alto scorrimento nel percorso Lungotevere-Piazza Adriana-sottopassaggio. Piazza Pia, per molti romani non era altro che l'indirizzo di diverse istituzioni Vaticane e il capolinea di diverse linee autobus. Tuttavia, per il Giubileo del 2025 il Comune ha deciso di prolungare il sottopassaggio del lungotevere, arretrandolo dal Lungotevere Vaticano a Piazza Pia a ridosso con il Passetto di Borgo tale da permettere la creazione di una nuova piazza pedonale nell'area tra Piazza Pia e Largo Giovanni XXIII, che ha così creato un'area pedonale tra Castel Sant'Angelo e Via della Conciliazione che permette un'agevole passeggiata tra San Pietro e Castel Sant'Angelo e ha eliminato il tratto ad alto scorrimento preesistente nonché un semaforo sia per i pedoni che per le automobili. Nella nuova piazza sono state inoltre realizzate due semplici fontane circolari.
Il nuovo progetto è stato promosso dal Comune di Roma come Piazza Pia, ma esso ricade in realtà sia su Piazza Pia che su Largo Giovanni XXIII.

Altri siti che ne parlano:

Targhe in memoria di persone legate alla Bulgaria a Roma

 Targa in memoria dei Garibaldini Bulgari, Passeggiata del Gianicolo

Targhe in memoria di persone legate all'Uruguay a Roma

Targa di Montevideo in onore di Roma, Passeggiata del Gianicolo

Gedenktafeln im Stadtteil Campo Marzio

Via Bocca di Leone:

Gedenktafeln in Rom

 Gedenktafeln im Stadtteil Campo Marzio

Монтевидео плоча в чест на Рим и плоча в памет на българския Гарибалдини

 Въпросните плочи, разположени по протежение на Passeggiata del Gianicolo, в квартал Trastevere, и поставени една над друга, са съответно първата почит от град Монтевидео, столицата на Уругвай, към град Рим, определена на плоча като „Майка на латинството“, а втората, поставена през 1987 г. от Община Рим, Института за изследвания „Джузепе Гарибалди“, Дружеството за взаимопомощ „Джузепе Гарибалди“ и Българското посолство, е в памет на българския Гарибалдини.

Placa de Montevideo en honor a Roma y placa conmemorativa de los Garibaldini búlgaros


Las placas en cuestión, ambas situadas a lo largo de la Passeggiata del Gianicolo, en el barrio de Trastevere, y colocadas una sobre otra, son respectivamente el primer homenaje de la ciudad de Montevideo, capital de Uruguay, a la Ciudad de Roma, definida en la placa como "Madre de la Latinidad", mientras que la segunda, colocada en 1987 por el Ayuntamiento de Roma, el Instituto de Estudios "Giuseppe Garibaldi", la Sociedad de Socorros Mutuos "Giuseppe Garibaldi" y la Embajada de Bulgaria, conmemora a los Garibaldini búlgaros.

Cagoia (o Cagoja)

d'Annunzio Cagoia Nitti

 
Cagoia (o Cagoja) è un termine con cui Gabriele d'Annunzio soprannominò al tempo dell'Impresa di Fiume, nel 1919, l'allora Presidente del Consiglio dei Ministri Francesco Saverio Nitti. Il termine in dialetto Giuliano significa "lumaca", "chiocciola", nel caso specifico "lumaca senza guscio", e d'Annunzio, storicamente abile nel coniare nuove parole e nell'attribuire epiteti, la affibbiò a Nitti nell'ambito dello scontro tra il Vate e il Primo Ministro rispetto all'impresa fiumana.
D'Annunzio occupò Fiume, allora territorio conteso tra Italia e Jugoslavia, creando la Reggenza Italiana del Carnaro. Ne nacque una crisi di governo che portò alle dimissioni da Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando, che anche per questo venne tacciato di essere responsabile della "vittoria mutilata" (altra espressione d'annunziana) che venne sostituito quindi da Nitti. Quest'ultimo condannò l'impresa fiumana, definendola la "follia di un vanesio" e condannando chi ne aveva preso parte.
In risposta, d'Annunzio rispose a Nitti usando per lui il termine "Cagoja" con cui avrebbe poi continuato a chiamarlo in tutti i suoi discorsi nel periodo fiumano. Il soprannome ebbe successo, tanto che molti nazionalisti in quel periodo chiamarono Nitti allo stesso modo.
Il termine giuliano si dice nasca dal cognome di un cittadino triestino rivoltoso che, finito di fronte alle autorità, mostrò un carattere totalmente opposto, divenendo così sinonimo di lumaca inteso come essere privo di spina dorsale.
 
