Villa Dusmet




Villa Dusmet era una villa oggi non più esistente situata in Via Sardegna n. 38 ad angolo con Via Abruzzi, nel Rione Ludovisi.
Il complesso fu costruito dall'architetto Edgardo Negri per il Marchese Alfredo Dusmet de Smours nel 1902.

Alfredo Dusmet de Smours

Si trattava di una delle ville più lussuose costruite nel Rione Ludovisi, di poco inferiore a Villa Maraini

Villa Dusmet ad angolo con Via Abruzzi, di fronte sorgevano il Villino Frankenstein e il Villino Amero d'Aste Stella, mappa del 1911

Edgardo Negri impostò l'edificio su una pianta quadrangolare, di forme neorinascimentali, esso si sviluppa su tre piani. Il piano terra era dotato di bugnato angolare con finestre ad arco, il piano nobile e il secondo piano erano decorati da lesene doriche, che inquadravano le finestre architravate, al piano nobile e quelle del secondo piano. Sul cornicione sommitale era posta una terrazza con parapetto a balaustra.
La facciata verso il giardino era composta da due avancorpi laterali, con due finestre per piano, che inquadravano il corpo centrale, contenente tre arcate al piano terra e al piano nobile che conducevano al giardino.

La grande sala da ballo (Foto Viviana Bilotti Odescalchi e Lante Montefeltro della Rovere)

Gli interni erano decorati sontuosamente, nell'atrio un grande scalone conduceva al piano nobile, che si affacciava sull'ambiente con una serie di colonne binate e il parapetto a balaustra. 
I saloni di rappresentanza, situati al pianterreno, erano dotati da boiserie dorate, stucchi e affreschi sui soffitti. 
Il marchese Dusmet e la sua sposa Edith Oliver collezionavano oggetti di importante valore artistico, come sculture, dipinti, arazzi di Bruxelles e porcellane cinesi. 

(Foto Viviana Bilotti Odescalchi e Lante Montefeltro della Rovere)

Alcune opere d'arte, tra cui tutti i mobili settecenteschi e vari dipinti, di cui ricordiamo l'Ecce Homo del Correggio, furono battute all'asta nel 1955, contemporaneamente alla vendita della villa, mentre altre furono donate da Edith Dusmet alla Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma, invece i preziosi volumi vennero lasciati alla Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte di Roma.
Nonostante un vincolo paesaggistico, emesso sulla vegetazione arborea della villa il 6 giugno 1955, il complesso venne vergognosamente abbattuto nell'anno successivo per costruire un enorme palazzo di sei piani che occupa tutto lo spazio in cui sorgeva il prezioso giardino.

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