La targa in questione si trova in Piazza dei Giuliani e Dalmati, nel Quartiere Giuliano-Dalmata, e ricorda Aldo Clemente (1920-2014), che fu segretario generale dell'Opera Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati e che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando era segretario generale del Comitato Nazionale per i Rifugiati Italiani, individuò in quello che era il villaggio operaio per la costruzione dell'E42 un luogo dove si sarebbero potuti stanziare gli esuli giuliani, dalmati e fiumani. Fu così che nacque il primo nucleo del Quartiere Giuliano-Dalmata: non a caso nella targa Clemente è ricordato come "realizzatore del quartiere". La targa è stata qui posta dalla comunità giuliano-dalmata nel Febbraio 2016.
Abbozzatore
Tra gli antichi mestieri di Roma, l'abbozzatore era colui che lavorava il marmo - o altre pietre e materiali per la scultura -, abbozzando una figura indicata mediante un modello o un disegno, che successivamente veniva lavorata dallo scultore che portava così l'opera a compimento. L'abbozzatore faceva parte dell'Università dei Marmorai.
Abbachista
L'antico mestiere dell'abbachista (o abachista) consisteva nel saper fare da conto a livello professionale. Il nome deriva dall'abaco (o abbaco), lo strumento di calcolo che fin dai tempi delle prime civiltà veniva usato per fare da conto.
La figura dell'abbachista, nei secoli passati, dunque in molti casi sfociava nel sostenere chi aveva bisogno di calcoli professionali così come svolgere il lavoro di precettore di matematica.
Targa in memoria di Tullio Sincich
La targa in questione si trova in Viale Oscar Sinigaglia, in prossimità dell'incrocio con Via Fratelli Reiss Romoli, nel Quartiere Giuliano-Dalmata, e ricorda Tullio Sincich (Fiume 1930-Roma 2003), giocatore di basket della squadra A.S. Giuliana di Trieste durante gli anni '50, esule fiumano durante l'esodo dei Giuliani e Dalmati. La targa è stata qui posta, nel quartiere di Roma simbolo per eccellenza di tale esodo, dal XII Municipio.
Via Acca Larenzia
Via Acca Larenzia è una strada del Quartiere Tuscolano, compresa tra Via delle Cave e Via Evandro. La sua istituzione risale al 1939, quando, in linea con la toponomastica locale che vede le strade dedicate a figure storiche o leggendarie legate alle origini di Roma, venne dedicata ad Acca Larenzia, la moglie del pastore Faustolo, l'uomo che aveva trovato i gemelli Romolo e Remo abbandonati di una cesta e li portò presso la propria capanna sul Palatino. La figura di Acca Larenzia fa parte anche della mitologia etrusca, dove era una figura semidivina, una prostituta protettrice del popolo umile, e ciò coincide in parte con la figura nella mitologia romana, dove è identificata col termine "lupa", lo stesso alla radice della parola "lupanare". Come sappiamo, la lupa inteso come animale, come sappiamo, secondo la tradizione avrebbe allattato i due gemelli Romolo e Remo ed è uno dei simboli della città di Roma.
Via Acca Larenzia si presenta quasi come una strada privata, una sorta di cortile tra Via delle Cave e Via Evandro.
La conoscenza di Via Acca Larenzia, strada come abbiamo detto di piccole dimensioni, è soprattutto legata a un drammatico episodio degli anni di piombo noto come "strage di Acca Larentia". Sulla via, infatti, aveva sede una sezione del Movimento Sociale Italiano (MSI), dal quale nel pomeriggio del 7 Gennaio 1978 stavano uscendo alcuni ragazzi per andare a svolgere un volantinaggio. I giovani tuttavia furono travolti dal fuoco di un commando di terroristi: due ragazzi, Franco Bigonzetti (20 anni) e Francesco Ciavatta (18 anni) rimasero uccisi. La sera stessa, militanti dell'MSI da tutta Roma, venuti a sapere dell'accaduto, si radunarono in Via Acca Larentia, dove si verificarono alcuni disordini: in questa situazione, un colpo di pistola uccise Stefano Recchioni, giovane militante della sezione missina di Colle Oppio. Per quanto si tratti di due episodi differenti, le tre vittime sono generalmente ricordate insieme e i due fatti considerati parte di un episodio unico. L'agguato ai militanti missini venne poi rivendicato dal gruppo terrorista Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale, una sigla di cui fino a quel momento l'opinione pubblica non era a conoscenza. Per la strage furono indagate diverse persone, ma nessuno fu condannato. La stessa arma che uccise Bigonzetti e Ciavatta è stata negli anni successivi usata per numerosi attentati di gruppi terroristi di sinistra e venne rinvenuta nel 1988 in un covo delle Brigate Rosse a Milano.