Altri siti che ne parlano:

Plaque commémorative de Guillaume Apollinaire


La plaque en question, située sur la Piazza Mastai, dans cette zone du quartier du Trastevere également connue sous le nom de quartier Mastai, commémore le poète et écrivain français Guillaume Apollinaire (Rome 1880-Paris 1918). La plaque rappelle que, jusqu'aux démolitions qui ont conduit à la création du Viale del Re (aujourd'hui Viale Trastevere) en 1888, la maison où est né le poète français existait à cet endroit.
La plaque porte la « signature » du nom « amis de Tormargana » et a été placée ici par la Municipalité de Rome en 1966, à l'occasion du dixième anniversaire du jumelage entre Rome et Paris.
Un petit débat a en fait surgi sur le lieu exact à Rome où Apollinaire est né. Alors que l'acte de naissance de la sage-femme confirme la naissance du poète dans le quartier de Trastevere, l'acte de baptême ultérieur nous apprend qu'il a été baptisé dans la basilique Santa Maria Maggiore, et les données fournies par sa mère à l'occasion parlent de Via Milano dans un cas et Via del Boschetto dans un autre. Pour le moment, nous n'avons aucun moyen de savoir où Apollinaire est réellement né, car nous ne savons pas si l'indication de Trastevere était une erreur de la sage-femme, ou si elle s'est produite avant un déménagement et la mère n'était là qu'au moment de la naissance. la naissance.

Targhe in memoria di Italiani emigrati in Francia

Guido Rattoppatore, in Largo Orbitelli
Amelia Rosselli, in Vicolo del Corallo

Targhe in memoria di Italiani emigrati

Targhe in memoria di Italiani emigrati in Francia

Robert and Elizabeth Browning memorial plaque


The plaque, located in Via Bocca di Leone, in the Campo Marzio district, and commemorates the English poet Robert Browning (Camberwell, 1812 - Venice, 1889) and his wife Elizabeth Barrett Browning (Durham, 1806 - Florence, 1861), also a poet, who lived here. The names, according to a common custom until a few decades ago, were Italianized to Roberto and Elisabetta Browning. The plaque cites some verses of the poets dedicated to Italy.
The plaque was placed by the Municipality of Rome on May 7, 1912 on the occasion of the centennial of the poet's birth.

Hvorfor får Roma kallenavnet "den evige stad"?



Over hele verden kalles Roma, byen vår, når den ikke kalles ved sitt navn "den evige stad". Hvorfor er dette? La oss finne ut hvorfor Roma kalles den evige stad.

Dette alternative navnet på Roma har eksistert i svært lang tid, og har gått så mye inn i vanlig språkbruk at i manges øyne er årsaken og opprinnelsen til dette navnet nesten sekundær. Også fordi for en by som, med keiserne og pavene, i antikken som i renessansen, for kunst eller for politikk, fra grunnleggelsen til i dag alltid har vært en hovedperson, er det et kallenavn som passer perfekt med historien til Urbe.



Ofte kan de som ønsker å vite hvorfor Roma kalles den evige stad, feilaktig tenke på en passasje fra Marguerite Yourcenars verk, Memoirs of Hadrian. I dette verket, der den franske forfatteren forestiller seg et langt brev fra keiser Hadrian, der hun gjengir perioden i det gamle Roma der han selv ledet imperiet, uttales på et visst tidspunkt følgende setning:

"Andre Roma vil komme, og jeg kan ikke forestille meg ansiktet deres; men jeg vil ha hjulpet til å danne det... Roma vil leve, Roma vil ikke gå til grunne unntatt med menneskenes siste by."

Uttrykket, uansett hvor suggestivt og hvor mye det understreker Romas evighet, er ikke grunnen som forklarer hvorfor Roma kalles den evige stad. Yourcenars roman går faktisk tilbake til 1951, da definisjonen av den evige stad for Roma hadde vært i bruk i århundrer.

