Chiesa del Profeta Elia

Ναός Προφήτη Ηλία Θεσσαλονίκης

La Chiesa del Profeta Elia si trova a Salonicco, lungo la Via Olimpiados. Essa risale al periodo dei Paleologi, probabilmente al 1360-1370 circa, probabilmente al posto di un edificio distrutto nel 1342 nella rivolta degli Zeloti.
A fondare la Chiesa fu il monaco Makarios Houmnos, che la dedicò alla Panagia.
La Chiesa si presenta con una pianta a Croce Atonita, ovvero a croce greca con absidi in corrispondenza dei rettangoli del naos. La muratura, invece, alterna mattoni e bugnato bianco, un fatto insolito per Salonicco e ripreso dall'architettura tipica di Costantinopoli. L'interno vede una notevole attenzione all'illuminazione, mentre le decorazioni sono ritenute un esempio di notevole litello dell'arte paleologa.
Chiesa Profeta Elia Salonicco

Spesso la Chiesa è stata vista come un Katholikon del Monastero Nea Monì, ma su questo fatto sono stati sollevati diversi dubbi. Nea Monì, infatti, continuò a rimanere operativo come monastero anche durante l'occupazione ottomana, diversamente dalla Chiesa del Profeta Elia.
Nel 1430, infatti, quando Salonicco cadde nelle mani degli Ottomani, Badrah Mustafa Pasha convertì la Chiesa del Profeta Elia in una moschea, che venne chiamata Moschea Sarayli, che significa "Moschea del Palazzo".
Salonicco Chiesa Profeta Elia

Nel 1912, quando gli ottomani vennero cacciati da Salonicco, la Chiesa tornò al culto cristiano.
Riguardo il nome della Chiesa c'è un dibattito storico irrisolto. Non è chiaro infatti se fosse stata già dedicata al Profeta Elia prima di essere convertita in moschea o il suo nome è un risultato di una similitudine col nome di Sarayli con cui la moschea era nota. Non si esclude infatti che il nome derivi da una similitudine tra la parola Sarayli e Ai-Ilias, Sant'Elia. I ricercatori Texier e Pullan pensano invece che la Chiesa avesse già preso questo nome prima dell'occupazione ottomana di Salonicco, e che siano stati i turchi a chiamare la moschea Sarayli per similitudine col nome Sant'Elia.

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