Terremoti a Roma

Una mappa sismica del Lazio
I terremoti sono fenomeni naturali che causano, attraverso lo spostamento di masse rocciose sotterranee, la vibrazione della crosta terrestre. Essi possono essere di varia entità e danneggiare anche edifici o costruzioni realizzate dall'uomo.
La Protezione Civile considera Roma come una zona di sismicità modesta ma non trascurabile. Non trascurabile perché, non lontana da aree considerate sismiche come i Castelli Romani o l'Appennino Umbro-Marchigiano ed Abruzzese e per la presenza di un grande numero di edifici - molti dei quali antichi e di valore storico - all'interno della città.
Si ha notizie di numerose scosse che nella storia sono stati sentiti a Roma o hanno colpito direttamente la città, causando talvolta alcuni danni. In genere nella capitale la terra ha tremato per scosse avvenute con epicentro nei dintorni della città che hanno causato talvolta danni per via della scarsa manutenzione degli edifici o per la particolare natura del terreno. Non sono però mancati, seppur con frequenza molto minore e con magnitudo in genere più bassa, terremoti con epicentro a Roma.
Per quanto riguarda i tempi più antichi, è difficile stimare la magnitudo o i danni veri e propri che subirono le varie strutture, se non da fonti letterarie del tempo.
Diversi terremoti in epoca antica colpirono l'Italia Centrale, venendo con tutta probabilità percepiti a Roma: quello dell'Etruria del 217 avanti Cristo o quello in Sabina nel 174 avanti Cristo.
Sappiamo invece che Roma fu epicentro di un terremoto tra il 442 e il 443 dopo Cristo, quando vennero danneggiati parte del Colosseo e una navata della Basilica di San Paolo fuori le Mura e vennero distrutti alcuni portici antichi, tra cui quelli del Teatro di Pompeo. Pochi anni a seguire, nel 476, ebbe luogo uno dei più gravi episodi sismici che abbiano colpito la capitale: per 40 giorni si seguirono scosse nella città, causando la distruzione di numerosi edifici.
Nell'847 un nuovo sisma a Roma causò diversi danni sempre al Colosseo, mentre nell'849 sembra che un terremoto causò la caduta dell'Obelisco di Piazza Monte Citorio.
Dal Basso Medioevo è più semplice poter ricostruire anche la magnitudo nella scala Richter di tali scosse. Nel 1231 le scosse che colpirono Roma fecero dei danni alla parete sud ovest del Colosseo, crollò anche la parte superiore della torre dei Conti. Nel 1349 un terremoto di magnitudo 6.5 colpì il Molise, causando ingenti danni in tutta l'Italia centro-meridionale. La città di Venafro venne distrutta, così come l'Abbazia di Montecassino. La facciata del Duomo di Napoli si sgretolò al suolo. Roma non rimase immune al sisma, e il lato Sud del Colosseo, costruito su una parte meno stabile di terreno, crollò. Nel 1351 Francesco Petrarca raccontò il suo viaggio da pellegrino a Roma e notò come fossero ancora chiaramente visibili i segni lasciati dalla scossa. Anche lo storico Matteo Villani notò come ci furono danni gravi alla Basilica di San Paolo ed alle torri delle Milizie e del Conte.
A Roma vennero chiaramente percepiti i terremoti che nel 1456 e nel 1461 colpirono rispettivamente il Molise e l'Abruzzo, di intensità 6.9 il primo e 6.5 il secondo. Nel 1484 un terremoto di magnitudo 5.0 colpì Monterotondo, ad appena 26 chilometri da Roma, ma non sono noti molti altri dettagli, fatto che lascia intendere che i danni non furono particolarmente evidenti.
Nel 1654 un grave terremoto colpì l'area tra la Marsica e la Valle Comino, a 106 chilometri da Roma, dove con tutta probabilità fu sentito in modo molto chiaro.