Poeten Tibullus i et maleri fra 1866 av Lawrence Alma-Tadema


Men hvorfor kalles Roma den evige stad?

Den første forfatteren som snakket om Roma i disse termene levde mange århundrer før Yourcenar. Dette er Albius Tibullus, en latinsk elegisk poet som levde mellom 54 og 19 f.Kr. I sin andre bok med elegier, i den femte skriver dikteren følgende vers:

«Romulus Aeternae nondum formaverat Urbis moenia», som kan oversettes til norsk med «Romulus hadde heller ikke reist murene til den evige stad ennå».

Dette er foreløpig det eldste vitnesbyrdet om at Roma blir definert som den evige stad, og er derfor trolig uttrykket vi ser etter hvis vi vil vite hvorfor Roma kalles den evige stad.

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Minneplakett for Sigrid Undset

Den aktuelle minneplakett , plassert i Via Frattina, i Campo Marzio-distriktet, minnes den norske forfatteren Sigrid Undset (Kalundborg 1882-Lillehammer 1949), Nobelprisen i litteratur i 1928, og er plassert i nærheten av huset hvor, ved flere anledninger, oppholdt seg under sine reiser i Roma.
Plaketten spesifiserer ikke hvem som har plassert den eller når.

Le targhe commemorative della Zona Urbanistica Esquilino

A seguire un elenco delle targhe commemorative comprese nella Zona Urbanistica Esquilino:
 
Via Nazionale
 
Via Venezia:

Le targhe commemorative della Zona Urbanistica Celio

A seguire un elenco delle targhe commemorative comprese nella Zona Urbanistica Celio:
 
Via Labicana:

Scuole della Zona Urbanistica Tor Sapienza

Scuola Gioacchino Gesmundo, Piazza Cesare De Cupis

Chiese nella Zona Urbanistica Centro Storico

San Trifone, in Via San Trifone

Chiese di Roma per Zona Urbanistica

Chiese nella Zona Urbanistica Centro Storico

Le targhe commemorative nella Zona Urbanistica Aurelio Sud

A seguire un elenco delle targhe commemorative comprese nella Zona Urbanistica Aurelio Sud:
 
Via dell'Argilla
 
Via Alcide De Gasperi

Le targhe commemorative della Zona Urbanistica San Lorenzo

A seguire un elenco delle targhe commemorative comprese nella Zona Urbanistica San Lorenzo:
 
Via dei Latini
 
Via dei Marsi

Le targhe commemorative della Zona Urbanistica Nomentano

A seguire un elenco delle targhe commemorative comprese nella Zona Urbanistica Nomentano:
 
Via Adalberto
 
Via Re Tancredi
 
Via Sambucuccio d'Alando

Proposte di targhe commemorative

Su questo sito abbiamo raccolto un ampio numero di testimonianze di targhe commemorative sparse per tutta Roma e non solo. Alla luce di questo, abbiamo deciso di elencare alcuni indirizzi legati alla vita di persone che hanno dato un contributo tale da meritare una targa commemorativa. Alcune di queste persone hanno già targhe che li ricordano altrove, altri non le hanno proprio, altri ancora sono ricordati in gruppo insieme ad altre persone in specifici contesti.
Ovviamente, ci rendiamo conto che porre una targa commemorativa, per quanto sia un intervento tra i più semplici, richiede una volontà da parte dell'amministrazione locale, del condominio e dell'amministrazione dell'edificio su cui viene posta, che si lega a diversi fattori e la strada non è sempre così semplice da essere percorsa. Tuttavia, il nostro elenco non vuole porsi né come una pressione, né come una campagna (ci riserviamo tuttavia di farne in casi specifici, ove dovessimo ritenerlo opportuno), ma una semplice proposta a disposizione di chiunque ne fosse interessato.Ad alcuni, nello stesso luogo che indichiamo per la proposta di targa sono già ricordati da una pietra d'inciampo, ma quest'ultima forma di commemorazione ha una funzione diversa dalla targa, con un formato unico e ben definito e volto a ricordare i deportati e le vittime dei campi di sterminio e delle stragi nazi-fasciste. Sono frequenti proprio per questa ragione i casi in cui una persona è ricordata sia da una pietra d'inciampo che da una targa: nelle proposte, perciò, inseriamo anche casi simili in cui la targa è mancante.
A seguire, l'elenco suddiviso come da tradizione di questo sito per suddivisioni toponomastiche.

