Basilica di Santa Maria Ausiliatrice



La Basilica di Santa Maria Ausiliatrice è una chiesa situata in Piazza di Santa Maria Ausiliatrice, nel Quartiere Tuscolano.
Le sue origini risalgono agli anni Venti del Novecento, quando i Salesiani dell'Ospizio del Sacro Cuore di Via Marsala decisero di ampliare l'Istituto, ormai insufficiente per i ragazzi del Ginnasio e delle Scuole Professionali, spostando queste ultime in un nuovo edificio da costruire sulla Via Tuscolana, su parte dei terreni di Villa Lais.

I terreni di Villa Lais su cui sorsero l'Istituto Pio XI e la Basilica di Santa Maria Ausiliatrice,  nel 1930

Il Generale dei Salesiani Giraudi presentò il progetto al Papa Pio XI l'11 maggio del 1928, dichiarando che le nuove scuole sarebbero state intitolate al Pontefice, egli chiese espressamente che accanto alle scuole fosse costruita una grande chiesa dedicata a Santa Maria Ausiliatrice.
Mentre i lavori per il nuovo Istituto iniziarono subito e si conclusero nel 1929, il 4 giugno dello stesso anno venne posta la prima pietra della nuova chiesa dedicata alla Vergine, collocata lungo la Via Tuscolana.

La chiesa in costruzione nel 1934

Il progetto fu realizzato dagli architetti Giulio Vallotti, dell'ufficio tecnico dei Salesiani, e il torinese Nicola Mosso, ispirato alle grandi basiliche romane del Cinquecento, con pianta a croce latina, lunga 72 metri.
Il cantiere terminò nel 1936 e la chiesa venne solennemente consacrata il 17 maggio 1936 dal Cardinale Marchetti Selvaggiani, e dal Segretario di Stato Cardinale Eugenio Pacelli.


La facciata, che si apre su una scalinata in marmo, è rivestita in travertino al piano terra e intonacata a finto marmo superiormente. Essa è divisa in due ordini, in quello inferiore quattro semicolonne ioniche, sormontate da un timpano, inquadrano il portone principale, mentre ai lati dei pilastri delimitano una porta e una finestra. L'ordine superiore è occupato da una grande finestra con arco a tutto sesto coronata da un timpano su colonne ioniche, alla base del quale si trova un grande stemma papale di Pio XI, sorretto da due angeli. Sull'attico, occupato da una balaustra, è posta, sopra al timpano, su un piedistallo, una grande statua di Maria Ausiliatrice, con in un braccio Gesù, e nell'altro lo scettro.
Ai lati della facciata si trovano le grandi torri campanarie, con base quadrangolare e coronamento a edicola con timpano su colonne ioniche e cupolino ottagonale, ispirate a quelle di Trinità dei Monti, contenenti otto campane. L'esterno è in cortina laterizia, con finestre inquadrate da lesene e nicchie, il tamburo della cupola è ottagonale.


L'interno è a tre navate, la navata centrale è delimitata da arcate, inquadrate da colonne ioniche, che costrtuiscono il soffitto con volta a botte delle stretta navate laterali, queste volte sono sorrette da colonne binate doriche più piccole.
L'abside è decorata da paraste in marmo rosso, fra cui sono presenti riquadri in marmo, l'altare maggiore ospita una statua in legno di Maria Ausiliatrice, inquadrata da una arcata su colonne, il fondo della parete è a mosaico dorato.


Sulle volte sono presenti degli splendidi affreschi don Giuseppe Melle, realizzati tra il 1957 e 1965. Egli lavorò per otto anni senza tregua, come Michelangelo, con uno stile molto classico, ispirato alla grande scuola di Raffaello e dei maestri veneti. Si tratta di uno dei più importanti cicli pittorici della seconda metà del Novecento a Roma, realizzato in uno stile poco influenzato dalle mode pittoriche del tempo, tenuto purtroppo in poca considerazione dalla critica contemporanea.
Nella cupola è raffigurata l'Assunzione di Maria, nel tamburo i dogmi mariani, mentre nel catino absidale è dipinta l'Incoronazione di Maria fra angeli e santi.
La volta della navata centrale è affrescata con le battaglie di Lepanto e di Vienna, combattute contro i mussulmani, e il trionfo di Marcantonio Colonna, lateralmente sono raffigurati alcuni santuari mariani e le opere dei Salesiani.


L'altare del transetto sinistro è dedicato a San Giovanni Bosco.

1 commento:

  1. Ho conosciuto il pittore don Melle alla fine degli anni cinquanta

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