Ancora oggi la strada è protagonista di numerose commemorazioni che si ripetono ogni anno, non senza polemiche tra accuse di apologia al fascismo e toni duri. Sulla strada è presente una targa che commemora la strage.
La strada fa parte della Zona Urbanistica Tuscolano Sud. Il CAP di Via Acca Larenzia è 00181.
Mappa di Edo (1844-1848)
Questa mappa mostra la città di Edo, vecchio nome della attuale Tokyo, attuale capitale del Giappone, come si presentava negli anni '40 del XIX Secolo. La mappa è datata in un periodo compreso tra il 1844 e il 1848.
Via Valgia Silvilla
Via Valgia Silvilla è una strada del Quartiere Tuscolano, che parte da Via Tuscolana e prosegue oltre Via Genzano. Essa venne istituita nel 1950 e dedicata a Valgia Silvilla, dall'epigrafe che ne ricordava il monumento presso l'Arco di Travertino, dunque nei dintorni del luogo dove la strada sorge.
La strada, originariamente, aveva come confini Via Tuscolana e Via Rocca di Papa ed oltre, e successivamente fu sancito il prolungamento verso il nuovo Largo Falvaterra, al quale (l'isolato e il largo sono parziale esempio di toponomastica interrotta) Via Valgia Silvilla non è però mai arrivata.
Nel 1985, dopo che negli anni nella zona si era assistito alla demolizione del Motovelodromo Appio, lo smantellamento dei numerosi borghetti presenti a partire da quello dell'Arco di Travertino ed erano terminati i lavori per la realizzazione della linea A della metropolitana, si procedette a una serie di modifiche nella rete stradale, che portò la strada ad assumere gli odierni confini.
La strada fa parte della Zona Urbanistica Tuscolano Sud. Il CAP di Via Valgia Silvilla è 00179.
Bandiere del Portogallo e dell'Italia
A seguire una serie di immagini di bandiere del Portogallo e dell'Italia insieme, con quella del Portogallo posta prima o in posizione prominente.
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Bandiere dell'Italia e del Portogallo
A seguire una serie di immagini di bandiere dell'Italia e del Portogallo insieme, con quella dell'Italia posta prima o in posizione prominente.
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Bandiere dell'Armenia e dell'Italia
A seguire una serie di immagini di bandiere dell'Armenia e dell'Italia insieme, con quella dell'Armenia posta prima o in posizione prominente.
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Bandiere dell'Italia e dell'Armenia
A seguire una serie di immagini di bandiere dell'Italia e dell'Armenia insieme, con quella dell'Italia posta prima o in posizione prominente.
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Bandiera di Israele
La bandiera di Israele si presenta composta da una Stella di David blu su campo bianco posta tra due strisce orizzontali blu: essa simboleggia appunto la Stella di David, uno dei simboli della religione Ebraica e della civiltà Ebraica in generale, posta su un talled, il tradizionale manto di preghiera Ebraico di colore bianco con bande laterali generalmente azzurre.
L'origine di questa bandiera e la sua adozione come bandiera dello stato di Israele è, ovviamente, strettamente legata alla storia del Paese e del movimento Sionista alla base del moderno stato di Israele. La Stella di David, o Scudo di David, è un simbolo di origine molto antica e strettamente legato alla tradizione Ebraica da tempo immemore: diversamente da altri simboli Ebraici, come la Menorah o lo Shofar, si tratta però di un simbolo esclusivamente geometrico, e come tale è stato utilizzato a fini decorativi anche in altre culture. Le sue prime testimonianze sono in ambito Ebraico, e risalgono al VII Secolo avanti Cristo, ma seppur con il nome di esagramma è stato utilizzato successivamente in diversi contesti, Cristiani come Induisti o laici, esso a partire dal tardo medioevo venne sempre più associato al mondo Ebraico, in modo particolare a Praga, dove peraltro nel 1648 l'Imperatore Ferdinando II permise agli Ebrei della città di sventolare una propria bandiera e venne per l'occasione scelto un vessillo rosso con una Stella di David gialla nel mezzo. Tale simbolo iniziò a essere visto strettamente legato a tale significato sicuramente prima del XVII Secolo, quando iniziò a diventare il simbolo riconosciuto del mondo Ebraico dell'Europa dell'Est, al punto che nel XIX Secolo divenne il simbolo con cui veniva identificato l'Ebraismo in Europa, allo stesso modo con cui la Croce rappresenta il Cristianesimo. Fu dunque così che quando alla fine del XIX Secolo prese piede il movimento Sionista portato avanti da Theodor Herzl, che promuoveva la nascita di uno stato Ebraico in Eretz Yisrael - la Terra Promessa della Bibbia Ebraica -, che si scelse di sancire, al Congresso Sionista del 1897 una bandiera unica: si optò per quella che è l'attuale bandiera dello Stato di Israele. Ma come si arrivò a essa? Sulla Stella di David, abbiamo chiarito, ma sul colore ci sono alcuni elementi da aggiungere.