Rione Trevi
 
- Ferdinando Acton (Napoli 1832-Roma 1891), ammiraglio, politico e Ministro della Marina: Piazza Santi Apostoli 80.  Ad Acton è dedicata una strada nel Quartiere Lido di Ostia Levante, ma nessuna targa nel luogo in cui visse.
Siti che ne parlano:
 
Rione Campo Marzio

- Guglielmo Marconi (Bologna 1874-Roma 1937), inventore, Premio Nobel per la Fisica e Senatore : Via dei Condotti 11. Guglielmo Marconi è stato indubbiamente uno dei più importanti italiani del XX Secolo, e non mancano i luoghi a lui dedicati, anche a Roma, dal viale alla Stele Marconi all'EUR. Curiosamente, nel luogo in cui abità fino alla morte, il Palazzo Maruscelli Lepri di Via Condotti 11, non vi sono targhe sulla facciata. Non abbiamo notizie di targhe poste all'interno del palazzo, ma non siamo in grado di fare ulteriori verifiche a riguardo.
Siti che ne parlano:
 
Rione Ponte
 
- Bettino Craxi (Milano 1934-Hammamet 2000), uomo politico, Presidente del Consiglio, Segretario del Partito Socialista Italiano: Largo Febo 2. Bettino Craxi a Roma aveva come propria residenza l'Hotel Raphael, situato in Largo Febo. La memoria di Craxi e la possibilità di dedicargli targhe o strade (presenti in svariate città italiane) è spesso oggetto di dissidio: non entriamo nel dibattito in questa sede. Al momento, a Roma, non sono presenti targhe o dedicate strade alla memoria di Craxi.
 
- Giulio Cesare Santini (Roma 1880-Roma 1957), poeta: Via di Monte Giordano e Via dei Banchi Vecchi. Al poeta è oggi dedicata una targa in Piazza San Salvatore in Lauro, anch'essa nel Rione Ponte ma il poeta ha vissuto in Via di Monte Giordano e Via dei Banchi vecchi dove non ci sono targhe in suo onore.
Siti che ne parlano:
- La poesia di Giulio Cesare Santini - in Poeti del Parco
 
Rione Parione 

- Giulio Cesare Santini (Roma 1880-Roma 1957), poeta: Via del Pellegrino. Al poeta è oggi dedicata una targa in Piazza San Salvatore in Lauro, in una zona vicino a Via di Monte Giordano dove il poeta ha vissuto, ma le notizie ci dicono che ha vissuto anche in Via del Pellegrino, dove attualmente non è ricordato da alcuna targa.
Siti che ne parlano:
- La poesia di Giulio Cesare Santini - in Poeti del Parco
 
Rione Regola
 
- Giulio Cesare Santini (Roma 1880-Roma 1957), poeta: Via San Bartolomeo de' Vaccinari. Al poeta è oggi dedicata una targa in Piazza San Salvatore in Lauro, in una zona vicino a Via di Monte Giordano dove il poeta ha vissuto, ma le notizie ci dicono che nacque in Vicolo di San Bartolomeo, in una casa oggi non più esistente perché demolita per la realizzazione del Ministero della Giustizia.
Siti che ne parlano:
 
 Rione Pigna

- Sede del Partito Socialista Italiano, partito politico: Via del Seminario 87. Il PSI è stato un partito che ha ricoperto un ruolo molto importante nella storia politica italiana. Tra la fine della Prima Guerra Mondiale e l'avvento del Fascismo ebbe la propria sede in Via del Seminario 87, dove attualmente non vi sono targhe a ricordare il fatto.
 
