Villa Carrega di Lucedio



Villa Carrega di Lucedio è una villa che sorge su un'altura panoramica dei Monti Parioli, con ingresso in Largo dei Monti Parioli n 3, nel Quartiere Pinciano.
Assieme a Villa Titta Ruffo, Villa Serena, Villa Bazzani, Villa Castellani e Villa Caetani Grenier, è una delle prime ville costruite sui Monti Parioli agli inizi del Novecento.
Fu realizzata da Giovanni Battista Milani nel 1912 per il Principe Francesco Carrega di Lucedio, che dal 1902 aveva stabilito la propria residenza a Roma.


L'edificio è costruito su un costone di roccia a picco sulla Valle Giulia, appartenente a Villa Balestra, è dotato di un massiccio basamento a terrapieno in mattoni su cui si aprono alcune finestre sormontato da una grande terrazza balaustrata.
La villa ha una pianta quadrangolare e si sviluppa su 5 piani, la facciata più articolata è quella rivolta verso la valle, che è dotata di loggiati e terrazze panoramiche, tra cui spicca la grande loggia di accesso al giardino, su colonne coronzie, ed è caratterizzata anche della grande torre quadrata, posta all'angolo sinistro, sormontata da una grande loggia con colonne corinzie.


I due piani terreni sono rivestiti da bugne lisce mentre gli altri sono in cortina laterizia con bugnato angolare. Le finestre del piano nobile sono architravate con timpani, la torre è decorata da un balcone che la ricopre per tutta la lunghezza, al piano nobile, e da un grande stemma angolare della famiglia Carrega di Lucedio. 

La facciata su Largo dei Monti Parioli

Nel 1955 è stata lasciata alla Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù che ne hanno fatto la casa generalizia dell'ordine.
I lavori di ampliamento furono eseguiti dall'architetto Tullio Passarelli e comportarono la soprelezazione di un piano con la perdita dei tetti originali aggettanti, la trasformazione del salone da ballo in cappella e la perdita di alcuni elementi come il grande velario in vetrate Liberty. 

L'ingresso peedonale alla villa

Nel 2011 la villa è stata venduta ad una società che ne ha operato una completa ristrutturazione per realizzare abitazioni di lusso, così come avvenuto a Villa Titta Ruffo.
L'edificio, catalogato dal Comune di Roma come "di rilevante interesse storico" non ha potuto ricevere modifiche alle facciate esterne. Gli stucchi e i soffitti interni, non vincolati dalla Soprintendenza, sono stati irrimediabilmente distrutti, la loggia sulla terrazza al piano terra è stata frazionata, si sono salvati lo scalone con balaustra e alcuni dettagli architettonici, tra cui alcune colonne presenti al piano terra.

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