La scelta dei colori blu e bianco, ad esempio, fu particolarmente promosso dal poeta tedesco-boemo di religione Ebraica Ludwig August von Frankl, che in una poesia aveva designato tali colori come colori per un possibile Stato Ebraico. Tale bandiera, in tutto e per tutto simile all'attuale bandiera di Israele, venne adottata nel 1885 dalla città di Rishon LeZion, da poco sorta nel territorio all'epoca parte dell'Impero Ottomano e oggi parte di Israele.
Tale bandiera venne dunque ripresa al primo Congresso Sionista di Basilea del 1897 su proposta di David Wolffsohn e, da quel momento, venne identificata come bandiera di un possibile Stato Ebraico. Wolffsohn promosse tale bandiera in risposta a una originaria proposta di Herzl che, a suo avviso, era troppo estranea alla religione Ebraica e troppo legata alle idee socialista, ovvero una bandiera che prevedeva la presenza di sette stelle, a sostegno della giornata lavorativa di sette ore. La bandiera con la Stella di David tra le due bande blu venne realizzata, per l'occasione, da Morris Harris, membro del movimento che aveva un negozio di tende a New York.
Tale bandiera venne dunque adottata dal movimento e, nel 1904, in occasione dell'Esposizione Internazionale della Louisiana svoltasi a Saint Louis venne usata ufficialmente. Nel Maggio 1948, contestualmente alla nascita del moderno Stato di Israele, il nuovo governo chiese ai cittadini di sottoporre proposte di bandiere, e vennero presentate ben 164 proposte. Nonostante vi fosse una bandiera riconosciuta dal Movimento Sionista, si aprì un dibattito sull'opportunità di fare una scelta totalmente differente per evitare l'ambiguità che gli Ebrei di tutto il mondo potessero cadere in forme di ambiguità usando la bandiera di un Paese straniero. Dibattuta la questione e dissipato ogni dubbio, la bandiera fu adottata come bandiera di Israele, ancora oggi adottata.
Bandiere della Grecia e dell'Italia
A seguire una serie di immagini di bandiere della Grecia e dell'Italia insieme, con quella della Grecia posta prima o in posizione prominente.
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Bandiere dell'Italia e della Grecia
A seguire una serie di immagini di bandiere dell'Italia e della Grecia insieme, con quella dell'Italia posta prima o in posizione prominente.
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Bandiere di Israele e dell'Italia
A seguire una serie di immagini di bandiere di Israele e dell'Italia insieme, con quella di Israele posta prima o in posizione prominente.
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Bandiere dell'Italia e di Israele
A seguire una serie di immagini di bandiere dell'Italia e di Israele insieme, con quella dell'Italia posta prima o in posizione prominente.
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Via della Molara
Via della Molara è una strada del Quartiere Tuscolano, che parte dal Vicolo Tuscolano e non ha uscita. Le sue origini risalgono al 1939, quando il nome venne attribuito a una strada situata lungo il Vicolo Tuscolano, in una zona di Roma all'epoca poco urbanizzata e relativamente distante dal limite dell'urbanizzazione consolidata, con forti caratteristiche agresti. Fu così che nel 1939 venne istituita, insieme alla vicina Via Poggio Tulliano, come traversa del limitrofo e all'epoca isolato Via Poggio Tulliano.
La delibera non specifica la scelta toponomastica, che avviene in una zona all'epoca come detto poco urbanizzata e in cui non vi era prevalenza di un gruppo toponomastico. Tuttavia, attualmente lo schedario del Comune di Roma la inserisce tra le "denominazioni locali", il cui nome deriverebbe da un deposito di pietre molari. Potremmo tuttavia essere di fronte a un errore, dal momento che Molara è anche una località al confine tra i Comuni di Grottaferrata, Montecompatri e Rocca Priora e che questa strada è stata istituita insieme alla vicina Via Poggio Tulliano, dedicata appunto a una frazione di Grottaferrata. Essendosi qui successivamente sviluppato un quartiere dedicato a diverse località della Provincia di Roma e del Lazio, possiamo ritenere che la Molara in questione sia la località e non una denominazione locale.