Rione Sallustiano
 
- Enrico Accinni (Napoli 1838-Roma 1903), ammiraglio che prese parte alla Terza Guerra d'Indipendenza: Via Venti Settembre 44. A Enrico Accinni è dedicata una strada nel Quartiere Della Vittoria, ma non vi è alcuna targa presso l'edificio in cui ha risieduto. 
Siti che ne parlano:
 
Rione Castro Pretorio
 
- Ferdinando Agnini (Catania 1924-Roma 1944), antifascista ucciso alle Fosse Ardeatine: Via Gaeta 16.  Per quanto la memoria di Agnini sia legata soprattutto al Quartiere Monte Sacro, in cui studiò e fu attivo e dove è ricordato da diverse targhe (una all'ex GIL di Viale Adriatico, un'altra presso la sede del III Municipio), e per quanto risulta abbia abitato in Via Monte Tomatico a Monte Sacro dove è ricordato da una pietra d'inciampo, dagli elenchi del Mausoleo delle Fosse Ardeatine risulta residente in Via Gaeta 16.
Siti che ne parlano:
 
Rione Prati

- Giulio Cesare Santini (Roma 1880-Roma 1957), poeta: Via Tibullo 20. Al poeta è oggi dedicata una targa in Piazza San Salvatore in Lauro, in una zona vicino a Via di Monte Giordano dove il poeta ha vissuto, ma le notizie ci dicono che ha vissuto in tarda età fino alla morte in Via Tibullo 20, dove attualmente non è ricordato da alcuna targa.
Siti che ne parlano:
- La poesia di Giulio Cesare Santini - in Poeti del Parco
 
 
Quartiere Nomentano

- Grazia Deledda (Nuoro 1871-Roma 1936), scrittrice e Premio Nobel per la Letteratura: Via Imperia 15. Probabilmente, di tutte le targhe mancanti per i grandi che hanno vissuto a Roma, questa è una delle più clamorose, trattandosi di una delle massime scrittrici italiane del XX Secolo nonché di una vincitrice del Premio Nobel. Probabilmente non ha aiutato il fatto che il villino dove visse in Via Porto Maurizio 15 (oggi Via Imperia) è stato demolito e sostituito da un edificio più moderno, ma come molti casi insegnano ciò non ostacola la posa di una targa.
Siti che ne parlano:
 
Quartiere Della Vittoria
 
- Alfredo Mosca (1890-1944), antifascista ucciso alle Fosse Ardeatine: Via Faà di Bruno 15. Mosca è già ricordato in una targa insieme a Mario Felicioli presso l'officina dove furono arrestati in Via delle Colonnette e in un'altra targa dedicata alle vittime delle Fosse Ardeatine del Rione Campo Marzio situata in Piazza Ferro di Cavallo. Mosca, tuttavia, dagli elenchi del Mausoleo delle Fosse Ardeatine risulta residente in Via Faà di Bruno 15.
Siti che ne parlano:
 
Quartiere Prenestino-Centocelle
 
- Domenico Ricci (1913-1944), antifascista militante del Partito d'Azione ucciso alle Fosse Ardeatine: Via Tor de' Schiavi 50. Ricci è ricordato nello stesso luogo da una pietra d'inciampo, ma attualmente non da una targa.
Siti che ne parlano:
 
Suburbio Della Vittoria
 
- Aldo Moro (Maglia 1916-Roma 1978), Presidente del Consiglio e Segretario della Democrazia Cristiana: Via del Forte Trionfale 89. Ad Aldo Moro e alla drammatica vicenda del suo sequestro e della sua uccisione sono dedicate diverse targhe. C'è la targa nel luogo dove fu trovato il suo corpo nel bagagliaio di una Renault R4, in Via Michelangelo Caetani, c'è una targa in memoria dei suoi agenti di scorta uccisi in Via Mario Fani all'angolo con Via Stresa, ma paradossalmente non vi è nessuna targa che ricordi moro in Via del Forte Trionfale, nel luogo in cui viveva e da cui partì la mattina del 16 Marzo 1978, quando venne rapito in un agguato delle Brigate Rosse. Non conosciamo le ragioni per cui non vi sia una targa che ricordi Moro presso il luogo in cui ha vissuto a Roma, ma tale mancanza a suo modo riflette una caratteristica assai diffusa: di Moro si ricorda la vicenda del suo sequestro e della sua morte, ma troppo spesso si dimentica Aldo Moro da vivo, nonostante sia stato indubbiamente uno dei massimi statisti della storia repubblicana italiana.