Nel 1703 si verificarono ben tre terremoti che furono chiaramente avvertiti a Roma. Il 14 Gennaio una scossa tra le più gravi di quel periodo di magnitudo 6.7 colpì l'Appennino tra Umbria, Marche e Sabina, causando tra i 6mila ed i 9mila morti. La scossa fu avvertita molto nettamente a Roma, dove si verificarono alcune lesioni e le campane delle chiese suonarono da sole. Nei giorni successivi Papa Clemente XI Albani (1700-1721) radunò i cittadini per pregare in diverse occasioni. Proprio nei giorni successivi, infatti, nei pressi dell'Aquila avvenne una seconda violenta scossa di magnitudo 6.2. Il 2 Febbraio, un nuovo terremoto di magnitudo 6.7 colpì sempre l'Abruzzo e causò danni anche a Roma, dove la Basilica di San Lorenzo venne danneggiata ed alcuni archi del Colosseo crollarono. Nonostante non si verificarono vittime a Roma in questi episodi, numerosi cittadini decisero di dormire all'aperto. In Piazza di Spagna vi furono danni al suolo, che causarono una voragine nel terreno che portò alla luce un antico acquedotto.
Nel 1706 il terremoto della Maiella, di magnitudo 6.6, venne avvertito anche a Roma.
Nel 1748 invece un terremoto di magnitudo 4.8 colpì la città di Frascati, ai Castelli Romani.
Nel 1785 un altro terremoto con epicentro a Piediluco di magnitudo 5.5 venne avvertito a Roma.
Un sisma con magnitudo 5.5 colpì nel 1806 invece i Colli Albani, seguito nel 1811 da un'altra scossa con epicentro a Roma di magnitudo 4.5 che non fece danni. Nel 1812 però un terremoto di magnitudo 5.0 colpì l'area di Roma, causando solo danni lievi per via del basso livello ma causando una certa paura nella popolazione.
Nel 1885 un lieve terremoto di magnitudo 4.8 colpì i Monti Simbruini e fu avvertito a Roma, così come avvenne per quello dei Colli Albani del 1892, che ebbe un'intensità di 5.2.
Nel 1895 un terremoto ebbe come epicentro Castel Porziano e raggiunse la magnitudo di 4.8. I danni furono lievi ed interessarono soprattutto il litorale e la parte meridionale della Città.
Nel 1899 una scossa di magnitudo 5.2 interessò di nuovo i Colli Albani, cui nel 1909 seguì un piccolo terremoto di 4.8 che ebbe come epicentro Monte Mario e nel 1911 un altro di magnitudo 4.6 a Frascati.
Nel 1915 il tragico terremoto che colpì Avezzano con una magnitudo di 7.0 e che fu sentito anche a Roma dove causò alcuni danni non gravi ma diffusi. Tra questi si segnalano alcune lesioni alle Chiese di Sant'Agata dei Goti e Santa Maria della Scala, alle Mura Aureliane ed all'Acquedotto Claudio presso Porta Furba, del quale caddero alcuni metri di muro.
Nel 1919 un terremoto di magnitudo 5.5 colpì Anzio, cui seguì nel 1927 un'altra scossa del 5.0 sui Colli Albani. Nel 1979, poi, è stato avvertito il terremoto di 5.9 della Val Nerina.
Negli anni successivi Roma ha percepito in modo chiaro alcuni dei più gravi terremoti del Centro Italia, come quello del 1980 in Irpinia, un grave terremoto di magnitudo 6.5 che ha causato 2.914 vittime, e quello che nel 2009 colpì L'Aquila.
Nel 2011 iniziò a circolare la voce di una profezia che avrebbe voluto un terremoto nella Capitale l'11 Maggio, sisma che non ebbe luogo ma che causò un parziale preventivo panico tra i cittadini che, in alcuni casi, preferirono tenere chiusi i negozi od assentarsi dal lavoro.
Nel 2016, la città ha chiaramente avvertito le scosse che hanno colpito l'Italia Centrale. In occasione di quella del 30 Ottobre - che ha causato la tragica distruzione di parte della Basilica di San Benedetto a Norcia - sono state riscontrate alcune lesioni presso la Basilica di San Paolo e la Chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza.
Il 18 gennaio 2017 tre scosse con epicentri a Montereale, Capitignano e Pizzoli (tutti e tre in provincia dell'Aquila) e di magnitudo compresa tra 5.1 e 5.5. A Roma queste tre scosse sono state percepite in maniera chiara, e per precauzione sono state evacuate le scuole e la metropolitana, che successivamente è stata chiusa temporaneamente.

NB: L'articolo riporta episodi avvenuti successivamente alla sua data di pubblicazione perché, con l'accadere di nuovi episodi relativi all'argomento dell'articolo, esso è stato aggiornato senza che però venisse modificata - per scelta degli autori del sito - la data di originaria pubblicazione dell'articolo.

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