A possibile testimonianza di questo, il fatto che nel 1946 tali denominazioni vennero provvisoriamente trasferite a due strade nella zona di Via Marino e Via Rocca Priora, dunque in un'area in cui tale gruppo toponomastico andava già consolidandosi (la zona dell'Arco di Travertino era ancora agreste e caratterizzata dalla presenza di numerosi nuclei abitativi informali e borghetti): nel caso di Via della Molara, essa doveva essere tra Via Marino Laziale e la campagna. Se fosse stato in riferimento a uno specifico deposito di pietre, inoltre, tale trasferimento non sarebbe stato comprensibile.
In ogni caso, nel 1947 sia Via Poggio Tulliano che Via della Molara vennero nuovamente attribuite alle strade originariamente pensate per portare tale nome, all'interno di quella che la delibera definisce "intricata rete stradale del Borghetto dell'Arco di Travertino", a testimonianza della situazione urbanisticamente ancora in via di definizione.
Fu poi dagli anni '60 che la zona venne urbanizzata in maniera più ordinata e soprattutto dopo lo sgombero del Borghetto dell'Arco di Travertino e del complesso sistema di borghetti limitrofi, tra gli anni '70 e '80.
Via della Molara ricade nella Zona Urbanistica Tuscolano Sud. Il CAP di Via della Molara è 00181.
Vicolo Tuscolano
Vicolo Tuscolano è una strada del Quartiere Tuscolano che da Via Tuscolana arriva a Via Giulianello proseguendo oltre. Le sue origini risalgono al 1927, quando venne attribuito un nome a questa strada, all'epoca molto isolata ma su cui sussistevano già diverse costruzioni. A tale riguardo, la testimonianza della mappa dell'Istituto geografico militare del 1924 ci mostra come all'epoca questa via, seppur solo tratteggiata, fosse già di fatto esistente e su di essa insistessero alcuni piccoli edifici, probabilmente spontanei e isolati come altri in quest'area, all'epoca molto distante dal confine consolidato urbanisticamente della città. Dobbiamo inoltre ricordare che quest'area era sì lontana dal confine consolidato urbanisticamente, ma come spesso accadeva per le consolari non mancavano edifici spontanei, come mostrano sia la mappa IGM già citata che quella di Marino e Gigli del 1935 che mostra il vicolo già istituito e con nome trascritto ma in una situazione simile al 1924. Questa specifica area, tra la Via Latina, i Cessati Spiriti, il Velodromo e l'Arco di Travertino, stava divenendo in quegli altri terreno fertile per insediamenti informali, e infatti vi sorsero numerosi borghetti.
In ogni caso, come dicevamo la strada venne istituita nel 1927, e la natura isolata e non urbanizzata del territorio e quindi non inquadrabile in uno specifico gruppo toponomastico fece optare per un nome locale, e la strada, all'epoca senza uscita, prese dunque il nome di Vicolo Tuscolano.
Con il tempo, la città si è espansa inglobando totalmente questa area, soprattutto a partire dagli anni '60 e ancora di più tra gli anni '70 e '80 con il progressivo smantellamento dei borghetti spontanei limitrofi, e il Vicolo Tuscolano ha perso i connotati che lo contraddistinguevano come vicolo di campagna. L'attuale estensione della strada non lascia pensare a quella di un "vicolo", proprio per la sua integrazione nel nuovo quartiere sorto sull'area, ma il toponimo rimane come preziosa testimonianza storica.
Vicolo Tuscolano ricade all'interno della Zona Urbanistica Tuscolano Sud. Il CAP di Vicolo Tuscolano è 00181.
Via Gaetano Mario Columba
Via Gaetano Mario Columba è una strada del Quartiere Appio-Latino, compresa tra Via Arrigo Davila e Via dei Cessati Spiriti. Tale strada venne istituita formalmente nel 1973, nel periodo in cui questa zona, un tempo occupata da numerosi insediamenti spontanei tra cui il Borghetto dei Cessati Spiriti, venne urbanizzata, e in linea con la toponomastica locale, che vede le strade dedicate a illustri storici e storiografi, venne dedicata a Gaetano Mario Columba (Sortino 1861-Palermo 1947), studioso di storia antica che fu anche Rettore dell'Università di Palermo e Senatore del Regno.
Via Columba ricade nella Zona Urbanistica Tuscolano Sud. Il CAP di Via Gaetano Mario Columba è 00179.
Madonna col Bambino in Via Appia Nuova angolo Via Alba
In Via Appia Nuova, all'angolo con Via Alba, nel Quartiere Tuscolano, è presente un'Edicola Sacra raffigurante la Madonna col Bambino.
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