Edicole Sacre della Zona Urbanistica Centro Storico

Via dei Coronari
 
Vicolo Domizio

Edicole Sacre di Roma per Zona Urbanistica

 Edicole Sacre della Zona Urbanistica Centro Storico

Statue e monumenti che ricordano italiani legati al Lazio a Roma

Guido Baccelli, in Piazza Salerno

Statue e monumenti che ricordano italiani a Roma

Clicca sulla regione per vedere chi sono le persone provenienti da tale luogo ricordati a Roma con una targa.
 
Lazio

Statue e monumenti a Roma per nazionalità

Questo elenco raggruppa le statue e i monumenti di Roma in base alla nazionalità delle persone ricordate. Cliccando sul nome del Paese sono elencate le figure che lì sono nate o che a quella nazione sono legate ricordate a Roma con una targa.
Prima però una precisazione: tali liste non hanno intento di creare dispute e divisioni ideologiche, ma solo di raccontare quali e quante nazionalità sono rappresentate a Roma. In molti casi si tratta di persone che hanno vissuto in Paesi o imperi non più esistenti: in tal caso prevale il fattore linguistico o del legame con una determinata terra prima ancora di quello geografico. Ove è impossibile trovare una prevalenza di fattori, può essere inserito (come per i bi-nazionali o persone che hanno fatto la storia in più Paesi) in più d'una lista.
 
Italia
Città del Vaticano

 

Gedenktafel für Ingeborg Bachmann


Die Gedenktafel in Via Bocca di Leone, Rione Campo Marzio, erinnert an die österreichische Dichterin und Schriftstellerin Ingeborg Bachmann (Klagenfurt 1926-Rom 1973) und befindet sich in der Nähe des Hauses, in dem sie zwischen 1966 und 1971 lebte. Sie ist eingraviert - in italienischer Sprache – auf dem Grabstein ein Satz des Schriftstellers, der ins Deutsche übersetzt werden kann als: „Ich sah, dass mit dem Wort Rom immer noch die Welt beschworen wird und dass der Schlüssel zur Stärke die vier Buchstaben S.P.Q.R. sind.“
Die Gedenktafel wurde im Jahr 2000 von der Stadt Rom hier angebracht.

Postrehy

Prečo sa Rím nazýva večné mesto?

Rerum Romanarum - Stránka v slovenčine

Postrehy

Prečo sa Rím nazýva večné mesto?



Na celom svete sa Rím, naše mesto, keď sa nenazýva vlastným menom, nazýva „Večné mesto“. Ako sa to stalo? Poďme zistiť, prečo sa Rím nazýva večné mesto.

Tento alternatívny názov Ríma bol rozšírený už veľmi dlho a vstúpil do bežného jazyka do takej miery, že v očiach mnohých je dôvod a pôvod tohto názvu takmer druhoradý. Aj preto, že pre mesto, ktoré s cisármi a pápežmi, v staroveku aj v renesancii, pre umenie či politiku bolo od svojho založenia až po súčasnosť vždy hlavným hrdinom, je to prezývka, ktorá dokonale zapadá do histórie mesta.



Tí, ktorí chcú vedieť, prečo sa Rím nazýva večným mestom, si často môžu mylne predstaviť pasáž z diela Marguerite Yourcenarovej, Hadriánove spomienky. V tomto diele, v ktorom si francúzska spisovateľka predstavuje dlhú epištolu od cisára Hadriána, prostredníctvom ktorej sleduje obdobie starovekého Ríma, v ktorom viedol ríšu, v ktorej sa v určitom bode vyslovuje táto veta:

"Prídu ďalšie Rímy a neviem si predstaviť jeho tvár; ale ja som prispel k jeho formovaniu...Rím bude žiť, Rím zahynie len s posledným mestom ľudí."

Táto fráza, akokoľvek sugestívna a akokoľvek sa dotýka večnosti Ríma, nie je dôvodom, ktorý vysvetľuje, prečo sa Rím nazýva večným mestom. Yourcenarov román sa v skutočnosti datuje do roku 1951, keď sa definícia večného mesta pre Rím používala po stáročia.

Básnik Tibullus na obraze z roku 1866 od Lawrencea Alma-Tademu


Prečo sa však Rím nazýva večným mestom?

