Una violazione del coprifuoco nel 1587

Tor di Nona carceri demolite
Gli edifici oggi demoliti dove sorgeva il carcere di Tor di Nona
 
Nel XVI Secolo era comunemente in vigore il divieto di uscire di casa nelle ore notturne per prevenire problemi di ordine pubblico o di sicurezza e per evitare che in assenza di luce solare potessero scaturire incendi per via del fuoco usato per illuminare. Alla fine di tale secolo a Roma erano particolarmente diffusi alcuni problemi di ordine pubblico, in parte a causa della diffusa povertà che aveva favorito il vagabondaggio e la criminalità e dei numerosi soldati allo sbando che giravano per la penisola, tutto causato da quasi un secolo di guerre combattute in Italia.
A questo riguardo abbiamo dal Codice Urbinate 1055 (Biblioteca Vaticana) un'interessante testimonianza di cosa poteva accadere in caso una persona venisse trovata in giro durante le ore proibite, testimonianza che risale al 23 Maggio 1587, quando il boia del carcere di Tor di Nona punì alcune donne che erano state trovate in giro per Roma alle ore proibite. Il carcere in questione oggi non è più esistente, la stessa struttura è stata demolita per la realizzazione degli argini del Tevere e dei Lungotevere, e sorgeva in Via di Tor di Nona, nel Rione Ponte.
 
Punizione prostituta frusta
Punizione di una cortigiana con la sferza nel carcere di Tor di Nona (incisione del XVI Secolo)
 
Il testo recita così: "Il boia l'altra mattina nel cortile di Tordinona frustò tre donne a camicie alzate dinanzi et di dietro, con un mazzo d'urtiche, perché la sera innanzi erano state trovate fuori à spasso per la città all'hore prohibite loro di uscire di casa, et un'altra donna, pur trovata in quel tempo fuori del vicinato à repigliarsi una padella da un'amica, con quella istessa padella in prigione li fu date su 'l culo alquante botte".

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