Prvý autor, ktorý takto hovoril o Ríme, žil mnoho storočí pred Yourcenarom. Toto je Albius Tibullus, elegický latinský básnik, ktorý žil medzi rokmi 54 a 19 pred Kristom. Vo svojej II. knihe elégií v V básnik píše tieto riadky:

"Romulus Aeternae nondum formaverat Urbis moenia", preložiteľné do slovenčiny ako "Ani Romulus ešte nepostavil múry Večného mesta."

Toto je v súčasnosti najstaršie svedectvo o Ríme definovanom ako večné mesto, a preto pravdepodobne hľadáme frázu, ktorú hľadáme, ak chceme vedieť, prečo sa Rím nazýva večné mesto.

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Teatri del Rione Celio

Teatro Elettra, Via Capo d'Africa 32

Ristoranti armeni a Roma

 
Ristoranti armeni a Roma

A seguire un elenco di ristoranti armeni esistenti a Roma. I ristoranti, come da abitudine di questo sito, sono elencati per suddivisione toponomastica. Nell'elenco sono inseriti anche i ristoranti non più attivi, specificando tale circostanza tra parentesi.
Questo articolo è di natura informativa e non pubblicitaria, ragione per cui chiunque può segnalarci altri ristoranti non presenti in questo elenco (commentando questo articolo o scrivendoci alla nostra pagina Facebook) e sarà nostra cura integrare la lista. 
Attualmente a Roma non esistono ristoranti che offrano esclusivamente cucina armena, e per questa ragione i ristoranti elencati offrono cucina armena parallelamente a quella di altri Paesi, in primo luogo del resto del caucaso e dei Paesi dell'ex Unione Sovietica.

Quartiere Ostiense:
- Associazione Caucaso (già Matrioska), Via della Collina Volpi 6 (cucina russa, georgiana, caucasica e dell'ex URSS)

Bandiera della Grecia

Bandiera Greca 1978

La bandiera della Grecia si presenta composta da nove strisce orizzontali, cinque blu e quattro bianche a colori alterni, con una croce bianca su sfondo blu nel cantone in alto a sinistra. Nell'attuale formato è stata adottata dalla Repubblica di Grecia nel 1978, tre anni dopo la caduta del Regime dei Colonnelli e la conseguente restaurazione della democrazia. Per via dei suoi colori, la bandiera è popolare tra i greci come Γαλανόλευκη (Galanolefki), letteralmente "Blu e bianca", o Κυανόλευκη (Kyanolefki), "Blu e ciano".
Le origini di questa bandiera risalgono al 1822, quando la Grecia ottenne l'indipendenza dall'Impero Ottomano e di lì a poco divenne una monarchia guidata dal Re tedesco Ottone di Baviera. Tale monarchia naque con l'intento di creare un nuovo stato greco in linea con i grandi stati europei, scegliendo dunque un monarca tedesco che inserisse il neonato Paese nel sistema esistente ed evitando di dare il potere nelle mani dei numerosi ed eterogenei movimenti che negli anni precedenti avevano combattuto per l'indipendenza ellenica. In questo senso, si decise di mettere da parte tutte le numerose bandiere dei movimenti rivoluzionari e sceglierne una nuova. Prevalse dunque la bandiera alla base dell'attuale, la cosiddetta "Bandiera di stato a terra", raffigurante semplicemente una croce bianca su campo azzurro, la versione estesa in orizzontale della croce presente nel cantone dell'attuale bandiera.
 
Bandiera di stato a terra Grecia
La bandiera di stato a terra, utilizzata dalla Grecia dal 1828 al 1969

Non è noto con certezza erché siano stati scelti proprio quei colori, mentre è chiaro come mai sia stata scelta la croce, a simboleggiare la fede Ortodossa, non solo professata dalla maggioranza dei Greci, ma anche per il ruolo di questa fede giocato per il mantenimento dell'identità nazionale greca. La croce così come la vediamo nella bandiera di stato a terra compariva anche in diverse bandiere rivoluzionarie greche del periodo della guerra d'indipendenza, come in quella usata in Tessaglia creata da Anthimos Gazis, identica ma a colori invertiti e arricchita da una corona d'alloro, o in quella usata dai greci di Tracia, identica ma con la croce nera anziché bianca. Una croce greca blu di dimensioni più ridotte su campo bianco - e quindi stilisticamente molto diversa - coronata dal motto "Niki i thanatos tan i epi tas", che significa "Vittoria o morte, con o sopra questo" (riferimento allo scudo e che può essere tradotto come senza mai arrendersi), fu usata come bandiera dai Manioti, che giocarono un ruolo molto importante nella guerra di indipendenza. La bandiera che però forse più di altre ha ispirato quella scelta successivamente è quella usata dai ribelli tra il 1769 e il 1821, composta da una croce celeste su campo bianco. Sulle ragioni che hanno portato a scegliere i colori, si è parlato del mare e della schiuma, ipotesi ritenuta più probabile, così come di un richiamo ai colori della casa regnante bavarese che con Ottone guidò la Grecia, ma quest'ultima ipotesi trova dificile fondamento, dal momento che la bandiera precede l'istituzione della monarchia.
Bandiera Grecia Baviera
La bandiera navale greca durante il regno di Ottone di Baviera, utilizzata dal 1833 al 1862

Fu proprio l'introduzione della monarchia guidata da Ottone di Baviera nel 1832 che portò ad alcune modifiche nelle bandiere militari, inserendo al centro della croce lo stemma della famiglia dei Wittelsbach di Baviera e rendendo l'azzurro un celeste, in linea col simbolo. Nello specifico, in questo periodo nacque come bandiera navale, con il celeste al posto dell'azzurro e lo stemma Wittelsbach al centro della croce, quella che è l'attuale bandiera greca. Tali bandiere rimasero immutate fino al 1862, anno dell'abdicazione di Ottone, al quale fu scelto come successore il principe danese Guglielmo che prese il nome di Giorgio I, che fece scurire il celeste bavarese in azzurro e inserì la corona al centro della croce nella bandiera navale e in quella di stato. Nel 1924, con la creazione della Seconda Repubblica Ellenica, le corone vennero abolite per poi ricomparire nel 1935 con la restaurazione della monarchia da parte di Georgios Kondylis.
Nel 1967 ebbe inizio in Grecia la dittatura nota come Regime dei Colonnelli o Junta. Inizialmente la bandiera non venne modificata, ma nel 1969 venne adottata la bandiera navale come unica bandiera della Grecia, per poi essere leggermente modificata nel 1970 passando da una proporzione di 2:3 a una di 7:12. Nel frattempo, negli edifici pubblici su cui sventolava la bandiera di stato, fino al 1973, anno in cui la monarchia venne ufficialmente abolita, continuò a sventolare la bandiera munita di corona. 
 
Dittatura Colonnelli Junta bandiera Grecia
La variante della bandiera greca con il blu più scuro, usata prevalentemente durante il Regime dei Colonnelli

Durante il regime, venne utilizzata maggiormente una variante della bandiera greca con il blu più scuro: tale bandiera non fu usata solo in quell'occasione e rappresenta una variante dell'attuale bandiera ufficiale, tuttavia ad oggi è generalmente associata al periodo della dittatura.
Dopo la fine del regime, nel 1975 venne per un breve periodo istituita la vecchia bandiera di stato a terra come unica bandiera greca, ma la situazione venne rovesciata nel 1978 quando la bandiera di mare, ovvero l'attuale bandiera greca, venne nuovamente adottata come unica bandiera greca.

Peccati di gola

Peccati di gola era un ristorante situato in Piazza dei Ponziani 7a, nel Rione Trastevere. Offriva soprattutto cucina di pesce. Al suo posto oggi ha sede il ristorante Da Teo.

Paris

 

Il ristorante Paris si trovava in Piazza San Calisto 7a, nel Rione Trastevere, e rappresentava uno dei principali ristoranti di cucina romana del rione. Fondato dalla famiglia Paris, da cui il nome, venne gestito successivamente dalla famiglia Angeloni e, quindi, dal 1984, dalla famiglia Cappellanti che lo ha gestito fino alla sua chiusura nel 2018. Offriva principalmente cucina romana, e tra i suoi piatti forti aveva la minestra di broccoli e arzilla, il carciofo alla giudìa e la pasta e ceci e il fritto misto vegetale.
Il ristorante è stato per molto tempo un punto di riferimento della ristorazione trasteverina, e ha visto negli anni numerosi volti noti, anche di calibro internazionale, tra i suoi clienti.
Paris ha chiuso nel 2018. Al suo posto oggi ha sede l'Osteria Nannarella.

 
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